Oracle Sun (Alessandro Cola e Frank Andiver)
Intervista a cura di Simo Narancia.
Il 2006 ci ha portato il debutto discografico di un nuovo gruppo tutto italiano, gli Oracle Sun. Buona occasione dunque per scambiare due parole con Alessandro Cola (basso) e Frank Andiver (batteria) e quindi conoscere meglio la band.
Se siete d’accordo inizierei in modo classico: com’è nato il progetto Oracle Sun?
(Alessandro) Il progetto è partito da un’idea di Emi Manuguerra (gt) e Val Shieldon (vc) nel lontano 1999: dopo le registrazioni, il primo, del debut degli Angel Grace, e dopo l’esperienza del secondo con i Sigma, i due hanno provato a costruire qualcosa. Hanno quindi contattato Frank, il quale ha chiamato me e Fabrizio Marnik alle tastiere. Non so di preciso cosa li abbia spinti, per quanto mi riguarda, io mi ci sono buttato per curiosità! Sono sempre molto curioso quando mi si presenta l’occasione di avere a che fare con nuovi musicisti, lo trovo stimolante. In quel periodo ero già impegnato con gli Shining Fury, ma ho trovato lo stesso il tempo per dedicarmi agli Oracle Sun!
Si tratta di una band a tutti gli effetti o tutto dipende, come capita alcune volte, dal riscontro che verrà ottenuto?
(A) Beh, l’idea è quella di continuare a proporre la nostra musica! Essendo tutti degli “inguaribili vecchiacci” crediamo in quello che facciamo e abbiamo il massimo rispetto della musica e di quei quattro o cinque fans che ci supportano, ahahah!
Nella bio si legge che gli Oracle Sun sono nati nel 2002: tre anni dunque per affiatarsi e affinare il sound di questo “Deep Inside”. Come sono nate le canzoni? E quanto i testi e la musica si influenzano vicendevolmente?
(A) Diciamo che, al contrario del previsto, i pezzi sono nati piuttosto spontaneamente. La cosa difficile (ma anche la più interessante) è stato far combaciare tutti i nostri differenti backgrounds, che vanno dal blues, all’elettronica, fino al metal estremo! Oltre a questo “intoppo” tutto è filato liscio fino al lavoro più grande, quello degli arrangiamenti. Per quanto riguarda i testi, beh, ognuno di noi ha una memoria e dei ricordi particolari legati a chissà cosa, che vengono fuori grazie ad un piccolo particolare a cui magari non si fa neanche caso… E’ ovvio che a seconda delle emozioni che una musica ti trasmette, si è più propensi a cantare di un amore perduto o di una scopata galattica! (Troppo esplicito?)
Oltre al background diverso, venite anche da esperienze diverse (seppur riconducibili al metal melodico) e siete tutti “nel giro” da un buon numero di anni. Quanto è stato difficile (o facile) trovare una via comune?
(A) Come ti dicevo prima, la cosa è avvenuta stranamente in modo naturale! Ognuno poteva tranquillamente dire la sua nella stesura di una canzone, che fosse un riff thrash, on un arpeggio AOR. E’ stata la musica a livellare picchi o a colmare lacune, non so se mi sono spiegato… Alla fine della canzone, riascoltando il pezzo, ci accorgevamo che tutto filava liscio, e i possibili “fuori tema” avevano comunque un perché.
Ho trovato il risultato globale del disco molto piacevole e ricco di sfumature, inoltre ho molto apprezzato il mixaggio finale: tutti gli elementi hanno il giusto spazio e risaltano a dovere. Siete soddisfatti di questo esordio o manca qualcosa?
(A) Siamo completamente soddisfatti! E’ normale, comunque, volere sempre di più… Insomma, chi direbbe di no ad un produttore come Desmond Child o Bob Rock?
Forse nessuno, credo! Se dico che “Light Of Life” racchiude un po’ tutta l’anima del disco, quanto sbaglio?
(A) E’ un pezzo che sicuramente ci rappresenta, ma non credo, come te, che racchiuda completamente l’essenza degli Oracle Sun; a mio avviso i pezzi più rappresentativi sono “Lost in Silence” e “Changes”: è lì che, credo, si possono trovare le maggiori sfumature e influenze. Ma ogni song, alla fine, rispecchia uno stato d’animo o una reminescenza che hanno plasmato gli Oracle Sun!
Avete già in mente qualcosa per il sound futuro o preferite lasciare che le canzoni prendano la loro direzione nel momento in cui verranno composte?
(A) Come ogni volta lasciamo che sia la musica a dettare legge (che parole grosse, sembriamo quasi artisti!), non siamo molto bravi a programmare un sound o una canzone… Sì, magari ci capita (e ci è capitato) di dire: “Ehi, questo pezzo è una bomba, anche noi dovremmo scriverne uno simile!”; ci mettiamo all’opera e quando abbiamo finito il risultato è completamente diverso, se non l’opposto, ahahah!
Nella vostra proposta ho riconosciuto, o mi è parso di riconosce, il classico “trade mark” di Frank Andiver: mi riferisco all’uso di suoni elettronici per le tastiere unito a certe soluzioni ritmiche. E’ una scelta condivisa da tutti (e da Fabrizio in particolare) o “imposta” dallo stesso Frank?.
(A) Tutto quello che senti in Deep Inside è approvato e sottoscritto da tutti i membri, nessuno ha imposto un proprio modello da seguire! (Ehi! Non abbiamo mica Mustaine nel gruppo 🙂 ) Certe ritmiche e certi suoni sono “propri” di Frank, lui suona così e questo è il suo stile… Come fai ad imporre a una persona di suonare in una maniera che non sente? Il risultato non sarebbe certo eclatante! E non dimentichiamoci che a tutti noi piace come suona Frank!
(F) Grazie Ale troppo gentile…. ti devo una pizza….
A proposito della mia maniera di suonare la batteria posso essere d’accordo e ti ringrazio per aver notato e riconosciuto il mio stile, per quello che riguarda l’uso delle tastiere posso dirti che il 90% del lavoro di Deep Inside è di Fabrizio e lui è veramente un grande….ho suonato qualcosa, ma come potrai immaginare lui ha una capacità tecnica talmente superiore da oscurare quei 3 giretti di synth che ho messo io… Dopotutto se ho ingaggiato Fabrizio negli Oracle forse e’ proprio perché abbiamo entrambi qualcosa che ci unisce a livello di gusto su come interpretare gli arrangiamenti e i suoni di tastiera…
Cambiando discorso… Nella musica, così come per le altre attività professionali, penso che per avere successo c’è bisogno, oltre a delle buone idee e alla bravura, anche di una spiccata capacità manageriale e di marketing. In Italia, a livello strettamente heavy rock/metal, pare che questa cosa l’abbiano capita solo Rhapsody, Lacuna Coil e pochissimi altri. Quanto manca, secondo voi, affinché anche in Italia il metal venga trattato come un qualsiasi altro genere musicale? (E mi riferisco sia a chi il metal lo suona, lo produce e lo distribuisce e sia a chi lo ascolta)
(A) L’intelligenza? Scherzi a parte, gli esempi che hai fatto non sono del tutto veri, dato che i Rhapsody ormai sono sotto l’egida di Joey DeMaio e i Lacuna Coil (che saluto personalmente come “Principe delle Orate”) sono accasati con la Century Media! Fanno grande musica e hanno avuto la possibilità di dimostrarlo a tutto il mondo senza fallire! Ormai non si pensa più a loro come gruppi italiani, ma come bands internazionali! In Italia la cosa è sempre stata difficile: negli anni ottanta il metal è stato sempre considerato zero, nessuno investiva sui gruppi e oltretutto non c’era nemmeno quella grande qualità (se non in rari casi); inoltre, produttori e discografici erano mooolto più interessati a Nino d’Angelo e Al Bano e Romina, che non a gruppi di sudici capelloni. Quando veramente poteva cambiare qualcosa, intorno alla metà degli anni novanta, la speculazione di internet ha tarpato le ali a quasi tutti gli emergenti. Oggi penso che la cura sia ripartire da zero, dalla musica dal vivo, dal sudore e dalle sbronze nei piccoli club e dai festival dove partecipano quattro-cinque gruppi! Le esibizioni dal vivo possono ridare vita alla musica, non ci scordiamo che il metal non è una moda passeggera, ha dimostrato di essere qualcosa che può essere messo al livello dell’Arte con la A maiuscola!
Quindi come intendete supportare questo debutto? Ci saranno date dal vivo immagino.
(A) Beh, stiamo lavorando… te l’ho detto prima, la musica dal vivo è fondamentale per tutti: musicisti e fans!
E’ presto quindi per parlare di presenza nei festival estivi (magari il GoM)?
(A) Penso che sia un po’ prestino… Magari se vendiamo 200000 copie faranno a gara per invitarci a tutti i festival, ahahaha!
Com’è la situazione live in Italia? Siete soddisfatti dall’organizzazione di questi eventi o preferireste una professionalità maggiore da parte di tutte le figure chiamate in causa?
(A) La professionalità maggiore deve essere solo da parte degli organizzatori, non certo delle bands! Ad ogni modo, penso che in Italia si svolgano dei grandi concerti, l’unico problema è che non ci va nessuno! Sono stato a vedere i Rage un annetto fa e non esagero dicendo che non eravamo più di 200 persone! Mi è stato detto anche che per la data di Milano di Destruction e Candlemass il pubblico non era più numeroso di 150 persone! E’ una cosa incredibile! Forse è anche per questo che in Italia non si investe molto sul metal. Ma dico io: cazzo, ok, non sono gli Iron Maiden o i Metallica, ma i Candlemass qualcuno li dovrebbe conoscere, no?
Si ma a questo punto ci si dovrebbe chiedere perché la gente preferisce saltare certi appuntamenti e il discorso diverrebbe sicuramente troppo lungo e forse anche complicato.
Parliamo ancora di promozione e di internet: tolta la presenza sul sito dell’etichetta (www.scarletrecords.it) non siete ancora presenti con un sito tutto vostro. Non credete nel potenziale pubblicitario di un sito o è solo qualche inconveniente tecnico che ritarda la sua pubblicazione on-line?
(A) Ma come non siamo su internet?!? E’ da dicembre che abbiamo il nostro sito www.oraclesun.net !!! Internet è la famosa arma a doppio taglio, la classica scoperta che nei film d’azione potrebbe salvare il mondo, ma se cadesse in mani sbagliate… Indovina un po’ in quali mani è cascato internet?
(Nota: per uno spiacevole inconveniente ho saputo dell’esistenza del sito solo in occasione di questa intervista. Mi scuso quindi con la band e con i lettori).
Considerando che il metal, almeno al livello radiofonico, è poco diffuso pensate che sia giusto permettere ai possibili acquirenti di ascoltare delle anteprime dei brani?
(A) Certo! Giustissimo! Ma come in ogni cosa si dovrebbe anche pensare al rispetto degli altri! Manca un regolamento che ponga fine al downloading spietato! Ma dov’è finito il gusto di comprarsi un cd, rigirarselo tra le mani…scoprire che magari è pure una schifezza, ma cercare di tirarci fuori il buono… Stiamo andando troppo veloci, non c’è più scampo per chi fa uno sbaglio! E’ anche per questo che la musica muore.
Fatemi tre nomi e motivatemeli: il gruppo o l’artista preferito, il migliore attualmente sulle scene e quello italiano che apprezzate di più (non devono per forza essere hard artisti nel giro del hard n heavy).
(A) Come faccio a dirti l’artista preferito? Ce ne sono talmente tanti… Diciamo Iron Maiden (fondamentali), Led Zeppelin (stupefacenti e geniali) e Beatles (la perfezione). Il migliore in circolazione…..Paul McCartney, Rolling Stones, David Bowie. Sono troppo vecchi? L’artista italiano (ce ne sono tanti!)… diciamo Fabrizio De André, va’.
Ultima domanda tutta per Frank: come forse avrai capito, sono un nostalgico del periodo “No Limits”. In che rapporti sei rimasto con Olaf e Fabio? Dici che sarebbe possibile un nuovo progetto insieme, ora che certe sonorità “techno-trance” sono state un po’ sdoganate anche nel metal?
(F) Negli ultimi anni gli attriti che esistevano tra me e i ragazzi con cui suonavo nei Labyrinth si sono progressivamente attenuati… Posso dirti che i motivi che ci hanno allontanato in passato, oramai, sono talmente lontani che neanche avrebbe più senso parlarne. Posso però dirti che sia io, che Olaf, che Fabio sicuramente siamo molto presi e motivati nelle nostre attuali strade musicali e tornare ad oggi a fare quello che facevamo una volta insieme, penso sarebbe impensabile. Dopotutto però la capacità di inventarsi ogni giorno e di stupire è la caratteristica principale degli artisti e dunque questo non preclude (a mio avviso) nessuna collaborazione futura… … Chiaramente io posso parlare solo per me, e personalmente a me va benissimo tutto a patto che si possa creare il giusto feeling musicale e possano venire fuori cose con un grande potenziale espressivo ed emotivo. E questo discorso per me vale a priori, che si tratti di un progetto o che si parli della mia band.
A proposito della tua domanda sulle sonorità “techno-trance” posso dirti che negli Oracle tale influenza e’ tenuta parecchio a bada. Ho altre band e altre collaborazioni come arrangiatore e produttore per portare avanti certe sonorità. Chi mi conosce e sa come mi muovo al di fuori degli Oracle, saprà apprezzare e ritrovare appieno quelle sonorità che iniziai a sperimentare nel lontano ’96 proprio su quel “No Limits” che ricordavi in precedenza….
Bene, grazie di tutto. Vi lascio rinnovandovi i miei complimenti per questo vostro esordio. Potete salutare gli amici di Trumetal.it nel modo che preferite.
Ciao a tutti, speriamo di vederci presto dal vivo! Grazie a Truemetal.it per l’opportunità che ci ha dato!