Vario

Live Report: Luppolo in Rock @ Parco delle Colonie Padane, Cremona – 23/07/2023

Di Jennifer Carminati - 26 Luglio 2023 - 10:22
Live Report: Luppolo in Rock @ Parco delle Colonie Padane, Cremona – 23/07/2023

Da venerdì 21 a domenica 23 luglio 2023 l’area delle Colonie Padane a Cremona ha ospitato il Luppolo in Rock, giunto alla sua quinta edizione, il festival ‘fatto dai fans per i fans’: quindici le band che hanno calcato il palco della manifestazione, proponendo vari generi dell’heavy metal, dal thrash al prog, dal death al grindcore, passando per il più classico hard rock, con tre headliners di tutto rispetto: la Metal Queen teutonica Doro, i leggendari Saxon e gli storici Carcass.

Organizzazione impeccabile come nelle precedenti edizioni, con l’ingresso al parco gratuito, cinque punti di ristorazione e quattro bar, no token ma un comodo abbonamento scontato per 3 birre, le grandi birre, anzi, offerte dal Regno del Luppolo, fornitore ufficiale del Festival. Ampia scelta e qualità ottima che ha soddisfatto tutti i palati, e vista la calura di questi giorni è stata cosa molto gradita la possibilità di cambiare gusto e aroma per dissetarsi. L’area ha inoltre ospitato un mercatino con dischi, libri, oggettistica a tema e artigianato e al termine dei concerti un After Party con Dj Set, a cui si poteva assistere stando comodamente seduti sulle panche a chiacchierare con gli amici e raccontarsi le impressioni del concerto appena visto insieme, accompagnava definitivamente verso il fine serata.

Altri due servizi pensati per i numerosissimi fans accorsi da diverse parti del mondo oltre che dall’Italia tutta, sono stati la possibilità di campeggiare a soli cento metri dal festival e la presenza di un ampio parcheggio gratuito a soli cinque minuti dall’area concerti.

La città di Cremona è stata quindi presa d’assalto in questi 3 giorni all’insegna della buona musica e dell’ottima birra, grazie a Hellfire Booking Agency per aver organizzato tutto questo nella splendida cornice del Parco delle Colonie Padane e aver permesso a tutti noi di trascorrere quest’ultimo weekend di luglio sotto il sole si, ma non stesi su un lettino ad abbrustolirci ma piuttosto a caricarci, con una birra in mano e il sorriso stampato in faccia, di passione ed entusiasmo per questo genere musicale che tanto ci scalda i cuori e non solo.

La giornata conclusiva del Festival è quella dalle sonorità più estreme, ed eccomi ovviamente qui a raccontarvela, al solito al meglio che posso, sperando sia di vostro gradimento, e con la doverosa anticipazione, che anche a questo giro la sottoscritta si è divertita tantissimo in ottima compagnia, e questo è tutto ciò che conta. Al fatto che domani è lunedì e l’affronterò con una notte in bianco e una giornata devastante alle spalle, ci penserò a tempo debito, e come diceva qualcuno…domani è un altro giorno, nel frattempo godiamoci il qui e ora.

 

Slug Gore

Ed eccoci al primo gruppo della giornata, i romagnoli Slug Gore, per gli amanti delle sonorità più estreme come me sono perfetti per iniziare questo pomeriggio che ancora alle 17.15 ci vede sotto un sole cocente ma prontissimi a dare il giusto tributo a tutte le band che d’ora in poi saliranno sul palco. Tra i membri della band ci sono due volti noti di YouTube e Twitch Italia come Danny Metal e Poldo, rispettivamente alla batteria e alla voce, e forse anche per questo il loro pubblico è principalmente composto da giovanissimi e i più vecchietti, non avvezzi a queste sonorità, tendono a storcere un po’ il naso, ma non possono mettere in dubbio la loro bravura e tenuta del palco: conosco personalmente i ragazzi e ho già avuto occasione di vederli un paio di volte live quest’anno e ogni volta han sempre confermato l’opinione positiva che ho di loro. Ci proporranno i brani del loro EP di debutto Extraterrestrial Gastropod Mollusc, uscito lo scorso febbraio, ispirato al mondo splatter dei b-movie anni ’80 come “Slugs” e “Tremors: sangue, gore cinematico e animali disgustosi, insetti per lo più, la fanno da padrona in questi tiratissimi 40 minuti. Protagonista di alcune delle loro canzoni è la lumaca, come in “Salt”, in cui esprimono le sensazioni che provano queste creature quando vengo colpite dal sale o in “Grounded by Slugs”, con la regina delle lumache mutanti troneggiante sulla copertina dell’EP. La loro proposta è un grindcore ruvido e grezzo, con qualche rimando al death metal e all’hardcore, che fa presa sul pubblico delle prime file che si scatena in un pogo selvaggio e con i più coraggiosi a lanciarsi in stage diving sopra al pit, alla faccia del sole che non vuole smettere di farci sudare le birre bevute. Gli Slug Gore prima di concludere una performance senza dubbio convincente e che son sicura avrà aumento la loro fanbase, ci fanno ascoltare anche un paio di canzoni nuove, accolte calorosamente nel delirio generale ormai già inarrestabile, e siamo solo alla prima band.

Alla prossima ragazzi, è sempre un piacere vedervi.

Setlist:
  1. Emergency Alert System (intro)
  2. Infestation
  3. Hungry Parasitic Beast
  4. Grounded by Slugs
  5. Salt
  6. Necrophiliatitude
  7. Parasite Murder
  8. The Dust Says You’re Fucked
  9. Underground Giant Death Machines
  10. 30k
  11. Demented Cricket
  12. When Insects Ruled the World
  13. Mucus Chainsaw
  14. I need you (outro)

Slug Gore

 

Cripple Bastards

Cambio palco velocissimo, giusto il tempo di fare un saluto ad altri amici arrivati in quel del Parco delle Colonie Padane a Cremona, ed ecco che fanno il loro ingresso i Cripple Bastards, storica band italiana nata ad Asti nel 1988, che in oltre trent’anni di carriera ha pubblicato decine di album ed Ep capisaldi del genere grindcore nostrano, cantato in lingua madre, cosa assai rara e per questo ancora più apprezzata. Si son fatti conoscere fuori confine girando il mondo con tour in ogni dove e condividendo il palco con mostri sacri del genere come i Napalm Death, tanto per citare un nome. I 27 pezzi della scaletta, si avete letto bene, ci vengono buttati addosso uno dopo l’altro con rabbia e cattiveria, dimostrando di essere una band senza troppi fronzoli estremamente distruttiva soprattutto in sede live, dando luogo a prestazioni davvero intense che infuocano di odio e violenza l’atmosfera già surriscaldata del pubblico presente. Il frontman Giulio ‘the Bastard’ alterna un growl gutturale a urla laceranti mentre Raphael Saini alla batteria con la sua velocità disumana non ci permette di respirare tra un brano e l’altro, il tutto supportato da chitarra e basso altamente corrosivi e abrasivi.

Il pubblico dall’inizio alla fine se l’è date di santa ragione, senza mai fermarsi un attimo, con pogo violento e stage diving continui, oltre che mosh e circle pit, cosa che si ripeterà in maniera ancora più devastante nelle prossime ore, ma non vi anticipo null’altro. Punto di forza da sempre della formazione piemontese sono i testi, che vi invito a leggere, carichi di odio e nichilismo, oltre che di cattiveria e violenza come detto che vengono sputate fuori con sudore e rabbia nei loro live alla fine dei quali ci si sente demoliti fisicamente ed emotivamente, anche se non si è partecipato attivamente al pogo come la sottoscritta, ma si è semplicemente vissuto il live nella sua interezza. Misantropo a Senso Unico, Narcolessia Emotiva, Prospettive Limitate, I Hate Her, Italia di Merda, sono solo alcuni dei titoli già esplicativi di per sé, che i nostri ci hanno proposto tra tempeste di blast-beat e urla senza soluzione di continuità, con singalong generale nei ritornelli di Il Tuo Amico Morto e Morte Da Tossico, situazioni di vita reale che molti di noi si son ritrovati ad attraversare davvero e per questo, particolarmente sentiti. E con la stessa velocità con cui son saliti sul palco i Cripple Bastards ci salutano lasciandoci con un senso di amaro in bocca e spossatezza dovuti alle loro canzoni che non possono certo essere prese alla leggera e in qualche modo ti toccano dentro; questo è il grande potere della musica e questo è ciò che amo di più di un live.

Un grazie di cuore ai Cripple Bastards per aver generato tutto questo sconquasso emotivo, ogni tanto ci vuole.

Setlist:
  1. Malato Terminale
  2. Fumo Passivo
  3. Get Out and Bite Them
  4. Lapide Rimossa
  5. Mondo Plastico
  6. Misantropo a Senso Unico
  7. Passi nel Vuoto
  8. Rapporto Interrotto + Nascare per Violentarsi
  9. Prospettive Limitate
  10. Non Coinvolto
  11. Narcolessia Emotiva
  12. Implacabile verso il suo Buio
  13. Stupro e Addio
  14. I Hate Her
  15. Padroni
  16. La Memoria del dolore + Ombra nell’Ombra
  17. Marchio Catastale + gli Anni che non Ritornano
  18. Inverno nel Ghetto / Faccia da Contenitore
  19. Being Ripped Off
  20. Images of War/Images of Pain
  21. Sluts
  22. 1974
  23. Polizia
  24. Italia di Merda
  25. Il tuo Amico Morto
  26. Stimmung
  27. Morte da Tossico

Cripple Bastards

 

Possessed

I Possessed hanno forse creato ma sicuramente diffuso il genere death metal su scala mondiale grazie al seminale esordio Seven Churches (1985) e all’altrettanto leggendario successore Beyond The Gates (1986), vere e proprie pietre miliari che ogni metallaro che si rispetti dovrebbe possedere, o almeno, aver consumato di ascolti nell’epoca del digitale in cui ci troviamo ora. La travagliata storia personale di Jeff Becerra, che tutti noi purtroppo conosciamo, non ha impedito alla band di dare alla luce un terzo album nel 2019, Revelations Of Oblivion, accolto con grande entusiasmo dai fans, cosa successa anche questa sera qui al Luppolo in Rock 2023 per la band californiana che da troppo tempo mancava di passare di qui. Dobbiamo ritenerci fortunati noi presenti di aver potuto assistere ad un loro live, che nonostante i problemi di suoni e volumi che ne hanno inficiato e non poco la resa finale, è indubbiamente da portare come esempio di cosa significhi la parola resilienza, troppo spesso usata a sproposito. Quelli che da molti son considerati i veri padrini del death metal, non si sono risparmiati un attimo su quel palco, con un’aggressività e un’attitudine che sembra rimasta intatta in tutti questi anni, invidiabili da molte band che da Jeff dovrebbero trarre insegnamento, non solo musicale ma a livello umano soprattutto. Becerra, tra l’altro unico membro rimasto della formazione originale, non ha lesinato in carisma e potenza, pur essendo costretto su una sedia a rotelle, ed è riuscito a coinvolgere i numerosi accorsi questa sera esclusivamente per loro, perché son certa che per molti è stato così. Io stessa ero davvero curiosa di vederli in sede live, e non hanno deluso le mie aspettative, problemi tecnici non imputabili alla band come detto inizialmente a parte, che, in diversi momenti, ha trasformato la furia assassina dei Possessed in puro caos con un indistinguibile marasma sonoro. A parte questo, i nostri ci hanno pettinato le orecchie con gli storici riff assassini e velocità pazzesche, oltre al drumming forsennato e caotico, che li contraddistinguono, proponendoci brani da tutto il loro repertorio, la scaletta è un susseguirsi di classici indimenticabili, che han dato vita tra il pubblico anche in questi 45 minuti a loro disposizione a pogo e stage diving irrefrenabili. Non posso negare che mi è mancato sentire la voce urlata, feroce e aggressiva di Jeff, non abbastanza potente e con poca estensione (per ovvi motivi fisici e non è certo una critica questa ma una mera constatazione) da sovrastare il volume degli strumenti, ma per me i Possessed rimangono il primo gruppo death metal che ho ascoltato e che ha ampiamente contribuito a farmi appassionare a questo genere musicale, e per questo un posto nel mio cuore ce lo avranno sempre, e dopo il live di questa sera li ascolterò ancora con più affetto e rispetto.

Grazie ai Possessed per essere tornati tra noi e soprattutto grazie Jeff, per ricordarci che è possibile sopravvivere a un inferno sulla terra, con forza di volontà e coraggio, e forse anche grazie all’immensa passione per la musica che contribuisce a tenerti in vita e a traghettarti come un Caronte fuori dal regno dei morti, in cui troppo spesso hai rischiato di finire definitivamente.

A presto Jeff, è una promessa.

Setlist:
  1. No More Room in Hell
    Damned
    Beyond the Gates
    Pentagram
    Tribulation
    The Word
    Storm in My Mind
    Shadowcult
    My Belief
    Graven
    The Exorcist
    Demon
    Fallen Angel
    Death Metal
    Burning in Hell

Possessed

 

Soulfly

Band nata a Phoenix nel 1997 dalle ceneri dei Sepultura, per volontà di Max Cavalera, i Soulfly sono un mix micidiale di sonorità tribali e thrash, con incursioni nel death e persino nel nu metal. Dodici album all’attivo, ultimo dei quali Totem del 2022, che hanno visto alternarsi numerosi turnisti, ma la formazione attuale, che vede alla batteria Zyon Cavalera (figlio di Max) e al basso Mike Leon, sembra resistere più delle altre, e la loro resa in sede live è la dimostrazione dell’affiatamento ormai raggiunto dai tre, supportati oggi da Mike DeLeon alla chitarra. Max Cavalera e soci irrompono sul palco alle 21 e da questo momento in poi, la devastazione ha inizio: con l’opener Back to the Primitive si scatena subito il pogo e un mosh-pit praticamente continuo, complice il fatto che il frontman è un vero istigatore di folle e non smette un secondo di incitare il pubblico a partecipare attivamente a questo live sentitissimo, con frasette dette in un italiano quasi perfetto che ispira sempre simpatia. Se con Prophecy è partito il putiferio tra il pubblico con Refuse/Resist, cover dei Sepoltura, si scatena un vero e proprio inferno nel piazzale del Parco delle Colonie Padane, ormai diventato una bolgia di circle pit e jumping continuo chiamati a gran voce dal carismatico e davvero in forma Cavalera, che ci regala insieme ai suoi compagni sul palco un’esecuzione perfetta, sopra le aspettative per quanto mi riguarda, che rappresenta in pieno la potenza devastante di un live che solo un professionista delle sua caratura può regalare, che piaccia o meno la sua proposta. Durante Bleed sale sul palco a cantare insieme al padre, Richie Cavalera, figliastro di Max nonché frontman degli Incite, band trash metal di Phoenix, che ve lo dico a fare, e devo ammettere che la sinergia tra i due è davvero palpabile, stessa grinta e stessa attitudine, e bravo Richie, buon sangue non mente. Un mai esausto Max si congeda da noi con i classici Eye for an eye e la saltellante Jumpdafuckup, e credetemi quando vi dico che Cavalera non voleva scendere da quel palco e sarebbe andato avanti a suonare e cantare insieme a noi, che pure ne avremmo voluto ancora di questa puro e sano intrattenimento che ci propone, qualunque sia il progetto musicale in cui si trova, lui è una vera garanzia, provare per credere.

Setlist:
  1. Back to the Primitive
  2. No Hope = No Fear
  3. Downstroy
  4. Frontlines
  5. Prophecy
  6. Seek ‘n’ Strike
  7. Fire / Porrada
  8. Superstition
  9. Scouring the Vile
  10. Refuse/Resist (Sepultura cover)
  11. Wasting Away (Nailbomb cover)
  12. Bleed (with Richie Cavalera)
  13. Eye for an Eye
  14. Encore:
  15. Jumpdafuckup

Soulfly

 

Carcass

Ed eccoci finalmente, sono le 22.30 e il momento del tanto atteso show da headliner dei Carcass è arrivato, dopo il ruolo da opener che ebbero nel tour dello scorso autunno con gli Arch Enemy, eccoli finalmente prendersi tutta la scena, e molto più che meritatamente. Gli inglesi, capitanati da Jeff Walker e Bill Steer, padri fondatori del genere grindcore e tra i pionieri del death metal, hanno scritto vere e proprie pietre miliari della storia della mia musica preferita, e non potrei citare un album loro che non mi è piaciuto, qualcuno un po’ meno è vero, ma insomma, la qualità è sempre stata di livello altissimo, come lo sono i loro live: massacranti, senza perdere tempo in fronzoli ci sparano addosso una quindicina di cartucce che spaziano in tutta la loro ampia discografia a una velocità pazzesca convincendo sempre e comunque nella resa finale, anche sui brani più recenti. Ad aprire il loro concerto ci pensa Buried Dreams, il pubblico risponde da subito entusiasta a quella che sarà una performance leggendaria, come lo sono loro stessi del resto. Con la recente Kelly’s Meat Emporium si schiaccia definitivamente il piede sull’acceleratore e tra la folla si scatena di nuovo il putiferio, interrotto solo nel breve cambio palco con i loro predecessori. Jeff Walker, è un frontman navigato, con la sua voce, aggressiva, diretta e violenta e il caratteristico modo di suonare il basso, spesso appoggiato in verticale sulla coscia, incendia gli animi senza dire troppe parole, il pubblico sa cosa deve fare. Che vuoi dire di un live dei Carcass, se non che sono micidiali e devastanti, e portano avanti un vero e proprio assalto sonoro ai nostri padiglioni auricolari già ampiamente provati, con una professionalità senza eguali. Scaletta che sapientemente attinge al meglio della loro discografia dando luogo a un concerto d’impatto e che ripaga ampiamente le aspettative di tutti noi qui presenti, e chi magari non aveva ancora avuto occasione di vederli, dopo oggi son certa controllerà la location della loro prossima data, pensando seriamente di farci una capatina. Incarnated Solvent Abuse e This Mortal Coil danno luogo ad un pogo terrificante ma è con l’intro storica e i riff passati alla storia del death metal di Corporal Jigsore Quandary che l’area infernale si diffonde di nuovo tra noi. Solo Genital Grinder dal primo album Reek Of Putrefaction del lontano 1988, peccato. L’aria calda e carica di energia sotto l’assedio continuo del combo inglese diventa rovente con l’inno Heartwork, il cui ritornello è cantato da tutti, e ci regala ancora emozioni fortissime a distanza di due decadi dalla sua uscita.  Con 316L Grade Surgical Steel lo show intensissimo giunge al termine, e la loro performance disarmante ci dimostra che i Carcass sono un’ineguagliabile garanzia di qualità e la voglia di restare ancora nel regno da loro stessi fondato è ancora tanta, e la risposta del pubblico al live di oggi ha dimostrato come i loro pezzi siano ben presenti nei cuori di tutti noi, indipendentemente da quando li si è ascoltati la prima volta, non se ne sono più andati, leggendari.

La quinta edizione del Luppolo in Rock si chiude egregiamente qui, bilancio più che positivo sotto tutti i punti di vista, e ci allontaniamo dal Parco delle Colonie Padane di Cremona con l’auspicio che la prossima estate tutto questo possa ripetersi, esattamente nello stesso identico modo.

Aspetteremo dunque fiduciosi le notizie inerenti la lineup del Luppolo in Rock 2024.

See you next year, for sure.

 Setlist:
  1. Buried Dreams
  2. Kelly’s Meat Emporium
  3. Incarnated Solvent Abuse
  4. Under the Scalpel Blade
  5. This Mortal Coil
  6. Tomorrow Belongs to Nobody / Death Certificate
  7. Dance of Ixtab (Psychopomp & Circumstance March No. 1 in B)
  8. Black Star / Keep On Rotting in the Free World
  9. Genital Grinder / Pyosisified (Rotten to the Gore)
  10. The Scythe’s Remorseless Swing
  11. Corporal Jigsore Quandary
  12. Ruptured in Purulence / Heartwork
  13. Exhume to Consume
  14. Tools of the Trade
  15. 316L Grade Surgical Steel

Carcass

 

Photo report Day3: https://www.truemetal.it/heavy-metal-news/photo-report-carcass-soulfly-possessed-cripple-bastards-sludgegoreluppolo-in-rock-day3-2023-1128190

 

Articolo a cura di Jennifer Carminati, foto di Paolo Manzi