Live Report: Wino: The Documentary+Live Acustico @ Bloom di Mezzago – 20/01/2024
Live Report: Wino: The Documentary+Live Acustico @ Bloom di Mezzago – 20/01/2024
a cura di Jennifer Carminati
In questo 2024 appena iniziato Hardstaff Booking, in collaborazione con Improved Sequence, ha organizzato un tour italiano di presentazione del docufilm “Wino: The Documentary” uscito a maggio 2023 in DVD e in formato digitale, diretto da Sharlee Patches di New Terms Productions.
E’ la sua storia, raccontata in 100 minuti attraverso interviste, live, reperti e featuring di Bobby Liebling (Pentagram), Dixie Allen (Weedeater), Jimmy Bower (Down, Eyehategod), Dave Grohl (Nirvana, Foo Fighters, Probot), Phil Anselmo (Pantera, Down), Pepper Keenan (Corrosion of Conformity), Henry Rollins (Black Flag) e molti altri.
Un minitour di nove date, iniziato lo scorso 12 gennaio al Raindogs House di Savona e che termina oggi, in questo sabato 20 gennaio al Bloom di Mezzago (MB), riempitosi non abbastanza come avrebbe meritato l’evento.
Con piacere ritrovo uno Scott Weinrich, classe 1960, sempre uguale, nella sua immancabile tenuta da live: jeans a zampa, stivaletti da cow boy, maglietta smanicata che alterna al gilet di pelle con sotto rigorosamente nulla, se non i numerosi tatuaggi che ricoprono la sua pelle.
Wino è così come lo si vede, genuino e autentico, una delle poche certezze rimaste nel mondo heavy metal odierno, che purtroppo vede perdere sempre più pezzi con lo scorrere inevitabile del tempo che non lascia scampo a nessuno.
Un personaggio non costruito a tavolino ma un’icona vera e propria, che con i suoi numerosi gruppi, progetti e collaborazioni: The Obsessed, St. Vitus, Spirit Caravan, Premonition 13, The Hidden Hand, Probot e Shrinebuilder, ha contribuito a scrivere moltissime pagine dei libri di storia della musica che tanto amiamo, “un outsider con un curriculum senza eguali”, come è stato spesso definito.
Una musica che nella sua sterminata carriera ha abbracciato nel senso più ampio del termine, passando dall’heavy metal classico, allo stoner, allo psych, al folk rock e al doom, dimensione nella quale personalmente lo apprezzo di più.
Tra l’altro, per chi non lo sapesse, Improved Sequence ha appena ristampato due autentiche perle della sua discografia come Jug Fulla Sun ed Elusive Truth, capolavori dei suoi Spirit Caravan originariamente pubblicati nel 1999 e 2001, e presenti in vinile al banchetto del merchandising insieme a molte altre rarità, tra qui poster a tiratura limitata per questo tour e alcuni suoi disegni.
Peccato Luca che non siamo riusciti ad accaparrarceli in tempo, ma la scaletta stavolta è un vero e proprio cimelio, mi raccomando aspetto di vederla con cornice appesa in casa tua.
Una serata davvero particolare, dove prima assisteremo alla proiezione del documentario e poi avremo anche la fortuna di assistere ad un live acustico del grande Wino.
Andiamo con ordine quindi e se avrete piacere di leggere fino in fondo questo LiveReport alquanto singolare, scoprirete che vi siete persi una bellissima occasione per conoscere la storia di questa vera e propria leggenda vivente del metal statunitense.
Documentario
La serata a lui dedicata inizia alle 21 con un Bloom in versione cinema, una decina di file di sedie per poterci permettere di assistere comodamente alla proiezione del docu-film dal titolo “Wino: The Documentary”.
Un viaggio musicale della durata di un’ora e quaranta minuti, molto intenso e denso di contenuti, dove vediamo un Wino persona, ripreso in momenti intimi con la famiglia e gli amici e un Wino personaggio, nella sua dimensione totalizzante che è quella del musicista sempre in giro per il mondo.
Un viaggio on the road per gli Stati Uniti che ama nella sua totalità tranne che per il Governo, con la compagna attuale, una bellissima donna che ritroviamo al banchetto del merch, a dispensare sorrisi e ringraziamenti a tutti i presenti, cosa che farà per altro numerose volte sul palco anche lo stesso protagonista della serata.
Un’immersione profonda nella carriera quarantennale e nella sua vita, rappresentata in maniera onesta, cruda e spesso divertente dell’uomo e della sua musica, che ancora oggi influenza intere generazioni di metalheads.
Attimi di condivisione della vita di tutti i giorni, come l’abbuffarsi di marshmallows mentre cerca l’ispirazione per un muovo brano, oppure l’acquisto e manutenzione del suo chopper, a quanto pare, altra grande passione per lui, come le armi, a tal punto dal dare un nome alla sua pistola, Justine per gli interessati.
Uno Scott Weinrich che ammette candidamente di aver preso il suo primo acido a 12 anni e, da lì a poco, aver intrapreso la sua lunga battaglia con le dipendenze, da droghe e alcool e chi più ne ha più ne metta; come lui stesso ha ammesso, la cocaina a lungo è stata la sua medicina.
Il quotidiano che si intreccia con la storia delle sue numerose e leggendarie band: The Obsessed, St. Vitus, Spirit Caravan, Premonition 13, The Hidden Hand, Probot e Shrinebuilder, tutte ricordate in questo docu-film attraverso spezzoni di performance dal vivo, interviste e momenti intimi dietro le quinte.
Scott “Wino” Weinrich è noto soprattutto per essere l’iconico frontman dei The Obsessed, padri fondatori alla fine degli anni ’70 del doom metal e venerati tutt’oggi per aver ispirato centinaia di altre band.
È stata la sua prima band, fondata nel 1978, con cui ha dato inizio al regno dell’heavy and slow, decenni prima che il doom diventasse un genere vero e proprio. Qualche anno dopo, si trasferisce in California per unirsi ai Saint Vitus, con i quali pubblica, nel 1986, il fondamentale Born Too Late, una delle affermazioni più potenti della storia del doom, e la sua voce rauca e accorata rimbomba forte sopra la folla di smaniosi imitatori di Ozzy e Lemmy che ai tempi dilagavano.
Dopo la riformazione dei The Obsessed e un breve flirt con le major all’inizio degli anni Novanta, che comprendeva un aggiornamento di The Wizard dei Black Sabbath al fianco di Geezer Butler, Bill Ward e Rob Halford, Wino formò un’altra influente formazione, gli Spirit Caravan. La nuova band fonde il suo marchio di fabbrica in un’accresciuta sensibilità soul e in numerose altre sperimentazioni che hanno portato alla scrittura di veri e propri capolavori già citati in precedenza.
Nello stesso periodo, Dave Grohl invita Wino a unirsi al suo progetto Probot, insieme a Lemmy Kilmister, King Diamond, Max Cavalera, Kronos e altri personaggi di spicco della scena metal e non solo.
Dopo numerosi tour mondiali con le sue varie band, la fonte creativa è rimasta inesauribile e Wino ha intrapreso una nuova direzione solista con l’uscita del suo debutto discografico, Punctuated Equilibrium, rapidamente seguito da un secondo LP, Adrift, nel 2010 (una serie di collaborazioni con il cantautore folk tedesco Conny Ochs) e Forever Gone nel 2020. Lui stesso può essere definito, a tutti gli effetti, un vero e proprio cantautore, un grande scrittore di testi introspettivi che scavano nell’animo umano, sviscerandolo nella sua profondità spesso marcia, oltre che musicista di chitarra non indifferente e cantante dal timbro inconfondibile.
Anche come solista Wino ha intrapreso estese tournée europee e nordamericane, continuando a mantenere attiva la sua fiorente produzione colmata con la tanto annunciata e gradita ricostituzione dei The Obsessed, formatisi per la terza e speriamo ultima volta nel 2017.
Hanno effettuato numerosi tour a partire dal 2020, passando anche da noi lo scorso anno, potete leggere qui il mio live report della data del 13 giugno 2023 al Legend Club di Milano.
Finalmente il loro nuovo album Gilded Sorrow, uscirà per Ripple Music a febbraio 2024, e non vediamo l’ora tornino a farci visita per farcelo ascoltare in sede live.
Festival come Roadburn, Hellfest, Psycho Las Vegas, Desertfest, Maryland Deathfest, Rock Hard Fest, Monolith On The Mesa e innumerevoli altri continuano a invitare, anno dopo anno, Wino attraverso le sue varie incarnazioni sonore e hanno ben ragione di continuare a farlo.
“You fell and you are fantastic Wino”, e direi che il racconto del docu-film si può concludere così.
Uno spaccato di vita reale di un personaggio dal carisma immenso, fragile nella sua umanità ma forte e determinato nel portare avanti la sua passione, tenendosi ben lontano dalle dinamiche corrotte del music business, e che ci piace proprio per questo.
“Wino sei uno di noi” ha gridato un ragazzo nel pubblico, e non posso che trovarmi d’accordo.
Live Acustico
Giusto il tempo di spostare le sedie, alzare il telo su cui ero proiettato il film, ed ecco salire sul palco Wino che imbraccia la sua chitarra, e dopo aver ringraziato Corrado, il Bloom e tutti noi presenti, ci tiene a farci sapere che anche in Italia è tutto buono e non credo si riferisse solo al cibo.
Si capisce subito quale sarò l’andazzo del live, acustico si, ma questo già lo sapevamo, con molta improvvisazione e un Wino che sostanzialmente fa quel che gli pare su quel palco.
Il suo sound ha sempre avuto un marchio di fabbrica inconfondibile, la sua voce, peculiare, un vero e proprio trademark, sofferta e amara, accompagnata dalla sua chitarra spesso oppressiva a creare sonorità hard rock Seventies con contaminazioni folk che non guastano mai e che ritroviamo ampiamente questa sera nella setlist proposta, che spazia in tutta la sua discografia e con qualche cover anche.
Non ha senso fare track by track del concerto, la setlist la trovate scritta in fondo al report, perché grazie a Luca siamo riusciti a recuperarla con non poco timore nell’ardua impresa, visto che è scritta a mano dallo stesso Wino su un cartoncino nero che sa proprio di vissuto.
Tra le mura del Bloom, non pieno come avrebbe meritato un’icona di questo calibro, in quest’ora in sua compagnia, ci siamo sentiti tutti parte di una grande famiglia, una dimensione intima e partecipata che tanto mi piace quando si viene a creare.
Si chiude così il nostro viaggio musicale e non solo in compagnia di Scott “Wino” Weinrich, conosciuto e rispettato in tutto il mondo come uno dei personaggi più iconici e venerati della musica heavy underground, che a fine spettacolo si intratterrà bonariamente per fare foto e autografi con i fan, cosa non da tutti, come dimostrato di recente da altri artisti, e chi mi legge e segue su queste pagine sa bene a chi mi sto riferendo.
Il padre spirituale del doom e dello stoner nel corso della sua prolifica e appassionata carriera quarantennale, nonostante l’esistenza tormenta piena di ricadute nelle dipendenze, con il suo carisma innato e la fortissima identità che abbraccia e accoglie varie generazioni, è rimasto sempre con forza incrollabile un protagonista della scena underground a livello mondiale, e questa sera ne abbiamo avuto l’ennesima conferma.
Siamo certi che così continuerà ad essere, “till will die” e speriamo sia il più tardi possibile, perché abbiamo bisogno di leggende così in circolazione a ricordarci come si fa la vera musica: con passione, attitudine, coerenza, e soprattutto, il cuore.
Grazie a Corrado e alla sua Hardstaff Booking per aver organizzato questo tour che si conclude oggi, portando a casa spero non poche soddisfazioni per lui e il protagonista di questo viaggio.
Sicuramente io esco dal locale di Mezzago più che contenta e appagata per esserci stata, perché serate come questa fanno bene all’anima e ce ne vorrebbe almeno una a settimana, prescritta dal medico curante, per compensare a tutto lo schifo che ci circonda nella vita di tutti i giorni.
Non mi resta quindi che attendere l’uscita ormai imminente del quinto album in studio dei The Obsessed e sperare in un altrettanto imminente live da raccontarvi tra queste righe.
Come sempre a voi il mio saluto e la solita raccomandazione.
Stay Tuned and Stay Metal.
Lineup
- Scott “Wino” Weinrich – voce e chitarra
Setlist
- Crystal Madonna (Wino & Conny Ochs cover)
- Manifesto
- No Wrong
- The Song’s at the Bottom of the Bottle
- Bury Me In Texas (new song)
- Old and Alone
- Dead Love/Adrift
- I Don’t Care
- Isolation (Joy Division cover)
- Forever Gone
- Green Speed
Encore
- Iron Horse/Born to Lose (Motörhead cover)
- Revenge