Magnum (Bob Catley)
Gloria Baldoni ha fatto per noi una chiacchierata, seppur breve per via di altri impegni sopravvenuti all’ultimo momento, con un gentile e spriritoso Bob Catley.
Ciao Bob, innanzitutto congratulazioni per la vostra ultima fatica, “Princess Alice and the Broken Arrow”.
Puoi dirmi qualcosa sulle lyrics, ad esempio se e come sono collegate all’album?
Il titolo del disco è stato ispirato da due elementi, che si ritrovano in due canzoni del disco:
la prima è “You’ll Never Sleep”, che prende spunto dalla storia di Birmingham, mentre la seconda è “Like Brothers We Stand”, da cui abbiamo preso
il tema della freccia. Questo pezzo parla degli Indiani d’America e dei loro difficili rapporti con l’uomo bianco, e spezzare
la freccia è un simbolo di pace, più o meno come sotterrare l’ascia di guerra. E’ per questo che nella copertina si vede Alice
che spezza una freccia: è la sua reazione di fronte a tutti i mali del mondo.
L’artwork è opera di Rodney Matthews, che fra le altre ha anche realizzato la copertina di “On a Storyteller’s Night”: ci sono altri punti in comune fra i due album?
Effettivamente le due copertine presentano non poche somiglianze, per esempio la presenza di oggetti e personaggi molto piccoli o
di cose appese al soffitto. Il fatto è che quando Mr. Matthews lavora con noi, va sempre a riprendere i vecchi artwork che ha curato,
e forse è inevitabile che venga influenzato da essi. Per quanto riguarda l’aspetto musicale, non mi è mai venuto in mente
che i due dischi potessero assomigliarsi, ma ora che mi ci fai pensare direi che presentano molte affinità, specialmente nei pezzi più atmosferici.
In questo disco avete fatto un utilizzo più massiccio di orchestrazioni e strumenti acustici rispetto a “Brand New Morning”. Come mai?
Le chitarre acustiche e le orchestrazioni sono una scelta ben precisa. Volevamo sperimentare qualcosa di nuovo, e quando abbiamo provato
l’assolo di chitarra acustica nella opener (“When We Were Younger”, n.d.r.) e ci siamo accorti che funzionava alla grande, ci siamo un po’
lasciati prendere la mano… Però ci sono anche molte chitarre acustiche, e tutto sommato trovo che non abbiamo snaturato troppo il nostro sound.
Tu credi quindi che questo disco possa soddisfare sia i vostri vecchi fan che quelli nuovi?
Beh, in occasione del tour per il ventesimo anniversario dell’uscita di “On a Storyteller’s Night”, nel 2005, siamo rimasti a bocca
aperta di fronte alla presenza di così tanti giovani e soprattutto di così tante donne… Ti assicuro che anni fa sarebbe stato quasi
impossibile vederne! Ovviamente questo non può che farci piacere ahahah! Seriamente, spero che anche durante il nostro prossimo
tour avremo il piacere di vedere tanti nuovi fan, perché senza nulla togliere a chi ci segue da tanto tempo, per una band è molto stimolante
suonare di fronte a un pubblico sempre diverso. Peccato che non potremo venire in Italia!
Questo è proprio un argomento che avrei affrontato più tardi: ma perché mancate da così tanto tempo?
Non lo so nemmeno io! Di certo non è per colpa delle vendite, perché ti assicuro che il mercato italiano è sempre stato uno dei
nostri punti di forza. Eppure non c’è uno straccio di promoter disposto a finanziarci… A noi piacerebbe tanto tornare, perchè voi italiani
siete un pubblico fantastico in fatto di calore e partecipazione, però un tour ha dei costi elevatissimi e comprenderai che non possiamo
permetterci di suonare gratis. Tuttavia, spero di vedere tanti italiani quando suoneremo in Svizzera!
Saprai che il rock melodico sta tornando di moda e che diverse etichette, ad esempio la Frontiers, puntano su questo genere.
Tu segui la scena? C’è qualche band in particolare che apprezzi?
Ultimamente sto imparando ad ascoltare l’emo: mi piace moltissimo il disco dei My Chemical Romance e seguo da tempo i Muse.
Sono felice di constatare che grazie a queste band il futuro del rock melodico è roseo! E poi ci sono diverse band che si stanno
riformando, come gli Europe, e sono ancora capaci di suonare buona musica… In generale credo che la scena sia in ottime mani.
Adesso scusa ma ti devo lasciare: poco fa mi ha telefonato KK Downing per organizzare un’intervista e gli ho promesso di richiamarlo
il prima possibile!
Beh, ubi maior… Grazie mille comunque per la tua disponibilità!
Grazie a te e un saluto a tutti i lettori di TrueMetal.it. Spero che apprezzerete il nostro disco!
Avevamo preparato molte altre domande per Bob, speriamo di potergliele rivolgere quanto prima!