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Pavic (Marko Pavic)

Di Fabio Vellata - 15 Settembre 2008 - 0:05
Pavic (Marko Pavic)

Autori di un convincente secondo album in uscita in questi giorni, i romani Pavic si pongono all’attenzione degli appassionati, come una delle migliori nuove realtà del panorama rock italico.
Nelle parole del simpatico e cordiale fondatore del gruppo Marko Pavic, il punto della situazione sullo stato di salute dell’interessantissima e sorprendente band capitolina.




Ciao Marko, partendo dall’inizio, credo sia opportuno porti questa domanda.
Sono trascorsi più di due anni dalla pubblicazione del vostro esordio “Taste Some Liberty”: quale successo ha avuto il vostro debut e cosa è accaduto nella vita della band nel corso di questi anni?

“Taste Some Liberty” era il nostro primo lavoro. Non avevamo grosse pretese, volevamo farci sentire e far uscire i pezzi che suonavamo da anni.
In seguito abbiamo fatto 2 concerti promozionali, uno con Alex Masi/John Macaluso ed uno con gli svedesi “House Of Shakira”. Succesivamente poi, per diversi motivi non abbiamo fatto molto, per poi in seguito riprendere mettendoci a lavorare sul nuovo materiale ed il risultato è qui!

Il vostro nuovo cd segna un nettissimo salto in avanti sotto ogni aspetto.
Songwriting più maturo, melodie più ricercate e ottimi livelli di produzione.
Come sono nati i brani di “Uncoditioned” e quali sono state le ispirazioni, sia dei testi, che della musica vera e propria?

Ti ringrazio per questa osservazione! I brani sono nati in sala prove. All’inizio c’erano delle idee, dei demo creati al computer che poi abbiamo risuonato e rielabarato in studio dove i pezzi hanno preso vita.
I testi come la musica lì abbiamo scritti un po’ tutti insieme: parlano di esperienze personali. Per la produzione finale invece sono volato in Svezia per una settimana per lavorare al mitico Bohus Studio con il produttore Tobias Lindell e Mastering Engineer Dragan Tanaskovic, due veri professionisti in questo campo, oltre che persone simpaticissime e divertenti!

Dalla Svezia però sono tornato un po’ ingrassato, la cucina dei Vikinghi è pazzesca!

È interessante notare come siate passati dal puro hard rock degli esordi, ad un suggestivo ibrido tra rock, progressive e qualche spunto vagamente fusion.
A cosa si deve questa evoluzione e specie di metamorfosi?

E’ stata un’evoluzione spontanea e un’ispirazione del momento. Niente di calcolato. Non mi piace ripetermi, quindi in qualche modo dovevamo andare avanti con la musica, esplorando nuove sonorità e soluzioni…

La copertina del vostro disco inoltre, è piuttosto particolare ed insolita. Qual è il suo significato e come si lega al titolo del disco “Unconditioned”?

La copertina è un’idea della nostra Art Director Marzia Nardi della Anteo Rec. L’idea era di mostrare un’immagine che esprimesse l’esatto contrario rispetto al messaggio del titolo. E’ un approccio che mi piace e che abbiamo usato anche per “Taste Some Liberty” (se ricordi, sulla copertina c’era un pesce dentro una busta d’acqua). Avevamo diverse proposte con lo stesso concetto, tutte altrettanto valide, ma alla fine abbiamo scelto questa perché mi piaceva anche il suo aspetto un po’ cupo/mistico…


Anche in questo nuovo cd, come già nel precedente, spicca la collaborazione illustre con l’ex Europe Kee Marcello. Come sei venuto in contatto con lui?

Gli ospiti su “Taste Some Liberty” erano musicisti con i quali Chris aveva già collaborato per i suoi album solisti.
Questa volta non c’era niente di pianificato, non sentivo l’esigenza di avere ospiti. Poi è capitato che Kee Marcello si trovava a Roma con la sua band nel periodo nel quale stavamo lavorando al disco ed avevamo lo studio prenotato. Il pezzo “Just Go On” era perfetto per il suo modo di suonare melodico, così gli abbiamo chiesto se era interessato e lui ci ha risposto: “Let’s do it!”. E’ venuto da noi nello studio ed in una sera abbiamo registrato le sue parti e girato il video. Kee è una persona fantastica oltre che un musicista eccezionale!

Ricambierai la cortesia partecipando a qualche sua uscita futura?

Ricambiare? Perché no? Se in futuro si crea qualche occasione, molto volentieri.

Parliamo della tua bravura strumentale. Sul vostro nuovo disco, hai dato nuovamente prova di notevole abilità e maestria con la sei corde.
È naturale domandarti quali sono i tuoi maestri preferiti in tale ambito…

Ti ringrazio! Ci sono molti bravissimi musicisti là fuori! Un chitarrista che sto ascoltando parecchio in questo periodo è Andy Timmons. Lui è semplicemente incredibile: tecnica, gusto, suono, padronanza dello strumento a livelli altissimi. Poi naturalmente ci sono i classici come: Randy Rhodes, Ritchie Blackmore, Steve Vai, Gary Moore…la lista è lunga!

Il ruolo di singer invece, è ormai saldamente nelle mani del bravissimo Chris Catena, senza paura di smentite, uno dei migliori talenti del panorama odierno.
Se tuttavia, avessi potuto avvalerti anche di qualche altro maestro del microfono, su chi sarebbe caduta la tua scelta?

Grazie, gli inoltrerò i tuoi complimenti! Un maestro dietro al microfono che avrei scelto? Beh, Chris Cornell senza dubbio…



Uscendo ora dal consueto, una domanda un po’ diversa. La vita di una band non è certo solo ciò che noi appassionati possiamo vedere ed ascoltare dal “di fuori”. C’è qualche aneddoto, accaduto in questi anni di vita nel gruppo, di cui ti ricordi con particolare piacere?

Una situazione divertente è stata girare il video con Kee Marcello. Lui è un vero professionista! Si è divertito come un bambino e ha fatto anche da “regista” indicando chi doveva fare cosa. Abbiamo finito di girare verso le 5/6 del mattino, eravamo tutti stanchi morti. L’unico che stava ancora in piedi e con la voglia di fare era proprio Kee. Incredibile!

A tuo giudizio, quali sono gli ingredienti per far funzionare al meglio un microcosmo complesso ed elaborato come quello di un gruppo rock?

Hai detto bene: complesso ed elaborato! Gli “ingredienti” sono: rispetto, capacità di mettersi in gioco, capacità di ascoltare gli altri e di capire le esegenze degli altri. Tutte cose semplici che però spesso si fatica a mettere in pratica… Vivere la musica e stare in una band comporta spesso tanti sacrifici e la passione e la determinazione sono le uniche cose che ti fanno andare avanti.

E invece che rapporto hai con il music-business?



Amore/odio, come tutti! Il music-business vive da anni una fase di transizione e non è molto chiaro quale sarà il suo modello per i prossimi anni. Forse non sarà un solo modello ma avrà diverse facce. Bisogna ricordare però che la musica è nelle mani dei fan. Io sono un musicista, ma prima ancora sono un fan. Supportate la musica e le vostre band preferite comprando CD ed andando ai concerti! In questo modo forse la vostra band preferita l’anno dopo tornerà con un nuovo disco, con una produzione migliore, con l’artwork migliore…

Giungendo alla battute conclusive, il copione imporrebbe di chiederti quali sono le aspettative in merito ad “Uncoditioned”…
Ma a noi non interessa il copione e badiamo al sodo!
Pensi che con questo disco i Pavic possano fare il tanto agognato salto in “alto” verso i piani nobili della scena hard italiana ed europea?

Penso che per tutte le band, ogni disco è comunque un passo in avanti, almeno artistico, al di là della percezione commerciale. Io spero che con questo lavoro ci si aprano nuove strade e possibilità: mi piacerebbe ad esempio, girare e suonare dal vivo molto di più.
Ti do una piccola anteprima: un altro progetto al quale abbiamo partecipato è il tribute album ai Led Zeppelin che sarà pubblicato in novembre/dicembre 2008 negli USA dove per l’occasione abbiamo registrato “Communication Breakdown”…

Quindi supporterete il disco con qualche esibizione live suppongo. Avete già qualcosa di organizzato e ci sono per caso opportunità in tal senso?
Qualche opzione in veste di supporto a band di grande richiamo?

Abbiamo gìà in programma un mini-tour di 4 date che ci porterà al Jailbreak di Roma (2 ott), Rockaway di Porto Potenza Picena (MC) il 9 ottobre (qui come apertura a Kee Marcello), Nordwind di Bari il 23 ottobre e 3X Music Cafè di Bedizzole (BS) l’1 novembre. Spero che presto potremo aggiungere anche altre date, anche come band di supporto, perché no! Sarebbe un’ottima vetrina!

E come conclusione, tradizionalmente, lascio a te la parola in modo del tutto libero.
“Taste Some Liberty” Marko, puoi dire tutto quello che vuoi “Unconditioned”, usando lo spazio che credi senza la minima limitazione…

Grazie Fabio per questa chiacchierata e la possibilità di presentare ai lettori di Truemetal.it questo nuovo lavoro “Unconditioned”. Ci vediamo alla prossima e ricordate: supportate la musica e le band preferite!

Fabio Vellata

Discografia:

Taste Some Liberty – Anteo Records 2006
Unconditioned – Anteo Records 2008

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