Hard Rock

Live Report: Pretty Boy Floyd + Siska + Venus Mountains @Druso, Ranica (BG) – 02/09/2022

Di Stefano Ricetti - 5 Settembre 2022 - 15:17
Live Report: Pretty Boy Floyd + Siska + Venus Mountains @Druso, Ranica (BG) – 02/09/2022

Notte da irriducibili quella consumatasi venerdì 2 settembre 2022 fra i muri del Druso di Ranica (BG). Il concerto dei Pretty Boy Floyd organizzato da Big Tuna Entertainment & Booking Agency prevedeva Steve Summers e soci in veste di headliner, come da schedulazione del loro tour europeo.

Ad aprire le danze due compagini agguerrite: i Venus Mountains dalla Franciacorta, in provincia di Brescia e i Siska da Vicenza, con i primi a puntare sin dalle note iniziali, alle 21.30, sull’impatto e l’empatia con il pubblico mentre i secondi a fare leva sulla tecnica.

 

Stefano “Frax” Pezzotti, Venus Mountains

Essendo entrambe band non di primissimo pelo, con una buona dose di realizzazioni discografiche ed esperienze alle spalle, tengono il palco come si deve e scaldano a dovere l’audience. Potendo contare su pezzi da rock arena quali “Rock City”, “Rock’N’Roll Burning” e “Night On FireStefano “Frax” Pezzotti e compagnia (Mick Violence alla chitarra, Doxx al basso e Morris alla batteria) ci mettono poco a coinvolgere le prime file, fra una battuta e l’altra. Ed è proprio l’aria scanzonata dei quattro Bresà a fare breccia, della serie: facciamo le cose sul serio ma senza prenderci troppo sul serio.

Mattia Sisca con i suoi Siska, viceversa, forte di un cantante con i controcolleoni come Diego Trenti sfodera un’eccellente prova alla sei corde, come da previsioni, inanellando

 

Mattia Sisca, Siska

 

una scaletta che mette in fila “Nothing Left To Say”, “Waiting Now”, “No One”, “Heart Of Gold”, “My Own Cage”, “From The Grave” e “Sally”, guadagnandosi una buona dose di applausi, più che meritati. Venus Mountains e Siska: due band compatte e affiatate, che non hanno sfigurato in un contesto “pericoloso” come quello messo in atto al Druso.

Alle 23.30 giunge il gran momento: Steve Summers, orfano di Kristy “Krash” Majors (per non meglio precisati motivi ha saltato le date europee) in compagnia di altri tre compari belli in palla prende possesso del palco e non ce n’è più per nessuno: Criss Six al basso, Ashes alla chitarra e Nick alla batteria. Il loro è un concerto d’altri tempi e, così come hanno fatto i Labyrinth in quel della Festa Bikers di Cologno Al Serio il venerdì precedente con Return To The Heaven Denied, i Pretty Boy Floyd saccheggiano senza macchia e senza paura il loro album simbolo, Leather Boyz with Electric Toyz del 1989, lasciando al resto della loro discografia le briciole, all’interno della setlist. Lo scorrere del tempo, è sotto gli occhi di tutti, non fa che produrre effetti negativi al mondo heavy metal e hard rock ma talvolta sa anche fornire cambi di mentalità apprezzabili.

 

Steve “Sex” Summers, Pretty Boy Floyd

 

Da un po’ di anni a questa parte, infatti e finalmente, le band affermate hanno capito che le scalette vanno infarcite dei pezzi che la gente vuole, non come una volta, quando snocciolavano brani che non si inc….. (ops), non si filava nessuno per promuovere il nuovo album di turno o spingere la svolta stilistica che piaceva solo a loro e pochissimi altri. Tornando ai ‘Boyz, le mazzate Glam’N’Roll si susseguono come se non vi fosse un domani: “Leather Boyz with Electric Toyz”, “Toast of the Town (Mötley Crüe cover)”, “Rock and Roll (Is Gonna Set The Night On Fire)”, “48 Hours”, “I Wanna Be With You”, una violentissima “Your Mama Won’t Know”, “Rock & Roll Outlaws”, “Wild Angels”, “Good Girl Gone Bad”, l’accenno di un pezzo dei Kiss subito interrotto da Summers per lasciar spazio a “The Last Kiss” e finale ad appannaggio dell’accoppiata “Only the Young” e “Saturday Nite (Night)”.  Steve “Sex” è un animale da palcoscenico, uno che evidentemente ha saputo gestire al meglio gli eccessi del passato e incarna l’archetipo dell’artista vissuto ma presentabilissimo ancora oggi, al contrario di altri pluridecorati del suo settore (hard rock) che se fossero onesti con se stessi e con i fan si dovrebbero dare alla pensione o, in alternativa , all’ippica, con tutto il rispetto.

Chapeau, Mr. Summers!

Nota finale: ci sarà spazio e possibilità nei prossimi anni un altro concerto dei Pretty Boy Floyd in terra italica? Domanda da un milione di dollari… Sia quel che sia, il centinaio di convenuti in quel del Druso si sono tolti il dubbio sul nascere, a ragione. Godere dello spettacolo fornito da una living legend quale Steve, uno che ne ha passate e vissute di tutti i colori, non ha avuto prezzo e tornare alla magione, in piena notte, con ancora nel cervello le note rimbombanti “Rock and Roll (Is Gonna Set The Night On Fire)” è sensazione che rimarrà per sempre nel cuore.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti      

 

Pretty Boy Floyd@Druso 2022

Siska@Druso 2022

Venus Mountain@Druso 2022