Live Report: Malevolent Creation – Retribution 30th Anniversary @ Legend Club, Milano – 21/07/2022
Malevolent Creation – Retribution 30th Anniversary + Dark Redeemer + Defying Plague
Legend Club (Milano) – 21 Luglio 2022
Altro giro, altra corsa…in una Milano torrida dove non c’è quasi più una serata senza un appuntamento dal vivo, oggi è il turno dei Malevolent Creation, nome leggendario della scena death metal, che dagli anni ’90 continua a tenere duro, perseverando nella sua proposta vecchia scuola e senza tempo. Purtroppo, la novità degli ultimi giorni è che il chitarrista, leader e fondatore Phil Fasciana non ha potuto prendere parte a questo tour celebrativo del classico capolavoro “Retribution” del 1992, che trent’anni fa li ha consacrati nel gotha del genere. Gli Americani, quindi, si presentano come power-trio davanti ad un numero non eccessivo, ma comunque onorevole, di appassionati. Vediamo com’è andata.
DEFYING PLAGUE
Risolti i classici quanto seccanti problemi di accredito grazie al gentilissimo Filippo, art director del Legend, entriamo nel locale quando l’esibizione dei lodigiani Defying Plague è già iniziata. Già visti recentemente in apertura agli Hour Of Penance, propongono un death metal tutto sommato classico e basico, con qualche venatura thrash e un cantato non particolarmente gutturale, che in qualche occasione ricorda alla lontana quello di Glenn Danzig come approccio.
Buona e possente la base ritmica e, in onore all’uguaglianza di genere, fa piacere notare la brava Elena Ferla dietro le pelli. Si tratta di un progetto veramente agli inizi, attivo da meno di un anno, quindi queste prime esperienze dal vivo vanno considerate sicuramente di rodaggio. Buono l’entusiasmo, consigliabile una maggiore cura delle parti soliste. Avanti così, in ogni caso.
DARK REDEEMER
Nati nel 2018 sulle ceneri dei bergamaschi Aleph, i Dark Redeemer si allontanano dalle atmosfere più progressive e sui generis della precedente esperienza e propongono un death metal quadrato e solido sulla scia di act come i Vader, impreziosito da tastiere che offrono aperture più alternative e che in prospettiva potrebbero essere sfruttate anche di più.
Si nota che i 4/5 della band provengono da una precedente collaborazione, grazie ad una certa compattezza e più in generale è abbastanza evidente una buona padronanza del palco e del contesto live. Giusto menzionare in questo senso Manuel Togni alla batteria (già attivo nei leggendari Mortuary Drape e in passato live member di Blaze Bayley). I pezzi sono strutturati bene sia in fase ritmica che solista e ben arrangiati. Trascinanti quanto basta ad esaltare il pubblico presente, sono un act sicuramente da iniziare a tenere d’occhio.
MALEVOLENT CREATION
Assente Phil Fasciana per motivi di salute, la formazione statunitense si presenta sul palco in formazione a tre, con il giovane Ryan Taylor (già nei leggendari Solstice) alla chitarra e voce, Josh Gibbs al basso e Ron Parmer (Brutality, tra gli altri) alla batteria. Sarà l’assenza di un’altra chitarra e l’atmosfera abbastanza do-it-yourself della serata, che la resa live dei Malevolent Creation è decisamente cruda e in-your-face.
Risultano molto immediati e genuini, quindi, anche se forse si perde un po’ in dinamica. Poco male, il pubblico sembra apprezzare ed incita i tre che appaiono particolarmente rilassati e a proprio agio, complici anche diverse birre e anche qualcosa di più alcolico mandato giù prima e durante l’esibizione. Al di là di reiterati problemi alla cassa del batterista, l’esibizione scorre fluida quanto basta, in un clima molto amichevole tra band e pubblico.
Ryan Taylor, con il suo look e il suo approccio così hardcore, biascica incitamenti agli astanti con un accento da sudista che rende la parlata difficilmente comprensibile, mentre Josh Gibbs, con la folta e canuta barba, ha davvero il “physique du role” del veterano. Quello che sicuramente i Nostri riescono a far intendere è come l’intero tour e la performance siano dedicati a Brett Hoffmann, storico singer dell’album oggetto del tour celebrativo e scomparso pochi anni fa.
Pezzi storici come “Systematic Execution”, “Slaughter Of Innoncence”, “Coronation Of Our Domain” proprio da “Retribution” e “Premature Burial” da “The Ten Commandments” hanno sempre e comunque il loro perché, a prescindere dalla formazione improvvisata e il non numerosissimo pubblico apprezza partecipe lo sforzo, cosa che fa bene alla scena, specialmente in un periodo di date annullate e organizzazioni non sempre perfette. I Malevolent Creation, nel giro di un’ora al massimo, scaldano la già rovente serata meneghina e portano a casa il risultato.
C’è solo da sperare che i problemi di salute di Phil Fasciana si risolvano al più presto e che la band possa compattarsi attorno a questa formazione. Alla fine il genere l’hanno creato anche loro e il pubblico old school non li ha dimenticati: la dimostrazione questa sera la si è vissuta dal vivo.
Long live old school death metal!!!