Per Wiberg (Opeth, Spiritual Beggars): il primo singolo dal debutto solista “Head Without Eyes”
Comunicato stampa (Nee Cee Agency):
Il termine “heavy” può essere applicato a molti generi musicali diversi e in molti contesti differenti. Negli ultimi trent’anni il musicista svedese PER WIBERG si è guadagnato da vivere suonando principalmente musica pesante. Un polistrumentista che ha suonato tastiere, basso e chitarre con un nutrito numero di band e artisti come Opeth, Spiritual Beggars, Candlemass, oltre a Clutch / Bakerton Group, Switchblade e Kamchatka solo per citarne alcuni.
“Sono sempre stato e, per molti aspetti, sono ancora un tipo da band, quindi per questa avventura in solitaria ci è voluto molto tempo. Fa paura non avere un gruppo di amici su cui fare affidamento e scambiare le proprie idee, ma è stato molto salutare uscire da quella comfort zone. Penso che si rifletta molto sulla musica ed è sicuramente un album che dovevo fare. È tempo per un diverso tipo di musica pesante”, spiega PER WIBERG.
PER WIBERG svela il primo singolo “Get Your Boots On” dall’album “Head Without Eyes” in uscita il 10 maggio su Despotz Records/Terminal Video Distribuzione.
“‘Get Your Boots On’ si è trasformata in una canzone rock tradizionale rispetto a quanto originariamente previsto, ma sono davvero contento di come sia venuta fuori. È un brano accattivante, più corto degli altri, ma mi piace pensare che dia all’intero album più dinamicità e un buon equilibrio tra il materiale oscuro, doomy e più avventuroso. Avevo già le parole, quindi questa è stata l’unica canzone in cui la musica è stata scritta dopo il testo. Stavo cercando una batteria alla Killing Joke / Hawkwind e Lars Sköld (Tiamat) ha impresso al pezzo una grande energia che traspare attraverso il mix attento di Jonas Kjellgrens. Buon ascolto!“, aggiunge Per Wiberg.
L’album “Head Without Eyes” è il risultato della necessità di non rimanere fermi dal punto di vista artistico. Se si combina questo con una vita di dipendenza dalla musica e di collezione di dischi, si otterrà un amalgama di hook accattivanti e melodie memorabili sovrapposte a suoni allucinati che esplorano i lati più sperimentali della musica rock. Categorizzare risulta impossibile, ma proviamo a dipingere la scena. Immaginiamo, se si riesce, un tè pomeridiano con Killing Joke e Van Der Graaf Generator, seguito da una canna in compagnia di Hawkwind e Young Gods, mentre dopo c’è un invito per un bicchierino con Talk Talk e Swans. Siete dei nostri? C’è molto doom, talvolta dissonante, nelle canzoni e insieme alle parti melodiche si crea un interessante senso della dinamica. Ciò è sottolineato dai paesaggi surreali descritti nei testi talvolta sinistri.
Con “Head Without Eyes”, Per ha creato una nuova piattaforma per scrivere e suonare musica che si muove tra dissonanze e armonie. Inoltre, ascoltando queste canzoni, non si può fare a meno di notare quanto suoni maturo per essere un album di debutto, ma del resto, se sei ciò che suoni, non puoi mai sbagliare.
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