Napalm Death: Barney Greenway, ‘era fottutamente irritante a volte, ma Jesse Pintado mi manca molto’
Intervistato in podcast su “No Fuckin’ Regrets With Robb Flynn”, Mark “Barney” Greenway ha raccontato gli ultimi anni di Jesse Pintado e la sua dipendenza dagli alcolici. Dipendenza che lo avrebbe portato al decesso per insufficienza epatica. Era il 27 agosto 2006.
Al tempo era praticamente un alcolista a tempo pieno. Sostanza che si è presa la sua mente. Non voglio davvero giudicarlo o dire cose negative su di lui. Certe sostanze ti aprono la mente e nel corso della sua esistenza lo hanno portato a esplorare sentieri piuttosto interessanti. Però la cosa poi è diventata piuttosto intensa. Non ricordo esattamente quando sia andato troppo oltre ed abbia iniziato a far perdere le tracce di sé. Avevamo in programma un paio di registrazioni, quando lui sparì completamente dal Paese. In pratica ci portò al punto di lasciarlo andare per un po’. Di lasciarlo tornare a Los Angeles per stare un po’ con la famiglia e, con un po’ di fortuna, rimettersi in riga. Purtroppo alla fine non ha funzionato, con l’ovvio finale annunciato. Fu emotivamente forte. E’ piuttosto strano a ripensare ad allora, lui ha fatto la sua scelta, definitiva. Jesse è rimasto sempre se stesso e io lo ammiravo per questo. Sfortunatamente, alcune delle sue scelte lo hanno ucciso.
Mi manca. Era una persona fottutamente irritante a volte, ma era anche un gran ragazzo e mi manca molto.
Era fuori dalla band da alcuni anni. Noi eravamo in tour e stavamo volando indietro da qualche posto, quando Shane Embury scoprì che era morto. Comunque lo scoprimmo dopo. Ricordo di essere tornato a casa e mentre attraversavo la porta realizzai il fatto e mi colpì duramente. Mi misi a piangere per un po’ e feci uscire tutto. Solo dopo iniziai a prenderla con filosofia. Jesse ha preso la sua strada. Era un bravo ragazzo, prima e dopo essere caduto nella dipendenza. Per cui fu triste apprendere della sua scomparsa. Per quello che ne sappiamo fu l’alcool a ucciderlo, a avvelenare il suo corpo, letteralmente.