Paradox (Kai Pasemann)
C’era grande curiosità attorno a Electrify, quarto album in casa Paradox: gli otto anni di silenzio seguiti a Collision Course pesavano come un macigno sulle sorti della band bavarese, ma Charly Steinhauer ha vinto la sua battaglia e per l’occasione ha lucidato a nuovo la sua macchina da guerra. Nell’intervista che segue facciamo il punto della situazione con Kai Pasemann, fedele scudiero che, ridendo e scherzando, perora la causa dal 1989. Buona lettura!
Domande a cura di Federico Mahmoud – Intervista realizzata da Gloria Baldoni
Ciao Kai, benvenuto sulle pagine di TrueMetal.it e, soprattutto, bentornati Paradox!
Grazie, è davvero stimolante poter tornare a promuovere un disco… io e Charly abbiamo tante interviste programmate, mi mancava il mio lavoro!
Sono passati otto anni dal precedente Collision Course: a cosa possono ambire i Paradox oggi?
Il nostro obiettivo più grande è quello di dare presto un seguito a Electrify, senza metterci altri otto anni! (ride, ndR) A parte gli scherzi, abbiamo già tanto materiale in cantiere, ci stiamo lavorando e ne siamo molto soddisfatti; sai, in quest’ultimo periodo tutte le esperienze negative ci hanno caricato come una molla, viviamo un periodo di grande creatività e vogliamo sfruttarlo senza tralasciare nulla. Inoltre siamo impegnati nel ripianificare il tour di supporto all’album: dovevamo suonare in tandem con i Mekong Delta, poi sono insorte complicazioni…
… c’è il rischio di non vedervi dal vivo?
Non proprio, o meglio solo per ora. Purtroppo tutte le band “papabili” per un tour in coppia sono già coinvolte in altri progetti, per cui non sappiamo dove sbattere la testa; volevamo ingannare l’attesa partecipando a qualche festival, ma a quanto pare se hai un disco uscito a gennaio le probabilità di essere chiamato sono pressoché nulle, perchè i bill vengono strutturati sin dall’estate precedente. Contiamo di organizzare qualcosa di più concreto per il prossimo autunno, o verso la fine dell’estate a essere ottimisti. Non ci diamo certo per vinti!
Paradox 2008: da sn, Charly Steinhauer, Kai Pasemann, Roland Jahoda, Olly Keller
Electrify è un album che si colloca senza sfigurare nella vostra bella discografia, combinando le radici speed / thrash con un suono potente e fresco, che non disdegna la melodia: sei d’accordo con la descrizione? Tu come lo collocheresti?
Sono perfettamente d’accordo con la tua disamina! Quella di mescolare il tipico sound della band con elementi più moderni è una scelta intenzionale, che rappresenta un punto d’incontro tra il nostro background e gli ascolti attuali. Non avremo mai la pretesa di suonare nu-metal et similia, restiamo fondamentalmente una speed metal band, ma trovo giusto dare spazio a influenze più moderne, che arricchiscano senza sconvolgere la proposta che i fan si aspettano.
Tra i miei brani preferiti spiccano l’opener Second Over Third By Force e Infected, il brano che vorrei sentire dai Metallica: tu a quali pezzi sei più affezionato? E quali sono i brani che non vedi l’ora di proporre dal vivo?
I brani che prediligo sono Second Over Third By Force, Monument, Infected ed Electrify. Con tutta probabilità saranno questi gli estratti dal nuovo disco che proporremo in tour, per il resto la scaletta sarà incentrata sul primo album.
Stando alle note promozionali, i testi di Electrify seguono in parte un concept ispirato al film The Lawnmover Man (Il Tagliaerbe, ndR): vuoi introdurre brevemente di cosa si tratta?
La chiave di lettura, il cardine dell’intero concept, è presente nell’accoppiata Infected – Disconnected: il film racconta di un uomo che, “vittima” di alcuni esperimenti, assume i poteri di uomo “cybernetico” e riesce a infiltrarsi nella rete; è un concept affascinante, che reputo incredibile ma non impossibile, specie alla luce del potere crescente che ha accumulato Internet in questi anni. Sui generis anche un film come Matrix rientra nel discorso.
Quando nel 2000 uscì Collision Course avete raccolto giudizi positivi, ma poco altro; a mio parere si tratta di uno dei migliori comeback mai incisi da un gruppo, credi che sia ancora sottovalutato?
Purtroppo si tratta di un lavoro poco conosciuto, perchè l’opera di promozione a supporto dell’album fu praticamente nulla. Charly si ammalò poco dopo la sua uscita e ai Paradox non restò altro che interrompere le attività in attesa di giorni migliori. A distanza di anni sono ancora fiero di quel disco, credo che si tratti di una tappa obbligata e naturale in direzione di quello che siamo oggi, rappresentato da Electrify. Del periodo conservo in ogni caso ricordi positivi, perchè ricevemmo molte recensioni entusiastiche: io e Charly abbiamo raccolto tutti gli articoli usciti all’epoca, c’è ancora la cartella sul mio desktop eheheh!
Puoi raccontarmi nei dettagli cos’è successo dopo l’uscita di Heresy, quando la band si è praticamente sciolta?
Brutta storia: l’etichetta ci ha voltato le spalle, dal giorno alla notte. Volevano che strizzassimo l’occhio alle nuove tendenze, grunge in primis, che stavano per spopolare nelle classifiche di mezzo mondo, ma noi ci siamo opposti, ratificando di fatto la fine dei nostri rapporti. In seguito Axel (Blaha, batterista del gruppo, ndR) ha deciso di abbandonare la band: quello è stato il colpo di grazia.
Avete da poco superato i vent’anni di attività, anche se con alcune pause intermedie: alti e bassi della tua carriera?
Parto dai punti bassi: Heresy, che a mio parere non vale il debutto della band; lo split nei tardi anni ’80, evitabile con un po’ di raziocinio; la malattia di Charly, che ha rischiato di portarcelo via. Al contrario, cito con piacere l’esibizione al Dynamo Open Air ’88 (all’epoca non ero ancora membro della band, ma non so cosa darei per aver partecipato a questo evento) e, più recentemente, la toccante esibizione in quel di Atene, accolti da una folla di fan calorosi, come solo accade in certi Paesi.
Ascolti e influenze personali?
Due elementi che non possono non viaggiare di pari passo. Nella band sono quello che si presta agli ascolti più moderni: adoro in particolare Mastodon e Meshuggah, signori del “mathematics metal”. Sono molto soddisfatto di Electrify anche perchè si avvicina di più, in certi frangenti, ai miei ascolti abituali.
Ci sono band in giro per cui faresti follie pur di suonare insieme?
Slayer. Sarebbe un sogno dividere il palco, sono una delle mie band preferite in assoluto. Poi mi piacerebbe tentare l’avventura come membro di alcune affermate realtà: Exodus, Trivium e, soprattutto, Annihilator.
Bene Kai, i tempi stringono. Concludi l’intervista come preferisci!
Vorrei ringraziarti intanto per la disponibilità e il supporto. Un abbraccio speciale a tutti i nostri fan, che non hanno smesso di trasmetterci tutto il loro calore anche nei momenti più bui. Invito tutti a visitare il nostro profilo su MySpace e lasciare un commento, il sito è gestito direttamente da noi! Per il resto spero di vedervi tutti prossimamente on the road, a presto!