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Oceans of Sadness (Tijs Vanneste)

Di Riccardo Angelini - 14 Luglio 2007 - 13:37
Oceans of Sadness (Tijs Vanneste)

In seguito all’uscita di “Mirror Palace” abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il singer Tijs Vanneste. In linea con l’attitudine della band, le risposte di Tijs hanno messo in luce senza falsa modestia una personalità determinata e ambiziosa, del tutto consapevole dei propri mezzi e delle proprie potenzialità. A lui la parola.

“Mirror Palace” è a mio avviso una delle uscite più interessanti: un album che sa percorrere la via della sperimentazione senza perdere in potenza e melodia. Qualcuno potrebbe chiamarlo “avantgarde metal”: ti piace questa definitizione?

Wow, grazie per i complimenti. Riguardo alla questione dell’avant-garde, nel corso degli anni il nostro nome è stato accostato a ogni sorta di sottogenere metal, e nessuno di questi calzava completamente. Quando sento il nome “avantgarde” mi vengono subito in mente grandi band come gli Arcturus, ma noi non suoniamo lo stesso genere di musica. Però siamo onorati da questa definizione perché dal nostro punto di vista significa semplicemente che la gente non poroverà più a ingabbiarci in un sottogenere piuttosto che in un altro. Penso che “avantgarde” significhi che puoi suonare un po’ tutto quello che vuoi, e questo ci si addice perfettamente! Non proviamo a seguire nessun’altra band con la nostra musica: noi tiriamo dritto per la nostra strada e rubiamo pensieri a tutto ciò che attraversa il nostro cammino, dal metal a tutto il resto

In Italia non circolano molte informazioni sugli Oceans of Sadness. Che cosa ci potete dire della vostra storia e del vostro background musicale?

Abbiamo cominciato come amici nello stesso piccolo villaggio, nel 1995. Siamo rimasti amici da allora: tutti i membri originari della band vivevano nel giro di due chilomentri, facevamo tutto insieme sin da quando eravamo bambini. Tuttavia nel tempo tre dei membri fondatori hanno lasciato la band a causa di decisioni personali come costruire case e avere figli, ma il gruppo è andato avanti. Il nostro stile stesso si è evoluto molto col passare degli anni e credo si stia ancora evolvendo anche ora mentre parliamo. Abbiamo già fatto un bel po’ di show grandiosi in questi anni, ma prevalentemente in Belgio e Olanda. Abbiamo fatto un piccolo tour con i nostri amici degli Epica nel 2005 in Portogallo e in Spagna. Ma la nostra musica non è così nota quindi è piuttosto difficile convincere le label e le agenzie di promozione a puntare su di noi. Ma non ci arrenderemo! Continueremo a scrivere album fino a che tutti conosceranno questa band. Potrà volerci molto tempo ma faremo di tutto per riuscirci!

Agli esordi la vostra band si diceva influenzata da Type O Negative, Amorphis e Paradise Lost. Come sono cambiati i vostri punti di riferimento nel corso degli anni?

Le cose sono cambiate mano a mano che crescevamo e ascoltavamo nuova musica. Abbiamo sempre avuto gusti piuttosto diversificati, ma più invecchiamo, più cose vediamo e ascoltiamo. Una band ha bisogno di tempo per crescere prima di costruirsi una propria identità e credo che noi abbiamo continuato a crescere e progredire verso un nostro stile individuale. Il nostro traguardo principale non è mai stato il successo ma senza dubbio saremmo felici di sfondare a un livello più alto. A mio avviso siamo simili a magneti che attraggono elementi interessanti da ogni genere di musica: l’unica certezza è che qualunque influenza utilizziamo, la trasformeremo in fottuto heavy metal. Non siamo una metal band che combina metal e jazz e altre stronzate e che cerca di emergere facendo così. No, noi trasformiarmo tutte quelle influenze in metal duro e puro, in modo che possano amalgamare le une con le altre e che tu abbia la sensazione che ogni canzone suoni esattamente come deve.
 
“Mirror Palace” è il vostro primo album con la Scarlet Records. Come siete entrati in contatto con l’etichetta? Siete soddisfatti delle collaborazione con loro fino a ora?

Siamo molto felici che la Scarlet abbia scommesso su una band come la nostra perché molte altre etichette non lo hanno fatto, sebbene dicessero di apprezzare la nostra musica. Per le label il problema principale è far sì che i loro album vendano molto, e questo penso sia normale in tempi in cui il filesharing è tanto diffuso, ma il rovescio della medaglia è che diventa molto difficile per le nuove band con nuova musica ottenere un contratto, perché sono sempre un rischio. A nostro avviso la Scarlet è un gradino oltre, i nostri album precedenti sono stati promossi perlopiù soltanto nel Benelux e per noi è stato molto difficile farci notare a un livello più alto. Fin qui le recensioni avute sono state entusiaste, quindi speriamo che questo crei qualche possibilità per il futuro. Stiamo già lavorando duro su nuovi brani e abbiamo anche parlato con Jens, il nostro produttore, dei piani per registrare il prossimo album. Non c’è tempo per riposare, dobbiamo lavorare e lavorare e lavorare come dei matti!

Che cosa mi puoi dire delle reazioni di fan e critica a “Mirror Palace”?

Entrambe sono state ben oltre le nostre più rosee aspettative. Quando suoni in una band ovviamente speri sempre che le persone e la critica apprezzino ciò che fai, ma è già da un po’ che suoniamo e credo che abbiamo raggiunto un punto in cui queste cose non ci interessano più di tanto ormai… ma considerando che finora abbiamo sempre fatto tutto quello che volevamo, le cose stanno andando alla grande. Ancora una volta questa è la prova del fatto che una band non dovrebbe andare in caccia di fama e denaro ma dovrebbe concentrarsi sul proprio mondo e la propria musica. La nostra filosofia è che se continuiamo a migliorare con assiduità la nostra musica, la gente dovrà per forza riconoscerne il valore. Se questo non succede, significa semplicemente che la nostra musica non è abbastanza buona e che dovremo impegnarci di più.
 
Ti va di parlarmi dei testi delle vostre canzoni?

In genere traiamo ispirazione da ciò che ascoltiamo dalle persone o da coloro che incontriamo ogni giorno. Viviamo in un mondo dominato dalla legge dog-eat-dog, ed è veramente difficile concentrarsi sulla propria musica senza essere influenzati da ciò che gli altri ti ficcano in testa. Guarda a tutta la faccenda degli U.S.A.-padroni-del-mondo con cui abbiamo a che fare adesso: c’è un numero incredibile di persone che viene indottrinato dai propri leader e istigato alla guerra, solo per scoprire alla fine delle danze di essere stato ingannato. Voglio diffondere il messaggio – non solo a livello mondiale ma anche nei nostri piccoli mondi individuali – che le persone dovrebbero riflettere su quello che hanno sul piatto invece che ingoiare di tutto a occhi chiusi.
 
E che cosa mi puoi dire delle vostre influenze musicali, al di là del metal?

Siamo influenzati da un sacco di cose diverse. Personalmente posso facilmente passare dagli Strapping Young Lad e Stan Getz o Royksopp. I miei interessi musicali vanno parecchio al di là del metal. Per me la musica si fonda sulle melodie, sulle strutture e sugli arrangiamenti. Lo stile in cui una canzone viene suonata è soltanto l’aspetto esteriore delle canzoni. Se un brano è valido lo rimarrà in qualunque modo lo suoni. Tutti noi ascoltiamo diversi generi di musica ma il fattore principale tra noi sei è che amiamo la musica metal con tutto il cuore fin da piccoli. Credo che la nostra musica sia semplicemente una combinazione di noi sei: vogliamo mantenere ciò che facciamo fresco e interessante, e ogni canzone sui nostri album è stata scritta con questo spirito.

Avete anche realizzato un video per la canzone “Pride & Shame”, la quale a mio avviso è la punta di diamante dell’album. Che cosa mi potete raccontare a riguardo?

Abbiamo lavorato con il celebre regista Mirko Cocco, che aveva già collaborato con band quali gli Epica o gli After Forever in passato. Quando abbiamo iniziato a parlare della possibilità di lavorare assieme abbiamo subito notato che tra di noi c’era una buona intesa, così le riprese del video sono filate lisce come l’olio. Abbiamo anche già preso accordi per collaborare di nuovo nel prossimo futuro su un altro video, ma per il momento non possiamo dire nulla di più. Il futuro nasconde le risposte.

Sebbene negli ultimi anni i dati di vendita abbiano premiato alcuni grossi nomi del settore, il metal resta oggi in Italia un genere di nicchia. Cosa mi puoi dire della situazione in Belgio?

È ancora tutto sommerso nell’underground. Molte band si stanno facendo un mazzo così per portare la loro musica a un livello più elevato a livello nazionale, ma fino a oggi senza nessun risultato apprezzabile. Comunque, la scena underground è molto interessante e ci sono parecchie formazioni di valore. In questi tempi si tiene il grande Graspop Metal Meeting qui nella nostra città natale e ogni anno l’organizzazione concede la possibilità alle band emergenti di suonare di fronte a una grande folla, e la maggior parte dei weekend dell’anno è possibile assistere a esibizioni un po’ in tutto il paese, ma si tratta di show minori. Credo che questo significhi semplicemente che è tempo che le band si spingano oltre i confini nazionali.

Si è parlato poc’anzi di Type O Negative, Amorphis e Paradise Lost. Avete ascoltato i loro lavori più recenti? Che cosa ne pensate?

Soprattutto i Type O Negative continuano a suonare alla grande e personalmente credo che continueranno a farlo fino alla fine – stai parlando con un grandissimo fan dei TON se non l’avessi ancora capito. Per quanto riguarda Paradise Lost e Amorphis, non saprei. Credo di essermi lasciato alle spalle quel tipo di metal, ormai non li seguo più. Di recente sono più interessato a cose come la Diablo Swing Orchestra o quel buon vecchio pazzo di Devin Townsend, fintanto che è folle e nuovo… Mi piacciono quelle band che parlano una propria lingua, ci vuole più coraggio a farlo che non a seguire il sentiero di qualcun altro.

In precedenza si è parlato anche di show dal vivo. C’è speranza di vedervi sui palchi italiani in un futuro non troppo lontano?

La speranza c’è anche da parte nostra, abbiamo sentito che l’album sta facendo bene nel vostro paese, per questo speriamo di avere la possibilità di dimostrare il nostro valore anche sul palco. In queste regioni abbiamo la reputazione di dare il meglio on stage, dove forse riusciamo ad aggiungere un’ulteriore dimensione alla nostra musica. Siamo sempre disponibili per suonare dal vivo!

Più in generale, potete dirmi qualcosa dei vostri piani futuri?

In questo momento stiamo facendo una serie di show in tutto il Belgio e l’Olanda, molti dei quali in compagnia dei nostri amici Epica. Loro suonano un tipo di musica diverso dal nostro ma ci offrono lapossibilità di suonare di fronte a molte persone, così queste esibizioni sono per noi una bella sfida. Fra breve suoneremo alla mitica Graspop Fest per la quarta volta nella nostra vita e non vediamo davvero l’ora! Speriamo di riuscire a fare un bel tour in tutta Europa con quest’album, ma questo dipende da un sacco di fattori diversi… vedremo che cosa succederà. In questo momento abbiamo già scritto metà delle canzoni per un nuovo album e penso che nel corso del prossimo anno torneremo in studio a registrare. Il nuovo album dovrebbe portarci ancora su di un gradino… la nostra evoluzione non è finita.

Grazie Tijs, era l’ultima domanda. Lascio a voi l’ultima battuta.

Vogliamo ringraziare di cuore tutti gli italiani che hanno deciso di dare una possibilità a “Mirror Palace” e ancor di più quelli che lo hanno apprezzato! Tenete d’occhio la nostra band, vi daremo sempre tutto quello che abbiamo. Non esitate a contattarci attraverso i nostri siti www.oceansofsadness.com o www.myspace.com/oceansofsadness. Siamo sempre pronti a parlare insieme della nostra e vostra passione. Rock on!

 

Riccardo Angelini