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Lo Staff di TrueMetal: Francesco ”Spruss” Prussi

Di Stefano Ricetti - 28 Settembre 2005 - 11:45
Lo Staff di TrueMetal: Francesco ”Spruss” Prussi

Clash of the Dinosaurs: Steven Rich intervista Francesco “Spruss” Prussi.

Botta e risposta fra i due anagraficamente più anziani della redazione di TrueMetal.   

Allora Francesco, inzio subito con una domanda scontata che va però fatta: come sei entrato in contatto con TrueMetal e come sei poi entrato nella redazione.

Una sera mentre cazzeggiavo in rete capitai su TrueMetal e vista l’impostazione del sito, inviai due righe riguardanti i DGM. Mi rispose subito Roberto, dicendomi se mi andava di fare una recensione più accurata di Dreamland (era l’inizio del 2002 e il disco era uscito da poco), convincendomi a farlo. Dopo mi riscrisse dicendomi che non era ancora finita e mi chiese anche la biografia del gruppo. Poi una rece tira l’altra, finchè il capo mi telefonò dicendomi che aveva intenzione d’inserirmi nella redazione, dove tra alti e bassi ne faccio ancora parte. In ogni modo ringrazio Roberto per avermi coinvolto in quest’avventura, che qualche soddisfazione mi ha dato.

Della serie: l’autoironia la fa sempre da padrona.
Nella foto: Spruss (a sinistra) e Steven Rich (a destra)

Ho visto nella tua scheda personale di TrueMetal, fra i “contatti e staff”, che i tuoi gusti sono poliedrici: passi da band come Pfm e Toto ai Motorhead… Tuoi pensieri a riguardo.
  
Qui la vedo molto lunga in quanto ho iniziato molto presto. Da piccolo ascoltavo sempre i 45 giri degli anni sessanta di mia sorella come i Dik Dik, Mal, Equipe 84 ecc. Il primo incontro con il rock fu con Elvis Presley in Viva Las Vegas. Poi vidi il suo ultimo concerto alle Hawaii che davano sulla Tv Svizzera, era molto tardi, ma non mi mossi dal video inebriato a gustarmi The King e le sue movenze. Il concerto è del 1973 e di recente ho acquistato la riedizione in cd. Verso i dodici anni un amico di famiglia, notò questa mia propensione alla musica, e fece leva sui miei genitori per mandarmi alla sua scuola. Detto fatto, iniziai a studiare teoria musicale per qualche anno, naturalmente questa persona m’ indirizzò alla musica classica, anche perché era un ex musicista del teatro alla Scala. Arrivò il momento di scegliere lo strumento e non so perché, scelsi di studiare tromba.

Fino ai quindici/sedici anni, esisteva solo la musica classica. Poi frequentando ambienti sempre legati alla musica e conoscendo sempre più appassionati, per me fu molto facile conoscere nomi nuovi ampliando i miei gusti. Si rivelarono un’ottima fonte d’informazione i dischi dei fratelli maggiori, uno di questi mi registrò Made In Japan, da altri ebbi la PFM e i New Trolls. Arrivarono anche gli ELP, Genesis, Yes ecc. Un amico che studiava il sax con me, mi fece scoprire il jazz, facendomi sentire John Coltrane, Miles Davis, Dizzy Gillespie, Duke Ellington, dischi che appartenevano al padre e su cui lui si appassionò di musica. Quindi capisci perché i miei gusti sono abbastanza poliedrici, perché in quegli anni ho imparato ad ascoltare e apprezzare la musica sotto diversi aspetti. Premetto che intorno al 1978 ho scoperto la musica dura e ne sono ancora un convinto appassionato. Di conseguenza non mi sono mai fatto problemi su cosa ascoltare, anche oggi pur variegando gli ascolti l’hard-rock e l’HM rimangono i generi che ho nel DNA. Sono molto legato a gruppi come Kiss, Aerosmith, Thin Lizzy, Deep Purple e derivati, Led Zeppelin, alla Premiata Forneria Marconi che letteralmente adoro, e ai magici settanta ed ottanta.

Secondo te qual è stato il periodo storico migliore per l’HM?

Beh, sicuramente la N.W.O.B.H.M fu il periodo migliore per l’heavy metal, continuato poi per tutti gli anni ottanta.

Come e quando sei diventato un metallaro?

Nel 1979, quando comprai il mitico Alive dei Kiss, fui letteralmente conquistato dal rock’n’roll dei quattro mascherati. Poi fu determinante un cineforum sul rock che davano, sempre in quel periodo, al cinema di Melzo. C’erano in programma diverse pellicole tra cui The Song Remains The Same: il film sui Led Zeppelin. Vi posso assicurare che appena John Bonham iniziò Rock’n’Roll e comparve a tutto schermo Jimmy Page ho avuto un sussulto, ho capito che avevo trovato la mia musica.
Dopo venne tutto il resto, ma questa fu l’iniziazione.

Oltre a TrueMetal, consulti altri siti specializzati?

Diciamo che li consultavo, ora facendo parte di TrueMetal mi viene più naturale consultare il nostro beneamato sito per news concerti e tutto il resto.

Acquisti riviste HM?

Una volte le prendevo tutte, ora mi sono fermato a Flash! e Rock Hard

Cosa pensi delle fanzine degli anni ottanta?

Guarda sinceramente l’unica che ricevevo era quella della Kiss Army, comunque sono i pionieri dell’informazione musicale. Oggi basta un click per avere tutte le info possibili, una volta ci si faceva un po’ di più il culo, però va bene così… i tempi cambiano.
Anche se di fanzine vere e proprie non si trattava ma di riviste a tutti gli effetti, non bisogna dimenticare i vari Ciao 2001, Rockstar, Tutti Frutti, Rockerilla, e le metalliche penne di Beppe Riva, Giancarlo Trombetti, Klaus Byron, Tiziano Bergonzi ecc, veri e autentici antesignani del giornalismo metallico in Italia. Visto che siamo in vena di ricordi mi viene in mente anche il mitico Punk e a Capo che conduceva Franz Di Cioccio ed andava in onda su un’emittente privata Milanese. Avevamo la possibilità di vedere gruppi come Saxon, Black Sabbath, Ted Nugent, Triumph, anche Genesis ed altro, che di certo non si vedevano sulle tv nazionali. Bei tempi!

Ho notato, in questi anni, che il tuo approccio nei confronti di TrueMetal è sempre stato “classico”; mi spiego meglio… a mio avviso il fatto, per te, di rapportarti con un webzine piuttosto che con una rivista cartacea non cambiava nulla… Cosa mi dici in merito?

Sinceramente non mi sono mai posto questa domanda, anche perché io nasco con TrueMetal e non avevo mai fatto nulla del genere prima d’ora. Comunque no, non penso sarebbe cambiato nulla, mi sarei comportato alla stessa maniera ed il mio approccio sarebbe stato come dici tu: classico.

Io e te, per motivi anagrafici, volenti o nolenti, facciamo parte “della vecchia guardia” di TrueMetal e dell’HM in generale. Come ti poni nei confronti delle “forze nuove” e soprattutto come le descriveresti?

Bella domanda Steven… primo mi hai fatto venire un po’ di nostalgia in particolar modo per i capelli; secondo non vedo differenza tra oggi e vent’anni fa, perché quando compro un bel disco l’ascolto in continuazione come una volta, così come quando vado ad un concerto l’adrenalina è ancora quella. Poi vedere ragazzi più giovani di me ai concerti di Deep Purple, o altri mostri sacri del genere, vuol dire che c’è rispetto per il passato. Mi sembra che le cosiddette nuove leve siano più ricettive verso diversi generi, probabilmente perché il mercato oggi offre molto di più.
Per me va bene così, perché mi è sempre piaciuto ascoltare cose diverse.  

Visto che ho iniziato con un po’ di amarcord, dammi una tua definizione delle seguenti epoche metalliche: seventies, eighties, nineties.

Seventies– Per me rappresentano la magia.
Eighties–  L’effetto più bello della magia dei settanta.
Nineties–  L’uragano grunge smorzò un po’ la magia degli anni passati, anche se comunque qualche fiammella tenne sempre viva la fede.

Segui la scena Black/Death/Brutal?

Assolutamente no. Ho provato ad ascoltare qualcosa, ma non è la mia musica e per forza di cose la lascio a chi piace.
Però devo dire che adoro gruppi come i Therion, che hanno saputo ampliare la loro proposta arrivando a comporre dischi come Theli, uno dei miei album preferiti.

Cosa pensi di gente come Lordi e Mortiis?

Non mi attizzano per niente.

Il miglior concerto visto e il più deludente.

Ne ho visti tantissimi, ma il peggiore rimane quello di Malmsteen al Rainbow di Milano, durante il tour di Magnum Opus: fu una serataccia da dimenticare. Di belli ne ho visti tanti, Kiss, Deep Purple con l’orchestra, Whitesnake, Hughes/Turner ecc, ma quello che mi ricorderò sempre è stato quello della PFM allo Smeraldo nel 2001. Ero uscito dall’ospedale da circa un mese dopo aver subito un intervento non da poco, ero ancora convalescente ma sono andato lo stesso con i miei amici. Una serata molto emotiva che la Premiata ha reso ancora più bella. Però ho un grande rammarico, ossia quello di aver perso il concerto dei Kiss con i Maiden nel 1980 (mi fregò una maledetta varicella), e non ho mai visto la Strana Officina dal vivo.

Tornando a TrueMetal: perché secondo te è il primo portale in Italia per numero di accessi?

Difficile rispondere, bisognerebbe chiederlo ai numerosi ragazzi che frequentano il sito.  Nel portale ho trovato un taglio professionale da parte di un manipolo di ragazzi studenti o lavoratori, che si sbattono solo ed esclusivamente per la passione che accomuna tutti.  Poi si ha la possibilità di esprimere la propria opinione, e questo è un punto di forza del portale. Per questo non concepisco tutti gli attacchi a TrueMetal o verso chi si sbatte alla grande, per poi ricevere critiche gratuite da chicchessia, questo non penso sia giusto.

Per collaborare con Truemetal devi rinunciare ad altro oppure riesci a farcelo stare agevolmente all’interno della tua giornata?

Sino ad ora ho dovuto fare i salti mortali per poter fare quel poco che ho fatto, in quanto parecchi problemi in famiglia mi hanno tarpato le ali, e non è ancora finita. Mi sono allontanato diverse volte, ma mi piace star qui, sino a quando durerà il divertimento e i sommi capi mi vorranno si va avanti. Partecipo poco ai forum perché non sono di molte parole, e ti posso assicurare, che per me è stata dura arrivare sino in fondo a quest’intervista. Spero sinceramente che andando avanti le cose migliorino e riesca ad offrire un qualcosa di più concreto.

Fino a quando durerà TrueMetal?

Fino a quando durerà il True Metal, ovverosia per sempre.

Francesco, dopo questo bombardamento di domande, chiudi come vuoi.
Cosa posso dire: prima di tutto ringrazio chi ha avuto il coraggio di leggere l’intervista fino in fondo… spero di non aver detto troppo cazzate.
In ogni modo ascoltate più musica possibile senza restrizioni, perché è la forma d’arte più bella che ci sia.
Ciao

Keep on Rockin’

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti 

PS: il disegno originale nella foto è stato preso da un’edizione del 1993 della collezione Dinosauri edita da De Agostini.