Black

Live Report: Padova Black Metal Fest, Grind House Club, 17/02/2024

Di Valentina Rappazzo - 18 Febbraio 2024 - 23:41
Live Report: Padova Black Metal Fest, Grind House Club, 17/02/2024

La nebbia in Val Padana è cosa comune e, in questa settimana, sembra che questo velo mistico di fumo (e smog) non si sia mai voluto diradare. Sarà forse per preparaci alla seconda edizione del Padova Black Metal Fest? In questa atmosfera lugubre mi reco al Grind House Club, luogo dove si terrà l’evento. Il club è piccolo ma gli ingressi si svolgono senza problemi.

E si inizia con il primo gruppo della serata.

Live Report a cura di Valentina Rappazzo

BØNES

I patavini giocano in casa e aprono la serata con una performance di tutto rispetto. Il loro è un genere che definirei più sull’Avant-Garde, un mix tra death e black con sonorità molto affilate. Molto bello il contrasto tra la muraglia di suono della sezione ritmica e la finezza degli archi. Sul palco, infatti, presenzia anche un violino che mi dà un po’ quell’allure di sweet & sour: da un lato l’introspezione, a volte dolorosa, in se stessi, dall’altra la leggerezza della liberazione dal dolore.

Grandi potenzialità secondo me per questa band, che potrebbe riservarci molte sorprese per il futuro.

Lineup:

Adrea Pisarra – Voce

Simone Brolese – Chitarra Solista

Lorenzo Toffano – Chitarra Ritmica

Ferdinando Grinzato – Basso

Alice Brolese – Violino

Enrico Babolin – Batteria

SetList:

Self Portrait 3 (Sweet Agony)

Self Portrait 2 (Fall)

Self Portrait 4 (The Circle Of Damned)

Across The Nightmare (nuovo singolo)

Self Portrait 6 (Sins)

Self Portrait 5 (I’m Not Off Yet)

Self Portrait 7 (Out of Mind)

SVNTH

A seguire abbiamo i Svnth, che ci presentano un Atmospheric Black Metal made in Roma.

La proposta dei ragazzi ha una sfumatura progressive, sono molto buoni i riff di chitarra, anche se il prodotto non è particolarmente innovativo sul genere. Il loro è un momento di desolazione spirituale, quello che mi arriva dalla loro musica è la fame, la ricerca di qualcosa che non c’è, un insonne che si aggira per una città addormentata, cercando qualcosa che forse nemmeno lui sa cos’è.

Lineup:

Rodolfo Ciuffo – Basso & Voce

Valerio Primo Drums  Miscellaneous

Alessandro Canzoneri – Batteria

Federico Bruzzaniti – Chitarra

Alessandro De Falco – Chitarra

SetList:

Sons of Melancholia
Wings of the Ark
Cinnamon Moon (brano inedito)
Immense as the Ocean

Die Sünde

Anch’essi patavini, ci riservano una performance che ha del particolare. Proiettando un video sullo sfondo, i Die Sünde ci accompagnano in un viaggio alla ricerca del peggio. Fermi tutti! Non mi sto riferendo alla loro performance, ma al messaggio che la band stessa vuole lanciare ai propri ascoltatori: il peggior momento, la peggior situazione, la rabbia più profonda, il dolore più straziante. Con sonorità che mi ricordano Agalloch e Amenra, la loro esibizione è una parentesi trascendentale, catturano e coinvolgono e ci lasciano, alla fine, con qualcosa su cui riflettere.

Lineup:

Michael Anthony Foti – Voce

Simone Red Carraro -Chitarra

Davide Rovizzi – Chitarra

Nicola Rizzo – Basso

Filippo Baccega – Batteria

Setlist:

Strega

Persistenza Inane

DUIR

E siamo arrivati al culmine del festival, è molto tardi la ma la sala è ancora piena. I Duir, band Folk / Black, si prepara ad affrontare quella che, sfortunatamente per loro, sarà una performance segnata dai problemi tecnici. L’impianto non collabora e la band inizia il suo show senza le basi. Il frontman viene portato, legato in una camicia di forza e in catene, sul palco. La loro è un’esibizione sentita, sia lato pubblico che lato palco: il loro è un Folk Black metal con intermezzi di cornamusa, Flauto e Ghironda (ahimé, anche il flauto subisce la sfortuna dell’impianto e si sente e non si sente). Il pubblico però non li abbandona e continua a sostenerli a gran voce richiedendo un bis. La band ripropone ‘Essere Dio‘, già stata suonata ma senza la voce.

Lineup:

Voce: Giovanni De Francesco

Chitarra melodica: Mirko Albanese

Chitarra ritmica: Matteo Greco

Basso: Andrea Privato

Cornamusa, Ghironda e Flauto: Thomaz Zonato

Batteria: Matteo Polinari

Setlist:

Parerga

Essere Dio

Cenere di Sogni

Settembre

Sentieri non Tracciati

Solitudine

Encore: Essere Dio

Tirando un po’ le somme della serata, devo dire che sono pienamente soddisfatta di quello che ho sentito. Ci sono grandi prospettive per la scena metal patavina e spero veramente di leggere sempre più spesso i nomi di questi ragazzi che si meritano tutto il supporto che la scena underground può dare.

Sorridenti, svaligiamo il banchetto del merch (ragazzi, chi può compri sempre il merch dei gruppi, la scena si sostiene anche così!!) con una piccola nota personale alle Band di tutto il mondo: e fatela qualche maglietta da donna!

Stay tuned per le prossime pubblicazioni delle band, che aspettiamo in trepidante attesa, bruciante come la nera fiamma che ha animato questa serata.