Live Report: Scarlet Records Fest 2022 @ Legend Club, Milano – 28/12/2022 – Day 1
Live Report: Scarlet Records Fest 2022 @ Legend Club, Milano – 28/12/2022 – Day 1
a cura di Jennifer Carminati
Dopo due anni di stop forzato torna lo Scarlet Records Fest giunto alla sua terza edizione e lo fa nel migliore dei modi raddoppiando l’appuntamento con le band che sono l’orgoglio dell’etichetta lombarda, per chiudere al meglio questo 2022 che ha segnato finalmente la ripartenza per i Live anche nel nostro Paese.
La location scelta è come sempre il Legend Club di Milano (in via Enrico Fermi, 98), ormai una vera e propria istituzione nella città meneghina per la musica live di band medio piccole e non solo, e sicuramente un punto fermo per le etichette di casa nostra.
Tutte le band che vedremo in queste due serate non solo sono fatte da grandi musicisti ma anche da persone umili, volenterose, che fanno sacrifici per essere qui su questo palco questa sera, e dopo gli show si rendono subito disponibili al loro banchetto del merchandising per un saluto, una fotografia e magari (sarebbe cosa buona e giusta) anche vendere i loro dischi o magliette; non si vive di solo amore e passione per la musica, purtroppo, ed è per questo che è doveroso supportare le realtà nostrane in ogni modo. Non mi stancherò mai di dirlo: dobbiamo imparare a non guardare sempre e solo all’estero alla ricerca di qualità ma anche e soprattutto alle realtà italiane di piccole/medio dimensioni che si devono fare il culo doppio per farsi notare ed emergere in un contesto davvero difficile a volte.
Per chi come me ama la musica, live soprattutto, è un dovere oltre che un piacere essere presenti ai concerti con il nostro supporto, il nostro calore, e trasmettere ai musicisti stessi la nostra passione e il piacere di essere lì a sentirli.
E dopo questa, a mio parere doverosa, premessa che con grande dispiacere devo rendervi partecipe del fatto che questa sera, in quel del Legend, per la prima serata dello Scarlet Records Fest, tutto questo non è accaduto, non credo ci fossero neanche un centinaio di paganti. E una domanda sorge spontanea: dove cazzo eravate tutti? Quale scusa annoverate in questo mercoledì post natalizio dove forse la maggior parte di voi è pure in ferie per non muovere le chiappe e venire ad assistere a un concerto? Io son senza parole davvero, solo parolacce vi riservo e chiudo qui la polemica.
In questo mercoledì 28 dicembre si esibiranno come headliner i Trick Or Treat. Prima di loro i Nocturna, i Vexillum e in apertura i Degrees Of Truth.
La sottoscritta, grazie allo smart working, unica cosa bella post covid, giunge al club in un orario decente senza neanche dover correre dall’ufficio appunto, mentre le band sono ancora indaffarate nel soundcheck e l’atmosfera è quella di una riunione tra amici, preludio di una festa di fine anno che avrebbe dovuto riempire il locale.
Con un po’ di ritardo sulla tabella di marcia i milanesi Degrees Of Truth salgono sul palco alle 21 circa e danno inizio a questi due giorni all’insegna del metal made Scarlet Records. Band nata nel 2015 per volontà del tastierista Gianluca Parnisari, tre album all’attivo, ci propone una setlist varia e coerente, potente ma elegante al tempo stesso, che spazia tra tutta la loro discografia, punto comune di tutti i 6 pezzi proposti un’indubbia attitudine alla melodia. La cantante Claudia Beltrame, tecnica vocale buona ma presenza scenica da rivedere, ha introdotto alcune delle canzoni dando al pubblico dettagli che aiutano a capire meglio i loro testi per chi non li conosce ed è al primo ascolto. In “Finite Infinite “, brano che mette in mostra una prova da soprano di Claudia notevole, ad esempio, ci riportano alle origini della vita con il bing bang. I nostri sono artefici di un symphonic metal dalla spiccata anima progressive che può vantare una voce femminile potente e cristallina questa sera indubbiamente penalizzata da problemi tecnici che purtroppo ci faranno compagnia nelle ore a venire in tutte le esibizioni. I Degrees Of Truth riescono ad unire musica classica, sinfonica, metal in un susseguirsi di atmosfere forse un po’ troppo mischiate a volte. In conclusione, ci propongono la strumentale sempre in bilico tra sonorità progressive metal e sinfoniche “Proximate”. Dopo i doverosi ringraziamenti e prima di augurarci un buon proseguimento di serata l’immancabile foto di rito col pubblico.
Dopo un breve cambio palco ecco i toscani Vexillum armati di strumenti e costumi tipici, introdotti dalle immancabili cornamuse, irrompere sulle note di “Enlight the bivouac” dando subito una nuova scossa al pubblico con quasi dieci minuti di folk e epici cori che preparano al meglio il campo di battaglia per quello che sta per arrivare. Band power/folk metal contaminato con strumenti della tradizione celtica, nata nel 2004 a Pisa, da un’idea del chitarrista Michele Gasparri. Nel 2011 pubblicano il debut album ‘The Wandering Notes’, per poi arrivare nel 2021 con il quarto album ‘When Good Men Go To War’, i cui pezzi proposti stasera, a partire dall’opener, riscontrano un buon successo, come anche la titletrack e la tiratissima “Sons of a wolf”. La loro breve setlist ha puntato decisamente sulla carica energica sprigionata dalla loro proposta e dal carismatico frontman Dario Vallesi dalle corde vocali ben affilate (forse non come in altre occasioni questa sera), che rende il pubblico partecipe dei cori in maniera naturale oltre che divertita. Michele Gasparri e Francesco Caprina oltre ad accompagnare ai cori Dario, con le loro chitarre forgiano riff granitici e assoli vorticosi, le note di basso ad opera di Francesco Ferraro cementificano la ritmica, mentre Efisio Pregio picchia in maniera impeccabile su piatti e pelli; ah no scusate, il batterista questa sera purtroppo è assente per malattia quindi ci dovremo accontentare di avere delle basi registrate, anche per quanto riguarda i cori epici a volte. Il tempo a disposizione è limitato e non propongono nessuno dei loro cavalli di battaglia del passato, ma solo pezzi dall’ultimo album, come anche “The Tale of The Three Hawks” in cui narrano la legenda di tre falchi che ci fanno visita lungo il cammin di nostra vita nei tre momenti cruciali, ovvero quando nasciamo, quando diventiamo grandi e infine quando invecchiamo.
Termina anche la mezz’ora a loro disposizione che ha sicuramente esaltato i presenti, i quali reclamano altri pezzi ma purtroppo gli orari sono da rispettare e i nostri non possono concedere nemmeno un bis, ripagati con copiosi applausi si ritirano ringraziando di cuore i fan accorsi oltre che l’organizzazione e le altre band of course.
Setlist
- Enlight the bivouac
- Sons of a wolf
- The tale of the three Hawks
- When a good man goes to war
Giusto il tempo di una brevissima pausa e alle 22.35 è il turno dei milanesi Nocturna e la pazzesca coppia d’assi al femminile dietro al microfono: Grace Darkling e Rehn Stillnigh. Nonché Federico Mondelli alle spalle come deus ec machina. Il pubblico le acclama a gran voce per tutta la durata dell’esibizione e viene rapidamente catturato dalla loro performance. Il loro sound è un symphonic metal dai riff di chitarra accattivanti, solide linee di basso e scalpitanti parti di batteria, il tutto tinteggiato dark tipicamente gothic anche per la scelta dei costumi di scena, tutti ad eccezione delle due cantanti, indossano delle maschere cupe e inespressive. Un occhio di riguardo alle melodie vincenti e alla totale assenza di pezzi riempitivi come accade sempre più’ spesso in proposte del genere, complimenti davvero, non li avevo mai ascoltati e son rimasta piacevolmente sorpresa devo ammetterlo. Le danze si aprono con un’atmosferica intro che ci traghetta verso l’articolata e pomposa “New Evil”, primo singolo scelto per la promozione del disco di debutto ‘Daughters Of The Night’. Da subito colpiscono gli incastri vocali di Grace e Rehn, perfettamente amalgamate tra loro e a proprio agio sulla solida base ritmica di fondo. L’intesa tra loro è davvero sorprendente, le voci spesso si sovrappongono a sembrare una sola in maniera fluida e impeccabile. Menzione d’onore per l’accoppiata epica “Sea Of Fire” e “Blood Of Heaven”.
Lo scambio continuo tra voce lirica e voce più rock funziona e tutto fila correttamente; mai scontati ne banali, questi Nocturna fanno scivolare via veloce il tempo a loro disposizione che dopo circa 40 minuti giunge al termine con la conclusiva e velocissima “Daughters of the Night”.
Setlist
- New Evil
- Sea of Fire
- Blood of Heaven
- Darkest Days
- The Sorrow Path
- The Trickster
- In this Tragedy
- Daughters of the Night
Alle 23.30, minuto più, minuto meno, salgono sul palco i Trick Or Treat, che non hanno certo bisogno di presentazioni. Chi conosce la band emiliana sa bene cosa aspettarsi, non solo per la musica, il loro Anima(e) heavy metal divertente è ben noto, ma anche per i numerosi siparietti che i ragazzi intrattengono col pubblico, la loro forza è proprio il saper interagire in ogni momento e in ogni situazione con i fan divertendosi e facendo divertire. Il frontman Alessandro Conti ci tiene a farci sapere che negli ultimi due anni hanno passato più tempo al Legend, con 6 concerti, che in sala prove. La scaletta della serata è un ottimo concentrato di canzoni tratte da tutta la loro discografia. Si parte forte con “Creepy Symphony” seguito a ruota da un pezzo estremamente coinvolgente come “Hungarians Hangover”, inserito nella loro ultima raccolta ‘The Unlocked Songs’: una divertente power metal song al 100%, dalla struttura ritmica veloce e con un testo leggero e scanzonato. Troveranno spazio lavori tratti da ‘The Legend Of the XII Saints’, come un pezzo da 90 quale è “Aquarius: Diamond Dust” e la spensierata e folkeggiante “Libra: One Hundred Dragons Force”.
C’è spazio anche per grandi classici che non possono ovviamente mancare, come la happy song “Like Donald Duck” che chiuderà la loro esibizione, fatta di metal suonato con tutti i crismi e accompagnato da una sana ironia di chi non si prende mai troppo sul serio.
Un’altra frustata d’energia che diventa ancora più intensa con un pezzo dal repertorio storico dei modenesi, “Loser Song”, un bel tuffo nel passato, la canzone è infatti contenuta nel secondo album dei nostri, ‘Tin Soldiers’ del 2009. Apparentemente buffa e scanzonata l’orecchiabilissima “Crazy”, il cui contenuto ruota intorno alla vita, a volte complicata, di un impiegato dei giorni nostri. Anticipata da un Alessandro che vuole fare un video da pubblicare sui social per cui ci chiede un boato come fossero gli Iron Maiden (non piove questa sera e non siamo all’aperto per cui nessuna madonna tirata per concerti saltati). Una scaletta che ha premiato anche ‘Rabbits’ Hill Pt.2’ con “The Great Escape” a dare corpo alla proposta di una band che nata come gruppo cover degli Helloween si è poi evoluta verso soluzioni più personali, caratterizzandosi sempre per il carisma di quella sagoma di Alessandro Conti che ci fa davvero divertire, oltre che avere una voce perfetta e brillante. La band avrebbe suonato il suo power metal melodico, diretto e allegro di certo ancora per molto tempo ma anche quello a loro disposizione come il peggiore degli scherzetti è scaduto e siamo così giunti alla fine di questa prima serata del Scarlet Records Fest.
Un grazie a tutte le band e al Legend Club, dal quale usciamo con un sorriso stampato in faccia, per la piacevole serata; non ci resta che aspettare domani sera per raddoppiare la dose di divertimento in musica, si spera con una maggiore affluenza di pubblico.
Setlist
- Creepy Symphony
- Hungarian Hangover
- Aquarius: Diamond Dust
- The Great Escape
- Loser Song
- Evil Needs Candy Too
- Crazy
- Libra: One Hundred Dragons Force
- Like Donald Duck