Perzonal War (Matthias Zimmer)
Attivi da un decennio, i Perzonal War escono sul mercato con un nuovo disco intitolato “Bloodline” (AFM Records). Il nuovo e sesto album della carriera dei thrashers tedeschi induce a pensare che i quattro di Troisdorf sappiano ben destreggiarsi tra la multitudine di band che il mercato del genere propone. A tal proposito abbiamo chiaccherato con Matthias Zimmer chitarra e voce, nonchè storico fondatore della band.
Spendi due parole di presentazione per chi non conosce i Perzonal War?
I Perzonal War si sono formati nel 1996 per volontà mia e di Martin (Martin Buchwalter è il batterista del gruppo, n.d.r.). Ora che ci penso è davvero passato molto tempo da quando questa band è in piedi… Dopo breve tempo è entrato a far parte anche Sascha (Sascha Kerschgen, chitarrista dal 1996 al 2008, n.d.r.) e Frank, fratello di Martin, come bassista.
La nostra line up è rimasta stabile fino alla release di “Faces”, quando arrivò Sven Krautkrumer a sopperire lo split di Frank. Siamo nel 2008 e posso affermare che oggi sono nati i nuovi Perzonal War. Sascha e Sven se ne sono andati. Al loro posto ora ci sono Björn e Daniel, rispettivamente bassista e chitarra solista. Questo è il punto di partenza, ora siamo molto motivati e coesi. Siamo tutti orientati a comporre materiale sempre più potente e importante.
Siete arrivati al sesto studio album. Dal debutto “The Inside” a oggi il vostro modo di suonare è cambiato, in particolare ho trovato un significativo cambiamento negli ultimi anni. Come è maturato il vostro modo di intendere la musica?
Abbiamo vissuto il cambiamento in maniera naturale, per certi versi lineare. Il nostro atteggiamento nel comporre è cambiato nella misura in cui siamo cambiati noi come persone. Anche perchè un nostro obiettivo è quello di cercare di far musica sempre diversa, release dopo release. Credo abbiamo trovato un nostro stile senza venir meno alla nostra libertà compositiva. In sostanza suoniamo il nostro thrash metal con melodie e qualche spunto di originalità.
Credo che il vostro più significativo cambiamento sia avvenuto con “Faces”, nel 2004. Ho trovato interessante la spiccata componente speed che permea l’intero disco. Parte di quel sound lo ho ritrovato anche in questa vostra ultima fatica discografica. È rimasto qualcosa del vostro vecchio stile in “BloodLine”?
Credo proprio di sì, è parte del normale cambiamento che prende forma. Suoniamo insieme da più di 12 anni e in tutto questo tempo abbiamo imparato molto. Suoniamo di certo meglio e quindi risulta anche più facile proporre qualcosa di nuovo. Siamo ancora legati alla old-school, ma è importante per noi farla convivere con le correnti musicali moderne che inevitabilmente risultano più influenzate dalla scena metal mondiale. Personalmente la band cresce tanto di più quanto riesce a trasferire nella musica la vita giornaliera dei singoli musicisti. Tanto più riesci a mettere dentro la musica te stesso, tanto più cambi in meglio. Questa probabilmente è la via per produrre qualcosa che veramente vuoi sentirti suonare.
Credi che le produzioni dovrebbero fare un passo indietro per donare lustro e purezza ad un genere come il thrash metal nato ‘on the road’ e che ha sempre fondato sulla spontaneità il proprio credo?
No, io credo che sia assolutamente possibile combinare lo stile old-school alle produzioni moderne. Ricreare il fascino degli albori è impossibile, sarebbe anocronistico; siamo nel 2008 e pretendere di voler riproporre i tempi gloriosi degli anni ottanta sarebbe un fatto inadeguato. Per far sopravvivere il thrash metal nel corso del tempo è necessario adeguare le vecchie filosofie all’innovazione che inevitabilmente accompagna lo scorrere degli anni e dello sviluppo tecnologico.
Per rimanere in tema…Ritengo che uno dei vostri punti forti sia la produzione. Sopratutto perchè le parti più melodic death riescono a esprimesi con distinta purezza all’ascolto. Credi riuscirete e riprodurre on-stage lo stesso impatto anche in presenza di impianti e fonici inadatti o poco consoni al vostro sound?
Oh, lo speriamo veramente. Beh, è chiaro, un pò tutto dipende come ben sai da location ed equipaggiamenti tecnici. In generale abbiamo sempre avuto una distinta qualità sonora nei live. Usiamo solo materiale nostro e di anno in anno lo aggiorniamo acquistandone di migliore. Tieni poi conto che durante i live usiamo i samples presenti su CD di modo che si possa rendere una prestazione ancor più vicina alla forma del disco stesso.
La scena mondiale mostra una rinascita del thrash core ovvero di quelle correnti che più avevano mescolato il bay area all’hard core newyorkese. Oltre alle varie reunion più o meno storiche ci sono un sacco di giovani band che cercano di riportare alla luce quel famigerato atteggiamento. Credi possa risplendere un altro periodo d’oro per il genere magari sotto nuova veste grazie alla mescolanza con la cultura musicale death svedese?
Sinceramente non so quante band attuali propongano veramente il thrash per come lo intendevo io negli anni 80. Ce ne sono poche, ma posso affermare che quelle sono davvero significative e capaci di aprire qualche orizzonte. Credo che ci sia dell’ottimo materliale là fuori, sopratutto quello più contaminato dalla melodia.
Quali sono state le band che più hanno influenzato il corso della tua vita artistica e quali ritieni siano al momento le relatà più significative?
Parto subito con il contemporaneo. I nuovi album di Exodus, Death Angel e Testament sono delle ottime produzioni discografiche. Nuove band davvero importanti non ne conosco, ma di certo quello che ho sentito è stato influenzato da gruppi come Pantera,Machine Head e Fear Factory… e In Flames, di certo un band che ha magnetizzato il thrash mescolando di fatto lo stesso all’interno della corrente del death metal svedese. Le mie preferite al momento sono senza dubbio Nevermore, Morgana Lefay e Rage.
Avete pianificato qualche data europea a supporto di “BloodLine”?
Non c’è niente di confermato, ma ci stiamo lavorando. Sarebbe bello supportare una band di grosso calibro. Vedremo… Comunque al momento abbiamo già fissato alcune date sia in Germania, sia in BeNeLux. Al momento solo questo.
Avete in programma la partecipazione a qualche importante festival estivo?
Al momento siamo stati confermati per il solo Queens of Metal festival (19-21 giugno a Kleinwenkheim in Germania). Speriamo arrivino presto nuove date…
Sembra che la gente apprezzi molto un bel live in DVD, magari di una data importante o significativa? Di recente sono in molti a far uscire sul mercato dei live DVD, assai belli e curati. Sembra insomma un bel mezzo di promozione…Avete in mente di filmarne uno?
Certo, molto presto faremo uscire un live DVD. Conterrà, oltre al concerto che terremo in occasione del nostro 10° anniversario dall’uscita del debutto discografico “The Inside”, anche due ore di ‘documentary live-footag’. Sarà una serata speciale quella che sceglieremo. Abbiamo intenzione di suonare più di 25 canzoni. Sarà davvero un prodotto da avere, credimi. Vorremo anche addizionare il tutto da contenuti bonus, ma al momento non abbiamo pianificato i dettagli di contorno.
Quali sono i vostri obiettivi per il futuro?
Prima di tutto dobbiamo costituire gli ultimi leganti che solidificheranno nuovamente i Perzonal War come un tempo; i nuovi membri sono davvero ottimi ragazzi, ma per trovare la miglior coesione abbiamo bisogno di suonare molto ‘on the road’. Come punto di partenza quindi speriamo di fissare molte date. E sono sicuro che non ci saranno problemmi in tal senso.
Approfitto per confidarti che ci piacerebbe molto anche venire a suonare in Italia perchè siete un pubblico caldo; se qualcuno è interessato può contattateci via mail e ci vedremo sicuramente per una grande serata tutti assieme.
Bene, siamo arrivati a conclusione dell’intervista. Ti auguro buona serata e buon lavoro…
Grazie a TrueMetal.it per l’intervista e il supporto. Se avete voglia ascoltatevi qualche nostro pezzo sul sito ufficiale MySpace. Ancora un grazie per il tempo dedicato.
Spero di vedervi presto per berci assieme delle buone birre italiane! 😉
Cheers, Metti