Lo Staff di Truemetal: Federico ‘Immanitas’ Mahmoud
Lo abbiamo cercato al telefono, gli abbiamo scritto mail, lo abbiamo pedinato fin sotto casa, lo abbiamo inseguito sulla vetta delle montagne, lo abbiamo tallonato negli abissi dell’oceano e alla fine lo abbiamo trovato, in una vecchia bettola per raminghi e beoni! Ecco a voi, solo per voi, l’unico, il mitico, sensazionale, clamoroso e inverosimilmente modesto caporedattore thrash!
Ric: Cominciamo dalla fine: stiamo parlando con un caporedattore fresco di nomina. La campagna acquisti redazionale è appena terminata e già i media sono in pressing sulla nuova guida della sezione thrash. “È troppo giovane” dicono alcuni, “non lavora una sega” protestano altri, “ma siamo sicuri che non sia un poser?” insinuano altri ancora. Come ti senti di fronte a tutta questa pressione nei tuoi confronti?
Fede: Nessuna pressione, ci mancherebbe, piuttosto si può parlare di “responsabilità” per avere il controllo su una sezione che scotta e fa molte letture; d’altronde non potevo che finire da queste parti: ho iniziato inviando articoli al mitico Teo Lavazza – che saluto – e ora eccoci qua! Sul fattore età non mi sbilancio: ridendo e scherzando compro dischi e vado regolarmente a concerti da una decina d’anni, per cui ritengo nel mio piccolo di avere l’esperienza sufficiente per sostenere l’incarico. L’importante è mantenere un basso profilo ed essere consapevoli dei propri limiti; in musica, come in altre discipline, non esistono maestri ma solo studenti a vari livelli di apprendistato. Per quanto riguarda il “non lavora una sega” concordo clamorosamente, ma con una specifica: più che animale pigro sono tremendamente puntiglioso, con tutte le conseguenze che ne derivano. Dovrò darmi una regolata, l’ombra del leader maximo incombe. Sulla diatriba poser / non poser non confermo né smentisco.
Ric: Vediamo se riusciamo a fartela tirare un po’. Quali sono a tuo parere le tue qualità che hanno convinto il nostro Direttore Maximo a nominarti capo della sezione thrash?
Fede: Lungi da me voler passare per fenomeno della domenica, ma senz’altro non l’ho convinto per la quantità. Per il resto non è nel mio stile dare giudizi, per giunta positivi, sul mio operato; al massimo posso improvvisare un bilancio sulla base dei commenti ricevuti: in questo caso non mi posso lamentare.
Ric: Capisco. E secondo te, quanto tempo passerà prima che si accorga di essersi sbagliato?
Fede: Dovrebbe capitare una recensione scomoda, ma il sottoscritto – per quanto amante di AOR et similia – non si azzarda ancora a tentare la sorte con i generi prediletti del boss. Resto confinato nel mio orticello, difficilmente un “raffinato” viene a rovistare nelle sozzerie che pubblico dalle mie parti: sono in una botte di ferro! (le ultime parole famose)
Ric: Nonostante la giovine età, sei considerato un profondo conoscitore del metal classico in generale, e del thrash metal in particolare. E’ vero che le tue prime parole sono state “ANGEL OF DEAAAAAAAAATH!!!”? Cosa ci puoi raccontare della tua formazione musicale?
Fede: Ricollegandomi a quanto espresso in precedenza, non posso considerarmi un esperto, né potrò farlo in futuro: quando, per mia disgrazia, arriverò a certe conclusioni vorrà dire che non avrò più nulla da dire e come collezionista, e come “opinionista amatore” su queste pagine. Avendo una certa predilezione per alcuni generi, in primis tutto l’universo speed / thrash, sono costantemente alla ricerca di vecchi e nuovi gruppi che ancora non fanno parte del mio “bagaglio” musicale: in questo senso pratico una sottospecie di archeologia musicofila che accomuna molti appassionati del settore; e se scovare chicche perdute può rivelarsi esaltante, lo è ancor di più scommettere su nuove leve che poi si scoprono campioni (un esempio: Municipal Waste). Ecco, sono un cacciatore di band in costante attività, non chiamatemi esperto.
Per quanto riguarda la mia formazione musicale, mi sono avvicinato al rock eoni fa con gli Oasis – ebbene sì, scopriamo gli altarini: roba del 1994, entrambi agli “esordi” – salvo poi abbandonare la nave per dedicarmi a proposte sempre più pesanti. Dal 1998, o giù di lì, ho cominciato a fare sul serio: i primi, manco a farlo apposta, sono stati Metallica, Iron Maiden e Slayer. Badate bene, nessun fratello / cugino più grande, nessuna compagnia da cui attingere informazioni preziose… sono andato banalmente in un centro commerciale e ho preso a caso Master of Puppets, Killers e Reign in Blood, ispirato da copertine più o meno affascinanti; l’incontro con Eddie, in particolare, fu da subito una folgorazione. Il primo impatto con la musica, specie con i Metallica, fu un’esperienza nuova, inaudita: immaginatevi l’espressione di un perfetto sbarbo che viene travolto dalle note di Battery! Ma il colpo di grazia, la ragione per cui ho sposato il verbo del thrash metal, è merito di mr. Dave Mustaine. All’epoca esisteva ancora TMC2 e un programma, in particolare, costituiva un appuntamento fisso per il sottoscritto: il mitico Sgrang! Anche lì circolavano porcate di tutti i tipi (certo non ai livelli del funesto Superock), ma la media era buona. Una sera, intorno alla mezzanotte, scocca l’ora di Holy Wars… The Punishment Due: riff micidiali, un connubio incredibile di tecnica e potenza e quei capelloni nei jeans stretti che si dannano come indiavolati. Steso, K.O. al primo round. L’indomani sono volato letteralmente in negozio, in mano il “disco giallo” (Rust in Peace). Il resto è una logica conseguenza, con il costante approfondimento di cui sopra e un hobby che si è trasformato nella più grande passione della mia vita: il collezionismo.
Ric: Tutti sanno che sei un grande esperto di thrash, ma non tutti sanno che sei anche un viscerale appassionato di AOR. È un po’ come se uno fosse appassionato di action movie ultraviolenti e di commedie sentimentali sbaciucchiose. Come riesci a coniugare due attitudini tanto diverse?
Fede: Ecco, bravo, lo sputtanamento è servito! 😀
Scherzi a parte, ai più sembrerà un paradosso ma sono due realtà che convivono pacificamente nel mio background musicale; l’unico problema, al limite, è rappresentato dal fatto che il budget da investire in dischi è sempre lo stesso!
In verità non è successo niente di particolare: da sempre indico negli anni ’80 la mia decade di riferimento in termini musicali… va da sé che, da abituale consumatore di hard n’ heavy, finissi per spingermi sempre un po’ più in là. È stato un percorso naturale, ispirato dalle band “fondamentali” (che trascendono i generi: mi vengono in mente i Whitesnake di 1987) e culminato nella scoperta di tutta una scena che riserva continue sorprese. Pur ritenendomi un ascoltatore piuttosto selettivo, per certi versi limitato a pochi punti di riferimento, non ho mai considerato con pregiudizio ciò che non conosco: probabilmente dirò una banalità, ma è giusto provare tutto prima di maturare una propria identità musicale. Nel mio caso c’è un vantaggio imprevisto: trattandosi di due generi agli antipodi, ognuno esalta per contrasto le doti dell’altro… e il sottoscritto, che sceglie sempre un disco in base all’umore, prende due piccioni con una fava!
Ric: Parliamo di Truemetal. Da quanto tempo fai parte del plotone e quando hai avuto a che fare per la prima volta con questa manica di cerebrolesi?
Fede: Il primo approccio con TrueMetal.it risale ad aprile 2002: m’iscrissi al forum per scambiare opinioni con altri appassionati. All’epoca il portale era una realtà in rampa di lancio, impensabili i numeri che facciamo ora; lo stesso forum era una comunità in cui tutti conoscevano tutti, i raduni delle autentiche rimpatriate. Tra un concerto e l’altro ho conosciuto gradualmente vari membri dello staff, iniziando dai vertici: i primi sono stati Roberto “Keledan” Buonanno e Matteo Lavazza, incrociati a uno show dei Manowar in quel di Faenza; sprizzavano passione per la causa da tutti i pori, da lì ho maturato il desiderio di voler contribuire. In seguito ho partecipato a vari meeting (da grigliate estive a fiere del disco) e stretto amicizie che, per quanto la lontananza lo permetta, vanno oltre il semplice rapporto di cordialità tra colleghi in redazione. Il mio ingresso nello staff è stato una logica conseguenza: ho iniziato come moderatore per dare una mano sul forum – cresciuto a vista d’occhio – poi, coronando un’antica passione per la scrittura, sono entrato in punta di piedi nella redazione. Il resto è storia recente.
Ric: Come gli utenti di vecchia data ricorderanno, prima di entrare nella redazione Immanitas era un moderatore del forum. Cosa ti spinse a compiere il salto della barricata? C’è qualcosa che rimpiangi del tuo precedente incarico?
Fede: Vorrei precisare che non ho dismesso i panni del moderatore per dedicarmi al più “illustre” ruolo di redattore: sono due occupazioni indipendenti. Quella di moderatore era una carica che richiedeva tempo e presenza sul forum, prerogative che a un certo punto della mia vita non ho potuto più assicurare: di conseguenza, per rispetto dei miei compagni ho preferito cedere il posto a un degno sostituto. Quello del “mod” è un compito improbo, perché ti rende automaticamente inviso a buona parte dell’utenza, ma per quanto mi riguarda conservo solo buoni ricordi dell’esperienza: il rapporto con gli utenti era (ed è, in fin dei conti) assolutamente positivo. In confronto al regime odierno, io ero un agnellino eheheheh!
Ric: Non ti si vede più tanto spesso sul forum di Truemetal? Come mai? Non ti piace più? Non ci vuoi più bene? Hai dei nuovi amici? Siamo gelosi, parla!
Fede: Vi voglio ancora bene, non disperate. Purtroppo non ho tanto tempo per partecipare attivamente a un forum dai ritmi frenetici, ma lo leggo spesso e mi scappa un sorriso quando incrocio vecchie conoscenze. Aggiungo un parere strettamente personale, che non vuole condannare nessuno: il forum che ricordo io era qualitativamente (per discussioni e menti coinvolte) superiore, in questo senso la crescita esponenziale degli iscritti ha avuto ripercussioni negative; credo peraltro che sia una conseguenza fisiologica, tipica un po’ di tutte le comunità che radunano migliaia di persone.
Ric: E’ il momento di violare la tua privacy. Oltre alla musica, in quali altri modi sei solito spendere le tue placide giornate.
Fede: Sono un inguaribile appassionato di calcio, giocato e tifato. Seguo in casa e in trasferta la mia squadra del cuore, il Bologna FC, protagonista quest’anno di un cammino positivo e non mi faccio mai mancare due calci al pallone, che sia calcetto a 5 o regolare; ho giocato tanti anni in una rappresentativa locale e proprio non ce la faccio a star lontano dai campi. Altro da dichiarare: vado regolarmente al cinema, leggo molto (per lo più libri di medicina, sono studente universitario) e sono una buona forchetta, su questo non c’è dubbio!
Ric: Sappiamo che sei unito da vincolo indissoluble alla gentile utentessa adrianasmith. A quando le nozze?
Sporco arrivista, so benissimo che il tuo unico interesse è rappresentato dal pranzo nuziale! Comunque non esiste una data precisa, per il semplice fatto che, se si farà (= se mi sopporterà ancora), ne riparleremo fra qualche anno. In ogni caso vedrò di organizzare qualcosa che possa soddisfare la vostra voracità, d’altronde parla il Principe dei mangiatori 😀
Da un certo punto di vista sono in debito con TrueMetal.it: senza la famigerata chat (covo di tacchinaggio a tutto spiano) non avrei mai avuto la possibilità d’incontrare la donna della mia vita.
Ric: Vediamo di farti parlar male di qualcuno. Cos’è che proprio non sopporti di Truemetal? C’è qualcuno che ti sta sulle balle? Dai, a me puoi dirlo, siamo a microfoni spenti (sì, come no)…
Senz’altro l’autore di questa intervista, che se ne approfitta della mia “logorrea da tastiera” per inchiodarmi davanti al monitor con domande improponibili (e il peggio deve ancora arrivare!). Non mi farai sputtanare nessuno, semplicemente perché sono in buoni rapporti con tutti: cercavi lo scoop, vigliacco…
Ric: Proviamo a prenderla da lontano. Dammi un tuo commento spassionato sulle seguenti band.
Metallica: per il sottoscritto l’inizio di tutto, nonché una delle band più entusiasmanti mai ascoltate. Col tempo ho rivalutato anche i lavori più criticati, sebbene abbiano poco da spartire con i classici che ho adorato; eppure non mi sento di biasimarli, nutro rispetto per una band che si rimette in gioco e tenta di re-inventarsi, pur con risultati talvolta pessimi. E questo a dispetto delle dichiarazioni di Lars Ulrich, che ha il fastidioso vizio di scatenare la lingua prima che il sangue arrivi al cervello.
Iron Maiden: cosa aggiungere che non sia già stato detto in tutte le salse? Sono legato a questa band da splendidi ricordi, “antichi” e recenti (una spettacolare esibizione in quel di Praga); aggiungo solo che il nuovo corso dei Maiden non mi dispiace – A Matter of Life and Death è un buon lavoro – e che attendo con impazienza il prossimo Gods of Metal. Sono in uno stato di forma strepitoso, Bruce in testa.
Manowar: la quintessenza di certo HM tracotante e maschio, con tutti i suoi eccessi. Possiedo l’intera discografia (escluso l’ultimo lavoro, che non ho digerito) e questo dovrebbe bastare per un giudizio sommario sulla carriera dei Kings. Mi auguravo un ritorno in pompa magna dalle nostre parti, ma per ora dovremo pazientare: peccato, chi non li ha ancora visti si perde uno spettacolo micidiale, nonostante quei pessimi abiti di scena che hanno gradualmente sostituito “jeans and leather”. L’HM non sarebbe lo stesso senza di loro.
Pino Scotto: rispetto il musicista per la carriera e il sudore con cui si è applicato in una scena non esattamente ricettiva verso il rock duro. Mi fanno sorridere certe esternazioni del personaggio, specie alla luce di collaborazioni discutibili, ma non cambio opinione sull’artista.
Pino Daniele: dalla regia mi suggeriscono che agli esordi facesse faville, personalmente credo che procederò oltre senza rimpianti… Pino, senza rancore!
Sonata Arctica: sono agli antipodi di ciò che ho sempre considerato heavy metal: per look, attitudine e, soprattutto, coordinate musicali. Detto questo, ognuno è libero di ascoltare e supportare ciò che crede, non sarò certo io a produrmi nell’ennesima filippica defenderiana di bassa lega.
Rush: rispetto totale per una band la cui influenza sul rock moderno è trasversale e indiscutibile. Non fanno per me, ma si tratta oggettivamente di fuoriclasse.
Kingcrow: chi?!? (cit.) *prepara il fagotto e si allontana mestamente*
Ye Moonshiners: il più grande gruppo mai apparso su questo pianeta. Incommensurabili. Non ho mai visto tre uomini così belli nello stesso studio di registrazione.
Ric: Bene. Ora riproviamo con alcuni membri della redazione:
Mauro Gelsomini: è uno senza peli sulla lingua e per questo lo stimo molto. A pelle sembra un tipo di poche parole, ma dietro la scorza del duro si cela un grande bonaccione. Autoritario quando serve, si fa rispettare.
Alessandro “Zac” Cazzarini: è un mio caro amico e per questo non posso che spendere buone parole. È senza dubbio una delle persone più divertenti che conosca, la presenza fondamentale in una serata con una buona pinta davanti. Non glielo diciamo spesso perché recitiamo la parte dei cuori impavidi, ma da quando è partito ci manca molto.
Angelo “Kappa2” D’aCUNTo: di lui conservo una foto esilarante, che lo ritrae in crisi mistica per i postumi di una sbornia. Fa parte della cricca felsinea con cui ogni tanto si esce a fare baldoria e si finisce sparlando di tutto. Non mi capacito ancora di come possa incontrarlo dappertutto, per un po’ ho creduto che mi stesse pedinando 😀
Albero “Hellbau” Fitt O’Reily: viviamo su pianeti musicali opposti, ma ho grande rispetto per il suo lavoro. Lo trovo molto competente e professionale, una delle forze principali del portale. Conosciuto di persona si fa apprezzare per un grande umorismo che emerge solo in parte da ciò che scrive (il suo blog è un must comunque!).
Daniele “Fonzie” Balestrieri: quando te lo presentano, pensi “sto conoscendo un pezzo grosso”. Fenrir qui, Fenrir lì, ne parlano tutti e a ragione, perché si tratta di un esemplare più unico che raro: ha introdotto uno stile e per molti è un punto di riferimento inossidabile; le recensioni di Bathory sono La Legge. P.S. mi deve restituire un paio di calzini!
Stefano “Ritchie” Ricetti: la Vecchia Guardia è presente! È un personaggio atipico: dal vivo ti aspetti d’incontrare il classico rocker che parla ad alta voce, senza freni, invece la sua tranquillità ti spiazza. Sono un accanito lettore delle sue interviste, più simili a una chiacchierata spassionata tra amici che a un’ordinaria cronaca telefonica. Long Live the Loud!
Gaetano “Gaitarn 3” Loffredo: si dedica con palpabile trasporto alla causa e ha coniato un suo stile, compresi quegli orridi colori nei testi delle recensioni 😀 Scherzi a parte, i favori del pubblico ne decretano automaticamente la qualità del lavoro (anche se il sottoscritto bastonerebbe la metà dei gruppi trattati :D).
Nicola “hai98809234recensioniarretratedapubblicare” Furlan: ha una pazienza infinita, perché il sottoscritto ci mette secoli prima di pubblicargli qualcosa. È anche l’uomo della dedizione, eventualmente darebbe anche il sangue per il bene del portale! E poi tra thrasher accaniti non si può che andare d’accordo – e lui ne ha viste di tutti i colori!
Federico “tihocercatounasettimanaperfarequestintervistadovecazzoeri” Mahmhohud: ho un raro talento nello scomparire periodicamente, ma se avessi saputo cosa mi attendeva lungo questa intervista mi sarei reso irreperibile più a lungo. Li mortacci…
P.S. scrivi bene il mio cognome, somaro!
(e invece no, così impari a farmi aspettare! Muauhauhauahuahuahauhauha! n.d.Ric)
Ric: Bene, ci sono molte altre cose che potrei chiederti, ma non ne ho voglia. Per finire l’intervista in bellezza chieditene una da solo e prova a risponderti, se ne hai il coraggio.
Quanto resisterò ancora in questa gabbia di matti? Il siluramento non è quotato alla SNAI…