Thrash

Live Report: Vio-Lence+Razgate+Nowhere @Slaughter, Paderno Dugnano (Milano) – 27/03/2024

Di Vittorio Cafiero - 5 Aprile 2024 - 0:59
Live Report: Vio-Lence+Razgate+Nowhere @Slaughter, Paderno Dugnano (Milano) – 27/03/2024

Le immagini della serata nel photoreport curato da Davide Sciaky.

Altro giro, altra corsa! Eravamo qui solo pochissimi giorni fa per il “The Focus Of A Valediction Tour” che ha visto Cryptosis, Obscura e Cynic calcare le tavole del palcoscenico dello Slaughter, che di nuovo ci troviamo in quel di Paderno Dugnano per la seconda data italiana in assoluto dei Vio-Lence, che dopo Roma salgono al Nord e si concedono ai thrasher locali. Ad accompagnarli, due band della scena tricolore, i Nowhere, proprio da Milano, e i Razgate da Siena. Vediamo se n’è valsa la pena…

Nowhere

Attivi già dalla fine del secolo scorso, i Nowhere propongono un heavy metal con qualche tinta thrash o comunque più aggressiva e hanno all’attivo un unico full length autoprodotto del 2018 e intitolato “Greetings From The Pub!”. Poco conosciuti, abbastanza lontani dagli abituali “giri” meneghini e decisamente poco attivi anche a livello di social network, salgono sul palco puntuali con un pugno di pezzi dallo stile abbastanza grezzo e scontroso. Ank, il cantante e chitarrista, ha un timbro vocale poco educato, tra Glenn Danzig e Karl Agell dei Corrosion Of Conformity (era “Blind”, per intenderci) e si presta anche a eseguire parte della fase solistica alle sei corde, probabilmente da rivedere in quanto ad estro e tecnica. I suoni (come il sabato precedente) sono ancora scarsi e non aiutano la resa della performance dei Nowhere, che risulta a volte un po’ confusionaria. Nonostante i tanti anni alle spalle, la proposta della band è ancora un ibrido tra diversi sottogeneri ed è ancora da considerarsi in fase di evoluzione. Tuttavia la base ritmica è decisamente robusta. Vedremo se e come continuerà l’attività della band opener della serata.

Nowhere setlist:
Alone
JFF
Reach The Sky
Yesterday Story
I Hate
Charley’s Ballad

Razgate

Quando la seconda band della serata, i Razgate da Siena, sale sul palco, lo Slaughter è ancora praticamente vuoto. I quattro thrasher, attualmente su Punishment 18 Records e con alle spalle già quattro album e un EP usciti in nove anni, attaccano senza tante esitazioni e sparano in faccia ai presenti il loro thrash metal classicissimo e candidamente derivativo degli Slayer, tanto che in alcuni momenti la voce del chitarrista/cantante pare essere stata clonata da quella di Tom Araya. Tupa-tupa thrash, quindi, iper-veloce ed aggressivo, che dal vivo guadagna ancora in pesantezza tanto da spingersi ai confini del death-thrash. Blast beat a cura del bravo batterista (con tanto di occhiali war-metal), break funzionali che esaltano i pochi astanti e invitano ad un sano headbanging. Proprio il drummer Iago Bruchi sembra essere l’architrave delle composizioni della band toscana, specialmente nella “botta” dal vivo che il gruppo riesce a costruire, basata su un riffing abbastanza semplice e certamente non epocale, ma molto efficace e ben strutturato. Ancora Slayer nell’assolo di “Violence, Vengeance, Chaos” e ovviamente nella cover di “Evil Has No Boundaries”. Seppur privi di originalità, i Razgate hanno un loro perché e certamente possono trovare l’interesse degli appassionati del genere.

Razgate setilist:
Rising Death
The Holy Grail
Cursed Blood
Violence, Vengeance, Chaos
Fill Up the Grave!
After The Storm
Evil Has No Boundaries (Slayer cover)
Hail to the Fallen

Vio-Lence

Gli storici thrasher californiani arrivano a questo tour e in Italia con una line-up falcidiata. Ormai quella ufficiale è composta dal frontman Sean Killian e dall’ex Fear Factory Christan Olde Wolbers, che però in questa occasione non ha seguito la band in tour. Oltre quindi allo storico cantante, troviamo Adrian Aguilar (Exmortus) alla batteria, Mario Salcedo (Fueled By Fire) alla chitarra e Max Mayhem (chitarrista degli Evil Invaders) qui a ricoprire il ruolo di bassista. Un bel patchwork assortito, non c’è che dire, chissà cosa ne verrà fuori….Del resto, più che Vio-Lence stasera sembra trattarsi di “Sean Killian sings The Vio-Lence”, quindi qualche dubbio iniziale è abbastanza giustificato. Quando la mitica “Eternal Nightmare” inizia, subito constatiamo che il pubblico per una volta tanto (succede!) non è quello delle migliori occasioni e che i suoni sono ancora scadenti. Gli strumentisti sono giovani, dinamici e preparati, il cantante invece mostra gli anni (che poi non sono nemmeno tantissimi) e gli acciacchi (Sean ha subito un trapianto di fegato nel 2018), tuttavia la voce sembra tenere più che decentemente. Dopo il primo pezzo, la band assume una formazione sul palco degna di nota: chitarra, basso e, ovviamente, batteria rimangono sul palco, mentre il cantante scende nello spazio tra transenne e stage, sale sugli strapuntini dei divisori e passa tutto il concerto a “cantare” i pezzi direttamente in faccia alle prime file. Situazione abbastanza peculiare, ma di sicuro effetto. Le canzoni dal disco di esordio si susseguono spedite, coinvolgendo tutti i presenti tra headbanging e circle-pit ed è decisamente impossibile non seguire Killian che canta inni thrash come “Phobophobia” e “Serial Killer” oppure non cantare il ritornello di “Kill On Command”…Decisamente simpatici i siparietti con il chitarrista, a cui viene ripetitamente chieso quale diavolo sia il pezzo successivo e che, oltre a stare al gioco, offre una prestazione di alto livello, considerata anche la mancanza della seconda chitarra. Dopo una “I Profit” letteralmente vomitata in faccia alle prime file, è il turno di “Calling In The Coroner”, dove ancora Mario Salcedo si supera con un assolo strepitoso. Davvero necessario farne menzione, i giovani musicisti al seguiro di Sean Killan questa sera hanno davvero dato il meglio di loro, sia dal punto di vista squisitamente tecnico che di gestione degli spazi sull’insolita scena. E che grinta, questi ragazzi, tanto che il buon Adrian Aguilar spacca in due una bacchetta durante “Officer Nice”, con i frammenti che volano fra il pubblico. Un po’ di spazio per le novità, con la proposizione della più che discreta “Upon Their Cross” dall’ultimo EP, al termine della quale Killian si produce in un breve monologo, dove attacca i benpensanti, i normies, così lontani come indole e gusti da quelli dei thrasher di ieri e di oggi, e tutti quelli che hanno sempre criticato la sua incapacità di cantare nel senso del termine, in favore unicamente dell’espressione di odio con la voce. Proprio nello stile di Discharge, GBH, Dead Kennedy’s…ed è anche la scusa per omaggiare questi ultimi con la cover di “California Über Alles”, prima di chiudere senza bis con “World In A World”.

Concerto breve ed essenziale, ma parecchio efficace. Ottima la band, carismatico e d’impatto Sean Killian, una sorta di villain fuori di testa di qualche film di serie B, ma da un certo punto di vista irresistibile. Anche stasera, è valso la pena presenziare.

Vio-Lence setlist:
Eternal Nightmare
Serial Killer
Phobophobia
Kill on Command
I Profit
Calling in the Coroner
Officer Nice
Upon Their Cross
T.D.S. (Take It as You Will)
California Über Alles (Dead Kennedys cover)
World in a World

Vittorio Cafiero