Napalm Death: il nuovo album parlerà de Gli Altri, persone a fatica considerate umane. La Brexit…
Intervistato in occasione del festival Motorcultor in Francia, da Metal Mad TV, il frontman dei Napalm Death, Mark “Barney” Greenway, ha toccato vari temi di attualità e rivelato le prime indiscrezioni sul nuovo album.
Dato che stiamo componendo il nuovo album dei Napalm Death, stiamo ascoltando molto The Young Gods, perché ci sono diverse cose che vorrei realizzare e loro per noi sono parecchio influenti. Moltissimo. Siamo davvero vicini a completarlo, speriamo di riuscirci verso febbraio/marzo del prossimo anno. Ancora non posso darvi un titolo, ma le tematiche che affronterà, riguarderanno “gli altri”. Un buon esempio di persone che vengono trattate come se fossero “altro”, è tutta questa faccenda degli immigrati. Ovviamente non tutti, ma esiste una certa percentuale di persone che li considera come se fossero un qualcosa di differente – a fatica considerate umane. Voglio combattere questo modo di pensare. Non ci sono solo gli immigrati o comunque vogliate chiamare le persone che migrano. Ci sono anche altre “categorie”, altre persone trattare come se fossero “altro”.
Riguardo alla Brexit:
Credo che tutta questa vicenda sia fottutamente stupida. L’Unione Europea ovvviamente non è perfetta sotto vari punti di vista. Il tipo di UE che vorrei vedere è quella che esiste unicamente per garantire la pace tra i popoli e che fornisce un aiuto alle persone più bisognose. Il lato finanziario della UE – il modo in cui la finanza viene usata – è davvero un problema; come entità sociale credo che sia una buona cosa, ma ha bisogno di riforme. Ma immagino che non sia questo il punto. Tutta questa cosa del Regno Unito che si renderà isolato, scordatevi della Brexit, il punto è che il Regno Unito finirà per isolare se stesso, che è una cosa davvero stupida. La Brexit in sè, per me è quasi irrilevante. Più che altro è questa sensazione di voler essere una nazione isola e che tutti gli altri sono secondari. E’ un po’ un ritorno a una mentalità imperialista. La vecchia cultura colonialista. Una cosa che ormai se n’è andata e che è bene che non ritorni.
Qui, l’intervista completa: