Magnum (Bob Catley)
Abbiamo raggiunto telefonicamente Bob Catley, per parlare dell’ultima studio release dei Magnum, Into The Valley Of The Moon King, e di molto altro…
Ciao Bob, e bentornato sulle pagine di Truemetal.it. Complimenti per “Into The Valley Of The Moonking”, non perdete un colpo, com’è possibile?
Ciao Gloria, grazie mille per i complimenti. Non so come sia possibile, come dici tu, non perdere un colpo, posso solo esprimere tutta la mia soddisfazione per questo nuovo album. Ci abbiamo lavorato su da prima di Natale per circa sei mesi, e ne è uscito un prodotto di cui andiamo molto fieri. Penso che sia un lavoro molto vario, in cui brevi pezzi che puntano tutto sull’immediatezza si alternano a composizioni più lunghe e articolate, in puro stile Magnum.
Da dove è uscito fuori un titolo così “grottesco”?
Non lo definirei grottesco, quanto piuttosto magico o misterioso, in sintonia con l’atmosfera generale del disco e a ben vedere anche con la copertina.
C’è un concept di cui devi parlarci? O piuttosto un filo conduttore tra le lyric dell’album?
Come sempre, questo devono deciderlo i fan. Noi facciamo in modo di scrivere testi che siano aperti a più interpretazioni, e lasciamo l’ultima parola all’ascoltatore. Quello che posso dire è che non è stato pensato come un concept album. C’è una storia solo nella title-track, il resto dei pezzi sono stati pensati come tematicamente slegati.
Vuoi farci una breve analisi stilistica del nuovo album, sottolineando somiglianze e differenze rispetto a Princess Alice…?
Come “Princess Alice And The Broken Arrow”, anche “Into The Valley Of The Moonking” non si discosta molto dal tipico sound dei Magnum ma ha un tocco di mistero in più. Inoltre, la produzione è più hard e in definitiva più soddisfacente. Se vogliamo invece parlare della band, sono convinto che andando avanti continuiamo a evolverci e a migliorare: siamo tutti più ispirati, componiamo materiale migliore, e nonostante io non sia più un giovincello la voce non mi ha ancora abbandonato! Anzi, continuo a ricevere feedback positivi dal mio pubblico, e questo è un enorme stimolo ad andare avanti.
Finalmente ti abbiamo visto dal vivo in Italia, con il tuo progetto solista, e soprattutto vedremo in Italia i Magnum ad ottobre, per la prima volta dopo tantissimi anni, e per ben due date. Cosa si è smosso dal punto di vista organizzativo?
Fino a due anni fa non c’era nessun organizzatore disposto a investire nei Magnum e per questo non siamo mai riusciti a suonare per il pubblico italiano. Poi per fortuna “Princess Alice And The Broken Arrow” ha venduto molto bene, e credo che i vostri promoter abbiano fatto due conti e abbiano finalmente capito che non si assumerebbero un grosso rischio portandoci in Italia, perché abbiamo un discreto seguito. Oltre al vostro paese, il tour toccherà anche altri stati in cui non avevamo avuto l’occasione di esibirci da un po’ di tempo, come la Spagna e il Portogallo: significa che il nostro pubblico continua a crescere, ed è un po’ come vivere una seconda giovinezza artistica.
Nell’immaginario dei fan dei Magnum, traspare un certo amore per il fantasy, anche solo guardando le copertine dei vostri dischi. Possiamo aspettarci un concept sul Signore degli Anelli o qualcosa di simile? Oppure non userete un’idea già attuata per il tuo “Middle Earth”?
Intanto ti anticipo che Tony sta già lavorando al nuovo materiale, e se tutto va bene il nuovo disco sarà pronto nel giro di due anni. Per rispondere alla tua domanda, non penso che ci dedicheremo a un concept album. Come hai già detto tu, mi sfogo abbastanza con i miei dischi solisti!
Ci sono all’orizzonte altre tue partecipazioni in progetti paralleli (Ayreon / Avantasia)? Che sai di “Draconia” di Nicolo Kotzev? C’è qualche possibilità di rivederti lavorare insieme a Gary Hughes su progetti non solisti?
Sì, sarò nel nuovo capitolo di Avantasia. Tobi è ormai un amico, oltre che un collega che stimo moltissimo, per cui quando mi ha proposto di collaborare di nuovo con lui non ci ho pensato due volte e ho detto subito sì. Poco tempo fa ho anche sentito Gary Hughes, ma non c’è ancora nulla di definito. Credo intenda rimettersi in pista con i Ten, e quindi molto dipenderà dai suoi impegni anche se non ti nascondo che vorrei lavorare di nuovo insieme a lui per il mio prossimo album. Per quanto riguarda Nicolo Kotzev, purtroppo non ho anticipazioni da darti: aspetta e vedrai!
Segui la scena hard rock? Sai indicarci qualche valido erede dei Magnum?
Purtroppo non ho molto tempo per seguire la scena rock, ma ogni tanto mi capita di andare a qualche concerto. Di recente ho visto i Queensryche, di cui ho apprezzato l’ultimo disco, e tra poco toccherà ai Thunder, che rientrano nei miei gruppi preferiti e che non mi perderei per nulla al mondo. Tra le nuove leve apprezzo molto gli Edguy e i Dragonforce: sebbene siano stilisticamente un po’ distanti dai Magnum credo di poter indicare loro come nostri eredi.
Uno della “vecchia guardia” come vede la diffusione della musica digitale? Quali sono le tue considerazioni su questi aspetti:
- gli mp3 sono approssimazioni e non rendono giustizia al lavoro in studio di registrazione
- molti ragazzi non hanno cd dei magnum, solo tanti mp3
- la quantità di musica digitale è talmente alta che molti non ascoltano più di un mp3 per gruppo, spesso solo una volta
- sono sempre meno le persone che hanno in mano qualcosa di fisico. A nessuno interessano più le sensazioni che si provano nello sfogliare un booklet?
- per non parlare poi dei cari vecchi vinili…
Condivido ogni parola che hai detto, ma purtroppo la musica sta andando in questa direzione e non possiamo farci nulla. Per fortuna chi ascolta rock è toccato in minima parte da questo fenomeno: magari scarica per farsi un’idea, ma preferisce comunque avere qualcosa di fisico tra le mani. Noi musicisti rock possiamo ritenerci fortunati ad avere dei fan felici di mostrarci il loro supporto comprando i dischi invece che scaricarli illegalmente. Ciò detto, rimango convinto che la tecnologia possa avere dei lati positivi: è utile all’ascoltatore per conoscere nuova musica e alle band per raggiungere un pubblico più numeroso.
In un’intervista hai definito Tony Clarkin “il compositore più sottovalutato di tutti i tempi”. Parliamo di valutazioni economiche?
No, di riconoscimenti. Dovrebbe essere molto più famoso di quanto in effetti non sia, perché ha scritto e continua a scrivere delle canzoni stupende. Inoltre, lasciatelo dire da uno che lavora con lui da trent’anni, è una persona davvero eccezionale. Mi sento privilegiato a condividere con lui l’esperienza dei Magnum.
Nel recensire il tuo ultimo lavoro solista, Immortal, l’abbiamo definito “molto meno British di quanto non fossimo abituati”. Condividi quest’affermazione? Possiamo parlare allo stesso modo anche del nuovo Magnum?
Beh, è normale che sia più internazionale del solito. Innanzitutto incido per un’etichetta tedesca, e in secondo luogo mi sono circondato di persone provenienti da un po’ tutto il mondo: America, Svezia, Germania.. Era naturale che ne uscisse un prodotto meno legato all’Inghilterra! Il nostro nuovo disco, invece, è internazionale solo in virtù del fatto che raggiungerà molti più paesi rispetto ai nostri lavori precedenti. L’incredibile successo di “Princess Alice…” ha per così dire spianato la strada e ora possiamo permetterci di distribuire in più nazioni.
Per me è tutto Bob. Ti ringrazio davvero tanto e spero di riuscire a scambiare due chiacchiere dal vivo in occasione dei tuoi concerti in Italia ad ottobre. Come sempre, puoi salutare a modo i lettori di Truemetal.it.
Grazie a te e grazie anche ai nostri fan italiani: è grazie al vostro supporto e al numero di copie del nostro penultimo lavoro che avete acquistato che finalmente abbiamo la possibilità di suonare di nuovo per voi: state certi che daremo il nostro meglio, non mancate!
Intervista a cura di Gloria Baldoni e Mauro Gelsomini