Messiah’s Kiss (Eckard Ostra)
Gran bel disco quello dei Messiah’s Kiss che, tornano di prepotenza sul mercato pubblicando Dragonheart. Ci ha raggiunto telefonicamente il simpatico Eckard Ostra, batterista della band. Buona lettura.
Ciao Eckhard, ti faccio subito i complimenti per il nuovo disco che, tra l’altro, mi è piaciuto molto. Vogliamo presentare Dragonheart ai nostri utenti?
Certamente! Il nostro è un disco di heavy metal tradizionale, heavy metal classico. Ci sono brani basati su un groove spettacolare, brani potenti e rocciosi, pezzi trascinanti, metal senza compromessi.
Puoi spiegarci il significato del titolo che avete riservato al disco?
Non c’è un significato particolare. E’ un titolo fantasy come si può facilmente intuire ed è un nome che calza perfettamente sul brano numero quattro, la title track appunto. E’ una parola molto “True” a mio modo di vedere, qualcosa che ti spinge a combattere per i tuoi ideali oppure qualcosa che ti spinge alla ricerca della verità. Un titolo per i puri di cuore.
Aspettative?
Speriamo di guadagnare qualche fan in più, ahahahahaha. Il nostro metallo, come detto, è tradizionale; tutti coloro che apprezzano questo genere e questo stile non potranno restare delusi da Dragonheart. Abbiamo tirato fuori il meglio di noi, abbiamo utilizzato tutti i mezzi a nostra disposizione per produrre ciò che hai ascoltato. Più di così, credimi, non potevamo fare.
E’ un gran bel disco in effetti, ti dirò di più: credo che Dragonheart sia nettamente superiore al vostro precedente “Metal” con il quale avete perso la necessaria ispirazione. Ora la band è tornata ai livelli che le competono, quelli del debutto di Prayer For The Dying per la precisione. Sei d’accordo?
Completamente, senza nemmeno pensarci sopra. Siamo tornati ai livelli del metal che conta, un metal old fashion se mi consenti. Non abbiamo cercato soluzioni dispersive, non abbiamo esagerato con orchestrazioni che non ci appartengono. Il nostro obiettivo era quello di limitarci a suonare ciò che è alla nostra portata. E’ stato un bellissimo lavoro di gruppo, ci siamo riuniti e abbiamo deciso in totale sintonia. Il nostro è un heavy metal che sa di power, di thrash, un disco alla vecchia maniera. Non credi?
Indubbio… è un disco potentissimo. Questa è la mia analisi spiccia: Dragonheart è una congiunzione tra suoni moderni e influenze classiche. Che ne dici?
Perfetto, è esattamente così. Questo è proprio l’obiettivo che ci siamo prefissati, non esiste definizione migliore di questa. Suona moderno ma, è quanto di più classico si possa trovare sul mercato. Niente da aggiungere.
Che mi dici riguardo alle influenze nel cosiddetto “writing process”?
Siamo stati influenzati da tutto ciò che ha a che fare col passato, a partire dagli anni settanta. Non posso far altro che citare gli Iron Maiden ma è giusto fare i nomi di altri gruppi, questa volta attuali, che ci hanno ispirato. Tra tutti direi gli Ed-guy. Questi ragazzi hanno un grandissimo futuro, anzi, sono presente e futuro del metallo tedesco.
Ed-guy? Non l’avrei detto, piuttosto vi accosterei a Primal Fear e Iron Savior. Cosa pensi del power metal?
Sono un grande fan del power metal. Supporto soprattutto quello tedesco come avrai potuto intuire, ahahahahaha.
Avete scelto liriche che si rifanno, come la copertina, al fantasy?
Si, anche se sono storie di vita attuale. Abbiamo voluto legare il fantasy con la vita di tutti i giorni quando, come detto, devi combattere per i tuoi ideali, per il tuo lavoro e per il tuo futuro. C’è anche qualcosa legato, ma non troppo, alla politica.
Quindi niente concept-album presumo…
Assolutamente no.
C’è un brano di Dragonheart che preferisci? Io ascolto a rotazione questi quattro: The Ancient Cries, Babylon, Dragonheart e Norhern Nights.
Ahahahaha, hai scelto il settore più “leggero” per così dire. Io adoro la title track, Dragonheart, davvero incredibile. Non avremmo mai pensato di riuscire a tirar fuori un pezzo così. Poi c’è l’opener, scelta non a caso, The Ancient Cries, dal tiro micidiale. Mi sembra corretto citare anche The Ivory Gates perché questa canzone combina differenti stili del Truemetal, parti lente, veloci, tecniche… il compendio sonoro dei Messiah’s Kiss con arrangiamenti fantastici!
Tornando un attimo al power metal, hai ascoltato qualcosa che ti ha colpito ultimamente?
Come detto gli Ed-guy, ascolto i loro dischi ogni giorno. Come da te accennato Primal Fear e Iron Savior… Non posso dimenticare i mitici Gamma Ray di Kai Hansen e i Masterplan che sono in fase di “sviluppo”, per così dire… a breve MK II entrerà nel mio fido lettore ahahahahaha. Sono un fan come tutti voi, Gaetano.
Ora una domanda un po’ più “filosofica” Eckart. Cosa pensi del futuro dell’heavy metal? Non pensi che la crescita spropositata, mi riferisco allo stile ed al sound, degli ultimi dieci anni possa portare a gravi conseguenze?
Non so che dire sinceramente e non riesco a guardare troppo in la nel futuro. Come hai detto tu la crescita è spropositata, forse sproporzionata. Come vedi tutti si rifanno a questa o a quella band dal passato straordinario e proprio per questo, il metallo non morirà mai. Io dico che la situazione, in questo momento, è ottima. Ci sono in giro grandi gruppi e grandi cd. Bisogna supportare il metallo della nuova generazione.
Uhm… Life is Now…
Proprio così (naturalmente, non poteva cogliere “l’ironia” presa in prestito dallo spot Vodafone ndg)
Credo e spero che la vecchia scuola heavy metal torni presto in auge. E’ solo una mia opinione ovviamente. Pensi ci possa essere una chance in tal senso?
Di sicuro! La gente non ha mai dimenticato che cosa siano British Steel o The Number Of The Beast. La qualità non manca oggi giorno, bisogna mettere al servizio gli strumenti giusti alle band che garantiscono qualità, non quantità. E in giro ce ne sono. Mettere tutto ciò che hai a disposizione a favore del primo che passa, anche in termini economici, non è il metodo corretto. Bisogna saper lavorare in tutti i settori del music business.
Concordo. Tornando ai Messiah’s Kiss, a quando un concerto in Italia?
Gli italiani hanno un feeling particolare con l’heavy metal classico, così come gli spagnoli. La mia speranza è quella di tornarci quanto prima, e vedrai che ci riusciremo. Che voi siate il pubblico più caldo e riconoscente non è certo un segreto. Qui in Germania lo sanno tutti.
Gran bel complimento. Bene Eckart, siamo al termine, a te l’onore e l’onere di chiudere l’intervista con un messaggio alla nostra utenza.
Con molto piacere. Ragazzi aspettateci perché prima o poi torneremo da voi per una serie di energici show. Ci divertiremo e ci sarà da festeggiare la vittoria del campionato del mondo di calcio, noi tedeschi facevamo il tifo per voi nella finale. Nel frattempo godetevi Dragonheart a ritmo di Rock & Roll!
Gaetano Loffredo