Progressive

Live Report: Rivers of Nihil + Cynic + Beyond Creation + Daath @ Slaughter Club, Paderno Dugnano (MI) – 27/03/2025

Di Jennifer Carminati - 28 Marzo 2025 - 16:56
Live Report: Rivers of Nihil + Cynic + Beyond Creation + Daath @ Slaughter Club, Paderno Dugnano (MI) – 27/03/2025

Live Report: Rivers of Nihil + Cynic + Beyond Creation + Daath @ Slaughter Club, Paderno Dugnano (MI) – 27/03/2025
a cura di Jennifer Carminati

Per la gioia di chi ama le sonorità tecniche e progressive nel metal, Hellfire Booking Agency, ha organizzato l’unica data italiana da headliner dei Rivers of Nihil, giovedì 27 marzo 2025, allo Slaughter Club di Paderno Dugnano.

In questo Aggressive Progressive Tour 2025 che sta girando l’Europa in lungo e in largo raccogliendo successi in ogni dove, i Rivers of Nihil sono accompagnati da Cynic, Beyond Creation e Dååth, in apertura, a partire dalle ore 19.

Technical death metal miscelato ai lati più cattivi del prog, i Rivers of Nihil sbranano la Billboard dal 2018, quando “Where Owls Know My Name” agguanta la giugulare del panorama internazionale e disintegra i limiti del genere, trasformando elementi jazz, alt rock e addirittura folk in artigli affilatissimi. Rafforzati dal rilascio della versione strumentale dell’album “The Work”, tramite Metal Blade Records, dopo l’adozione del bassista Adam Biggs come nuovo vocalist, i Rivers of Nihil non hanno la minima intenzione di rinfoderare i canini, con il nuovo album omonimo prossimo all’uscita, non sarete al sicuro per molto.

Emersi dalla scena death metal della Florida nel lontano 1993 con l’album capolavoro Focus, i Cynic si distinguono per una combinazione fatale di death metal ultra-tecnico, elementi thrash e tocchi progressive intrisi di sperimentazione, spesso al confine del jazz fusion. Brani dalla furia inconcepibile anche dopo oltre trent’anni da lasciare le mascelle spalancate e gli occhi fuori dalle orbite. Le loro tre armi più letali? maestria compositiva, radicalismo armonico e un avanguardismo indomabile.

Una lineup davvero succulenta quella di stasera, vista la caratura tecnica di tutte le band, e l’affluenza allo Slaughter Club lo dimostra. Molta la gente in fila ancora prima dell’apertura delle porte e altrettanta quella all’interno del locale, andata via via aumentando col passare delle ore. e ce lo si poteva aspettare, visto che il pubblico italiano da sempre apprezza molto questo modo “raffinato” di intendere il death metal.

Mai il titolo di un tour è stato così appropriato: riunisce quattro dei leader della scena per spingere oltre l’asticella i limiti del death metal. Dååth, Beyond Creation, Cynic e Rivers of Nihil, a modo loro conservano ciascuno quell’aggressività brutale che conferisce al death metal la sua potente forza senza compromessi, unendola sapientemente e in maniera originale con una parte di intricato progressive.

Non mancare era d’obbligo, ma se non c’eravate, ora vi racconto com’è andata.

Dååth

I Dååth sono probabilmente il death metal più vicino alla vecchia scuola che abbiamo ascoltato questa sera. La voce di Sean Zatorsky è corrosiva e tagliente allo stesso tempo, sostenuta da una particolare tavolozza musicale ricca di dettagli.

La musica dei Dååth è brutale, ma con una natura melodica intrinseca nelle loro composizioni, come in tutti i brani proposti questa sera: una scaletta che estrapola un po’ qua e là dalla loro discografia fatta di cinque album, l’ultimo “The Deceivers” uscito lo scorso anno, “breve ma intensa”, è proprio il caso di dirlo.

Sean continua a chiedere un coinvolgimento del pubblico e chi siamo noi per negarglielo: i corpi iniziano a sincronizzarsi con i loro ritmi così dannatamente old school e ricchi di elementi tecnici.

La mia attenzione, come credo quella di molti altri, è stata attirata principalmente dal chitarrista Rafael Trujillo e dal batterista Sebastian Lanser, entrambi ex membri degli Obscura, che ci hanno regalato una prestazione sopra le righe.

Nonostante siano stati la prima band a salire sul palco, i Dååth si sono trovati subito davanti dei moshpit non indifferenti, a testimonianza dell’apprezzamento del pubblico. Insomma, una scoperta in sede live molto interessante per la sottoscritta e un inizio di serata incredibilmente impressionante.

Lineup
  • Sean Zatorsky – voce
  • Jesse Zuretti – chitarra
  • Eyal Levi – chitarra
  • Rafael Trujillo – chitarra
  • David Marvuglio – basso
  • Sebastian Lanser – batteria
Setlist
  1. No Rest, No End
  2. Hex Unending
  3. Sharpen the Blades
  4. Subterfuge
  5. Unwelcome Return
  6. Purified By Vengeance
  7. Day of Endless Light

 

Beyond Creation

Giusto il tempo di addentare un pane e salame con la solita birra d’ordinanza, ed è subito tempo per il secondo gruppo in scaletta.

La batteria dei Beyond Creation resta nello stesso posto sul palco del locale di Paderno Dugnano. Il resto della band si è sistemato di fronte ad essa, in piedi in una pressoché statica linea retta, perché lo spazio è quello che è, essendo già montata parte della strumentazione degli headliner.

Se i Dååth hanno offerto un primo punto di accesso alle complessità progressive e tecniche nel metal, allora i Beyond Creation ci prendono per mano e ci concludono nel profondo di questo intricato mondo.

Il contrasto tra la tecnicità strutturata della musica e l’interpretazione vocale di Simon Girard è alquanto suggestivo, a tratti spiazzante. Tutto è densamente stratificato da vari livelli di dettagli: un insieme di note e tempi interconnessi, ognuno consegnato al pubblico in modo impeccabile e annodato insieme per creare un caleidoscopio insieme di suoni.

Senza nulla di nuovo da offrire, il loro ultimo disco risale addirittura al 2018, scavano diligentemente nel passato per scegliere la scaletta di questa sera composta da soli cinque brani, vista la lunghezza delle loro composizioni.

Hanno scelto di portarci in un viaggio a ritroso nel tempo aprendo con le tracce dei loro ultimi due dischi. Tuttavia, i due brani conclusivi del set sono presi dal loro sorprendente e ambizioso debutto “The Aura” del 2011.

Il tempo trascorso da allora ha reso sempre più incredibilmente audace il loro death metal assolutamente sbalorditivo, che arrivi presto del nuovo materiale? Ce lo auguriamo davvero.

Stesso dicasi per i loro successori sul palco.

Lineup
  • Simon Girard – voce, chitarra
  • Kévin Chartré – chitarra
  • Hugo Doyon-Karout – basso
  • Clement Denys – batteria
Setlist
  1. Algorythm
  2. In Adversity
  3. Earthborn Evolution
  4. Coexistence
  5. Omnipresent Perception

 

Cynic

Tocca ora al motivo per cui sono qui questa sera, i Cynic, che saliranno sul palco poco prima delle 21, per regalarci una splendida esibizione come è lecito aspettarsi da una band di questa caratura che sarebbe dovuta stare al primo posto scritto in grande di questo Aggressive Progressive Tour 2025.

A causa delle tragiche dipartite di Sean Reinhert e Sean Malone nel 2020, la responsabilità di sostenere l’eredità dei Cynic ora ricade esclusivamente sulle spalle di Paul Masvidal.

Dopo un’apertura quasi interamente strumentale di “Nunc Fluens”, capiamo subito che Paul è in forma, in grado di fornire la sua solita destrezza vocale e i virtuosismi alla chitarra che lo caratterizzano da sempre.

Le canzoni dei Cynic sono principalmente magistrali esercizi di progressive metal in grado di costruire universi paralleli in cui perdersi, viaggiando con la mente. E anche quando favoriscono il puro death metal, un loro live resta uno spettacolo sbalorditivo, dove il pubblico resta immobile, stupito e incredulo di fronte a tale maestria.

Set che ripercorre un po’ tutta la loro carriera discografica, fatta di soli quattro album in quasi 40 anni di carriera, ma sappiamo tutti qui che nel mezzo c’è stato uno scioglimento e vicissitudini varie.

Dall’ incredibilmente complesso capolavoro del 1993 “Focus”, viene scelto solo “Textures”, ma è anche vero che 2023 hanno fatto un tour celebrativo di quest’album, ed è giusto farci ascoltare anche altro del loro repertorio.

Durante “In a Multiverse Where Atoms Sing” Paul si mette in ginocchio sul palco e lentamente tira fuori suoni e vibrazioni dal suo strumento mentre i suoi compagni di band lo circondano e lo seguono in maniera quasi reverenziale come solo i migliori leader sanno fare.

Dopo qualche minuto di silenzio richiesto dallo stesso Paul, un momento intimo, l’esecuzione di “Integral Birth”, come magnifico tributo al batterista Sean Reinert, deceduto per cause naturali nel 2020, e al bassista Sean Malone, suicida nello stesso anno.

La voce di Paul ha gli stessi effetti vocali utilizzati nell’album, e che dire di Matt Lynch: incredibile, davvero bravissimo nell’eseguire le innovative e dettagliate parti di batteria create a suo tempo da Sean Reinhert, e che sono da sempre una componente fondamentale del suono complessivo dei Cynic.

I brani dei Cynic sono sempre stati piuttosto brevi e il set di nove canzoni scivola via in un lampo. Su richiesta e insistenza di Paul, il pubblico si appropria della voce per il finale, la splendida “The Space For This” e ogni fan devoto dei Cynic resta per l’ultima volta questa sera in un’adulazione estatica.

I Cynic ci hanno offerto una performance eccezionale, che alterna sperimentazione, metal e jazz fusion per la gioia del loro pubblico.

La perizia tecnica di cui dispongono anche gli attuali componenti, mette in risalto il loro talento e l’approccio inedito verso un genere che, il più delle volte, viene considerato chiuso dentro confini ben stabiliti, che invece loro sono riusciti ad abbattere con continue sperimentazioni.

Un concerto dei Cynic è viaggio cosmico, intimo, raffinato ed elegante, nelle trame cervellotiche del progressive, ma allo stesso tempo nel metal.

Nota di merito per il banco del merch suoer fornito di vinili in edizione limitata, magliette a 20 euro e persino un seti di gioielli (un po’ troppo costosi) creati dallo stesso Masvidal.

I luminari del progressive metal sono finalmente pronti a intraprendere un nuovo capitolo del loro viaggio musicale? Incrociamo le dita affinché ciò succeda, il mondo della musica che amiamo ne avrebbe tanto bisogno.

Non c’è molto altro da dire se non chapeau.

Lineup
  • Paul Masvidal – voce, chitarra
  • Mike Gilbert – chitarra
  • Brandon Giffin – basso
  • Matt Lynch – batteria
Setlist
  1. Nunc Fluens
  2. Evolutionary Sleeper
  3. In a Multiverse Where Atoms Sing
  4. Integral Birth
  5. Infinite Shapes
  6. 6th Dimensional Archetype
  7. Textures
  8. Humanoid
  9. The Space for This

 

Rivers of Nihil

Stravolgimento del palco in corso: vengono montate delle luci led e due pedane ai lati, e finalmente l’utilizzo del fumo viene quasi completamente abbandonato durante l’esibizione degli headliner.

I Rivers Of Nihil, arrivano dalla Pennsylvania, hanno quattro album all’attivo, e uno nuovo omonimo in uscita il prossimo 30 maggio. Nel 2022, Jake Dieffenbach, storico frontman, ha lasciato il gruppo e il bassista Adam Biggs è diventato quindi anche cantante, accompagnato spesso dagli altri componenti della band: i due chitarristi Brody Uttley e Andy Thomas e anche dal batterista Jared Klein.

I Rivers Of Nihil si presentano vestiti tutti uguali: camicia rossa e panciotto nero e soprattutto, carichi di un atteggiamento arrogante che a me non è proprio piaciuto. A parte il bassista cantante, che mi è sembrato quello più alla mano, gli altri componenti erano un po’ troppo spocchiosi per i miei gusti.

In questo Aggressive Progressive Tour 2025 che  li vede headliner, propongono dei nuovi brani in anteprima come l’opener “The Sub-Orbital Blues” e il recente singolo “Hellbirds”, ma anche “Criminals” e “House of Light”. Brani che fanno ben sperare e che certamente porteranno ad inserire per molti dei presenti l’album “Rivers Of Nihil” in uscita a maggio tra le Top 10 del 2025, non certo per la sottoscritta che dopo qualche brano si è parecchio annoiata.

C’è meno tecnicismo gratuito rispetto ai due album precedenti, o almeno, al mio orecchio pare sia così.

Quello che non è cambiato, è il sassofono di Patrick Corona, purtroppo penalizzato dai suoni non ottimali questa sera: strumento considerato un pilastro del mondo jazz e r’n’b che, tuttavia, i Rivers of Nihil rivendicano sfacciatamente come strumento anche nel death metal, conferendo così un marchio di fabbrica inconfondibile alla loro proposta.

Un set breve ma che bilancia perfettamente nuove cose con materiale già noto da “The Work” e dall’album della svolta, “Where Owls Know my name”.

Dopo l’acclamatissima “Where Owls Know My Name” è il momento di un ultimo brano, la raffinata e ben riuscita “Clean”, che li rappresenta appieno, e conclude dopo circa un’ora la loro esibizione.

Stasera , un po’ per tutti quanti, è stata una questione di qualità piuttosto che di quantità, e va bene così.

Aggressive Progressive Tour 2025 o in altre parole: quando il metal si fonde al progressive e ne risulta un tripudio di iper-tecnicismo cervellotico, da fuoriclasse di un genere spesso definito come freddo e di difficile approccio, pregno di riff intricati, numerosi cambi di tempo, momenti di virtuosi assoli, un tecnicismo spesso esasperato. Ma, quando fatto da fuoriclasse come tutti gli appartenenti a questo tour, si resta senza parole e ci si può solo che inchinare di fronte a tanta bravura.

Lineup
  • Adam Biggs – voce, basso
  • Andy Thomas – chitarra, voce
  • Brody Uttley – chitarra, piano, tastiere
  • Jared Klein – batteria, voce
  • Patrick Corona – sassofono
Setlist
  1. The Sub‐Orbital Blues
  2. The Silent Life
  3. Hellbirds
  4. A Home
  5. The Void From Which No Sound Escapes
  6. Criminals
  7. House of Light
  8. Death Is Real
  9. Episode
  10. Where Owls Know My Name
Encore
  1. Clean

È stata una serata dove si è respirata un’energia pazzesca, dall’inizio alla fine, in cui gli appassionati di progressive, technical death e metal estremo si sono riuniti per celebrare queste quattro band a dir poco pazzesche.

Fossero tutti così i giovedì sera ci metterei la firma, e voi?

Ci si rivede prestissimo, sempre tra queste righe.

Stay tuned and Stay Metal.