Progressive

Live Report: Vision Divine+Avelion+Frogg @Legend, Milano – 28/09/2024

Di Vittorio Cafiero - 6 Ottobre 2024 - 9:23
Live Report: Vision Divine+Avelion+Frogg @Legend, Milano – 28/09/2024

Ad una settimana dall’uscita del loro nuovo album “Blood And Angels’ Tears”, i Vision Divine presentano per la prima volta i nuovi pezzi dal vivo davanti al loro pubblico e per l’occasione hanno scelto quello del Legend, locale che li ha più volte visti protagonisti. Ad aprire la serata, due promettenti band italiane, i Frogg da Milano e gli Avelion da Parma.

Frogg

Sono le 20.45 quanto i milanesi Frogg salgono puntuali sul palco. La proposta della giovane band è sicuramente definibile progressive metal nel senso più ampio e globale del termine, tanto da proporre quasi un set diviso a metà: se le prime tracce si allineano al prog moderno e sofisticato di gruppi quali Soen, Pain Of Salvation et similia (ben lontano comunque dai barocchismi classici di metà anni ’90), con suoni abbastanza compressi, chitarre a 7 corde, un approccio intellettuale e atmosfere a volte rarefatte (in alcuni casi si è percepito addirittura un po’ di gaze e qualcosa degli ultimi Anathema), con gli ultimi due pezzi si cambia decisamente registro: strumentazione diversa (la chitarra torna a 6 corde e il basso viene suonato con il plettro) e la proposta inizia a farsi più alternativa, sebbene sempre a tinte progressive. In questa seconda parte, i nomi tutelari sembrano essere i Tool, per una metamorfosi tutto sommato comprensibile, considerata la giovane età della band e la necessità fisiologica di trovare una strada definita. L’evoluzione è quindi in atto e porta a pensare che di fatto i margini di miglioramento dei Frogg siano ampi. L’approccio della talentuosa Letizia Merlo, al contrario, rimane il medesimo nel corso di tutta l’esibizione, con linee vocali non banali e che non cercano il ritornello facile. Interessante realtà, sicuramente da seguire.

Frogg setlist: 

Ascension
Gaslight
Melting Souls
Prophecy’s Keeper
Bloom 

Avelion

E dopo il prog sofisticato e orientato al futuro dei Frogg, salgono sul palco i parmensi Avelion, gruppo attivo già da più di dieci anni che, nonostante l’uso di tappeti di tastiera moderni, a volte addirittura quasi eurobeat e di chitarra a 7 corde, propone un metal altrettanto progressivo e bombastico, ma che trova le proprie fondamenta nell’ondata di metà anni 90, specificamente in quella americana (qualcuno ha mai sentito parlare di Psycho Drama, Magnitude 9, Lethal, ma anche gli svedesi Hollow e Tad Morose?). Questo lo si percepisce in modo particolare nell’impostazione vocale del cantante Riccardo Rizzardelli, entrato nella band pochi anni orsono. E’ robusta la base ritmica ad opera del bassista Danilo Arisi (Inverno, Genus Ordinis Dei e dal vivo anche con i Rhapsody Of Fire) e del batterista Alessandro Ponzi, dal tiro decisamente possente e che spesso e volentieri si lascia andare a cavalcate tipicamente power. La tenuta del palco della band è ottima e, nonostante un’attività dal vivo non intensissima, c’è grande coesione tra i componenti del gruppo e un ottimo utilizzo di tutti gli spazi della scena. Tra l’altro, oltre ai musicisti, è costantemente presente un cameraman/videomaker, il che fa capire come ormai la carriera di una band abbia una vera e propria vita parallela online accanto a quella in studio e a quella live.
La prestazione degli Avelion è decisamente ottima, la breve setlist è principalmente incentrata sui recenti tre singoli, la robusta “Bound To Blackness”, “Alone In Time”, variegata tra momenti molto veloci e break melodici e “Firestone”, forse il pezzo più impressionante, dall’assolo veramente impattante e dalla linea vocale azzeccata. C’è anche il tempo per riproporre due pezzi da “Illusion Of Transparency” del 2017, “Fading Out” e “Falling Down”.
Tutto considerato, gli Avelion fanno parte di quei gruppi power-progressive che sanno essere moderni senza rinnegare le origini del genere e in tal caso il pensiero va a band come DGM, Noveria, Pyramaze et similia.
Un’esibizione accolta con grande entusiasmo dal pubblico presente, che richiede a gran voce il bis, purtroppo non concesso a causa dei tempi stretti. Ma sicuramente si è trattato di uno show che ha invogliato chi non conosce gli Avelion ad approfondirne la discografia.

Avelion setilist:
Bound To Blackness
Alone In Time
Fading Out
Firestone
Falling Down 

Vision Divine

Nel momento in cui i Vision Divine salgono sul palco, spiace notare un Legend non stipato come in precedenti occasioni. Probabilmente due le ragioni di questa affluenza non eccezionale: la contemporanea data del Vivaldi Metal Project allo Slaughter di Paderno Dugnano e il concerto celebrativo della band di Olaf Thorsen svoltasi pochi mesi fa nello stesso locale dell’hinterland milanese. Poco male, l’atmosfera più intima rende l’esibizione imminente ancora più interessante.
E’ certamente l’occasione per presentare i pezzi del nuovissimo album “Blood And Angels’ Tears”, uscito da appena una settmana e si percepisce quanto la band ci creda: i musicisti sul palco sembrano estremamente carichi fin dalle prime note, in particolare Ivan Giannini alla voce sembra davvero “in palla”: dotato di un range vocale che sembra infinito, diversamente dai predecessori sembra più istintivo, animalesco a voler esagerare. Questo rende la sua esibizione molto sentita, specialmente a livello emozionale, il rovescio della medaglia è talvolta una perdita di controllo sulla cura formale del cantato, dove a volte la dizione viene trascurata.
Ma i Vision Divine sono un ensemble di categoria, dove ogni membro è a suo modo un fuoriclasse. Matt Peruzzi, nuovo sodale di Olaf Thorsen (suona anche nei Labÿrinth, come è noto), si mette in evidenza con una prestazione maiuscola: da vero fabbro – nel senso buono del termine – e tecnicamente dotatissimo.
Si parte subito con la title-track del nuovo album seguita a ruota dall’altrettanto freschissima “Drink Our Blood”: i pezzi dall’ultima fatica suonano già alla grande, come se facessero parte della scaletta da sempre. Specialmente quest’ultima cattura già i fans, che conoscono già a memoria il refrain. Assieme ai successivi estratti, possiamo tranquillamente ribadire quanto affermato dalla nostra recensione, ossia che il nono album in studio dei Vision Divine è un lavoro dalla qualità innegabile. Si prosegue e, al di là di qualche problemino tecnico, lo si fa alla grande. “God Is Dead” conferma quanto “The Perfect Machine” fosse un album…perfetto. Il pezzo mette il risalto il lavoro del fidato Andrea “Tower” Torricini al basso, che in questa traccia è veramente preponderante (anche su disco). Doveroso menzionare anche l’apporto del mai troppo celebrato Federico Puleri alla seconda chitarra, che spesso e volentieri si lascia andare ad escursioni solistiche, cosa che gli riesce decisamente bene (andatevi a riascoltare il primo album dei suoi Exence, in particolare). Si prosegue, con una “Secret Of Life” davvero assurda in termini di trasporto ed esecuzione, con un magnifico assolo di Alessio Lucatti alle tastiere. Per la più melodica “Violet Loneliness” le luci del palco giustamente si tingono di viola, mentre la nuova “Preys” fornisce l’assist a Ivan Giannini per descrivere approfonditamente il concept dietro l’album e lo sforzo compositivo che l’ha generato. La scaletta appare decisamente ricca, con una lunga e lenta “Message To Home”, un po’ avulsa come stile dagli altri pezzi, che però non guasta affatto e offre l’opportunità di rendersi conto di quanto Olaf Thorsen sia veramente un grande compositore.
Dopo il momento soft, si chiude con una tripletta da paura (“The Perfect Machine”, ”Angel Of Revenge” e “Send Me An Angel”), ma non è sufficiente, perché il pubblico non ne vuole sapere di uno show senza “La Vita Fugge”, vero e proprio cavallo di battaglia dei Vision Divine, che costringe il cantante ad eseguire il “famigerato” acuto finale (peraltro, portato a termine alla grande).

Poco altro da aggiungere: una band che in teoria non avrebbe più nulla da dimostrare, specialmente al suo pubblico più fedele, ma che si ripresenta con pezzi (nuovi e non) di elevata caratura e con un’energia rara.

Vision Divine setlist:
The Ballet of Blood and Angels’ Tears
Drink Our Blood
3 Men Walk On The Moon
God Is Dead
The Secret Of Life
Violet Loneliness
Preys
The Broken Past
Message To Home
The Perfect Machine
Angel Of Revenge
Send Me An Angel
La Vita Fugge 

Vittorio Cafiero