Dopo l’interessante Idiosyncratical Armageddon (qui la recensione) è venuto il momento di parlare con Hypersang, voce dei Nalvage. Credevo l’avrei preso per sfinimento seppellendolo sotto un cumulo di domande, ma grazie ad una preparazione psico-fisica invidiabile ha risposto con precisione ed estrema disponibilità respingendo al mittente gli attacchi.
Ciao Hypersang, senza tanti fronzoli ti dico: complimenti perché ci andate giù pesante. Sì, anche se sentiamo che non è ancora abbastanza. Ad ogni modo ti ringrazio per i complimenti e per l’intervista.
Nella recensione ho omesso volutamente la vs. biografia in vista di questa chiacchierata. Raccontaci la storia dei Nalvage. Well, siamo un gruppo relativamente giovane, nato due anni e mezzo fa. Da allora, abbiamo sostenuto una discreta attività live, suonando in varie città italiane sia con altre band emergenti che con nomi più conosciuti come Necrodeath e Infernal Poetry. Abbiamo anche partecipato al concorso “The Battle of the Metal Bands” di Metal Hammer / Metallus, arrivando in finale. E’ stata una bella esperienza senza dubbio. Per quanto riguarda i lavori su disco, il nostro primo output è stato il promo 2Hymns: Countless Corpses, il cui scopo principale era quello di farci conoscere all’interno del circuito degli eventi live: si trattava di 2 track che fin da subito sono state rese disponibili sul nostro sito. Poi è stata la volta di Idiosyncratical Armageddon, il nostro primo demo vero e proprio.
Visto che l’hai già menzionato, parlami del concorso. Cosa vi è rimasto di quell’esperienza? Si è trattato senza dubbio di un’esperienza significativa. Era la prima volta che ci misuravamo con altre band e il confronto è un elemento fondamentale per la crescita. Ci ha dato l’opportunità di fare la conoscenza di altri musicisti (con alcuni dei quali siamo ancora in contatto) e di suonare in città in cui non avevamo mai suonato, come Milano. Purtroppo l’organizzazione in sè non è stata proprio il massimo, ma questo è un handicap ampiamente diffuso nell’ambiente metal undergound, che si tratti di serate in club, locali o eventi di più grande portata come questo.
Mi incuriosisce il nome della band, perché avete scelto proprio il Nalvage? Nalvage è il nome di un angelo che si inscrive nel sistema della Enochian Magic. Egli consegnò all’uomo una Tavola che recava i simboli necessari alle evocazioni, ed è quella che si può vedere nel background della copertina di Idiosyncratical Armageddon. Personalmente non credo in questo tipo di magia come in nessun altra forma di esoterismo, tuttavia mi interessava il Sistema per come esso era costruito. Difatti tutto l’impianto lirico di Idiosyncratical Armageddon è organizzato secondo questo sistema magico: il significato è frutto esclusivo dei miei pensieri, mentre il significante è dato dalla “magia”.
Anche da questa risposta si capisce che approfondite molto gli aspetti concettuali del comporre musica. Io, per non fare un semplice copia/incolla delle note biografiche, ho riassunto in due righe il concept del disco. Ho cercato di dare un’idea di massima ma, essendo una parte molto importante del vs. lavoro, vorrei ce ne parlassi più compiutamente. Il tuo breve riassunto esemplifica chiaramente l’idea di base del concept. Il fondamento su cui poggia l’Armageddon Idiosincratica è l’Impulso di Essenza, che caratterizza la dicotomia psichica/fisica propria dell’essere umano. I quattro brani del cd sono espressione di altrettante fasi in cui l’Io si relaziona all’Impulso: ne prende coscienza, lo nega in quanto costrizione psichica e fisica, per poi pervenire alla totale annullamento dell’Impulso – e quindi dell’Io stesso. Si tratta di un viaggio in cui l’essere umano trascende la sua stessa umanità, lasciando come sua unica traccia il dolore perpetuo della propria ascensione: “possa, tutto ciò che resta, respirare con dolore, secoli di me” (“Centuries of Me“).
Ho parlato di “progetto musicale” perché sento palese l’intento da parte vostra di offrire un disco che sia completo sotto tutti i punti di vista. Come intendente la musica? Ascoltandovi, si sente che non volete essere banali ma che cercate di dire qualcosa di positivo ed innovativo all’interno di un genere… Ritengo che il minimo che una band “nuova” possa proporsi di fare è cercare di dire qualcosa di altrettanto “nuovo”. Non trovo di alcun interesse ascoltare una band emergente che ripropone per l’ennesima volta schemi e sonorità già ampiamente radicate. Questo, nel nostro approccio al songwriting, si concretizza nella ricerca di soluzioni – assolutamente non innovative o sperimentali – ma almeno non scontate. Per quanto riguarda la composizione vera e propria, non abbiamo mai un obiettivo preciso, semplicemente ci esprimiamo nel modo più naturale. In questo processo un ruolo precipuo è detenuto dai nostri ascolti musicali, che sono indubbiamente eterogenei. Le coordinate del nostro sound restano inscritte in una proposta che sia diretta senza risultare banale e i nuovi brani che stiamo arrangiando seguitano a muoversi con impeto verso questa direzione
Vergognati! Quindi desumo con immenso disgusto personale che tu non sia un gran tifoso della maggior parte dei gruppi black metal grondanti termini quali “cult” “raw” “norse” ecc… (lo sapevo che non dovevo parlare con questo ragazzo). Il black metal costituisce una parte significativa dei miei ascolti musicali, è genere che apprezzo molto. Tuttavia non condivido assolutamente il sistema di valori di cui è portatore. Non mi riferisco alle credenze, alle ideologie o alla pseudo-filosofia con cui si intreccia la proposta musicale, quanto agli atteggiamenti con cui ci si relaziona al black metal. I “blackster” attribuiscono un significato di portata sproporzionata ad elementi quali l’immagine e l’attitudine, e il risultato sono centinaia di black metal band che incentrano la loro proposta su proclami di integralismo ed “evilness” piuttosto che concentrarsi sulla musica. E’ l’audience che ha plasmato il panorama black metal odierno, un panorama in cui troppo spesso il facepainting conta di più di canzoni degne di essere ascoltate (sì è uno scellerato, c’è poco da fare, anche se sento di condividere il senso delle sue parole che ha un fondo di verità – ndr).
Nella recensione ho parlato di “brutal death”, alcuni che hanno commentato e che vi conoscono meglio dicono non siate “brutal” per cui lo chiedo direttamente e te. L’etichetta sulla confezione dei Nalvage cosa dice? E’ così importante per voi stabilire un filone nel quale inserirvi? Dalle tue parole non si direbbe… Premetto che trovo i “generi” una forma totalmente inadatta di classificazione della musica e dell’arte in generale. E’ metodologicamente impossibile operare una classificazione di qualsivoglia espressione artistica, tuttavia sono una realtà ampiamente riconosciuta e quantomeno fungono da linee guida per l’ascoltatore. Per quanto riguarda i Nalvage, noi ci auto definiamo “death black”, la componente “death” si configura in passaggi brutali e diretti, mentre quella “black” si manifesta in frangenti maggiormente melodici. Idiosyncratical Armageddon è decisamente spostato verso il death, mentre in 2Hymns:Countless Corpses le due componenti erano in una situazione più paritaria. I prossimi brani stanno spostando nuovamente l’equilibrio: le parti death sono più brutali dirette e tecniche, mentre l’anima black è tornata prepotentemente a farsi sentire, il tutto su strutture articolate ma che puntano comunque a risultare immediate.
C’è qualche nome in particolare al quale vi rifate musicalmente? Hai parlato di influenze varie derivanti dai vs. ascolti musicali che sono… Veniamo tutti da background musicali diversi. I miei ascolti erano incentrati sul gore-grind, Remenis proviene dal prog, Luca dal thrash e Amaral dall’heavy metal poi, una volta creato il gruppo, si è verificata una sorta di convergenza verso tipologie di musica che – stranamente – prima non ascoltavamo. Attualmente tutti siamo grandi amanti di band come Dying Fetus, Behemoth, Dissection, Anaal Nathrakh, Decapitated, Nile, Emperor, poi ognuno ha le sue innumerevoli influenze personali, anche extra-metal.
Extra metal? In particolare? Io seguo marginalmente qualche genere estraneo, dallo stoner al dark ed adoro i Sopor Aeternus mio pallino musicale imprescindibile. Anche a me piace lo stoner (eheheh come se non lo sapessi – ndr), poi amo particolarmente la musica psichedelica e anche io ho un mio “pallino musicale”: swing e big band statunitensi della prima metà del ‘900, sono sonorità che adoro! Remenis invece è amante del folk e dell’elettronica, Amaral è pazzo di qualsiasi musicista “virtuoso” e Luca ascolta parecchio jazz e fusion.
Dalle tue parole posso ipotizzare che il vs. sia un gruppo affiatato che vive un’ottima intesa musicale. Che rapporto vi lega? L’intesa prosegue anche fuori dall’ambito musicale? Generalmente siamo insieme solo quando proviamo e quando andiamo a vedere qualche concerto, perchè non viviamo nella stessa città. Siamo tutti della provincia di Napoli, ma di città diverse. Non è affatto facile trovare gente disposta a suonare metal estremo, per cui ci siamo “cercati” molto a lungo… probabilmente il fatto di non stare insieme con grande continuità costituisce un elemento di forte coesione (paradossalmente). Nonostante siamo molto amici il non frequentarci evita che la band sia destabilizzata da screzi personali e cose del genere.
Cosa ne pensi del metal estremo odierno? Mi ha fatto riflettere un’affermazione che ho sentito fare e che diceva sinteticamente “il metal sta diventando il genere più commerciale del mondo”. In poche parole posso dire che non ha senso, semplicemente perchè non ha senso parlare di musica “commerciale”. Qualsiasi espressione artistica, nel momento stesso in cui viene proposta al pubblico diviene “commerciale”. Inoltre le label troppo spesso antepongono le regole di mercato alle necessità artistiche delle band, il che rafforza ulteriormente quanto detto. Piuttosto, sarebbe opportuno parlare di aspetti quantitativi, piuttosto che qualitativi. Tutta la musica è di natura commerciale perchè risponde variamente a criteri di commerciabilità, al limite ci si può chiedere qual’è la portata del fenomeno. Quindi qui “commerciale” è erroneamente usato per dire che il metal sta allargando considerevolmente la propria base di ascoltatori. Posso anche essere d’accordo, in questo senso e aggiungo che non ci trovo nulla di male, anzi.
Quindi non ritieni un male se la musica metal prenderà sempre più piede allargando il suo bacino? Non temi un annacquamento della proposta musicale, una massificazione che uccide la qualità favorendo la quantità? Certi dischi sono i cloni spudorati di altri eppure le label li osannano come nuovi miracoli. Questo è un problema che riguarda chi non ha potere discrezionale… personalmente se un disco non mi piace evito di ascoltarlo. Per quanto concerne la questione delle band-clone, ci sono sempre state, quindi non vedo la novità se non, ancora una volta, di carattere quantitativo e non qualitativo. Ci saranno sempre band che avranno il buon senso di esprimere realmente la propria proposta musicale, anzi maggiore è la massificazione maggiore sarà la forza di idee ad essa antitetiche. Inoltre guardiamo anche agli aspetti positivi: la qualità media della preparazione tecnica e della produzione è aumentata considerevolmente e solo i “nostalgici” e i closed-mind possono avversare un simile cambiamento. Infine, una maggiore estensione del fenomeno metal implica un deciso miglioramento per quanto riguarda concerti, locali, attenzione mediatica e interessamento delle label, in un circolo virtuoso che non necessariamente premierà solo le band-clone, ma porterà vantaggi diffusi a tutta la comunità metal. Senza parlare della “traslazione” che inevitabilmente si verifica e porta allo scoperto nuovi “estremismi musicali”.
Traslazione in che senso? Intesa come lo spostamento dei gusti del pubblico verso nuove realtà che nascono dalla commistione di vari generi? Se non ho capito male un esempio potrebbe essere il “post-core”. No, per traslazione intendo un fenomeno naturale che segue l’evoluzione dell’espressione artistica. L’estremismo è sempre stata una necessità fondamentale di manifestare un pensiero ai “limiti” di quello che è la concezione più ampiamente condivisa dell’arte in un determinato momento. In parole semplici, se agli inizi degli anni ’80 il grind e il death erano la massima espressione dell’estremismo musicale, oggi che questi generi (seppur in una forma naturalmente modificata) hanno allargato notevolmente la propria base di ascoltatori, hanno inevitabilmente spostato il baricentro lasciando “scoperte” quelle che sono le zone marginali della musica… da qui la nascita di nuovi modi di concepire l’estremismo. L’arte evolve per violazione degli schemi vigenti in un dato periodo temporale e questo è uno delle manifestazioni di detto fenomeno.
Quindi “sponsorizzi” ed auspichi una costante estremizzazione in ambito musicale come segno di evoluzione. Non temi diventi fine a se stessa? Io ad esempio non riesco a dare un senso a certi progetti che hanno come unico scopo la destabilizzazione dei canoni usuali. Li trovo superflui… Comprendo la tua visione, ma sono giudizi che implicherebbero l’analisi delle motivazioni che spingono una band a fare musica, quindi un’analisi impossibile. Prendiamo ad esempio i Sunn O))), sono senza dubbio i rappresentanti di un estremismo sconvolgente, una proposta che si fatica davvero a definire come “musica”, però non possiamo dire se questa band scrive i suoi album con l’unico scopo di dare fastidio alla Musica, di risultare originale e anticonformista a tutti i costi o perchè è effettivamente espressione della loro concezione di arte e, in fin dei conti, non è che interessi poi tanto. Se Scum dei Napalm Death fosse stato un album scritto per il semplice motivo di suonare originale a tutti i costi, questo non avrebbe di certo cambiato la sua importanza storica. Inoltre, all’epoca anche i Napalm Death erano considerati rumore e basta… in una prospettiva diacronica è così che procede l’evoluzione dell’estremismo. A proposito, ascoltate i The User, fanno musica utilizzando esclusivamente vari tipi di stampanti!!!!
Guarda, con quest’ultimo esempio mi hai davvero steso a terra. Allora rilancio dicendoti che, se non ti è già capitato, quando saranno in zona vai ad un concerto delle Allun, sono italiane e suonano decisamente “anticonformista” usando anche frullatori… Beh è giusto che le donne utilizzino i propri strumenti del mestiere per fare musica…. heheheheh scherzo… (ride – ndr).
Secondo te perché all’estero il metal, anche quello più estremo come il vs., ha in ogni caso più risalto che da noi? E’ solo una questione culturale? Noi soffriamo costantemente quella piaga che è “la nostra tradizione melodica” che soffoca tutto il resto. E’ innegabile che qui da noi il classic metal abbia una portata decisamente preminente rispetto ad altri generi musicali, però credo sia un fenomeno analogo ad altre nazioni, con le dovute proporzioni, ovviamente. Il problema è che qui ci sono meno metalhead rispetto – ad esempio – a Germania e USA ma per quanto riguarda il rapporto non credo che la sostanza cambi molto da nazione a nazione. L’heavy, il power e il thrash sono generi predominanti ovunque, le “nicchie” si creano qui da noi perchè in valore assoluto l’auditorio è inferiore. Per fare un esempio, in USA 1000 persone ascoltano metal, e solo 200 di queste ascoltano brutal, in Italia 10 persone ascoltano metal, e solo 2 di queste ascoltano brutal. Ecco perchè il brutal è meglio accolto in USA, ancora una volta, è una questione quantitativa, e non qualitativa.
Indubbiamente, io però mi riferivo proprio ad un livello più ampio ancora. Purtroppo per chi ascolta il metal, noi siamo il paese di Claudio Villa e di Massimo Ranieri tanto per intendersi. Questo si ripercuote sul movimento in Italia, sull’organizzazione dei concerti (che anche voi avete testato come accennavi prima) e che ci lascia in disparte rispetto ai grandi eventi. Non è una novità che tanti gruppi interessanti saltino la penisola per problemi organizzativi o semplicemente perché nessuno raccoglie i loro inviti. Spesso si deve sperare nella volontà di pochi “eroi” nostrani che si spremono in proprio per darci concerti importanti, soprattutto nell’underground. Sì, è giusto quello che dici, ma si ricollega a quello che ostenevo prima. Qui il numero di ascoltatori metal è decisamente esiguo rispetto a molte altre nazioni europee (e non), è tutto proporzionato non ci possiamo fare niente, se non costringere la gente ad ascoltare metal…
Quindi italiani ascoltate metal accidenti! Anche se, detto al pubblico di Truemetal non ha molto senso. Comunque il popolo metallaro in Italia è anche strano, nel senso che spesso si piange l’assenza degli eventi e poi, quando ci sono, finiscono per essere delle riunioni tristissime di pochi appassionati e le facce sono sempre le stesse. Ricordo vari esempi sconcertanti che ancora non riesco a spiegarmi, come la manciata di spettatori al ritorno dei Samael a Pavia (complice anche un nebbione inclemente). Credo sia un problema culturale che il popolo metal lamenta ma che sotto-sotto ha nel sangue. Potrei citarti innumerevoli esempio a supporto di quanto dici. Purtroppo è così.
Certo bisogna tenere duro e supportare il più possibile le nuove leve che nascono nel nostro paese. Ad esempio, voi siete la seconda ottima realtà death che proviene dalla Campania dopo gli Endorphine, segno che sembrerebbe esistere una “scena” locale. Cosa pensi del metal nel sud? In generale, dell’Italia nel metal che impressione hai? Il panorama metal in Campania è ancora troppo ancorato a vecchie band “storiche” (tra molte virgolette) che oramai hanno fatto il loro tempo. Di realtà nuove ce ne sono senza dubbio, anche se ancora in troppi sembrano prediligere la “via del clone”. Se parliamo di metal estremo invece, la situazione è ben più misera, ma anche qui è un discorso di proporzioni riscontrabile ovunque in Italia. Le differenze tra regione e regione non sono poi tantissime…. ad esempio, credevo che solo qui al sud fosse un’impresa trovare i componenti per mettere su una band, invece ho riscontrato che è una “piaga” estesa su tutta la nazione. Per quanto riguarda la “scena” (questa parola mi mette i brividi) non esiste qui in Campania e ho buone basi per ritenere che sia un fenomeno alquanto raro anche in altre città Italiane. Certo, tra appassionati di metal ci si conosce tutti, ci si ritrova ai concerti ma in quanto a relazioni “artistiche” o a qualsiasi velleità di condivisione “ideologica” (cosa che determinerebbe una “scena”) neanche a parlarne.
Torniamo a parlare di Idiosyncratical Armageddon. Io ho scelto “HFG” come la migliore track del quartetto in quanto, a mio parere, più equilibrata. Tu quale preferisci? Vuoi raccontarci i vari brani dal vs. punto di vista? Ci trovi evidentemente concordi con la tua scelta dal momento che anche noi abbiamo scelto “HFG” come brano più rappresentativo del cd, rendendolo disponibile in mp3 sul nostro sito. “HFG” e “Unearthly Bloodism” sono le due canzoni che meglio esemplificano il sound dei Nalvage ed infatti le nuove composizioni proseguono lungo il cammino da esse tracciato. “Centuries of Me” è il brano cronologicamente più vecchio, potremmo ipoteticamente porlo come punto di contatto tra Idiosyncratical Armageddon e il precedente promo. Sembra essere il brano maggiormente gradito dagli ascoltatori più “tradizionalisti”, mentre per “Theuthian” sembra essere il contrario. Sono brani che coprono pienamente quello che è il nostro spettro espressivo, che attualmente sembra essere andato “oltre” come è giusto che sia.
Vi siete autoprodotti, un bell’impegno sotto molti aspetti. Siete soddisfatti? Parlaci delle sessioni di registrazione dell’EP. Era la secondo volta che avevamo a che fare con uno studio di registrazione, quindi l’impatto non è stato “traumatico” …però è sempre un’esperienza utile, per quanto stancante possa essere (e lo è molto). Le sessioni sono durate molto più del dovuto perchè ci sono stati vari problemi con lo studio di registrazione e alla fine abbiamo subiti ulteriori rallentamenti in fase di mixaggio. La persona che si è occupata delle registrazioni era molto esperta e competente ma, purtroppo, non capiva assolutamente nulla di metal per cui il suo mixing era qualcosa di inascoltabile; abbiamo dovuto farlo ex novo. Il risultato ci soddisfa perchè rispetto alla media dei lavori autoprodotti (ho occasione di ascoltarne tantissimi) è senza dubbio ottimo. Tuttavia siamo coscienti che sarebbe potuto essere decisamente migliore sotto molteplici punti di vista. Alla fine possiamo essere comunque contenti dell’output definitivo, anche perchè abbiamo curato molto la componente grafica, optando anche per un cd professionale piuttosto che per il cd-rom fatto in casa.
Come hai anticipato, state lavorando alle nuove canzoni. A quando la nuova uscita ufficiale dei Nalvage? Tra l’altro credo siate senza un contratto. C’è qualche buona nuova dal fronte discografico? Per il contratto ancora non possiamo dire niente perchè dobbiamo ancora spedire il prodotto alle label. In ogni caso non sarà facile ottenere un deal proprio perchè, come ti dicevo, la qualità media sì è innalzata notevolmente. Riguardo alla composizione di nuovi brani, abbiamo completato l’arrangiamento di una nuova song che – come dicevo – esalta quelli che sono i punti cardine del nostro sound: assalti brutal death, parti melodiche di matrice black (che sono molto più presenti rispetto a Idiosyncratical Armageddon), sia svedese che norvegese ed inoltre qualche passaggio jazzato. La struttura è articolata però l’impatto sembra essere comunque elevato, l’abbiamo già proposta dal vivo ed è risultata sorprendentemente immediata. Per un nuovo lavoro, comunque, dovrà passare un bel po’ di tempo sia per una questione di songwriting che per una questione economica. Autoprodurre un cd professionale è piuttosto dispendioso e non tutti lavoriamo… sono sacrifici che si fanno volentieri in nome della passione per la musica, ma se nel frattempo arrivasse un contratto sarebbe tutto molto più semplice.
Ora, se mi permette, una domandina di attualità: “Monsignor Hypersang, per chi ha votato nel segreto della Cappella Sistina? Ora può dircelo, non sia restio con gli amici di Truemetal. Si prospetta un pontificato all’insegna della continuità…” Penso che un papa come Nazinger… aehm…. Ratzinger sia quanto di meglio un blackster trù ivol possa desiderare… insomma per una volta la Chiesa ha scelto di accontentare anche i cattivi. Mi sembra giusto che sia così (durante questo botta e risposta il tasso di “cretinina” ha raggiunto il livello di guardia – ndr).
Dopo questo tocco, che innalza l’intervista ad un livello superiore, è meglio passare ai saluti… Well Giorgio, ringrazio te, Truemetal e i suoi lettori per il tempo dedicatoci. Tutti coloro che non sono stati colti da nausea o mal di testa durante la lettura dell’intervista possono azzardarsi a visitare il nostro sito www.nalvage.net per mp3, lyrics e foto (porno solo su richiesta). Sieg Hey !!!! (il saluto è nazi – fonzarellesco – ndr)
|