Luigi Murciano (Ciao Luca Festival)
Innanzitutto incominciamo con le presentazioni. Cosa puoi dirci dell’associazione Totem?
Ciao Daniele e a tutti voi di Truemetal…lasciami dire che è un onore enorme per noi essere ospitati dalle vostre colonne. Associazione Totem è fondamentalmente un gruppo di amici di Gradisca d’Isonzo che negli anni ha portato avanti alcuni obbiettivi comuni come riportare la musica live in una provincia piccola e dormiente come quella di Gorizia e favorire l’aggregazione giovanile, anche attraverso altri tipi di iniziative culturali. La principale resta però il Ciaoluca Festival, e se non fosse stato per la tragedia che ha colpito il nostro amico Luca Zorzenon probabilmente oggi non saremmo qui.
Il secondo passo è doveroso tanto quanto la presentazione: chi era Luca?
Un vero amico, che condivideva le nostre stesse passioni: la musica, il volontariato. Luca era un convinto animalista ma anche uno dei promotori di Rock in Tenda, un festival che negli anni Novanta era stato piuttosto popolare dalle nostre parti. Una maledetta estate del 2001 il destino se l’è portato via mentre si trovava in vacanza in Spagna. Quando si è trattato di decidere come onorarne la memoria, nessuno ha avuto dubbi: con un festival. Si puo’ ben dire che Ciaolucafestival sia nato prima ancora dell’associazione Totem.
Il festival che porta il suo nome sta diventando, con il passare degli anni, un appuntamento fisso nell’estate musicale dell’estremo nord-est. Quali sono stati gli stimoli che vi hanno fatto iniziare, quali le difficoltà a cui siete andati incontro e quali i bilanci ad oggi del festival?
Il bilancio è estremamente positivo! Il solo fatto di avere portato (a ingresso sempre gratuito!!) nella nostra cittadina band che potevamo vedere solamente sobbarcandoci km e km è per noi un sogno diventato realtà: Threshold, Vicious Rumors, Crucified Barbara, Blaze Bayley, Extrema… tralasciando le band della giornata dedicata ad altri generi. Lo stimolo principale, oltre a ricordare un amico, è stato ed è tuttora quello di fare qualcosa per la nostra cittadina, che tutti i ragazzi dell’associazione amano in maniera viscerale. Poi la sfida ovviamente è diventata quella di toglierci qualche sfizio, cercando di crescere sino a riuscire a contattare band delle quali siamo fan o che comunque potevano essere un valore aggiunto per la manifestazione. Passo dopo passo ci siamo riusciti, aggiungendo ogni anno qualcosina. Siamo partiti da una sala teatrale con band locali, ed oggi eccoci qui su Truemetal!! Le difficoltà maggiori? Sicuramente tre: risultare credibili alle istituzioni, far quadrare i conti, e poi la burocrazia. Probabilmente all’inizio agli occhi delle istituzioni eravamo il classico stereotipo di rocker o metalheads rumorosi e cazzoni….Piano piano però chi sta nelle stanze dei bottoni ha compreso la nostra passione e deve averci trovato per qualche motivo seri e degni di fiducia. Onestamente senza l’aiuto di enti come Regione e Comune non avremmo potuto sviluppare il progetto. Conquistarsi la loro attenzione non è stato uno scherzo. Avessimo preteso “tutto e subito” probabilmente non avremmo svolto 12 edizioni del festival. Abbiamo voluto crescere passo dopo passo. Così come non è stato semplice doverci strutturare in maniera professionale. La burocrazia a volte ti fa venire voglia di mollare tutto! E il rischio poteva essere quello di perdere la “verginità” degli esordi: quella del gruppo spontaneo di amici, per capirci. Fortunatamente non è successo, e posso garantirti che come Totem non saremo mai nel music-biz propriamente detto. Ma pur rimanendo degli appassionati e non dei promoter professionisti, riusciamo ad essere sufficientemente organizzati.
E’ innegabile e sotto gli occhi di tutti la continua evoluzione, sopratutto nella scelta delle band, del festival che cresce in qualità di anno in anno. Come sviluppate il lavoro con i vari promoter, come pubblicizzate il festival in primis a chi ci deve venire a suonare?
Ti ringrazio per queste tue parole. Il difficile, vista anche la crisi nera che ci avvolge e che vede sempre la musica e la cultura come vittime sacrificali, sarà proprio mantenersi a questi livelli. Ovviamente ci proveremo con tutte le forze. Solitamente funziona così: c’è una parte del direttivo che cura le scelte artistiche. Partiamo con una rosa di nomi, direi di sogni, che pian piano si restringe o si modifica mille volte. Altre band scaturiscono dal contest invernale che fa da antipasto al festival e mette in palio uno o piu’ posti sul nostro palco. Altre ancora dal gusto personale di ciascuno. Con le agenzie di booking il rapporto è buono: trattare non è semplicissimo ma credo faccia parte del gioco.
Quale è stato fino ad ora il feedback che avete ricevuto dal mondo della musica?
Semplicemente fantastico. Personalmente porto sempre nel cuore le parole di Geoff Thorpe dei Vicious Rumors, che ci ha ringraziati in mille modi per l’accoglienza e l’organizzazione di Ciaoluca, incoraggiandoci a continuare e congratulandosi per la professionalità. Ed è uno che di palchi, anche importanti, in 35 anni on the road ne ha visti parecchi. Quest’anno anche Karl Groom e Damian Wilson dei Threshold sono stati molto gentili con noi: la band non veniva in Italia da una vita e loro ci tenevano tantissimo a tornare e ben figurare. Anche Mia delle Crucified Barbara ha tenuto a dirci che dal punto di vista dell’organizzazione onstage ci hanno trovato molto più professionali di altre realtà. Ed è una band che farà 200 date l’anno! Questo fa piacere non per il gusto di parlarsi addosso, ma perchè – ripeto – siamo solo degli “artigiani”, dei semplici appassionati, quindi questi apprezzamenti per noi valgono triplo…
Ciaolucafestival non è solo un evento estivo. L’organizzazione, tramite un contest che si svolge nei mesi invernali, da la possibilità a delle band emergenti di mettersi in luce proprio durante il concerto estivo. Quali sono state le maggiori soddisfazioni derivate da queste esperienze con le band provenienti dall’underground?
La soddisfazione principale è vederle crescere. Alcune band che hanno partecipato al Contest – si svolge fra dicembre e gennaio, in più serate – hanno tenuto duro e si sono tolte anche qualche bella soddisfazione. Pensa che per alcune il concorso è stato il battesimo assoluto sul palco ed oggi hanno il loro discreto seguito, o il loro primo full-length alle spalle, o date importanti come opening act. Per loro è ovviamente una vetrina, e francamente non condivido l’opinione di quanti denigrano le “battle of bands”. Certo, dipende da come sono organizzati e se non vi siano dietro secondi fini. Ma credo che per una band alle prime armi sia meglio una vetrina “protetta” come questa che andare allo sbaraglio in cerca di locali che ti sputano in faccia perchè non fai cover e quasi certamente non gli riempirai il locale. Per noi come Totem, invece, il Contest è uno strumento importantissimo per tenere il “polso” della scena underground, capire cosa piace ai ragazzi e – magari – aiutare qualche talento a farsi conoscere.
Pregi e difetti, miserie e nobiltà di chi lavora nell’ambiente musicale. Quali sono state le maggiori difficoltà che avete affrontato e quali quelle che affrontate tutt’ora?
E’ così difficile far suonare la gente in Italia? A questa domanda è difficile rispondere. Posso solo dire che negli ospiti stranieri, e anche nelle loro agenzie, ho percepito talvolta una certa diffidenza nei confronti del nostro Paese. Nulla di eclatante, ma credo di aver colto che prima o dopo si siano imbattuti nel promoter volpone o semplicemente superficiale. Si, credo che suonare in Italia sia difficile perchè non sempre alla base c’è anche la passione e quindi subentrano altri fattori che rendono complicato mettere le band nelle condizioni migliori per esibirsi. Le difficoltà maggiori come ti dicevo sono quelle economiche: per stabilire un budget possono volerci mesi, ma lavorando a fianco di enti pubblici non puo’ essere diversamente. E poi è difficile mantenere tutto questo evento totalmente gratuito! Qualcuno dice che siamo dei folli a non avere un ticket, ma il nostro fine come sai è regalare una festa alla nostra cittadina: per cui finchè potremo su questo punto non molleremo. Abbiamo fatto le formichine per 12 anni e speriamo di continuare!
Cosa avete in serbo per la prossima edizione? Quali gli obiettivi che volete raggiungere?
Puoi farmi un solo nome. Quale la band “impossibile” che vorresti vedere sul palco del Ciaoluca e perché?
Gli unici obbiettivi sono quelli di mantenerci su questi livelli qualitativi (e se possibile migliorarli) e di mantenere questo livello di coesione fra noi ragazzi dell’associazione. Certo, il primo obbiettivo dipenderà tanto dal budget che riusciremo a mettere assieme, ed oggi parlarne è prematuro. Quanto al secondo…beh..finchè c’è questa passione e ci divertiamo, e come avrai visto ce la spassiamo da pazzi anche se le responsabilità sono tante, tutto andrà per il meglio. Di band impossibili che sognamo di portare a Gradisca ce ne sono parecchie…io personalmente ti direi Wasp o My Dying Bride, o più realisticamente Metal Church e Pentagram, ma sono convinto che ciascuno di noi abbia una rosa infinita di nomi su cui ci scervelleremo nei prossimi mesi…in fondo è la parte della faccenda che più ci piace!
A te lo spazio per le conclusioni…
Posso solo ringraziare te Daniele, e Truemetal per l’interessamento e per averci aiutato a spiegare che Ciaoluca non è il “solito” festival. E’ un’iniziativa fatta da fan e per i fan, e per una buona causa, il che non guasta mai. Ringrazio di cuore anche chi ci ha raggiunti al Parco del Castello di Gradisca per due giorni che non dimenticheremo mai! Thanks for support metalheads, and see you next year!!