Near Death Experience (Bruno Guarascio)
I Calabresi Near Death Experience sono una delle migliori realtà della
scena underground Calabrese, dopo le recensioni dell’ottimo demo
In The
Spectrum e dell’altrettanto valido
Threshold
of Consciousness,
è arrivata l’ora di scambiare quattro chiacchiere con Bruno Guarascio, chitarrista e membro
fondatore della band.
Ciao Bruno, prima di tutto grazie mille per la disponibilità. A te la parola
per presentare i Near Death Experience ai lettori di Truemetal.it
Giusto in tempo per presentarti la nuova line-up! A capo ci siamo sempre
io e Giuseppe ed è con immensa gioia che vediamo rientrare Carlo al basso che è
stato fuori per un po’ per lavoro e Ciccio dietro le pelli.
C’è stato qualche problema che ha portato a questo cambiamento “radicale”
della sezione ritmica?
Diciamo i soliti problemi di line-up che affliggono tutte le band, poi
anche la distanza perchè bassista e batterista stavano a ben 400 km di
distanza ed è molto complicato gestire le cose.
Siete attivi da quasi 5 anni, com’è andata fin’ora questa esperienza? Quali
sono le soddisfazioni maggiori che avete ricevuto?
Ci siamo divertiti molto, ma anche stancati. Comunque siamo stati
ripagati, abbiamo fatto molti live soddisfacenti, abbiamo presentato il disco in
anteprima su Rock Tv e stiamo vedendo il nostro disco riscuotere consensi non
indifferenti, tra l’altro tra poco uscirà anche in America.
Ci sarà magari la possibilità di vedervi on stage fuori dai confini
nazionali?
Ci sono arrivate delle proposte interessanti a riguardo. Il problema è che
oggi, se non hai un numero minimo di date garantite all’estero, è un problema
uscire fuori dall’Italia. Le spese sono notevoli, pensa che la nostra etichetta
in Sud America ha intenzione di organizzare un tour da quelle parti… vedremo
che succede.
E come procede l’attività live in Italia? In una regione come la Calabria,
spesso, per i gruppi esordienti, è molto difficile trovare gli spazi giusti per
muovere i primi passi, come vi siete trovati di fronte a questa situazione?
Sinceramente in questo momento al sud Italia c’è una scena molto
interessante, si suona parecchio in ogni regione e da quanto mi è parso di
capire al nord la situazione non è granchè migliore. Noi per fortuna non abbiamo
mai avuto il problema di dove suonare, anzi abbiamo suonato parecchio tanto da
decidere di fermarci per un periodo per lavorare sul nuovo album. Infatti ora
che siamo a buon punto ricominceremo a fare qualche data.
Bene, direi che potremmo cominciare a parlare del vostro album d’esordio. La
prima cosa che mi ha colpito nell’ascolto di Threshold Of Consciousness è la
cura precisissima di tutti i particolari di ogni singolo pezzo e la produzione
decisamente ad alti livelli, siete soddisfatti di come è uscito fuori il lavoro?
Non sei mai soddisfatto del tuo disco, soprattutto quando le risorse sono
quelle che sono. Ti trovi sempre a confrontarlo con i dischi che suonano davvero
bene e il tuo suona sempre mediocre. Comunque siamo consapevoli che la qualità è
molto buona e per il prossimo disco punteremo di sicuro ad un livello più alto,
grazie anche alle esperienze raccolte con Threshold…
Threshold Of Consciousness è un concept album?
Se ci piace chiamiamolo concept. E’ comunque legato strettamente ad un
argomento ben preciso… però abbiamo voluto lasciare un margine di
interpretazione all’ascoltatore cercando di tradurre la poesia dei testi ad uno
stato d’essere fisico.
L’argomento a cui ruota attorno l’album è H.P. Lovecraft, da dove è nata
questa ispirazione?
Come ho appena accennato è il senso di disagio di Lovecraft che potrebbe
essere lo stesso stato di ognuno di noi colpiti da un evento doloroso. Abbiamo
voluto analizzare questo personaggio solo indicativamente e diciamo che più che
ispirazione potrebbe essere un piccolo momento no che abbiamo vissuto e abbiamo
voluto smaltire con la stesura del disco.
Anche la scelta del vostro nome è legata a qualcosa che avete vissuto?
No purtroppo… o per fortuna?
Chi può mai dirlo? Nell’album sono presenti ospiti illustri come Gianluca
Ferro dei Time Machine ed Emil Bandera dei Death SS, come vi siete trovati a
lavorare con loro?
Alla grande, hanno dimostrato piena professionalità e anche nel disco
nuovo avremo la collaborazione di gente illustre…
Puoi già anticiparci qualcosa a riguardo?
No perchè se no che ti racconto nella prossima intervista?
ah ah ah…
Prima accennavi ad una distribuzione del cd in America, per
l’Italia vi siete affidati alla Deadbang Records, come siete arrivati a contatto
con loro? Com’è il vostro rapporto con la label?
Tempo fa ne avevamo parlato ed i ragazzi della Deadbang erano molto
interessati al nostro disco tanto da decidere poi di stamparlo e distribuirlo. I
rapporti sono ottimi anche perchè sembra stiano lavorando con professionalità e
impegno.
Direi che trovare gente così professionale è uno stimolo in più per andare
avanti e magari uscire finalmente fuori dall’underground. Come vedi
l’underground italiano e quello meridionale in particolare?
Molto fiorente! Al sud stanno uscendo realtà molto interessanti e anche in
passato ne abbiamo avute, basta ricordare gli Schizo o i Glacial Fear, poi in
puglia Natron e via dicendo… Ultimamente ho sentito nuove band che promettono
bene speriamo solo non si perdano per la via delusi da quella che è una scena
non soddisfacente su molti fronti.
Bene, l’intervista è giunta alla conclusione, a te l’onore dei saluti finali!
Un saluto a tutta la redazione di Truemetal.it a te ovviamente e a tutti i
ragazzi che ci stanno sostenendo e sostengono tutta la scena! Spero di
ritrovarmi presto a parlare con voi del nostro nuovo disco. Stay in NDE.
Angelo ‘KK’ D’Acunto