Overtures (Michele Guaitoli)
Intervista a cura di Luca Dei Rossi.
A quasi due anni di distanza dal loro debut album contattiamo Michele, cantante dei nostrani Overtures, che in anteprima esclusiva ci rilasciano dei sample sul loro nuovo materiale.
Ciao Michele, e benvenuto su Truemetal. Come va?
Molto bene, oggi in particolare visto che sono riuscito a trovare un po’ di tregua ai mille impegni che sto (fortunatamente) avendo in questo periodo…
Impegni che, ovviamente, riguardano te e la tua band: gli Overtures. Quando siete nati? Dalla mente di chi? Insomma, raccontami la vostra storia dagli inizi fino al vostro primo Full-Length “Beyond The Waterfall”.
E già si parte con una domanda “lunghetta”. Al di là delle classiche questioni anagrafiche (nati a Gorizia nel Giugno del 2003 dalla mente di Daniele, Marco, Luka e Marko Klanjscek, il nostro ormai ex batterista ) preferisco concentrare l’attenzione sullo sviluppo e sull’evoluzione stilistica che ha avuto la band dalla sua formazione, anche perché qualsiasi gruppo, ovviamente noi compresi, direbbe le solite cose (abbiamo fatto tot. concorsi, abbiamo suonato a tot. festival…e le solite questioni relative alla gavetta).
La cosa che invece potrebbe incuriosire è che gli Overtures sono nati come cover band in una scuola di musica. I quattro membri iniziali hanno deciso dentro una scuola di provare a uscire da quel contesto e “camminare sulle proprie gambe”…e hanno iniziato a farlo facendo le cover più disparate del rock, hard rock & heavy metal. Ti dico solo che siamo passati sì per i soliti Iron Maiden e Metallica, ma anche per i Queen, gli U2 ed altro.
D’altronde avevamo 16 anni quando è nata la band, le idee per quasi tutti erano poco chiare, ma se non altro è servito come inizio di un percorso. Pochi mesi dopo la “fondazione” sono entrato anche io nel gruppo come cantante fisso e in seguito a un po’ di prove “di assestamento” abbiamo iniziato a prendere una direzione più definita. Tra una suonata e l’altra compaiono i primi riff originali, tra un concerto in un pub e un piccolo festival si iniziano a fare i primi confronti con le altre band locali (e nel primo periodo si impara molto e ci si rendende conto dei tanti piccol ierrori) e si fanno le prime esperienze, e lentamente l’indole “metallosa” è iniziata a uscire. Pian piano le cover più leggere sono state escluse dalle tracklist e più l’età avanzava e più si facevano esperienze, più lo stile della band si è definito verso un hard’n’heavy molto melodico. C’è da dire che c’è voluto praticamente un anno prima di avere una nostra identità, e solo verso l’inizio del 2005 abbiamo iniziato a proporre solo pezzi nostri (che sono quelli poi usciti con Beyond the waterfall 2 anni dopo. Un bel percorso che ha portato nel 2005 all’incisione del primo demo, che conteneva una versione molto precoce di Silent Observer, Town of Desolation e Hidden Treasure (un pezzo che tra l’altro non suoniamo più). Continuando a suonare in giro il più possibile e continuando questo nostro “sviluppo artistico” poi nel 2007, dopo molte spedizioni e tanta fatica è arrivata la proposta di contratto con la Videoradio, per la quale abbiamo registrato Beyond the Waterfall, che altro nn è che un disco Hard’n’heavy con qualche influsso più pesante.
Non a caso ho chiesto di raccontare la vostra storia fino a Beyond The Waterfall. Infatti avete fatto un cambio di rotta dirigendovi verso altri sound. Come mai questa scelta?
Perché questo percorso con Beyond the waterfall non era ancora finito. Beyond è stato una specie di “raccolta” dei pezzi che avevamo composto fino al 2007, quando ci è stato proposto il contratto, un insieme di canzoni che sono nate durante il nostro sviluppo e, ci autocritico senza remore, con un po’ di immaturità e foga. Dopo Beyond The Waterfall e con 3 anni di esperienza musicale in più (che sono pochissimi, sopratutto quando l’età media del gruppo era di 20 anni nel 2007) le idee erano decisamente più chiare, la direzione era molto più definita e se prima stavamo rovistando tra mille idee, ora l’idea era chiara e c’era solo bisogno di arrivarci. Subito dopo la pubblicazione in Italia di Beyond The Waterfall c’è stato anche il primo cambio di line-up, dovuto sia a delle questione personali di Marko, sia alla direzione che si era presa. Andrea poi non è arrivato “a caso” solo perché era un ottimo batterista che tutti e 4 stimavamo moltissimo, ma anche perché le idee erano decisamente comuni, gli obiettivi erano gli stessi. Per i nuovi brani tutto è stato più semplice.
i vari riff sono più sentiti, più spontanei, c’è una ricerca personale più naturale e in linea di massima si discute poco sulle parti e molto sugli arrangiamenti, proprio perché la base di quello che stiamo facendo ora è comune a tutti e cinque.
A riepilogo di tutto ciò devo dedurre che il vecchio sound lo avete abbandonato definitivamente a favore di un Power melodico…
Diciamo che nulla è cancellato, ma chi ci ascolta dal vivo può notare sicuramente che molti pezzi di Beyond sono stati ri-arrangiati e conformati allo stile attuale. Non è tutto power comunque, anzi. Penso di essere un grandissimo amante del power metal, e la mia collezione è strapiena di dischi di Gamma Ray, Blind Guardian, Helloween & compagni danzanti, ma sono anche uno di quelli che ha aperto gli occhi e si rende conto che continuando a fare Power e solo Power si è giunti a un livello di saturazione non indifferente. Ci sono senza dubbio elementi del power, e i sample che abbiamo dato a voi di Truemetal lo faranno notare sicuramente, ma c’è anche e sopratutto una ricerca armonica e melodica più moderna e matura. Ci sono certamente i cori e le doppie-casse, ma ci sono anche riff più grezzi, ci sono linee vocali acute ma ci sono anche dei synth e delle parti in tempi scomposti. Insomma, non aspettarti assolutamente di mettere questo cd nel lettore e sentire il classico elicottero che ti accompagna dal primo all’ultimo pezzo, anzi, i pezzi in doppia sono meno della metà.
Per quanto riguarda i live avete suonato al fianco di gruppi come Elvenking, Vision Divine, Primal Fear, White Skull e altri nomi importantissimi del metallo nostrano e non. Quanto ha contribuito tutto ciò alla vostra evoluzione musicale?
Beh, come ti dicevo anche all’inizio, suonare a fianco di chi ha più esperienza di te è sempre una fonte di informazioni non indifferente. Con gli Elvenking abbiamo avuto un rapporto più prolungato e abbiamo avuto modo di imparare molto sopratutto dal punto di vista tecnico (mi riferisco al lato “hardware” della musica), senza contare che reputo “The Scythe” un grandissimo album quindi è stato anche un vero piacere poterlo sentire dal vivo. I Primal Fear dal vivo sono impressionanti, chiunque avrebbe da imparare qualcosa…se pensi che io sono attualmente uno studente di Michele Luppi puoi immaginare quanto sopratutto io ho sentito l’influenza dei Vision per molti aspetti. La cosa più importante è prendere tutto ciò che una band può darti di buono, dai “mostri sacri” al gruppo appena emerso nella tua città, e acquisire senza diventare una copia, mantenendo il proprio stile e la propria personalità.
Uno studente di Michele Luppi? Spiegati meglio…
Beh è un bel po’ che studio canto con lui…anche se ultimamente a causa della dipartita dai Vision, degli impegni coi Mr.Pig e la partenza del suo nuovo progetto, i Killing Touch è un bel po’ che non sta tenendo lezioni…a meno che non si sia rotto le palle di vedermi e sentirmi e usi la cosa come scusa mentre va avanti con gli altri eh,eh!
Tornando alla vostra evoluzione musicale, ha in qualche modo influito l’essere stati notati (e in seguito l’essere stati messi sotto contratto) da una nuova etichetta?
In realtà no. La Rock It Up Records ci ha dato carta bianca su tutto e svolge il proprio lavoro in maniera chiara, pulita e con la massima disponibilità. Penso che tutti i gruppi sotto contratto, così come noi, siano lì perché davvero piacciono all’etichetta. Una cosa che ha fatto e che ha contribuito al nostro sviluppo in maniera indiretta è stata la grande attività dal punto di vista della promozione, grazie alla Rock It Up abbiamo avuto modo di suonare in diverse date fuori dall’Italia, siamo potuti venire in contatto con altri suoi gruppi e abbiamo potuto farci conoscere anche su webzine e riviste di altri paesi, Germania in primis…e questo per noi è significato poter ricevere altri apprezzamenti e altre critiche su cui lavorare e di cui far tesoro.
E, a proposito di lavoro, come procede la creazione del nuovo album? A che punto siete?
La questione è questa. Siamo in pieno periodo lavorativo (per ora non si vive di sola musica, eh eh!) e universitario, per cui il tempo per registare c’è e si trova, ma ora come ora è poco. Gli impegni sono molti e spesso nei weekend ci sono concerti se non degli Overtures anche dei Side Projects dei vari componenti. Il lavoro è a buon punto, praticamente tutte le parti ritmiche e chitarristiche sono finite, io sto lavorando moltissimo sugli arrangiamenti orchestrali e di tastiere, ma purtroppo non possiamo permetterci di prendere 2-3 settimane di ferie per registrare e concludere la cosa. Come hai intuito da questa risposta puoi capire che stiamo lavorando “a spezzoni”, questo non per disiniteresse, ci mancherebbe altro visto e considrando che stiamo dando via anche l’anima per questa cosa, ma appunto proprio perché stiamo cercando di dare il massimo, e una prerogativa fondamentale per dare il massimo è lavorare con calma e attenzione, senza fretta (che non porterebbe ad altro che a un lavoro fatto “di fretta” appunto). Tradotto in tempo, credo che le registrazioni si concluderanno. entro qualche mese (non di lavoro ovviamente, ma mese reale), a quel punto mixaggio e mastering si faranno sicuramente più velocemente perché saranno una questione prioritaria…la pubblicazione? Direi entro quest’anno ma non voglio assolutamente tirare delle somme adesso, perché non abbiamo scadenze dettate dall’etichetta, quindi prenderemo il tempo necessario per fare tutto al meglio.
Arriviamo quindi al nocciolo della questione: come da titolo (e come detto da te in precedenza) ci avete rilasciato dei sample in esclusiva riguardanti il nuovo materiale da te prima commentati. Come svolgete il processo di songwriting? C’è una mente “principale” o lavorate tutti indistintamente?
In realtà, come ho già detto in passato e come ribadisco anche in questo caso, non c’è una regola che espone la norma del songwriting Overtures. Non c’è uno standard del tipo “Marco scrive un riff, io ci canto sopra” o “Michele fa la linea e Luka la arrangia”, come non c’è una situazione dove uno di noi fa il pezzo e gli altri lo suonano. Quello che succede è un po’ di tutto questo. Ci sono brani dove si è partiti da un riff che magari un chitarrista ha tirato fuori in bagno per sbaglio (è successo per davvero, ah ah!) e dal quale si è partiti per comporre il pezzo, come c’è il brano che ho registrato io a casa per intero e poi ho proposto agli altri…come è capitato che Luka scrivesse parti di chitarra (l’ha fatto per molti pezzi di Beyond). Una volta imbastita l’idea poi ovviamente viene sviluppata da tutti. Anche nei sample che vi abbiamo dato ci sono brani di preproduzione che, nelle loro versioni complete, ora sono stati modificati perché a prove a uno dei cinque è venuta in mente una modifica…insomma, nè dispotismo nè anarchia, ma un gran lavoro di squadra che, se posso permetterlo così come prima ci ho criticati, è un po’ il punto di forza attuale. Poi ovviamente è normale che sarà chi suona la chitarra a definire la parte chitarristica, chi suona il basso a definire l’arrangiamento del basso e così via.
Mi sembra di capire quindi che avete trovato un punto d’incontro artistico solido e ormai fuori rodaggio…
Il paragone mi sembra azzeccato…sì, i nostri kilometri di rodaggio finalmente sono passati. Ora chiaramente come qualsiasi band continueremo (spero eh eh!) con il nostro sviluppo e con la nostra maturazione, e non posso certo dire “ora siamo così e non cambieremo” perché non sono un indovino, perché siamo ancora molto giovani e la storia ci insegna che difficilmente una band resta la stessa da inizio a fine carriera. Quello che posso dirti è che fino a qualche anno fa sentivo di dover cambiare qualcosa, ora il “cambiare” è diventato “migliorare”…
…e c’è sempre qualcosa di migliorabile…
E, a proposito di migliorare, pensi che la scena Metal nostrana stia facendo dei passi avanti rispetto a qualche anno fa?
Questa è una domanda molto spinosa…
Ne parliamo a livello “di notorietà/celebrità”, di “possibilità per le band?” o di “livello tecnico”?
Ah ah! Beh, direi che la qualità del metal italiano è quantomai indubbia, no?
Parlo a livello della possibilità che ha una band di uscire dall’underground, di avere visibilità. Insomma, di ricevere ciò che si merita da un lavoro duro e svolto con totale dedizione.
Su questo sono d’accordissimo, il problema non sono le band e la loro potenzialità che non metto assolutamente in discussione (certo, non posso dire che gli Italiani sono migliori degli altri per il semplice fatto che non ho idea del panorama underground del resto d’Europa, ma di certo siamo ricchi di band di ottima levatura). Il problema sono le possibilità reali che hanno queste band per emergere. Quanti sono i gruppi, molto più noti e superiori a noi, che come noi sono dovuti finire in Germania? Non è il panorama artistico il problema, è il panorama in sè e per sè. Ci sono sempre meno locali che pagano sempre meno, se poi ci si aggiungono i vari problemi economici noti a tutti di questo periodo…ribadisco, è una questione molto spinosa che andrebbe analizzata in maniera molto approfondita, potrebbero farci un libro per cui purtroppo un intervista non basta a esaurire la questione.
Una domanda cattiva: voi vi sentite più fortunati o più bravi di coloro che non sono riusciti ad emergere?
Bastarda più che cattiva. In realtà nè l’una nè l’altra cosa. Senza nulla togliere a nessuno e lasciando l’unica giustificazione di questa mia motivazione alla mia personale esperienza, credo che la differenza tra noi ed altri (e ripeto, è solo relativo a quanto io vedo) sia nell’impegno per quanto riguarda il lato esterno al semplice suonare e a tanta tanta autocritica. Ci sono tanti sacrifici da fare e tanto lavoro gestionale.
Da un lato mi capita spesso di riascoltare una mia registrazione di qualche mese prima e di dire “faccio cagare”, e questo io come tutti gli altri, e fortunatamente riusciamo sempre a trovare uno stimolo in questo. Dall’altro lato non ti nego che ho speso centinaia di euro nelle poste e in telefonate per rintracciare quel locale, quell’agenzia, per mandare quella busta. Purtroppo, ed è un peccato perché tantissimi gruppi avrebbero le carte in regola per fare molto di più, si bloccano per questi motivi. C’è chi è troppo convinto di sé e ripete di essere perfetto e che deve solo mandare il disco alla Nuclear Blast; c’è chi si aspetta che sia l’etichetta a dire “Ehi voi, vi produco”, e c’è chi si limita a fare le prove e i concerti. Ribadisco ancora che non voglio assolutamente criticare nessuno e anzi, spero di poter dare uno stimolo in più a chi leggerà l’intervista. Con questo non voglio assolutamente dire “ecco, io sono bravo e gli altri fanno schifo”, anche perché ora come ora non siamo assolutamente nessuno per poter puntare il dito verso qualcun altro.
Ottima risposta, complimenti. Ti farà sapere che siamo in dirittura d’arrivo, ah ah! Ecco qualche domanda flash per capire meglio i tuoi gusti musicali. Cosa ne pensi di:
Edguy: Sei un infame (lo so, ah ah! N.d.R.) perché, chi legge non lo sa, ma prima dell’intervista ne avevamo parlato.
Tobias Sammett è stato la mia musa (incommentabile questa) ispiratrice per tantissimo tempo…Hellfire Club è il mio disco sacro, poi sono andati in calando…e poi ho sentito il live in regalo con Tinnitus Sanctus, e lì mi è crollato il mito.
Sonata Arctica: Senza offesa alcuna, ma mi hanno stufato alla seconda canzone di Ecliptica, rimando al discorso sul power che ho fatto a inizio intervista.
Helloween: Il mito, la storia…e sarò sincero, mi è piaciuto anche Gambling With The Devil
Avantasia o Ayreon?
Se ti rispondo Jorn Lande?
Tradisci Tobias, ovviamente.
Beh, gran parte di The Scarecrown è magistrale grazie a Jorn….
Anche questo è vero, ah ah! Ultimissima domanda: oltre al Power e all’Heavy che generi ascolti principalmente?
Diciamo che direttamente dopo c’è quella branca di Crossover/Metal moderno che io dico “fatto bene”…mi riferisco a Drowning Pool, Disturbed, Killswitch Engage & co, non gli altri a cui hai pensato di sicuro quando hai letto “Crossover”…poi seguono Children of Bodom, Raintime…questo se si parla di Metal. Poi chiaramente sono segnato dall’Hard Rock e dall’AOR, ma il discorso si amplierebbe troppo…Da notare che praticamente ho definito Children of Bodom e Raintime come un genere a sè stante.
Bene, siamo arrivati proprio alla fine. Ti ringrazio per la tua cortesia e simpatia, e lascio concludere a te questa intervista che, probabilmente per causa mia ti ha causato qualche trauma, ah ah!
Assolutamente nessun problema! Beh, intanto ringrazio te e Truemetal per la cortesia, la disponibilità e l’importantissimo “raccordo” che create per il metal italiano. Detto questo invito chiunque legga a dare un ascolto al sample appena verrà pubblicato, in maniera da poter sentire a livello pratico quello di cui si è parlato…e ricordo ovviamente il sito web www.overtures.it e il myspace www.myspace.com/overtures. Detto questo, un salutone, e che il metallo sia con voi!