Lo Staff di Truemetal: Silvia ‘VentoGrigio’ Graziola
L’avete vista moderare il forum con pazienza ed equità. L’avete vista recensire classici del progressive, italiano e non, con classe e competenza (di ‘sto passo prima o poi mi ruberà il posto). L’avete vista trattare empi e puri con rispetto e giustizia. Era ora di metterla sotto torchio ed esporla al pubblico ludibrio, non vi pare? Ecco a voi la verità nuda e cruda (ovviamente in senso metaforico, branco di allupati che non siete altro!) su TopoGigio, l’impavida moderedattrice in rosa di Truemetal.
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Ric: al grande pubblico sei nota come Ventogrigio, per i fan sei Juliette, all’anagrafe rispondi al nome di Silvia, il tuo boss (che sarebbe il sottoscritto) è solito chiamarti Puffetta… chi ti ha dato il permesso di avere tutti questi soprannomi?
Sil: beh, ne ho molti di più in verità, ma mi limiterò a parlare di quelli, anche perchè alcuni sono morti assieme a coloro che li hanno utilizzati. Detto questo Silvia l’hanno scelto i miei e sinceramente mi piace… trovo che mi rappresenti per il fatto che deriva da “selva” e in effetti riconosco questo lato un po’ “selvatico” nella mia persona. VentoGrigio l’ho scelto al momento di iscrivermi al forum: è un nome “unisex” e mi piace, deriva da un libro di George Martin (“Le cronache del ghiaccio e del fuoco”)… ma vuoi sapere tutta la storia?
Ric: facciamo di no.
Sil: Puffetta invece me l’ha affibbiato il caporedatte prog, credo si chiami Angelina Jolie, credo per farmi pesare il fatto che è alto mezzo metro più di me, ma non è un problema mio: è lui lo spilungone. Juliette è opera di Nik, dice che assomiglio a Juliette Lewis, anche se io non mi vedo così, ma io non faccio testo. La mia quadrisavora mi chiamava Wqwereaq, vuoi sapere anche di quel nick?
Ric: perché no.
Sil: ebbene, come avrai notato dalla disposizione casuale delle lettere, la mia quadrisavora era un bot. Devo aggiungere altro?
Ric: no, è fin troppo chiaro così. Passiamo oltre. Viviamo in un mondo difficile e, nonostante tutto, ancora sessista. Dev’essere dura essere donna e fare la moderatrice, eppure mi giunge voce che tu sia uno degli addetti ai lavori più rispettati… e temuti. Qual è il tuo segreto?
Sil: Rispettati e temuti? Quindi il fatto di chiamarmi puffetta e di farti tagliare la testa nelle foto per dileggiarmi è in realtà un modo di mostrarmi timore e rispetto?
Ric: tu che ne dici?
Sil: è una domanda difficile. Se è così potrei festeggiare stappando la bottiglia migliore; nel caso così non fosse potrei aver sprecato la bottiglia migliore. Il problema è che non reggo l’alcol, quindi in ogni caso domani non ricorderei più nulla. Tornando alla domanda… devo ammettere che sin dalla mia iscrizione al forum, ovvero quando ho iniziato a impestarlo con i miei post -soprattutto la sezione prog- quasi tutti mi credevano un maschio, quindi in un certo senso non mi è mai “pesato” essere una donna e non mi ha mai dato molti problemi.
Ric: capisco… e dopo il tuo “outing” hai mai subito molestie sul lavoro? Da parte degli utenti? E dei colleghi?
Sil: beh, ho subito di ben peggio; ogni volta che apro un pm da parte di un utente penso: “fa’ che sia una semplice molestia sul lavoro” e invece sono lamentele su Tizio che ha scritto usando Arial nero su sfondo nero, Caio che vuole che gli ricambi la firma perchè il giallo è troppo giallo e il centro è troppo a destra. Da parte dei colleghi no, sono tutti gentili e carini con me. Anche tu lo sei, vero? Eh? Eh?
Ric: non ci sperare. Bene, abbiamo appurato che non hai subito discriminazioni sulla base del sesso. E sulla base dell’altezza?
Sil: B_st_rdo (vuoi comprare una vocale?). In verità ho smesso di farmi problemi sull’altezza dai tempi del liceo dove tutti i miei compagni di classe erano maschi alti non meno di 1.80, diciamo che essere piccoli non è poi così male: nessuna craniata sulle porte, non devi farti fare i materassi su misura ecc. Gli unici inconvenienti sono che devi sempre fare il risvolto ai pantaloni, devi guidare la macchina seduto sulla guida telefonica e quando sei seduto al cinema, pochi secondi prima dell’inizio del film, immancabilmente ti si siederà davanti l’uomo più alto presente in sala. É davvero così divertente sedersi davanti ai più piccoli?
Ric: non puoi immaginare quanto. Ma ora cambiamo argomento. So che ti piacciono molto i gatti. Piacciono molto anche a me, soprattutto allo spiedo con un po’ di salvia e rosmarino. Tu come li preferisci?
Sil: ora tu guarda negli occhi questo povero gattino e ripeti come ti piacciono i gatti
Sil: osserva attentamente i suoi occhioni tenerosi
Ric: hai ragione. Guardando quegli occhi mi viene voglia di aggiungere un po’ di peperoncino.
Sil: non mi piace il piccante. In ogni caso li preferisco vivi e saltellanti, a crogiolarsi al sole nel giardino nel più totale ozio.
Ric: capisco, l’istinto della cacciatrice.
Sil: li trovo animali rilassanti e con un grande fascino.
Ric: a casa mia di dice “appetitosi”, ma tant’è… un’altra passione che personalmente approvo è quella per la buona musica, quella che si suonava trent’anni fa prima che dei giovanotti drogati e fracassoni arrivassero a far casino con le loro chitarracce stonate… quand’è che ti sei avvicinata per la prima volta alla musica dispari? Com’è sbocciato l’amore?
Sil: la musica dispari è una passione che ho da diversi anni ed è stato il risultato di un processo graduale. Ti risparmierò la noiosa storia della mia vita. Anzi, no, la riassumo: ho iniziato ad ascoltare consapevolemnte musica intorno agli 11 anni con i beatles, poi ho esplorato un po’ tutti i classici come Rolling Stones, Queen, Deep Purple, Zeppelin, Creedence Clearwater Revival ecc. I classici insomma. Nello stesso anno ho iniziato a suonare la chitarra. Detto questo, ho scoperto il prog tardi, a 15 anni, quando Alberto, un mio caro amico, mi passò ACOS dei Dream Theater e fu amore a prima vita (con i DT). Ho spaziato tra i più disparati generi per un bel po’ di anni ed è quello che in fondo faccio tutt’ora e qualche anno dopo ho iniziato a scoprire le anticaglie e ad appassionarmici, soprattutto per quanto riguarda il prog rock italiano: quando ho scoperto che i musicisti italiani negli anni ’60 e ’70 hanno prodotto tutto quel ben di dio ho iniziato a drogarmici assiduamente.
Ric: brava, fin qui tutto bene. Ora però mi dovresti spiegare come mai guardando la tua pagina personale su last.fm vengono visualizzati i gusti musicali di un cazzutissimo blackster.
Sil: ecco… io…. ho parcheggiato la macchina in doppia fila… effettivamente non so come spiegarmelo nemmeno io. Prima che mi iscrivessi a last-fm non credevo che la mia pagina personale avrebbe avuto l’aspetto di quella di un blackster. Ho iniziato a cercare una risposta a questo quesito il giorno in cui ho notato di aver compatibilità alta con Fenrir. Credo che sia la valanga di avantgarde che ho ascoltato che ha aumentato il mio livello di blacksteraggine, anche se non mi sono limitata a quello. Ultimamente ho esplorato altri lidi, come quelli del depressive black e del funeral doom e devo confessare che mi sono piaciuti (sono licenziata, vero?)
Ric: per ora no. Piuttosto, non pensi che un metro e mezzo di blackster, perdipiù donna, sia poco credibile?
Sil: mah, tanto non sarei credibile comunque: i parenti è già tanto che mi chiedono “hai già finito le medie?”, mi vesto normalmente… nessuno crederebbe che sono un blackster. E’ una cosa che sappiamo solo io e te. Solo io e te… senza contare che il solo abbigliamento da blackster peserebbe più di me e avrei seri problemi a deambulare…
Ric: cotanta sincera consapevolezza da parte tua è degna di stima. Per questo la smetterò di fare battute sull’altezza, che tra l’altro alla lunga diventano noiose. Pensiamo ora a demolire il solito stereotipo di metallaro becero e ignorante alzando un po’ il livello della conversazione. So che sei un’estimatrice della filosofia di Nietzsche. Si sa che Nietzsche era solito dire: “voi guardate in alto perché volete elevarvi, io guardo in basso perché sono elevato”. Tu da che parte stai?
Sil: naturalmente guardo in basso…. almeno fino a quando avrò cambiato la lampadina e scenderò dalla scala.
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“Come nani sulle spalle dei giganti…”
Ric: bene. Ora vorrei farti una domanda intelligente, ma purtroppo non ne sono capace. Toglimi d’impiccio e datti direttamente una risposta intelligente.
Sil: posso fare una ricerca di qualche parolone su wikipedia?
Ric: no.
Sil: in tal caso la mia risposta è: “Due chili”
Ric: ok, hai fatto del tuo meglio. Ora riprova.
Sil: la domanda potrebbe essere: “trova un modo per infilare nell’intervista il fatto che il caporedattore prog sia tenero come un capretto sulla tavola del cenone di natale” e la risposta sarà:
<
Ric: capisco. Sono certo che continuando così fra cinque o sei domande al massimo riusciresti a trovare la risposta intelligente che cerchi. Ma ora non abbiamo tempo per questo… et voilà ((o “uallà”, come dicono i francesi)!
KK: 😀
Ric: abbiamo un ospite a sorpresa
Sil: TU!
Ric: ospite, ti lascio il teste per l’interrogatorio. Fanne ciò che vuoi.
KK: grazie *inchino* …le battute sull’altezza sono già state fatte?
Ric: sì. Ma non ce n’è mai abbastanza.
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KK: bene bene. Cominciamo. Ultimamente ho notato un tuo certo avvicinamento al doom, genere che mi è così tanto caro; ma chi te l’ha fatto fare? Hai già cominciato i lavori per la costruzione della tua cripta personale? Se sì, hai già qualche idea su come addobbarla?
Sil: il doom è una scoperta abbastanza recente in verità, se escludiamo alcuni gruppi come i Black Sabbath che ascoltavo da piccola (nota bene: qualsiasi battuta sull’altezza verrà punita sveramente), che è avvenuta 2-3 anni fa. E’ innegabile che la lentezza del doom ha esercitato sin da subito il suo fascino e ho iniziato subito ad esplorarne i suoi lati più estremi e/o sperimentali come funeral, drone, sludge ecc ecc. Per quanto riguarda la cripta ci sto lavorando. La sto addobbando con nastrini rosa e giallo ovunque (ho colorato di giallo pure i miei genitori). Ho catturato in pieno lo spirito del dum vero, maestro?
KK: lo spirito sicuro, ma hai decisamente sgarrato gli abbinamenti dei colori per quanto riguarda l’arredamento della cripta.
Sil: scherzi a parte, la mia cripta ce l’ho già da anni: è la mia stanza e guai a chi ci entra. Solo che non l’ho mai chiamata cripta, è semplicemente “la mia stanza”. In questo senso sto in una cripta da anni, ma non l’ho mai vista in questa ottica. Va bene, niente nastrini rosa allora. Li useremo per addobbare i tuoi riccioli biondi.
KK: su quello ci accorderemo per vie private, ma non ti assicuro nulla. In ogni caso, stai sbagliando strategia, se tu quella che deve subire e te lo dimostro subito con la prossima domanda. Direi che potremmo parlare della tua più grande passione, ovvero
Sil: ridi, ridi che un giorno cucinerò per te se continui a fare lo spiritoso… pranzo/cena standard cucinato da me intendi? Cioè, proprio cucinare quando accendi i fornelli e ci metti sopra quei contenitori cilindrici con il forno pieni di qualcosa? Credo le mie doti culinarie siano comparabili solo all’abilità di KK nel punto croce. So cucinare tre cose: uovo al tegamino, pastasciutta e torta alle mele. Il mio piatto forte resta comunque la pastasciutta, rigorosamente con il tonno (in salamoia), mangiato nella scodella dell’Ikea utilizzando le bacchette rubate al ristorante cinese. Vuoi ancora venire a pranzo da me?
KK: no, credo che in futuro sarò io a cucinare per te. Per quanto riguarda i pasti improvvisati, hai preferenze? Dolce o salato? Nutella o pizza?
Sil: devo dire che ho un immancabile appuntamento giornaliero, quello dello spuntino di mezzanotte e per quell’occasione prediligo -come sempre- il dolce: pane e nutella, tè, cornetti, brioches, tutto quello che può essere saccheggiato va bene per quest’uopo.
KK: benissimo, posso ritenermi più che soddisfatto. Lascio a Riccardo gli onori della chiusura.
Ric: bene, siamo in dirittura d’arrivo. Un’ultima domanda, che deciderà del tuo destino. Se io ti dico “Pooh”, tu che cosa mi dici?
Sil: il destino è quella cosa che può essere strettamente legata al licenziamento?
Ric: il destino è legato a molte cose.
Sil: in ogni caso, ebbene, i Pooh fanno parte dei miei molti scheletri nell’armadio, e credo di averne molti, musicalmente parlando. Lo confesso, alcune canzoni dei Pooh mi sono sempre piaciute ma, più di tutti mi piace un disco: Parsifal. A mia discolpa posso dire che è ritenuto un disco quasi prog da molti, anche se effettivamente non ha molto a che fare con il prog italiano così come lo si conosce. Però contiene delle belle canzoni e mi piace. Mi piace parecchio… canticchio talvolta le sue canzoni… perchè so a memoria i testi… ben più di talvolta in effetti… “L’anno il settantatreee, il posto il cielo articooo”… ho pure qualche foto con Facchinetti… li ho anche visti dal vivo… sono licenziata, vero?
Ric: sì. La risposta è sbagliata. La risposta giusta era “il famoso orsetto Winnie amato da tutti i bambini”. Addio.
Sil: ma Winnie non ha suonato in Parsifal.
Ric: non è un problema mio.
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