Live Report: Månegarm + Kanseil + Haegen@Feffarkhorn, Cimadolmo (TV) – 06/09/2024
Live Report: Månegarm + Kanseil + Haegen @ Feffarkhorn, San Michele di Piave, Cimadolmo (Treviso) 06/09/2024
E’ così giunta la settima edizione del Feffarkhorn, festival di cultura celtica in provincia di Treviso e noi come TrueMetal.it abbiamo deciso di presenziare nella giornata del 6 settembre, la data in cui sono presenti i svedesi Månegarm, i Kanseil che giocano in casa e gli Haegen. Questa volta il meteo era perlopiù nuvoloso, specie verso nord, tuttavia si è mantenuto pressoché stabile per tutto il resto della serata mentre il clima virava sempre più verso temperature più fresche. In un recente post sulla pagina Facebook del festival, gli organizzatori avevano fatto sapere che i concerti si sarebbero svolti anche con il cattivo tempo, enfatizzando la presenza di ampie zone coperte e di essere preparati ad ogni evenienza. Il terzo giorno, piovoso, hanno infatti allestito un secondo palco al coperto, nella grande area delle bibite.
La location e la logistica al Feffarkhorn
Arriviamo circa alle 18.30 notando un po’ di coda prima di parcheggiare, tuttavia la zona disponibile era sempre comunque ampia. Vicino al parcheggio era presente l’area dedicata alle tende, alquanto apprezzata dagli avventori. Perlustriamo quindi velocemente l’area di bancarelle, sempre ben fornita e piena di oggetti e libri curiosi, individuando poi buon numero di servizi igienici ed i variegati food truck. Non appena possibile ci serviamo da quest’ultimi di cibo e bevande, e nel frattempo, ben prima che inizino i concerti, il grande palco ospitava a turno Haegen e Kanseil che facevano delle brevi prove.
I concerti al Feffarkhorn
Tre band è un numero adatto a fare in modo che ogni gruppo si ritagliasse il suo spazio, con una netta prevalenza nel caso dei Kanseil e dei Månegarm, praticamente co- headliner. A livello di analisi possono emergere dei paragoni con altri concerti all’aperto oppure in un locale più raccolto o chiuso, e, in tal senso, i miei corregionali Kanseil rientrano più di tutti in queste casistiche.
Nel caso degli svedesi, ebbi di modo di vederli al “Fosch Fest ( 2015) ed all'”Yggdrasil Festival” di Dosson (TV) nel 2017, in quest’ultimo caso, pressoché nell’identica line-up odierna, con l’aggiunta dei M.A.I.M. Månegarm ed Haegen hanno necessitato comunque ulteriori confronti con le versioni in studio/streaming, conoscendoli meno ( nel primo caso) o non conoscendoli affatto.
In tutti e tre i casi mi trovavo perlopiù in zona centrale, sufficientemente lontana da eventuali wall of death, pit vari e schegge saltellanti isolate. Rispetto l’anno scorso, il tipo di musica dei gruppi presenti ha toccato corde diverse, forse più meditative e ciò si è riversato nella platea, pur comunque molto vivace nella risposta ai gruppi.
Haegen
Gli Haegen non vedevano l’ora di esibirsi per il pubblico del Feffarkhorn ed hanno iniziato a suonare alle 20.03 tenendoci compagnia per circa 40 minuti. Si tratta di un gruppo che per qualche motivo avevo rimosso dalla mente, seppur nel 2017 avessi visto in loro delle potenzialità, che nel 2024 hanno portato in primis una ventata di ironia ed entusiasmo. Questa sensazione era evidente soprattutto in “Mazzamurello” un pezzo divertente e birichino, ma con una bella dinamica e cambi tempo dissonanti.
I marchigiani intrattengono con teatrali sonorità alla Fintroll e Korpikaani accompagnate da un piglio qualsivoglia punk (Ramones) ed un look medievale, specie quello del cantante, che indossava alcune parti di armatura e, nella bella “Terre Immortali”, brandiva spada e scudo.
Un numero perlopiù buono-discreto di presenti apprezzava la loro proposta musicale lasciandosi andare in alcune danze, se vogliamo tradizionali, dove una persona prende a braccetto l’altra girando intorno ed alternandosi. D’altro canto, l’inarrestabile frontman ricopre in modo spiritoso ma anche genuinamente affettuoso e grato il ruolo di portavoce del gruppo, nonché di aggregatore. Quella dei 6 marchigiani è stata una prestazione convincente a livello di esecuzione ed i suoni erano equilibrati al punto giusto tra potenza e melodia, coerentemente con quanto offerto in studio. Un gruppo molto gradevole in sede live, degno di stare in festival come il Feffarkhorn.
Haegen – setlist
Gioie portuali
Mazzamurello
Dal castello alla foresta
Russian Disaster
Haegen
Terre immortali
Make a Wish
Kanseil
Ultima data del “Vaia Summer Tour” per i Kanseil che iniziano alle 21 e 15, con “Pian dei Lovi”, primo brano del più che ottimo album “Vaia”, uscito quest’anno. I Nostri si dimostrano sempre molto volenterosi, generosi ed energici dal vivo ed il numeroso pubblico risponde con calore e trasporto ai loro brani, a mio parere specie quelli cantati nella variante locale della lingua veneta, tipo “Pojat”. Durante il concerto si vedevano di frequente circle pit, wall of death, oppure persone sedute per terra, a “vogare” una nave immaginaria come per i Týr al Feffarkhorn l’anno scorso. In “Orcolat” due lunghe file di persone ondeggiavano abbracciate oppure eseguivano una sorta di danza che mi evocava quasi una coreografia cinese. I Nostri hanno scelto una scaletta che per forza di cose privilegiava l’album “Vaia”, peccato per la mancanza di “La strada dei Cento Giorni”, e l’assenza della voce femminile nel bellissimo brano “Vallorch”, ma tant’è.
La resa live secondo me è un po’ il tallone d’Achille dei Kanseil, migliore in locali chiusi, come per esempio a Fregona nel 2018, in occasione del release party di “Fulìsche” mentre all’aperto i suoni tendono a “perdersi”. Nello specifico, si sentivano poco la voce di Andrea, i cori e gli strumenti folk, alquanto soffocati dal muro di chitarre. Anche il basso comunque appariva penalizzato, tutto questo soprattutto in “Pian dei Lovi”. E’ stato in ogni caso un grande piacere rivedere i miei corregionali ed ascoltare per la prima volta le canzoni di “Vaia” dal vivo.
Kanseil – setlist
Pian dei Lovi
Rivus altus
Ander de le Mate
Kosakenland
Pojat
Vaia
Vallòrch
Antares
Hrodgaud
Encore:
Haereticalia
Orcolat
Ciada Delàmis
Panevìn
Månegarm
Lo storico gruppo viking metal svedese inizia alle 23 e 16, dopo una mezz’ora buona di sound check, un tempo tutto sommato ben speso, in quanto i suoni sono risultati equilibrati nel contesto del loro stile musicale. La loro base death/black trainata da un epico istinto power alla Blind Guardian, a volte arricchita da un violino, cori ,ed altri strumenti o espedienti sonori è risultata solida ma agile. L’animo trascinante si sentiva bene e, in generale, parevano funzionare specialmente le sonorità più melodiche, soprattutto se presente il violino appunto, come “Ursjälens visdom” e “Stridsgalten”. Il versatile frontman Erik Grawsiö attizzava la folla con cuore battagliero, una voce potente ed un atteggiamento misurato eppure molto spontaneo nell’apprezzare l’audience che aveva davanti, platea che d’altra parte si è fatta ben più densa e più dinamica. La sensazione che emanava il pubblico era quella di affetto e gratitudine verso la band ed il metal che li ha salvati.
Quella dei Månegarm è stata una setlist variegata e che fondamentalmente credo possa aver appagato i fan della band qui giunti, neofiti e non solo.
Månegarm
Hraesvelg (da nastro)
Stridsgalten
Ulvhjärtat
Vedergällningens Tid
Genom världar nio
Hervors arv
Adils fall
Blodörn
Sveablotet
Ursjälens visdom
Fiolskrället talar
(Violin solo)
Sigrblot
I evig tid
Odin Owns Ye All
Encore
Hemfärd (With extended outro)
Conclusione
Al netto di alcune pecche a livello sonoro, la giornata di venerdì 6 conferma il Feffarkhorn un festival assolutamente degno di nota. Un ambiente che mira ancora di più a migliorarsi dal punto di vista dell’accoglienza e della logistica, cercando di fronteggiare eventuali imprevisti, specie quello del maltempo. Finché c’è questo spirito è lecita la possibilità di migliorare ulteriormente. Intanto grazie Feffarhorn e all’anno prossimo.
Elisa “SoulMysteries” Tonini