Patrick Wire (Beholder)
Innanzitutto ti faccio i complimenti per il nuovo lavoro, che mi è decisamente piaciuto. Iniziamo col parlare un po’ delle tematiche affrontate nel nuovo disco?
Ti ringrazio per i complimenti che mi fanno moltissimo piacere. Per quanto riguarda l’aspetto tematico di “Wish For Destruction”, ci siamo spostati in un ambito futuristico/tecnologico, al centro del quale si trova il tema della clonazione. Attorno a questa tecnica, si sviluppa il concept che vede 7 scienziati impegnati da una parte in attività importanti nell’ambito della ricerca, dall’altra assetati di potere, presi da un desiderio di dominio che li porta a condurre in gran segreto operazioni di clonazione umana. Giungono così a riprodurre in sere i loro “schiavi” che poi, con un tocco di “fantascienza”, dirigono via computer come dei “cyborg”, mirando a distruggere determinate basi politico/sociali del pianeta. Peccato che questi cloni/cyborg a un certo punto perdano ogni segnale, e agli scienziati sfugga il controllo degli stessi. Da questo scaturisce una vera e propria strage di massa, dal momento che i cloni, impostati per uccidere, lo fanno senza alcuna distinzione di sorta.
Sono notevoli gli innesti synth, oltre a tutta una serie di effetti, anche sulle voci. Come mai avete optato per simili soluzioni?
Abbiamo deciso di fare una ricerca sonora ben precisa, in studio. Avevamo la libertà di sperimentare soluzioni “diverse”, e il nostro intento era quello di dare a “Wish For Destruction” una patina sonora non banale, non “canonica”. E’ così che, grazie anche alla competenza di Luigi Stefanini dei New Sin, e a Francesco Zambon degli Apeiron Studios di Milano (dove abbiamo realizzato l’intro e tutti gli effetti speciali del disco) siamo riusciti a trovare delle sonorità particolari che ben si sposavano con nostro intento. E’ certo che continueremo in questa ricerca anche per il terzo disco, ci piace sperimentare nuove soluzioni e da quanto sembra, anche la critica ha visto bene questo nostro lavoro, direi piuttosto lontano dagli schemi “standard” del power metal di fine anni ’90.
Quali cambiamenti stilistici caratterizzano “Wish…” dal precedente “The Legend Begins”?
Direi che abbiamo esasperato il contrasto vocale, rendendolo ancora più estremo, e quindi portando la mia voce e quella di Leanan a un continuo duello tra aggressività e melodia, cosa che caratterizza il nostro sound ora più che mai. Dal punto di vista ritmico invece, le strutture si sono sviluppate e articolate sempre più, le stesse parti di batteria sono qualcosa di non propriamente “facile” da eseguire, cosa che ci costringe a lavorare sempre con dei session!!! 🙂
Infine, non si può non citare il grande lavoro di arrangiamento da parte del tastierista Mark Vikar, aspetto che in “The Legend Begins” era stato curato sicuramente di meno.
Io ho notato una buona dose di “incazzatura” in più, rispetto al disco precedente…
L’hai detto! Avevamo voglia di realizzare un disco potente, tirato, e come dici tu… incazzato! Speriamo di esserci riusciti, in effetti ci sono dei momenti di questo disco nei quali mi viene voglia di spaccare qualcosa eheh! Scherzi a parte, la musica riflette sempre degli stati d’animo, e in questo disco abbiamo voluto essere “cattivi”, più “oscuri” rispetto al passato… questi sono i Beholder del 2002… non è detto che il terzo album segua la stessa scia di “Wish”…
Il cambiamento è stato indirettamente dettato dalla crisi che sta vivendo il power metal canonico, così bistrattato e preso in giro da gran parte dei metallers italiani?
Assolutamente no, anche perchè noi abbiamo cominciato a buttare giù materiale per questo disco quando ancora “The Legend Begins”non era uscito sul mercato, ma era stato solo inciso ed era in fase di stampa.
E in quel periodo ricordo che il power “canonico” aveva ancora diversi sostenitori. In realtà li ha anche adesso, perchè comunque rimane un genere molto commerciale, però sta diventando tema di discussione e di sfottò come dici tu, tra coloro che non lo apprezzano…
Noi semplicemente ci sentivamo di comporre in questo senso e abbiamo seguito il nostro istinto. Nessun ragionamento “di mercato”, anche perchè ripeto: il power canonico continua a vendere bene e non vedo perchè, se uno vuole guadagnarci qualcosa col metal, debba “sperimentare” rischiando di non piacere, piuttosto che continuare a suonare lo stesso tipo di musica. Noi abbiamo sperimentato, osato, e per ora la critica ci ha premiati. Speriamo che anche i fan siano dello stesso avviso!
Rimane invece molto marcata l’alternanza delle due voci. Fate molto affidamento su questo aspetto?
Certamente, è la nostra caratteristica fondamentale, quello che sulla carta ci rende “unici” in ambito power metal. Ci piace molto questa scelta stilistica e chiaramente continueremo così… magari trovando, disco dopo disco, soluzioni sempre più innovative per non rendere mai banale questa alternanza.
E naturalmente speriamo che nascano altri gruppi in futuro, con questa caratteristica, in ambito power metal… così saremo serviti a qualcosa!!! 🙂
Sul vostro sito ufficiale ho notato che non compare il batterista tra i membri della band. Cosa ci dici a riguardo?
Ti dico che qui da noi quella del batterista è ormai diventata un’Odissea! Continuiamo a lavorare con dei turnisti. Lo abbiamo fatto nel disco, e lo stiamo facendo ora per i live, visto che sta suonando con noi l’ex Node Mario Giannini (tra l’altro primissimo batterista dei Beholder già nel lontano 1999).
Con lui abbiamo un contratto fino a dicembre, dunque la maggior parte dei concerti di promozione del disco li faremo con Mario. Per quanto riguarda il disco stesso, ha inciso le parti di batteria un altro turnista, per motivi contrattuali chiamato Destruction visto che non potevamo ufficializzare il suo nome. Speriamo di trovare presto un membro fisso dal momento che lavorare con dei session è professionalmente molto utile ma economicamente piuttosto sconveniente!
Una cosa che mi sono sempre chiesto è: come si fa a mettere d’accordo sette “teste”? Voglio dire, ognuno avrà i suoi gusti, le sue preferenze… Trovate spesso dei compromessi oppure miracolosamente siete sempre uniti su tutto?
Sì, sembra più difficile di quanto in realtà sia, almeno da noi. Il principale compositore sono io, per questo disco sono stato affiancato anche dal chitarrista Mayer (autore di 7ven e World Leaders), ma abbiamo un metodo di lavoro che ci porta a non perdere più di tanto tempo in discussioni. Chi compone un brano porta una base (registrata a computer) che comprenda bene o male tutti gli strumenti, dopodichè il lavoro di gruppo che facciamo in sala prove è quello di arrangiare i brani in modo che ognuno si occupi del suo strumento, seguendo la base fornita ma adattandola al suo stile, e agli arrangiamenti degli altri. Il risultato finale è dunque qualcosa che fonde lo stile compositivo dell’autore del brano, con la capacità degli altri ragazzi di saper arrangiare lo stesso brano arricchendolo con le proprie influenze musicali.
Siete soddisfatti del lavoro promozionale/distributivo da parte della vostra etichetta (Dragonheart)?
Ci mancherebbe! Lo siamo eccome, visto che la distribuzione è molto ampia, e ci permette di arrivare in diversi Paesi con la nostra musica. A livello promozionale poi, una casa discografica che riesce a far suonare un proprio gruppo al Gods Of Metal penso non abbia bisogno di commenti ulteriori. Saremo sempre grati per questo alla nostra etichetta, e ora come ora stiamo vedendo che puntano molto su “Wish For Destruction”… quindi staremo a vedere cosa succede!
Ho avuto modo di notare che avete già iniziato a presentarvi in sede live. Contate di arrivare anche al sud Italia (un po’ dimenticato per quanto riguarda i concerti)?
Sì, stiamo organizzando diverse date (ricordo il 16/11 al Siddharta di Prato, il 23/11 al Brunch Pub di Porto D’Ascoli, il 7/12 alla Sfinge di Brescia), che ci permetteranno di presentare il nuovo disco anche lontano da Milano. Speriamo di suonare anche al Sud, ma per ora non ci sono date in programma. Per problemi organizzativi è saltata una eventuale data con i Thy Majestie, che loro avevano cercato di realizzare dalle loro parti. Purtroppo, si ripetono ogni volta problemi economici o logistici e risulta difficile scendere al Sud, ma speriamo di farcela prima o poi!
Ti saluto e lascio a te lo spazio per rivolgerti direttamente ai lettori di truemetal.it!
Saluto tutti i lettori di TrueMetal.it che ritengo una webzine molto interessante e ricca di contenuti, e faccio un “in bocca al lupo” a tutti i ragazzi che ci collaborano! Per quanto riguarda i nostri fans, ci vediamo dal vivo in una data del nostro “Wish For LIVE Destruction” e mi raccomando… stay heavy!!!