Live Report: Prog/Death Universe @ Defrag, Roma – 13/10/2023
È sempre un piacere tornare al Defrag, il piccolo locale della Capitale che, a quelli come me che hanno vissuto l’epoca dei CSOA (i Centri Sociali Occupati Autogestiti), fa fare un piacevole salto nel passato visto che il posto trasuda esattamente la stessa atmosfera e che offre, oltre ai concerti, anche mostre, eventi culturali, corsi di ballo e tanto altro.
Stasera sarà teatro della prima edizione del Prog/Death Universe – Progressive & Death Metal Music Fest, una rassegna che vede come protagoniste quattro band della scena Prog/Death (e Symphonic, vista la presenza degli Ivory Moon).
Appena entrato, mi dirigo subito al bancone del bar per la rituale birra d’inizio serata e noto che, nonostante siano appena le 21, il pubblico è già abbastanza numeroso.
Accompagna il tutto la piacevole musica di sottofondo che spara le note dei Death, riempiendo l’etere di aria di casa.
Spente le luci, interrotta la musica, sale sul palco il primo gruppo dell’evento.
ASTRAL CODE
Alle 21:30, i 5 romani alternative metal salgono sul palco con fare quasi timido, ma di timido non hanno proprio nulla perché il primo brano della scaletta irrompe nella sala in maniera decisa. Al microfono, la carismatica e sorridente Silvia tiene il palco in maniera veramente accattivante, e colpisce i presenti (me per primo) con una voce magnifica e un’intonazione perfetta. I capitolini sono un amalgama sicuramente ben riuscita e una band da tenere d’occhio. Nei 30 minuti di esibizione i brani sono ben suonati, la sezione ritmica di Valerio (batteria) e Lorenzo (basso) è precisa e appassionata, costituendo una solida base per i due ottimi chitarristi, Edoardo e Pierluigi. La musica offerta dagli Astral Code è ben scritta, ricca di momenti esplosivi, melodie fluttuanti e ritmi ricercati.
Setlist:
Fiction
Dawns
Into the Lights
Ashes
A Perfect Life
Apologies
All The Things You Hate
Northern Lights
IVORY MOON
Un quarto d’ora dopo le 22:00, occupano il palco gli Ivory Moon, band romana che già conosciamo bene avendo all’attivo ben 4 album. La copiosa formazione (7 elementi), si scontra con dei piccoli problemi di livellamento dei suoni, probabilmente dovuti sopratutto al numero non da poco dei musicisti della Capitale. Dopo pochissimo, le cose si aggiustano e lo show può godere appieno della potenza dei nostri. Il duo alla voce gode di ottima salute e il combo tira dritto con la professionalità e la simpatia ormai note. Nei 30 minuti di spettacolo, propongono i loro brani più famosi e il locale diventa un vero e proprio tempio del Symphonic Metal. Unico neo (ma si tratta di un parere strettamente personale), gli intermezzi di dialogo tra i due cantanti appaiono un po’ forzati e, vista la bravura straordinaria e indiscutibile dei due cantanti, a parlare potrebbero essere benissimo solo le loro voci ma, ripeto, è solamente un fatto di gusti personali.
Setlist:
Human Greed
Darkside
Astaroth
Here We Are
Dominion Saga
Blood Vampyre
HELLUCINATION
Ore 23:10, è arrivato il momento di violentare le mura di questo posto con del sano Death Metal classico. A occuparsi della cosa sono gli Hellucination, altra band capitolina di indubbio valore.
Cosa dire? Dall’impianto vengono sparate pietre provenienti da una cava di granito, i quattro martellano le nostre ossa craniche come se volessero aprirle per guardarci dentro.
Sette brani, sette cannonate precisamente esplose, sette deflagrazioni al napalm. Francesco Xella passa con disinvoltura dal growl più cavernoso allo scream più esasperato con la facilità di chi sta fischiettando un motivetto. Al suo fianco, una rapita Silvia Pistolesi (basso) mescola un denso brodo primordiale, mentre Andrea Scimò decide di giustiziare le pelli come un boia. Infine, a corollario di tutto, l’ascia di Lorenzo Sicuro affonda la sua lama ben affilata per terminare l’opera.
Da segnalare l’outro di “Iron Sky” (che i Megadethiani come me hanno riconosciuto benissimo) e il divertentissimo ritorno in scena prima del bis con musica Disco e la sfida a ballarci sopra (cosa che la stessa band ha fatto a mo’ di perfetti discotecari).
Uno show compresso come un’auto rottamata e scagliata contro di noi.
Setlist:
Intro
Petrified
Artificial Life
There Is No Spoon
Starless
Iron Sky
Do Ut Des
Overhumanist
COEXISTENCE
Con le orecchie ancora piagnucolanti, alle 00:20 vediamo salire sul palco i Coexistence, band Progressive Death senese. Ultratecnici e veloci, ci deliziano con 5 brani raffinati e ben scritti. Precisione e tecnica sono le prime cose che si palesano durante lo spettacolo (i momenti di tapping a tre strumenti è qualcosa di magnifico anche a livello scenico). Anche per loro, la mezz’ora a disposizione viene superbamente sfruttata per presentare il meglio della loro produzione. Qua e là si scorgono briciole di Atheist ma senza gridare al plagio bensì alla raccolta fruttuosa di semi del passato. I suoni sono leggermente impastati ma vista l’entità dei brani (che necessiterebbero di un ascolto in cuffia visto il songwriting complesso), è più che normale. L’ora tarda non permette alla band di eseguire il bis purtroppo.
Setlist:
Eclipse
Detach From The Abyss
Collateral Dimension
Symbiosis Of Creation
Floating
Conclusioni:
Una serata riuscita splendidamente quella del Defrag, tutto fa pensare che la seconda edizione del Prog/Death Universe – Progressive & Death Metal Music Fest, l’anno prossimo, vedrà luce.
Mi sento senza dubbio di fare i complimenti, oltre che agli organizzatori e allo staff del locale (tutti gentilissimi e simpatici), al fonico di sala Marco Battistoni, che ha saputo regalarci un’acustica pressoché perfetta, nonostante l’architettura del posto non sia assolutamente delle migliori per una resa sonora eccellente.
Un etilico ringraziamento particolare a Roberta per le drink card…
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