Nashville Pussy (Blaine Cartwright)
L’uscita del nuovo ‘From Hell to Texas’ è l’occasione giusta per parlare con Mr. Blaine Cartwright, il Lemmy d’America, anima e corpo dei Nashville Pussy. Forte accento del sud e risate su risate in una chiaccherata in cui il mainman della band americana non manca di seguire anche qualche consiglio che arriva (urlato) dalla moglie e chitarrista della band Ruyter Suys, in giro per casa ma attenta a seguire il marito nell’intervista…
Buona lettura!
Ciao Blaine come va?
Benone, tu?
Non c’è male, qui è venerdì sera quindi il morale è abbastanza alto…
Capisco. (risate)
Allora Blaine, ‘From Hell to Texas’, nuovo disco dei Nashville Pussy, che sono di Atlanta, Georgia. Che succede? State cercando di attraversare tutti gli stati del Sud o volete solo confondere i fan?
(Risate) E pensa che io sono del Kentucky! (risate) Questo disco è per Dallas, per LA, per New York City… sono un uomo del sud-est ma questo disco è per tutti!
Com’è la situazione negli States? Ci sono spazi? C’è buona musica? Qualche buona radio?
No, qua è una merda. L’unico modo per avere un po’ di buona musica è sottoscrivere una specie di pay-radio, dove hai un canale per ogni genere. Per il resto nelle radio commerciali normali passa solo la solita merda.
Passano solo robaccia da Grammy…
Ok mi hai fregato in pieno (risate)
Dai Blaine davvero… come è successo? Voglio dire, non siete esattamente una band da prima serata o da cameo nelle sfilate di moda…
Ovviamente per errore! Siamo stati invitati per sbaglio, ne sono sempre più convinto! È come se mi fosse arrivato l’invito per suonare alla cerimonia di Obama. Pensa che alla serata dei Grammy ci siamo pure andati ma è stata una tristezza, una noia mortale, musica di merda tutta sera! (risate)
Però su un film ci siete finiti…
Sì su Super Troopers, però non è che abbia avuto grande successo. È quasi un film di serie B, non lo conosce nessuno…
Come no! Io ho il dvd e mi piace, è un film molto rock n’ roll. Mi ricordo una scena impagabile dove dei poliziotti che alla domanda “ma è vero quello che si dice di voi?” rispondono una cosa tipo “solo quella storia del tour bus degli AC/DC”. Grande film! (risate)
Torniamo un attimo al disco nuovo, devo ammettere che mi ha abbastanza sorpreso. Mi aspettavo qualcosa sulla scia di Get Some e invece ho trovato un lavoro molto orientato verso il southern rock, più lento, con un sacco di parti blueseggianti, se vogliamo molto più orecchiabile degli altri…
Mmmhh sì posso condividere. È abbastanza diverso dai precedenti, più lento, possiamo dire anche più orecchiabile per certi versi.
Anche nelle numerosi parti punk rock e nei ritornelli mi sembra molto più arioso… penso per esempio al ritornello di Why Why Why…
Credo tu abbia ragione, anche se non siamo mai stati una band eccessivamente cupa o introversa.
E ci mancherebbe! Questi cambiamenti sono frutto di una decisione ponderata, una scelta, o siete andati a ruota libera?
In realtà è dipeso molto dala musica che ascoltavo durante il songwriting. Molte cose di fine ’50 e inizio ’70 che credo mi abbiano condizionato parecchio, sicuramente più che in passato.
A proposito di songwriting, i Nashville Pussy possiamo dire siano quasi una band a conduzione familiare. Scrivete assieme o ognuno si ritaglia il proprio tempo?
No assolutamente, mi piace scrivere da solo. Scrivo musica e testi in totale solitudine, mi riesce più facile concentrarmi. Ovvio che poi mi trovo con gli altri e sistemiamo le cose. Alcuni sanno scrivere in compagnia, io non riesco. Per esempio Jeremy e Karen si trovano a scrivere assieme, oppure Ruyter è bravissima a comporre in sala prove, uscendo da una jam. Io non ce la faccio, troppo casino, ho bisogno di tranquillità. C’è gente che scrive quando è in tour, ma cazzo! Io quando sono in tour voglio bere birra e fumarmi erba buona, non voglio scrivere pezzi! (risate)
È passato diverso tempo da ‘Get Some’. Eravamo abituati a un disco ogni due anni, al momento ne sono passati quasi 4. Credi che questo lasso di tempo abbia influito sui pezzi del nuovo disco?
Sì credo di sì. Per esempio prima ascoltavo più punk rock quindi sicuramente i vecchi brani ne hanno risentito.
Però sai, volevamo prenderci tutto il tempo necessario, essere sicuri che le cose fossero ben fatte, senza fretta. Posso però già dirti che la prossima volta spero di fare tutto in meno tempo.
Cosa ascolti nel tempo libero?
Un sacco di musica, soprattutto dai ’50 ai ’70: James Brown, The Temptations, Rolling Stones… ovviamente tutte cose in cui la chitarra gioca un ruolo primario.
Tra le cose nuove invece?
Al momento il mio gruppo preferito qui egli Stati Uniti sono i Bigfoot! Grandi! Poi ascolto cose tipo Molly Hatchet.
Da uomo del sud sicuramente conosci gli Hayseed Dixie…
Yeah, divertentissimi. Poi adoro il bluegrass, d’altronde il museo del bluegrass è a Owensboro, che è la mia città natale! C’è anche un altra band che fa cose del genere, con tipo brani hip hop, si chiamano Bad Livers.
Ho presente, loro però sono texani giusto?
Esatto, di Autin.
Preferisco gli Hayseed Dixie. A proposito, se c’è una band che ogni rocker deve amare, secondo me quella band sono gli AC/DC. Hai sentito il disco nuovo? Che ne pensi?
Ottimo. Oviamente diverso dai primi ma davvero molto bello. Ha bisogno di un po’ di tempo perchè nonostante tutto non è così immediato come gli altri, ma veramente bel disco con grandi brani: War Machine, Big Jack, Stormy May Day…
Visto che mi citi Stormy May Day… ho trovato Brian Johnson in forma grandiosa su Black Ice.
Vero, ottime linee vocali.
Erano in tour negli States poco tempo fa, sei andato?
Sì, grande show! Abbiamo speso 200 dollari per dei posti terribili ma ne è valsa la pena. Ottima setlist, nessun errore, pubblico soddisfatto. Grande serata!
Blaine i vostri show sono sempre una festa, la gente si scatena, voi pure… quanto è importante per i Nashville Pussy suonare live?
Tantissimo. C’è chi preferisce incidere dischi ma non io. Essere in studio ha il suo fascino, crei qualcosa che ti rimane materialmente, vedi il tuo disco negli scaffali e senti una grande soddisfazione dentro… ma stare on the road, quello è secondo me il top! Indiscutibilmente la parte che adoro di più!
In contatto con la gente, a far festa, che è poi l’anima vera del rock and roll secondo me.
Yeah! Incontrare gente, portare in giro la propria musica, divertirsi tutti assieme… non potrei chiedere di meglio!
Presto sarete in tour insieme a un’altra adorabile band: i Supersuckers. Com’è nata l’idea?
Guarda, ci conosciamo da molto tempo, mi pare ci siamo incontrati la prima volta all’inizio degli anni ’90. Sono tra le mie band preferite quindi non mancate perchè sarà il tour dell’anno, una vera e propria “family competition”!
Com’è suonare in Europa rispetto agli States?
Molto meglio. I locali sono più belli e più attrezzati, abbiamo più fan, veniamo trattati meglio… e tutto questo fa in modo che anche gli show siano di una qualità maggiore. Quindi assolutamente meglio l’Europa.
Dell’Italia che mi dici?
Italia? Cazzo ma questa intervista è per l’Italia?
Eh sì Blaine… (risate) dai non sei il primo che viene tratto in inganno dal numero di telefono se ti può consolare…
Cazzo non vedo l’ora di essere in Italia, il posto dove si mangia meglio al mondo!
Condivido in pieno! Poi lo dici a me che vivo all’estero ed è l’unica cosa che mi manca! (risate)
Cazzo ci credo! Siamo sempre felici di venire in Italia perchè la gente è folle e il cibo spettacolare!
Vuoi dire qualcosa a questi pazzi in attesa che arrivi il… family tour?
Yeah, un saluto a tutti i fan italiani, e tu muovi il culo da lassù e vieni a vedere lo show che sarà una figata e ci facciamo qualche birra! (risate)
Vedremo Blaine, intanto grazie della chiaccherata e cerca di goderti la vita al massimo.
Yeah, e lo stesso vale per te. Grazie mille per la chiaccherata e il supporto. Alla prossima!
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini