Live Report: Pantera + Power Trip + King Parrot @ Unipol Arena (BO) – 12/02/2025
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Live Report: Pantera – Power Trip – King Parrot @ Unipol Arena, Bologna – 12/02/2025
a cura di Jennifer Carminati
Photo Report completo: Photo Report: Pantera + Power Trip + King Parrot @ Unipol Arena (BO) 12/02/2025 – truemetal.it
A distanza di due anni dagli show europei che li hanno visti tornare anche in Italia, con il grande successo ottenuto all’Arena Parco Nord nel 2023 con il Return of the Gods, i Pantera grazie a Mc2 Live fanno di nuovo tappa dalle nostre parti.
Il nuovo tour europeo di queste vere e proprie icone dell’heavy metal, iniziato il 21 gennaio a Helsinki e proseguito con spettacoli a Stoccolma, Amsterdam, Berlino e molte altre città, fa tappa all’ Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bologna) mercoledì 12 febbraio.
I membri originali rimasti, il cantante Philip Anselmo e il bassista Rex Brown, insieme al chitarrista Zakk Wylde e al batterista Charlie Benante, che non hanno certo bisogno di ulteriori introduzioni, continuano la celebrazione delle vite dei fratelli membri fondatori, il batterista Vinnie Paul e il chitarrista Dimebag Darrell, con quest’altra serie di concerti davvero molto attesa dai fan.
In apertura si esibiranno gli australiani King Parrot e la crossover/thrash metal band texana Power Trip, che torna nel Vecchio Continente dopo 6 anni di assenza e con Seth Gilmore dietro al microfono al posto del compianto Riley Gale.
Quella di oggi è quindi per moltissimi metalheads un’occasione imperdibile per celebrare la carriera di una delle più influenti e iconiche band della musica pesante e rendere omaggio alla memoria dei compianti e mai dimenticati fratelli Abbott.
Riascoltare dal vivo canzoni che hanno fatto la storia e vedere sullo stesso palco leggende viventi provenienti da diversi gruppi uniti per un’unica causa, vi assicuro, è un’emozione per me indescrivibile, che ho provato a raccontarvi in questo Live Report.
King Parrot
Molti dei presenti non hanno la minima idea di cosa aspettarsi dagli australiani King Parrot, passati di rado dalle nostre parti, ma presi direttamente dal roster della Housecore Records di Anselmo.
Questi ragazzi hanno tirato fuori un solido set di micidiali brani grindcore che ha fatto sbattere la testa alla folla in aumento in questa Unipol Arena pronta ad accogliere tanta musica devastante.
Brani che sembrano fatti con lo stampino ma compensa il folle Matt ‘Youngy’ Young, cantante che sul palco si presenta come un pazzo e imprevedibile frontman. L’energia della band tutta è palpabile, con un’attitudine molto hardcore perfetta per la situazione, non certo scarica di tensione e aspettative da parte del pubblico che dimostra di apprezzare la loro proposta un pò fuori le righe.
Impossibile non notare le buffe espressioni del bassista Matthew ‘Slatts’ Slattery, che sembra totalmente immerso nel suo mondo, mentre con la “panza di fuori” muove abilmente le dita sul suo strumento.
Forse incapaci di volare davvero con le proprie ali ma sicuramente abili a divertirci parecchio, i King Parrot con Fuck You and the Horse You Rode In On ci invitato ad alzare i diti medi al cielo e questo sarà il loro saluto questa sera.
I King Parrot o si amano o si odiano, decidete voi da che parte stare.
Lineup
- Matt ‘Youngy’ Young – voce
- Mr. White – chitarra
- Squiz – chitarra
- Matthew ‘Slatts’ Slattery – basso
- Toddy – batteria
Durante la pausa tra un gruppo e l’altro, sui maxischermi laterali vengono proiettati videoclip delle varie band sotto contratto con la Housecore Records, a celebrare ulteriormente Phil Anselmo e ricordandoci quanto quest’uomo abbia fatto e stia continuando a fare nella musica.
Power Trip
I Power Trip, rimasti inattivi dalla morte del cantante Riley Gale avvenuta nel 2020, nel 2023 sono tornati con Seth Gilmore dietro al microfono. La crossover/thrash metal band americana torna in Europa dopo 6 anni di assenza e vuole dimostrare di averne ancora di cose da dire.
L’amico e collaboratore di lunga data, Seth Gilmore, è noto forse ad alcuni come frontman degli Skourge e della band thrash metal di Dallas Fugitive, fondata nel 2021 insieme al chitarrista Blake Ibanez. Si dimostra proprio a suo agio in questo nuovo ruolo ed egregiamente ripropone i brani dei Power Trip in maniera quanto più fedele possibile all’originale versione di Gale. Una presenza scenica la sua, che insieme all’ottima intesa con gli altri amici sul palco, ha fatto si che tra il pubblico dell’Unipol Arena di Bologna si scatenasse un fitto moshpit oltre che un headbanging selvaggio e i primi circle pit della serata.
Durante la loro esibizione di circa 40 minuti, il quintetto ha offerto un’intensa scaletta di otto canzoni, una selezione di brani classici della discografia della band. Aprono con Soul Sacrifice e proseguono con il loro iconico brano Swing of the Axe, per citare alcuni brani che sono un mix ben riuscito di thrash allo stato puro, come i Power Trip di oggi possono ancora offrire.
I texani hanno pubblicato due album per la Southern Lord, Manifest Decimation del 2013 e Nightmare Logic del 2017, arriverà mai il terzo album a cui stavano lavorando al momento della morte di Riley?
Citando parole loro: “Questa band è stata fondata sulla resilienza, sulla perseveranza e, soprattutto, sull’amore per la musica”, per cui credo proprio di sì, risentiremo presto parlare dei Power Trip che anche questa sera hanno dimostrato di essere davvero tornati e di aver voglia di stare ancora a calcare i palchi in giro per il mondo.
Lineup
- Seth Gilmore – voce
- Blake Ibanez – chitarra
- Nick Stewart – chitarra
- Chris Whetzel – basso
- Chris Ulsh – batteria
Setlist
- Soul Sacrifice
- Executioner’s Tax (Swing of the Axe)
- Firing Squad
- Hornet’s Nest
- Nightmare Logic
- Drown / Crucifixation
- Waiting Around to Die
- Manifest Decimation
Pantera
Philip Anselmo, Rex Brown, Zakk Wylde e Charlie Benante sono i Pantera oggi. Questo è un dato di fatto, e lasciamo da parte le critiche sulla loro reunion o tributo, chiamatelo come preferite, ma questo è.
I Pantera, lo sappiamo tutti, sono stati fondati nel 1981 dai fratelli Abbott. I due Musicisti chiamati a “sostituirli”, e la maiuscola è voluta, hanno sin da subito promesso di suonare il più fedelmente possibile all’originale e questo è stato fatto anche in questo tour nel totale rispetto e ricordo di chi non è più tra noi ma ha lasciato un segno indelebile nel metal e non solo.
Sono le 21 quando il telone con il loro nome scritto a caratteri cubitali e qualche foglia di marijuana a fare capolino qua e la cala e dopo la riproduzione di un video con le immagini storiche di archivio della band, l’urlo di saluto di Phil Anselmo che scaturisce dalle casse mette immediatamente in chiaro gli intenti.
Per i prossimi 80 minuti ci aspettano ritmiche che ben conosciamo anche se un po’ rallentate sia alla batteria che al basso, e un Anselmo che, con la sua voce dal caratteristico timbro, lucido e ben presente anche se al solito suo un po’ troppo statico, spazza via senza pietà tutto ciò che si oppone al suo furibondo passaggio. Scalzo, in pantaloncini corti e con indosso una maglietta dei King Parrot, su quel palco che sembra voler aggredire quasi fisicamente ad ogni passo e con quelle singolari espressioni del viso che lo hanno reso un’icona nel mondo metal.
Alla sua destra l’amico Rex Brown al basso, Charlie Benante dietro le pelli e poi c’è lui, il talentuoso e leggendario chitarrista Zakk Wylde che suona le sue sei corde in un’escalation di assoli irripetibili e di serratissimi riff che sono entrati nella storia e trascinano il pubblico in moshpit e stage diving continui.
I fratelli sono sempre presenti durante il concerto: le sagome bianche di Dimebag e Vinnie sono apparse su uno sfondo nero durante l’intro prima che il live iniziasse con una potente versione del classico The New Level. I loro ritratti sono presenti sulla grancassa di Benante nonché sul gilet di pelle di Wylde.
In questo tour viene ripercorsa la carriera di una delle band più influenti dell’heavy metal, che negli anni Novanta è diventata un punto di riferimento della scena grazie ad album come Cowboys From Hell, Vulgar Display Of Power e Far Beyond Driven e la loro concezione assolutamente personale del thrash.
Anselmo che ringrazia tutti i presenti e poi attacca subito con un’energica interpretazione di Mouth for War, secondo brano in scaletta.
Segue a ruota una versione pazzesca di Strength Beyond Strength, la rabbiosa apertura di Far Beyond Driven, che esprime molto bene la motivazione e la voglia che spinge Anselmo ad essere ancora su di un palco oggi.
Tutti i brani dei Pantera hanno un’incredibile carica che si riversa sul pubblico instancabile questa sera che ripaga in maniera incommensurabile l’energia e la passione che gli arriva dal palco.
Pur aggiungendo occasionalmente il suo stile, Zakk Wylde è rimasto fedele ai riff iconici di Dimebag, che combinano intensità grezza e tecnicismo mai fine a sé stesso. Ascoltare la sua interpretazione in 5 Minutes Alone, è stato senza dubbio un momento da brivido. Molto emozionante anche vedere sui maxi schermi le immagini dei fratelli Abbot durante Floods.
Se dovessi riassumere il sound dei Pantera in una parola sola vi direi potenza.
Si, c’è violenza, cattiveria, aggressività e rabbia, ma la potenza che ci arriva addosso è un qualcosa di indescrivibile. Tutti questi sentimenti insieme sono riassunti nella veemenza con la quale i nostri ci propongono i riff capolavoro di Becoming, durante la quale il buon Zakk deve sostituire la chitarra non funzionante, e I’m Broken, ma anche nelle malinconiche melodie di This Love dopo le quali ci sentiamo svuotati da ogni sentimento, devastati da un’interpretazione sopra le righe di Anselmo.
Altro momento di commemorazione ai fratelli Abbot con la riproduzione di un altro video accompagnato dalle splendide note di Cemetery Gates su cui scrosciano applausi e pure qualche lacrima di sentita commozione, perché si, il metallaro ha il cuore tenero eccome, e i sentimenti, quelli veri, non hanno genere musicale.
Trittico finale devastante e micidiale che ci esaurisce definitivamente le energia e ci toglie la voce completamente: Domination/Hollow e la title track dell’album Cowboys From Hell. La travolgente e frenetica velocità di Fucking Hostile, cantata in coro da tutta l’Unipol Arena, ci porta alla conclusiva Yesterday don’t Mean Shit con la quale giungiamo alla fine di questo concerto che lascia in tutti noi più di qualcosa, ne sono certa.
La scaletta si è concentrata molto su Vulgar Display of Power (1992) e Far Beyond Driven (1994), due album chiave nella storia dei Pantera. Tutti i più grandi successi e i brani che i fan vogliono sentire dal vivo sono stati sicuramente fatti. Ma, quattordici canzoni e 80 minuti di concerto sono troppo poco per una band di questo calibro. Sarebbe stato bello ascoltare almeno altri tre/quattro brani in più ma ci dobbiamo accontentare.
Il sound dei Pantera è feroce e irruento, proprio come il suo Frontman, una vera icona nel mondo heavy metal, che con la sua energia devastante ci ha regalato un live sopra le aspettative, alla faccia degli scettici.
Dopo la foto di rito, ci salutano promettendo di tornare presto, tra gli applausi che non cessano mai e un affetto sincero del pubblico nei loro confronti che si è sentito in ogni singolo pezzo proposto questa sera.
Che piaccia o no, questi ora sono i Pantera, amateli od odiateli, seguiteli in tour o meno, ma dopo averli rivisti anche solo una volta sul palco, in questa reunion o tributo che dir si voglia, e per me oggi è la terza, non riuscirete mai più ad ignorarli.
A voi la scelta.
Lineup
- Philip Anselmo – voce
- Rex Brown – basso
- Zakk Wylde – chitarra
- Charlie Benante – batteria
Setlist
- A New Level
- Mouth for War
- Strength Beyond Strength
- Becoming
- I’m Broken
- Suicide Note Pt. II
- 5 Minutes Alone
- This Love
- Floods
- Walk
- Domination / Hollow
- Cowboys From Hell
Encore
- Fucking Hostile
- Yesterday don’t Mean Shit
I Pantera non saranno mai più ovviamente gli stessi, purtroppo, ma Anselmo e Brown lo sanno bene e non vogliono far altro che continuare a portare in giro il nome della band per i fan storici e le nuove generazioni, che possono cosi sperimentare almeno un assaggio della grandezza che questa leggendaria band metal ha portato allora.
Consiglio a tutti di lasciare da parte polemiche varie e di provare a vedere quest’altro tour dei Pantera con l’intento di chi ha deciso di intraprenderlo, ovvero: un vero e proprio tributo, emotivamente molto sentito peraltro, all’eredità dei fratelli Abbott e alla musica che hanno contribuito a creare e che ancora oggi “vive” e ha influenzato molte altre realtà.
Ascoltare questi brani riproposti dal vivo è anche un regalo prezioso per i tanti fan, come la sottoscritta, che non hanno potuto vederli ai tempi e ora possono rivivere la potenza pura che i Pantera, come poche altre band, sono in grado di sprigionare su di un palco.
Anselmo, Brown, Wylde e Benante hanno onorato magistralmente l’eredità di una band tra le più influenti e iconiche nella storia dell’heavy metal, testimoniando ancora una volta lo spirito indomabile di questo genere che tanto amiamo.
Sempre più convinta che la vera grande musica viva per sempre.
Ci si rivede presto, sempre tra queste righe.
Stay tuned e Stay Metal.