Vario

Mainline (Alessandro Benedetto)

Di - 11 Giugno 2007 - 16:39
Mainline (Alessandro Benedetto)

Abbiamo raggiunto il batterista dei Mainline, Alessandro Benedetto, per
parlare dell’interessante debutto discografico della band, From Oblivion To
Salvation. Buona Lettura.

Ciao, partiamo subito a parlare di From Oblivion To Salvation. Un disco che
si sviluppa principalmente su due coordinate, aggressività e melodia, riuscendo
a unire queste due anime in modo convincente.

Sì, possiamo dire che i due lati della nostra anima musicale e artistica si
fondano costantemente sul gioco di queste due direzioni, non solo nella musica,
ma anche nell’artwork e nelle liriche. Abbiamo voluto impostare l’intero lavoro
su questa tematica di contrasti. L’effetto, o il concept d’altronde è parte
fondamentale da quando il nostro gruppo è nato.

Cosa è cambiato principalmente dal vostro ep Neurasthenic?

Sicuramente l’esperienza ci ha insegnato tantissime cose. Abbiamo affilato le
nostre armi diciamo: suoni e melodie più studiate, ed una ricerca artistica
molto molto curata. D’altronde siamo cinque musicisti con background e influenze
molto diverse. L’intreccio di queste componenti ci ha dato la possibilità di
personalizzare il nostro sound. E dalle origini ad oggi abbiamo fatto molti
passi avanti.

Come per i vostri compagni di label, gli Ophydian (prossimamente su queste
pagine. nda), è difficile descrivere in
poche parole il vostro stile…

Proprio perché detestiamo l’idea di partorire un album in poco tempo o con
fretta. Il nostro stile ovviamente si evolve col tempo, influenzato da quello
che è il passare delle esperienza musicali, ma sicuramente non siamo una di
quelle band da un album all’anno. Non ci appartiene questa filosofia. Forse
adesso che abbiamo un po’ più di pressioni rispetto a quando non eravamo sotto
contratto, soffriamo un po’ di più. Ma lo stile è quello che deve essere curato
di più, per non finire ad essere la solita copia della copia.

From Oblivion To Salvation è un disco che suona molto moderno, in grado di
raggiungere un ampio bacino di ascoltatori, grazie a una commistione di generi e
sfumature abbastanza ampia. Siete soddisfatti del risultato?

Sì molto, è la maggior soddisfazione da quando abbiamo iniziato nel ‘99.

Nonostante questo sia il primo full-length ho trovato molto buona la vostra
personalità, e la capacità di miscelare le vostre influenze senza perdere la
vostra identità…

Tutto si può riassumere nell’incontro tra cinque musicisti molto diversi per
background, ascolti e attitudine musicale. Io (Ale, batteria) ho suonato per
anni rock e metal, ma come musicista sono molto interessato al jazz e alla
fusion, Mao (voce) ha sempre avuto un profondo amore per il Grunge, per gruppi
come Pearl Jam, Alice in Chains ecc.., Stefano (chitarra) è molto legato a sonorità più
psichedeliche e acide, Simo (basso) al funk, mentre Flavio proviene, per ascolti
e intenzione, dal death metal.
Da questo scontro di approcci musicali molto differenti è nato il disco.

Anche se sono innegabili gli accostamenti a band come A Perfect Circe,
Deftons, e Tool, nei frangenti più introspettivi della vostra musica, come ad
esempio in Hidden Truth, o Distress.

Deftones e Tool sono due ottime band che ci hanno influenzato durante gli
anni. Ma non solo loro. Le influenze sono importanti e innegabili certo. Mi
piacerebbe citarti anche gli Alice in chains, gli Earthtone9 e i Vision of
Disorder. Ottimi maestri.

Importante è anche la componente metalcore/thrash che dona modernità al
tutto, mi riferisco a brani come One By One, o Set Free ad esempio.

One by One è una canzone nata nel 2001 e il metalcore non era ancora
diventato un pastrocchio come oggi. Sicuramente effetti e stili moderni si
trovano nell’album poiché sono frutto anche di una nostra volontà di cambiare
linfa ogni volta. Ci annoia fossilizzarci su un genere solo.

Il disco si presenta in maniera molto professionale grazie a un artwork
curato e una produzione efficace. Come siete entrati in contatto con Ettore
Rigotti?

La collaborazione e la produzione di Ettore Rigotti ha dato buoni risultati.
Le sue dritte hanno giovando molto ai nostri suoni, fino a quel momento
esclusivamente orientati verso l’ottica del live e senza piena coscienza delle
possibilità date dal lavoro in studio di registrazione. Ettore è una delle
realtà più promettenti nell’ambito di produzioni artistiche qui nel Piemonte,
non solo per i suoi Disarmonia Mundi. Recentemente ha dato forma all’ultimo
lavoro degli amici Slowmotion Apocalypse. Per quanto riguarda l’artwork è tutta
opera del maestro Davide Nadalin, o meglio conosciuto come Nerve. Amico di lunga
data.

Cosa avete in serbo per il futuro?

Bhe nel futuro ovviamente speriamo di toglierci tante soddisfazioni; siamo un
gruppo che dedica molto tempo alla fase compositiva, e la nostra ricerca ci
spinge a confrontarci con lunghe attese di tempo, quindi non so dirti quando
uscirà il prossimo disco, tutto dipende dalla nostra etichetta discografica; per
ora il futuro lo rappresentano i palchi e i concerti dal vivo; nell’autunno
promettiamo molte date qui in Italia e si preannuncia un nuovo tour europeo. E
questo per ora ci basta e avanza

Grazie mille. Puoi concludere a tuo piacimento.

Per chi volesse avere informazioni sui maialine andate sul nostro sito web
www.mainlineband.com.

Stefano Risso