Place Vendome (Michael Kiske)
‘Quando salirò nuovamente su un palco, sarà solo per cantare i brani del mio repertorio solista’
(Michael Kiske)
“Streets oF Fire” è la seconda fatica discografica dei Place Vendome, AOR band che vede al microfono Michael Kiske, artista che i più ricorderanno alla guida degli Helloween di inizio carriera, in particolare nei capolavori “Keeper of the Seven Keys, Part I” e “Keeper of the Seven Keys, Part II”. Lasciando da parte i contrasti che il cantante ha avuto nel corso degli anni con gli artisti con cui si è trovato a collaborare (più leoni nella stessa gabbia non convivono facilmente) piuttosto che la tendenza reiterata a prendere le distanze dalla scena metal, il nuovo album conferma il buon stato di forma del singer tedesco e si pone sul mercato come merce pregiata per i cultori della scena melodic rock. È proprio un sintetico Michael Kiske a sanare alcune curiosità della sua vita artistica e di questo vincente progetto musicale giunto alla seconda release discografica.
Come ti è sembrato questo vostro ultimo “Street of Fire” quando, una volta prodotto, ti sei seduto sul divano ad ascoltarlo tutto di fila come ogni normale ascoltatore?
È stata davvero una piacevole sensazione sopratutto perchè ho solamente cantanto su delle composizioni già pronte e ben rodate. La curiosità di godermi dei suoni così ben curati, oltre all’eccellente produzione, ha trovato piacevole conferma. Me lo sono davvero goduto.
Quali sono a tuo parere i tratti più significativi che differenziano “Street of Fire” dall’omonimo debutto del 2006?
Come ci si era prefissati, il disco è molto maturo pur suonando AOR. Dovessi sintetizzarti il sound, posso dirti che è più ricco, dotato cioè di una gamma di sfumature superiori rispetto il precedente.
Sono d’accordo, il nuovo sound è più incisivo ripetto al passato. Alcuni passaggi sono più strutturati, ma la melodia è sempre vincente. Si può quindi parlare di evoluzione rispetto al precedente “Place Vendome”?
Hai già detto tutto tu…
Anche questa volta Dennis Ward si è dimostrato un songwriter di eccezionale qualità. Come nascono i brani dei Place Vendome e in che maniera interagite tra voi in studio?
Questa volta parte del songwriting è stato curato da altri musicisti. Purtroppo Dennis è stato molto occupato in altri progetti. Per questo motivo molti confronti e interazioni sono avvenuti via e-mail, via telefono oltre che via internet. Pensa che ho incontrato una sola volta di persona sia Gunther, sia Uwe!
Il cantato mette ancora una volta in luce il tuo talento, a volte sembra davvero che per te il tempo si sia fermato… Quanta attenzione ci vuole per mantenersi in forma con la voce?
Lo ammetto: non faccio i salti mortali per mantenermi in forma, ci sono stati periodi in cui non ho cantato per mesi. Non fumo e non bevo. Credo che una vita equilibrata aiuti molto.
Alla luce di come stanno andando le cose sembra proprio che Serafino Perugino (proprietario della Frontiers Records) abbia fatto bene a tentarti con un genere musicale che non avevi mai affrontato. Che sensazioni ti dà cantare AOR rispetto al power degli Helloween piuttosto che all’heavy metal dei Supared?
Mi piace cantare su dell’ottimo materiale. Alla fine dei conti è solo questa la cosa importante. Nulla di più, sopratutto perchè amo la musica rock. L’importante è che non tenda troppo all’heavy, genere che non sento più mio e per questo ringrazio Serafino e la sua professionalità in quanto mi permette di esprimermi liberamente.
A tuo parere, quale è il brano di “Street of Fire” che consiglieresti di ascoltare a una persona che ancora non è entrata in contatto con i Place Vendome?
Sono particolarmente legato a My Guardian Angel, I’m a Believer e a Set Me Free. Sono molto soddisfatto del lavoro svolto, ma questi sono i tre brani che più consiglierei per inquadrare i tratti fondamentali del disco.
Chi ha scritto i testi delle canzoni e quali sono le tematiche affrontate?
Le tematiche sono state affrontate un po’ da tutti, dai singoli musicisti prevalentemente. La maggior parte dei testi si focalizza sui temi della vita, dell’amore e della spiritualità individuale.
L’AOR sta vivendo una seconda giovinezza dopo la splendente parentesi anni 80. Sono tanti i gruppi in grado di realizzare album importanti e capaci di farsi amare dagli ascoltatori, per esempio Survivor, Whitesnake, Sunstorm, Soto, China Blue, Jamison. Secondo te si sono aperte le porte a una nuova splendente era del rock melodico?
Ritengo che l’AOR non sia mai morto. In questi anni il rock melodico è sopravvissuto attraverso molte produzioni discografiche di ottima qualità. Personalmente credo che il materiale che ho scritto sia molto personale, sentito e faccia per questo amare i Place Vendome al pubblico. Questo lo posso affermare con certezza in quanto stiamo ricevendo delle ottime recensioni e abbiamo evidenza di buoni dati di vendita.
Oltre al rock melodico, al momento secondo te, quali sono le band che stanno producendo i migliori album e quali consiglieresti di ascoltare ai nostri lettori?
Oasis, Keane, Travis, U2 per citarne alcuni, ma ce ne sarebbero ancora molti altri. Per quanto mi riguarda, quelle quattro band, al momento, girano in continuazione nel mio lettore CD. In generale, preferisco consigliare di avvicinarsi a qualunque musica o artista in cui credete veramente. Non permettete mai a qualcuno di forzarvi ad ascoltare qualcosa che veramente non sentite di vivere!
Hai partecipato come ospite sul prossimo disco della power metal band italiana Trick or Treat, “Tin Soldiers”. Per quali motivi sei stato così piacevolmente colpito da questi ragazzi?
Ti diverti davvero un sacco ad ascoltare le loro canzoni perché sono bravi ma, cosa più importante, si comprende che dietro a quegli strumenti ci sono dei ragazzi che si divertono un sacco e sopratutto lo fanno spontaneamente. Oggi come oggi, è l’unico motivo che possa spingermi a dare una mano concreta a qualche gruppo, partecipando, ad esempio, in veste di ospite nei progetti.
Place Vendome è già una band di cui in tanti si sono affezionati. Saranno in molti ad attendere un nuovo full length. Manca però qualcosa… Dopo questo secondo riuscito disco, non pensi sia giusto che i tuoi fan possano vivere la vostra musica dal vivo? Ricordo di aver letto tempo fa che non avevi molta intenzione di salire su un palco con questo nuovo progetto. Le cose sono cambiate ora? Esiste la possibilità di vedervi on-stage, magari in occasione di qualche festival?
Non è cambiato niente rispetto un tempo. Quando salirò nuovamente su un palco, sarà solo per cantare i brani del mio repertorio solista.
A fine aprile 2008 si venne a sapere che stavate lavorando a un nuovo disco. Tutti hanno atteso con impazienza che “Street of Fire” uscisse sul mercato. Questa seconda release si può considerare la certezza che i Place Vendome non abbandoneranno facilmente le scene?
Fintanto che il progetto Place Vendome mi divertirà allora le cose andranno avanti…
Grazie Michael. Speriamo di vederti qualche volta in Italia… sono in molti a sperare, naturalmente su un palco…
Vedremo che succederà…Ciao!
Michael Kiske