Live Report: Russian Circles @ Circolo Magnolia (MI) – 02/08/2023
Live Report: Russian Circles @ Circolo Magnolia (MI) – 02/08/2023
a cura di Jennifer Carminati
A poco più di un anno dall’ultima volta, tornano a farci visita gli statunitensi Russian Circles, freschi di uscita del loro nuovo album Gnosis, e lo fanno per la loro unica data italiana il 2 agosto di nuovo al Circolo Magnolia di Segrate.
La band post-metal ha pubblicato da pochi mesi l’ottavo album e siamo ben lieti di poterlo ascoltare in sede live questa sera, dopo aver mangiato e bevuto in questa location davvero accogliente e ottimo punto di riferimento per i concerti estivi soprattutto, visto che l’interno del Magnolia è piuttosto piccolo e può ospitare live di piccola entità, ma non per questo meno validi si intende: è solo una questione di numeri.
E per questa serata l’affluenza è stata più che discreta se consideriamo la data infrasettimanale e il fatto che è iniziato il mese delle ferie per eccellenza, quando Milano diventa un po’ terra di nessuno e tutti vanno a spiaggiarsi sotto al sole.
Fortunatamente tanti come me hanno invece pensato bene di passare questa serata afosa qui all’idroscalo ed assistere a due esibizioni davvero di ottimo livello, peccato solo per l’esigua durata di questo bellissimo viaggio ipnotico, ma questo ve lo dico dopo, iniziamo dal principio.
CROUCH
Ad aprire il concerto alle h 20.30 precise ci pensano i Crouch, gruppo composto da membri dei Wiegedood, e un solo EP (si intitola proprio così) all’attivo uscito lo scorso febbraio, quando salgono sul palco il pubblico è già ben nutrito di spettatori ben attenti a questa loro proposta non propriamente canonica né di facile ascolto, come sarà quella degli headliner che seguiranno.
Il terzetto belga propone quello che oggi viene definito post-metal e che io, un po’ più terra terra, definirei uno stoner/sludge/doom opprimente, fatto di riff distorti, melodie complesse e un incedere mastodontico che non ci lascerà mai in questi 45 minuti in loro compagnia. Con il loro sound ci si sente immersi in atmosfere grevi e torbide, a tratti psichedeliche, la voce del chitarrista Levy Seynaeve sa destreggiarsi benissimo tra timbriche lancinanti e sofferte e uno screaming graffiante, sempre molto massicce e compatte, come lo è la base ritmica data dal bassista Jasper Hollevoet e Wim Sreppoc alla batteria.
La loro è stata una performance riuscitissima sotto ogni aspetto e per questo apprezzatissima da tutti i presenti, che come me immagino non li conoscessero neanche questi Crouch, una bella scoperta davvero.
Prestazione molto intensa la loro che mi ha piacevolmente colpito, andrò sicuramente ad ascoltare questo loro EP, nell’attesa di un album completo magari, chi lo sa se ci arriveranno a farlo, io glielo auguro con tutto il cuore, la passione e il talento ci sono, ed è tutto ciò che conta, o almeno così dovrebbe essere.
E con le teste ancora che si muovono a ritmo come rapiti da queste sonorità ci prendiamo un attimo di pausa, e magari perché no, facciamo una capatina come la sottoscritta al banco del merch, e attendiamo con ansia gli headliner della serata.
RUSSIAN CIRCLES
Non dobbiamo aspettare molto fortunatamente, passa solo una mezz’oretta per il cambio palco, giusto il tempo di scambiare quattro chiacchiere con il buon Corrado dell’Hardstaff Booking Agency, a cui va tutto il mio ringraziamento per l’organizzazione di questa serata, ed ecco in un Magnolia ormai bello assiepato di gente, salire in scena i Russian Circles: band statunitense nata a Chicago nel 2004 che non ha bisogno di molte presentazioni, almeno per i qui presenti. Nel corso del tempo hanno modellato nei loro album un sound riconoscibile, con il loro post-rock strumentale delicato ma irrobustito da suoni pesanti in pieno stile sludge, dando luogo a qualcosa di assolutamente personale e unico, con una propria identità che li ha resi un gruppo di culto nel genere.
Le loro canzoni sono spesso e volentieri una carezza per il cuore, credo che questa definizione renda bene l’idea di quello che riescono a ricreare con le loro sonorità, ma questo sera non danno spazio a queste ma ai loro pezzi più potenti.
Ho già avuto la fortuna di vederli dal vivo in passato ma oggi è la prima volta che sono headliner qui in Italia ed è per questo che son rimasta ancora più negativamente colpita dal fatto che han suonato davvero poco, un’ora effettiva di live, con la discografia che hanno alle spalle, è stato un po’ deludente, e va detto, senza polemica alcuna.
Quando sono a casa, nei momenti in cui voglio rilassarmi e staccare completamente la testa dai pensieri, me li ascolto per ore senza annoiarmi mai e avrei voluto replicare almeno in parte questa sera in sede live. Sia chiaro, i Russian Circles non hanno deluso le mie aspettative in termini di performance, han dato vita a una prestazione sorprendente, un’esibizioni carica di energia e potenza, dove non è certo mancata la componente atmosferica, a tratti psichedelica che i tre riescono a creare con i loro riff sincopati e i ritmi eleganti della loro produzione, solo che ne avrei gradito ancora un po’, tutto li.
Sono le 21.45 quando i nostri silenziosamente prendono posto sul palco, Dave Turncrantz con la sua batteria al centro, Mike Sullivan alla chitarra e Brian Cook al basso, rispettivamente alla sua sinistra e destra, e iniziamo così questo viaggio emozionale totalmente immersivo che ci porterà ad un lento headbanging spesso ad occhi chiusi, in un trasporto totale generato dalla loro musica.
La scaletta, che non ho trovato purtroppo e per questo non menzionerò i titoli dei brani proposti perché potrei non ricordarne correttamente l’ordine, prosegue attingendo principalmente dall’ultimo album, dove ritroviamo ampiamente le distorsioni oscure e pesanti alle quali i nostri ci avevano abituato con i primi lavori, andate un po’ a perdersi nel mezzo delle loro uscite non sempre all’altezza delle aspettative nutrite dai fan come me nei loro confronti.
La loro è una performance strumentale lo abbiamo detto, non c’è voce, ma a parlare ci pensa la musica, interrotta ben due volte bruscamente da problemi tecnici, superati con professionalità ed esperienza dai nostri che hanno subito ripreso come nulla fosse; il silenzio delle parole, neanche un saluto verso il pubblico, solo qualche sorriso compiaciuto del chitarrista verso di noi, ma un silenzio pieno di significato che ad un ascoltare attento, e tutti qui lo sono, permette di apprezzare anche in sede live la loro intenzione, fatta di dinamiche alternanti tra momenti rarefatti ad altri molto più forti che ti fanno vibrare l’anima, nel movimento sincopato di corpi e teste di tutti noi che ci muoviamo a ritmo travolti da questi suoni a tratti psicheledici e ipnotici nel vero senso della parola.
Non si capita per caso a un concerto dei Russian Circles, e mi ha fatto enormemente piacere vedere questa sera qui al Magnolia che una band così meritevole finalmente ha preso il giusto tributo, disco dopo disco, concerto dopo concerto, i tre di Chicago si sono costruiti un buon seguito anche qui dalle nostri parti, dimostrando che la buona musica, anche se non di facile ascolto, fatta con qualità e passione, paga sempre in termini di consensi e credibilità.
Il mondo della musica live non è sempre così giusto in termini di riscontro di pubblico, e io che vado a molti concerti posso ben dirlo, oggi è andata davvero bene, e se potesse essere sempre così sarebbe fantastico.
Che dite, ci proviamo tutti insieme a contribuire a far si che tutto questo ricapiti spesso? Io ci conto, e voi? Vi aspetto sotto il palco al prossimo live, e non dovrete attendere molto.
Pagina FB: https://www.facebook.com/russiancirclesmusic