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Pigsty Concerti (Samuele)

Di - 13 Marzo 2008 - 10:15
Pigsty Concerti (Samuele)

Truemetal da spazio anche alle agenzie di promozione: è il caso di Samuele della Pigsty Concerti, che ci racconta i segreti della sua struttura organizzativa. Buona lettura.  

Servizio a cura di Gaetano Loffredo

La prima domanda ci aiuterà a conoscervi meglio: la Pigsty Concerti è un’agenzia non proprio rinomata che si occupa di promuovere e di organizzare concerti in Italia. Vuoi raccontarci, nel dettaglio, la genesi dell’agenzia e com’è strutturato il vostro lavoro?

Beh: è nata come una fanzine, poi visto che la “carta” andava a morire, pensai di fare qualcosa di più che scrivere del niente sul niente…

Il vostro roster è di modesta entità a dire il vero ma, tra gli altri, prevede i Fire Trails di Pino Scotto e i Raintime. State pensando di aggiornare l’elenco? Se si,quali gruppi avete nel mirino?

Cerchiamo di fare del nostro meglio, ma tante volte non ci riusciamo… noi ce la mettiamo tutta. Al momento non abbiamo nessuno nel mirino, visto che causa l’età, non ci vediamo molto bene… eheheheehhh!

Come pensate di emergere in un mercato in cui, oggettivamente, ci sono dei competitori ben più conosciuti e qualificati di voi?

Probabilmente non emergeremo mai, ed è questo che ci piace… se dovesse diventare un lavoro rischieremo di cadere nel fango…

Quali sono le armi e le strategie che le agenzie come la vostra utilizzano per farsi strada in un
mercato così saturo e con tale concorrenza? Ti chiedo: sono sempre “lecite”?

Niente di strano… ci arrivano delle proposte: quelle che ci piacciono le facciamo, le altre le lasciamo…

Come funzionano, in Italia, le esclusive coi promotori? Capita, e anche spesso, che una band che firma per un’agenzia (che paga e ne detiene i diritti) poi sente girare il suo nome insieme a quello di altre agenzia… vi è mai capitato?

Si, ci è capitato, ma al momento cerchiamo di evitare questo, visto che ci sono stati dei problemi in passato…

Mi riallaccio alla domanda precedente estraendo un nome dal cilindro: i Diamond Head. Tempo fa, la band inglese firmò un contratto in esclusiva con Machada Booking, per le esibizioni nel territorio italico. Poi però la stessa Pigsty dichiarò di essere in contatto con il gruppo britannico… vuoi spiegarci se si tratta di un malinteso o meno?

Urka! A noi la proposta era giunta da un agenzia olandese e non sapevamo nulla di contratti e/o esclusive; quando abbiamo chiarito il fatto con le persone interessate, ci siamo tirati fuori, visto che la proposta dell’agente era abbastanza campata in aria e quindi, giustamente, abbiamo lasciato il tutto a Machada. Tutto qui. Credo un equivoco e nulla di più…

La visibilità è un elemento fondamentale nel vostro settore e certe volte mi viene da pensare che episodi come quello legato al tour dei Diamond Head siano una semplice forma di pubblicità per la quale, però, a rimetterci sono le band e gli stessi fan. Non vi pare controproducente?

Non credo che la visibilità sia fondamentale; è importante, ma non credo così tanto, soprattutto per l’Italia. Sulla questione dei Diamond Head non abbiamo fatto altro che fare quello che facciamo con/per tutti, ma la cosa è stata chiarita quasi subito.

Quali sono i servizi che un’agenzia come la vostra deve garantire a gruppo e pubblico? Vi è mai capitato di non riuscire ad ottemperare ai vostri obblighi contrattuali?

Obblighi? Direi di no. Soprattutto contrattuali…

Mi è capitato di intervistare diversi musicisti che si lamentano delle agenzie di booking in quanto, a detta loro, riservano poca attenzione alle nuove realtà indipendenti preferendo investire sempre e comunque su nomi noti. Cosa ne pensi?

Direi che il nostro roster modesto ne è l’esempio più chiaro. A noi i gruppi piacciono; a molti altri no, ma noi abbiamo la testa dura e perseguiamo su quello in cui crediamo…

Parliamo di guadagni: quanto è redditizio un lavoro come il vostro? E’ una domanda piuttosto singolare ma, vi assicuro, di interesse pubblico. Liberi di rispondere con un “no comment” naturalmente.

Non è redditizio perchè per fortuna non è un lavoro. Quando diventerà un lavoro, allora sarà l’ora di smettere! Per ora è passione e speriamo che rimanga per sempre. Guadagni? Ci proviamo, ma tante volte non arrivano. Ma va bene lo stesso. Altrimenti chi è che aiuta i musicisti e le realtà indipendenti?

Parlo di denaro perché , nel vostro campo, spesso il lucro diviene l’unico obbiettivo a scapito della qualità offerta, sia alla band, che ai fan che acquistano il biglietto. Non credi che in tale ottica si corra il rischio di una reputazione “italiana” non costruttiva e molto pericolosa?

Credo molto nei bassi costi, ma tante volte in Italia si crede che il basso costo sia sinonimo di scarsità… ed è per questo che il nostro paese è ancora indietro.

Voglio chiudere l’intervista chiedendo di raccontare ai nostri lettori l’episodio più interessante associato alla vostra agenzia di booking.

Aneddoti? Che l’agenzia abbia compiuto 10 anni e vedere altri che arrivano dopo e riescono prima. Per noi questo è un stupendo! Altrimenti che Pigsty sarebbe? Grazie a tutti per l’attenzione.

Sinceramente, Samuele, PIGSTYCONCERTI

Gaetano Loffredo