Live Report: Warmblood @ Headbangers Pub (MI) – 14.05.2023
Live Report: Warmblood @ Headbangers Pub, Milano – 14.05.2023
a cura di Jennifer Carminati
Location insolita questa domenica 14 maggio per un concerto, mi trovo infatti all’Headbangers Pub in via Tito Livio a Milano, dove ero già stata in passato in varie occasioni ma solo per bere una birra, beh forse più di una lo ammetto, e cosa potrei chiedere di meglio di poterci unire oggi un live dei Warmblood?!
Come i proprietari dichiarano di essere “Proudly serving a heavy metal experience” ecco che io sono altrettanto orgogliosa di potervela raccontare.
Premetto che son di parte, i Warmblood li conosco personalmente e mi piacciono molto musicalmente parlando, ma cercherò di essere oggettiva, anche perché quella che ci offriranno stasera sarà al solito loro una prestazione che oggettivamente e soggettivamente non può che non essere definita sopra le righe.
Detto questo, non vi anticipo altro, e andiamo con ordine.
Per chi non li conoscesse, e mi auguro siate ben pochi, i Warmblood sono una death metal band lombarda, di Lodi per la precisione, fondata nel 2002 da Giancarlo Capra alla chitarra e voce, Elena Carnevali alla batteria e Davide Mazzoletti alla chitarra.
Non mi sono scordata nessuno, il basso in questa formazione non c’è, e vi posso garantire che non se ne sente affatto la mancanza, non me ne vogliano i numerosi amici bassisti, ma questo è il loro caso, non sto parlando in generale. L’assenza di un basso non si ripercuote affatto sulla resa live del trio lodigiano, che in questi sessanta minuti tiratissimi ci scaricherà addosso sassate senza soluzione di continuità.
I nostri hanno cinque album all’attivo da cui poter attingere per la setlist di questa sera che predilige giustamente l’ultima release ‘Master of the Dead’ del 2022, omaggio a Paolo Gorini, detto il ‘mago’ di Lodi, matematico e scienziato del diciannovesimo secolo, che all’interno di uno studio ricavato da una chiesa sconsacrata lavorava sui cadaveri attraverso il suo sistema di conservazione dei tessuti umani, la cosiddetta ‘pietrificazione’, il cui scopo, in breve, era quello di arrestare il processo di decomposizione di un corpo post morte; ecco spiegatovi il full concept dell’album, concepito per onorare ampiamente i loro vent’anni di carriera.
Non stupisce quindi il titolo dell’opener “Ritual of Petrification” o delle altre “Master of the Dead part I-V” e “Putrefaction Idiosincrasy” che i nostri ci proporranno con una rabbia mista a precisione e potenza senza compromesso alcuno.
E’impossibile rimanere pietrificati ad un loro concerto, i loro riff sono possenti e trascinanti al tempo stesso, portano inevitabilmente ad un headbanging sfrenato, che qui ancor più è di casa, lasciando però il giusto spazio ad assoli tecnicamente precisi e impeccabili del buon Davide, come mi auguro siano stati quelli dei ferri chirurgici utilizzati da Gorini sui suoi cadaveri, o bhe forse poco importa direte voi, tanto già morti erano, giusta osservazione.
La maestria con la quale la band tiene il palco e ci lancia addosso un macigno dopo l’altro è davvero impressionante: nelle loro canzoni c’è spazio per una brutalità devastante ma anche per momenti di death metal più melodico, maggiormente rallentati e cadenzati; quella che non manca mai è una dose massiccia di tecnica che ritroviamo in quantità industriali come già detto in Davide, musicista professionista e maestro di chitarra, nell’efficace e cavernoso growl di Giancarlo e in Elena, bravissima davvero, che nel suo drumming mai banale dimostra di non avere nulla da invidiare ai colleghi uomini che siamo abituati a vedere dietro le pelli, detto che noi donne ormai non dovremmo più dover dimostrare nulla in nessun campo, ma si sa…questo è la nostra società.
Nonostante siano solo in tre, questi ragazzi hanno un tiro micidiale che fa scorrere veloce il tempo a loro disposizione, 50 minuti di puro devasto e di musica non adatta certo ai deboli di cuore, che si chiude con “Vatican Delirio” da ‘Necrocosmos Destination’ (2008) e il richiesto e concesso bis con ‘God of Zombies’ dall’omonimo album del 2014, con il quale la sottoscritta a suo tempo ha avuto il piacere di approcciarsi a questo gruppo che con autentica passione, travasata in rabbia, precisione e potenza, nel corso della loro carriera ha saputo costruire un sound originale e di assoluto spessore.
Complimenti davvero, ma non avevo alcun dubbio avrei terminato il report in questo modo.
I Warmblood non sono stati per me una sorpresa ma una splendida conferma: ci vuole tanta tecnica, passione e perseveranza per suonare death metal come si deve, in Italia poi ancor di più, e riuscire a distinguersi tra la miriade di gruppi non è una cosa per tutti, ma loro ci sono assolutamente riusciti.
Combinate dell’ottimo metal con una buona birra, aggiungete un’ottima qualità di acustica del locale e avete tutti gli ingredienti per una serata riuscita alla grande, come quella appena trascorsa tra le mura dell’Headbangers Pub di Milano, peccato solo per la scarsa affluenza di pubblico, nonostante fosse gratuito l’ingresso.
Chi non c’era non ha scusa alcuna, si è perso una gran bella esibizione, e come ha scritto Giancarlo in un suo post su facebook: siete tutti dei lestofanti mammallucchi!
Non mancate al BloodFeast 2023 a settembre 2023 al Km298 di Lodi, mi raccomando!
E noi ci vediamo alla prossima Heavy Metal Experience.
Line-up:
- Giancarlo Capra – voce e chitarra
- Davide Mazzoletti – Chitarra
- Elena Carnevali – Batteria
Setlist:
- Ritual of Petrification
- Unending Egony of Putrefaction
- Eucharist Dead Flesh
- Master of the Dead part I-V
- Putrefaction Idiosincrasy
- Vatican Delirio (da Necrocosmos Destination 2008)
- God of Zombies