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Lo Staff di Truemetal: Daniele ”Fenrir” Balestrieri

Di Alberto Fittarelli - 16 Agosto 2005 - 11:00
Lo Staff di Truemetal: Daniele ”Fenrir” Balestrieri

Tocca all’onnipotente caporedattore Black con delega Viking, Daniele “Fenrir” Balestrieri l’onore e l’onere di essere bersagliato dalle domande di Paola “XP” Bonizzato e, qua e là, del sottoscritto.
Bambini solo se accompagnati dai genitori. No cardiopatici, asmatici, lebbrosi e svedesi.

XP: Ho sempre pensato che le persone che compiono gli anni in pieno agosto siano abbastanza sfortunate: nessuno che si ricorda di farti gli auguri perchè si è
troppo occupati a fare il bagno al mare; mai un regalo da parte dei compagni di classe perchè tanto sono tutti in vacanza e quindi una dimenticanza del genere passa inosservata; nessuna festa con gli amichetti perchè sono tutti via per il ponte di Ferragosto… Come hai vissuto questa situazione fin da piccolo? Ti sei mai sentito più sfortunello rispetto agli altri bambini?

FEN: Un’acuta osservazione. Sì, siamo sfortunati proprio per i motivi sopra elencati. Non a caso il giorno del mio compleanno nessuno si è presentato per farmi quest’intervista – tutti a fare abluzioni o a godersi la montagna. Ma da piccolo mi sono ingegnato accuratamente, e siccome mi rodeva che tutti i miei compagni di classe facevano la festa di compleanno con tonnellate di regali durante l’anno scolastico, io li ho presi tutti in contropiede facendo una festa di compleanno il 13 giugno del 1984. Fu la mia unica festa di compleanno, una vera vendetta contro i nati durante l’anno scolastico, e fu in quello stesso anno che una mia amica mi insegnò lo snack definitivo: le patatine fritte intinte nella coca-cola. Inoltre, un mio amico vomitò la torta sul mio letto. Bei ricordi.


XP: Veniamo alle cose più serie. Sei un metallaro fin dalla nascita? O la tua formazione musicale prevede anche un ampio background di sigle di cartoni animati? Se sì, quali ti hanno segnato più profondamente?

FEN: Quasi nessuno ha la fortuna di partire da neonato con il metallaro, specialmente chi è cresciuto negli anni 80, senza internet né masterizzatori né CD. Al tempo si andava avanti o a vinili o a cassette, e le informazioni sui nuovi gruppi si prendevano dalle fanzine, o da HM, o dalle riviste che hanno fatto la storia del metal italiano. Ho conosciuto la via nella metà degli anni 80 con l’album omonimo dei Metal Church, il primissimo album metal che io abbia mai ascoltato, una novità che travolse la mia estate e mi cambiò letteralmente la vita. Poi dopo qualche anno mi ritrovai grande fan degli Electrocution (ebbene sì), la mia prima “band preferita”, e il resto è storia. Prima dei Metal Church a dire il vero non ascoltavo nemmeno musica… forse la radio. In ogni caso tra l’89 e il 90, ovvero in quel momento di confusione tra la terza media e il liceo, mi innamorai di Madonna e mi procurai tutta la sua discografia in un colpo solo. Ascoltai anche Michael Jackson perché in terza media eri “out” se non ascoltavi Thriller o Bad almeno una volta al giorno. Ma non ho mai, e sottolineo mai, abbandonato il Metal. Quello fu l’unico momento di stanca. Poi nel 90 uscì “Fear of the Dark” (che per me rimarrà sempre “il nuovo degli Iron”) e buttai letteralmente tutta Madonna e compagnia nel cestino. Da quel momento fu Metal per sempre.

HELLB: Veniamo a cose ancora più serie. Com’è che in un gruppo di semi-vichinghi o pseudotali, solo a ME ed a TE piacciono
a) la vodka liscia
b) i DØDHEIMSGARD
c) “On Earth” dei Samael detta anche “We are the world”
? Mi ami, vero?

FEN: Ovviamente ti amo. Beh, che c’è di non vichingo nella Vodka liscia? Lo sai, in lapponia tra le renne e gli yeti si assapora sempre un colpo di vodka secca dritto nei polmoni. La vodka al melone, al limone, alla menta e alle roselline la lascio alle signorine, se devo bere quella robaccia a questo punto mi bevo una boccia di chanel n.5 e faccio prima. I Dødheimsgard sono una gran band, lascia stare, già Kronet til Konge è un gran pezzo di black, ma Monumental Possession e 666 International sono un parto geniale di un gruppo di musicisti che sa il fatto suo, merce rara. Certo, a me fino a 2-3 anni fa il black contaminato da industrial faceva davvero schifo. Gli Aborym in particolare non li potevo (e non posso tuttora) soffrire, ma ascoltando alcune band mi sono dovuto ricredere – probabilmente gli …And Oceans sono stati la prima incrinatura del muro che mi ero costruito attorno. Ora contaminazione per me significa anche genio, varietà, freschezza… un crimine perdersi gruppi come i Solefald solo a causa dell’ottusità no? E poi i Samael, i primi nemmeno mi piacevano – On Earth è culto, una certa caporedattrice blatera in giro ma lascia fare, meno male che c’è gente che ci capisce qui! E poi il video di Telepath… non mi far parlare.

XP: Su TrueMetal.it sei uno dei rappresentanti del metallo più estremo. Cosa ne pensi della suddivisione classista dei metallari?

FEN: Sotto sotto ho sempre gradito la carneficina tra metallari. Tutto sommato sappiamo tutti di essere parte della stessa famiglia, una famiglia molto numerosa e ricca di contrasti. Una certa suddivisione tra i generi ci vuole, anche se solo in parte oggettiva. In particolare mi piace certe volte arrivare alla suddivisione minuziosa, dividendo magari il pagan metal dal viking metal dal folk pagan viking dal black folk e via discorrendo. Ovviamente non esiste una bibbia a cui far riferimento (e se esistesse la brucerei, da buon pagan metaller) quindi alla fine ognuno dice la sua, ma le discussioni tra i generi sono alcune tra le cose che tengono vivo il metal, almeno finché non si cade negli eccessi e nell’arroganza. L’importante è il rispetto, sempre che non si dicano cagate supersoniche ovviamente.

XP: Se un “defender vecchio stampo” ti dicesse che il black metal è robaccia (e insultasse il genere), come argomenteresti la tua arringa difensiva?

FEN: Ma che vuoi che gli dica, ci deve solo provare. È inutile che io gli risponda dicendo “non è vero, è più figo Burzum dei Saxon”, il discorso non porterebbe da nessuna parte. Diciamo che se mai accadesse, quel defender avrà già dato prova della sua inadeguatezza cerebrale e del classico muso di legno con cui molti metallari aprono bocca su materie che non conoscono nemmeno di striscio. Chiunque conosca il black metal sa che è un genere su cui c’è poco da discutere, un genere con una storia possente e radici profondissime, le cui implicazioni sociali, culturali, emozionali e mitologiche lo rendono un behemoth tra i generi musicali. Chi parla tanto per parlare si dovrebbe ricordare che spesso il silenzio è davvero d’oro.

XP: Quali sono secondo te i lati positivi e negativi dell’invenzione degli mp3?

FEN: I lati positivi sono che le band finalmente non possono più fregarci: ai tempi in cui non esistevano, le pubblicità altisonanti e le recensioni di parte spesso facevano prendere delle cantonate micidiali ai poveri ragazzetti che sborsavano 25.000 lire per un CD, salvo poi portarselo a casa e rendersi conto che era una schifezza. Ora un utente oculato scarica sample, si pre-ascolta il CD e se è degno lo acquista, se non lo è getta gli MP3 e passa oltre. La “prova prima dell’acquisto”, specie nella musica, è un diritto sacrosanto dell’acquirente. Il lato negativo è quello degli scaricomani, che amo definire “ladri” a tutto tondo. La gente che prende l’ultimo album del gruppo X, lo scarica tutto, lo mette nella sua bella cartellina, lo ascolta qualche volta e se ne va in giro su internet a dire “io ce l’ho – io ce l’ho – io l’ho sentito” come fossero grandi intenditori, e in realtà a casa non hanno altro che un cimitero di band compresse in un disco ottico o due. Lì il mercato agonizza e muore, e questa gentaglia ha il coraggio di chiamarsi metallara quando invece non è altro che una “McDonaldara” del metal. Va al suo fast food di Emule, si scarica il suo bel big mac di 10-20 band, ascolta un po’ e passa al prossimo panino. Poi ci credo che escono fuori con i discorsi ‘ormai il metal m’ha annoiato / è tutto uguale’. Con che faccia poi vanno ai concerti e guardano in faccia i propri idoli, cantando a memoria canzoni che stanno nei loro hard-disk. Se quelle band sono lì sopra non è certo per merito loro, e magari si lamentano pure che non suonano mai in Italia. Mesi, anni di lavoro di professionisti dell’intrattenimento rubati e sviliti da una banda di ragazzetti criminali che si vantano con sfrontatezza dei loro Hard Disk pieni, sapendo tanto di essere protetti da uno schermo che non li farà mai scoprire. In molti tentano di giustificare certi ladrocini nelle maniere più disparate, ma se davvero pensate che sia giusto farlo andate dai vostri idoli e chiedetegli che ne pensano del fatto che avete scaricato tutta la loro discografia, e fategli autografare magari un album copiato. Alcune band sono pro pirateria – pace all’anima loro. Molte altre non lo sono, e nascondersi dietro a uno schermo non rende meno criminali di uno scippatore di vecchiette. È la classica vigliaccheria dei criminali da salotto, insomma. L’MP3 è un mezzo meraviglioso rovinato dai soliti furbi che pensano che la vita sia tutta in corsia preferenziale, in barba a chi sta in fila al casello.

XP: Forse non tutti lo sanno, ma all’Oktoberfest ti sei aggirato tra la folla con un cappello a forma di testa di pecora (vedi foto)…


Non ti sembra un atteggiamento un po’ troppo “fols”?

FEN: Fols? Io adoravo il Nero Capro in tutte le sue manifestazioni, anche in quelle morbide e pacioccose. Bere litri di birra a Monaco cantando Humppah tedesco e vestendo un simbolo unholy come quello… cosa c’è di più true? Un grumo di sangue di porco in tasca?

XP: Da dove è nata la tua passione per la mitologia nordica? Qual è il personaggio che ami e quale quello che odi maggiormente? Perchè ti identifichi in Fenrir?

FEN: La mia passione è nata come una bomba un monte di anni orsono: comprai e lessi per caso l’Edda di Snorri, e rimasi completamente senza fiato dal lessico, dalla storia, dalla nobile crudeltà degli dei, dalle trovate geniali e dalla potenza devastante delle figure contenute in quello che per me è il capolavoro della letteratura popolare europea. Amo molto i personaggi per così dire “cattivi”, come Loki, Hel, Fenrir e via discorrendo. Sono i più imprevedibili, i più divertenti, e non rivestono nessuno stereotipo, al contrario di Baldr o Odino. Ogni azione di Loki è una vibrazione di genio, dal capitolo di Svadilfari al ritrovamento del martello di Thor, dalla Lokasenna alla visita a Freya, tutto è geniale in un libro nato mille, forse duemila anni orsono ma di una attualità senza tempo. Odio Baldr. L’ho sempre odiato – una controfigura di Buddha con la presunzione di invincibilità e la solarità di un santo cristiano – non a caso fu identificato con Gesù durante il romanticismo. Per fortuna Loki con l’ennesimo colpo di genio lo tolse di mezzo – sorrisi soddisfatto al termine del capitolo. Fenrir, al contrario, fu il personaggio che in assoluto mi colpì di più: era un lupo, il mio animale preferito, ma all’istinto ferale accostò la lucidità maligna del padre, Loki, mistura più che rara che generò uno dei capitoli più gloriosi dell’Edda: l’imprigionamento di Fenrir. Un lupo gigantesco che con quattro risposte secche inguaiò tutti gli dei antichi, che non poterono fare altro che mentirgli per avere la meglio, è un animale da rispettare. Le risposte che diede Fenrir alle domande poste dagli Asi furono le stesse che avrei dato io se fossi stato in lui, quando lessi l’Edda per la prima volta. La cosa mi colpì tanto che tutto sommato sentii una connessione quasi privilegiata tra me e quella bestia.

HELLB: come sei finito a vivere nell’estremo Nord della Norvegia? Da dove è nata l’idea e quali sono gli aspetti migliori e peggiori della tua attuale residenza?

FEN: Ero già andato in quella città in passato e giurai a un mio amico che un giorno ci sarei andato a vivere. Rappresentava tutto quello che volevo dal luogo in cui sarei vissuto e morto. Così un giorno mi feci quattro conti in tasca, controllai l’ambiente lavorativo/universitario e capii che ero pronto a fare il passo. Gli aspetti migliori sono la natura opprimente, i grandi cambiamenti delle stagioni, la notte polare e il sole di mezzanotte, le foche e gli insetti, il ghiaccio e la pioggia, e quel fattore X che non riesco a spiegare. È come se quella fosse la casa dalla quale mancavo. Gli aspetti peggiori, tutto sommato, sono l’impatto con la realtà. Il sogno di una società perfetta svanisce in fretta: la gente è la stessa in tutto il mondo, solo che alcuni nascondono i fatti meglio di altri: uffici comunali confusionari, welfare squilibrato, buche nelle strade, scadenze non rispettate, il vicino di casa che tenta di fregarti, compagnie private che lavorano in maniera pessima, pressappochismo nel lavoro, invidia e maleducazione: tutti aspetti che esistono da Pantelleria a Capo Nord, più o meno in egual misura. A volte certe nazioni nascondono dietro l’immagine comune di “paradiso” realtà simili a quelle di paesi più palesemente disprezzati, e che saltano agli occhi solo quando ci si vive ogni giorno, e non quando si è accecati – da turisti – dal fiordo scintillante e dalle foreste interminabili.

HELLB: credevi che fosse una domanda seria? Bene, allora non hai letto la seconda parte: come fate a divertirvi quotidianamente? E’ vero che lo sport preferito è il lancio del disco sulle Citroen Saxo di proprietà della caporedattrice power? (ne possiede un intero stock)

FEN: Come avrei detto circa cinque anni fa, Per Odino! Il divertimento c’è: basta ubriacarsi insieme ai propri colleghi norvegesi e ascoltarli mentre raccontano un mare di cazzate, finché non vanno al bagno e non tornano più oppure crollano sul tavolo. Oppure c’è lo sci di fondo, il pattinaggio sul ghiaccio, c’è il “cavalca la renna!” o lo “spaventa la foca di Polaria con una mazza chiodata”. Tutti passatempi del Trv Eskimo NekroWarrior. Se non ci fosse l’alcool probabilmente il nord della Norvegia sarebbe disabitato, e non c’è frisbee che tenga. Se non mi facevate emozionare così tanto, voi begli uomini al di là dell’auto, a quest’ora c’era un bozzo in meno e una storia in meno da raccontare ai chiunque capiti a tiro (ormai la sa pure Rudolph, la mia renna personale, e il bello è che non gliel’ho raccontata io).

XP: Il forum Nordheim, di cui sei unico moderatore, è un “forum nel forum di TrueMetal.it”, una sorta di isola felice al riparo da sguardi indiscreti. Ammettilo: in realtà è un modo per destabilizzare il potere senza dare nell’occhio ed emergere un giorno alla guida di un gruppo di utenti rivoltosi? Insomma, perchè hai un forum tutto tuo e gli altri no?

FEN: La storia è semplice: un giorno di 3 anni fa andai da Keledan e gli dissi, con un filo di voce, “senti, non è che potrei aprire un forum dove parlare di viking, visto che mi piacerebbe diffondere il genere?” aspettandomi un sonoro NO accompagnato da vari “ma chi ti credi di essere”. E invece ne fu entusiasta, l’aprì al volo e mi diede il comando. Beh, è servito no? Ora il Viking è talmente diffuso che la frangia defender dice che “non si parla d’altro che di viking”. Se sapessero che fuori da Truemetal il quadro è desolante… in ogni caso, lì vige la legge del nord: se rompi le scatole in un topic, invece di chiudere il topic chiudo te e il topic va avanti. Così si fa, altro che riottosi!

XP: Preferisci la cucina italiana o la cucina scandinava?

FEN: Quale cucina scandinava? AHHHHHHHH… il bollito di renna con patate lesse e cavolfiori al vapore? Ma per favore. Tira fuori quella pancetta e quell’uovo và, che a quegli scandinavi gli tiro fuori una carbonara che non capiranno più dov’è il sotto e dov’è il sopra.

XP: Preferisci il viking made in Italy o made in Sweden?

FEN: Mh? Un tentativo di domanda trabocchetto, eh? Brava, brava! Beh… preferisco il viking fatto bene. Quello italiano per ora purtroppo pecca di lentezza e di canonicità, mentre io continuo ad amare sonorità veloci e taglienti. Quindi il Viking Svedese per ora ha una marcia in più, anche perché a differenza di quello italiano è presente in dosi massicce ed è più facile scegliere.

HELLB: Un’informativa del Sisde rivela che in una tua residenza nella campagna laziale si svolgano strani ed eversivi comizi, come dimostra questa foto.


Puoi spiegarci?

FEN: Ci spiegherà meglio il redattore Blind Guardian. Io sono solo un ingranaggio di un sistema molto più complesso, le cui trame sfuggono al mio sguardo.

XP: Cosa sogni di fare da grande?

FEN: Manca poco alla mia realizzazione in realtà: sto già facendo ciò che mi piace, ma mi mancano delle certezze. Appena le avrò potrò considerarmi pienamente realizzato e potrò dedicarmi con più convinzione ai miei 30.000 hobby. Sono loro in realtà la mia croce, e non esistono ancora le giornate di 100 ore. A parte sopra il circolo polare. Ma è un altro discorso.

XP: E’ la tua occasione per dire apertamente ciò che pensi dei tuoi compagni caporedattori:
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli (a parte che lo ami):
Vincenzo ‘Enzo’ Ferrara:
Matteo ‘TruzzKiller’ Bovio:
Paola Bonizzato:
Matteo Lavazza:

FEN:
Hellbound: La mia storia d’amore è in realtà divisa tra lui e numerosi altri membri dello staff e non, però con lui c’è un’affinità di coppia dovuta probabilmente al fatto che ascoltiamo generi affini e quando parliamo di Nargaroth o Hellhammer o dei Carpathian Forest possiamo scannarci a vicenda. Ricevere sguardi vuoti appena si nomina l’ambient alla Neptune Towers, o il Folk Apocalittico, o lo psychoblackavantgarde a volte è alienante, ma con lui non succede. Per questo, per ora (è pur sempre un’intervista tra caporedattori musicali), gloria al bau di TM.
Enzo: Più che apprezzarlo enormemente come persona e come gran conoscitore dell’heavy non posso fare: la filosofia moderna del defender a tutto spiano ormai trascende la mia comprensione, e ogni volta che leggo qualcosa di correlato mi ritrovo non so perché con gli occhi sbarrati contro il muro e il rombo del sangue nelle orecchie. Forse dovrei farmi visitare da un medico.
Matteo “Truzzkiller” Bovio: È lui l’altro estremo di TM che conclude la capo-triade estrema, e l’altro con cui condivido il lato più violento e mucoso dei miei torbidi rapporti inter-redazionali. Tutto di lui mi lascia senza fiato, che devo farci? Beato chi se lo piglia – ovvero TM.
Pentola Bonizzato: Ancora non hai venduto su E-Bay il bozzo che ti ho procurato all’auto? Guarda che quello vale milioni, altro che. Non dico molto sennò stanotte Hellbau me la fa pagare, ma diciamo che senza di lei la news più aggiornata di Truemetal sarebbe probabilmente quella della morte di Cliff Burton. y3!
Matteo Lavazza: È stato il mio pilastro nelle notti milanesi, quelle notti che ormai sono solo un ricordo. Non si fa vedere più in giro e me ne dispiaccio. Potrei spergiurare e minacciarlo di immolarlo al capro in una Stavkirke a cui darei fuoco, ma non ci capirebbe niente e vorrebbe una birra. Che redazione.

XP: Questa intervista ti ha annoiato? La consiglieresti ai tuoi fans? Quanta gente pensi che la commenterà?

FEN: Sì sì, divertente. Poco musicale a dire il vero, ma del resto è un approfondimento sulla persona, mi pare. In ogni caso sono reperibile su Nordheim dalle 8 alle 8, ogni giorno, poco d’estate e molto d’inverno. Più fa freddo e più sarò attivo. Sempre che non ne abbiate già abbastanza. Non so quanti la commenteranno, tanto è ancora estate e la gente rincorre gonnelle sul bagnasciuga invece di stare a sentire il caporedattore black. Ma tanto l’inverno arriva per tutti, prima o poi.

XP: Il finale è tutto per te… Dì ciò che ti passa per la mente agli utenti che ti stanno leggendo in questo momento (non valgono le dichiarazioni d’amore personalizzate).

FEN: Amore? Fenrir non prova amore. Solo odio e morte. Andrò a cercarmi qualche vittima sacrificale tra le nubi basse e i nevai atrofizzati di Kvaløya beach. Supportate il necrowizard, il viking, il folk scandinavo, il pagan e soprattutto il black, l’unico genere che si nutre del disprezzo dei fans. Truemetal mi ha dato tanto, soprattutto in termini di opportunità, e rimarrò finché morte o guerra non ci separerà. Dedico i miei 4 anni di truemetal a Keledan, alla redazione, a tutti gli utenti e a Quorthon. Skål!