Pretty Maids (Ronnie Atkins)
Ritornati in circolazione dopo un periodo di silenzio, i danesi Pretty Maids promettono molto di buono con il loro nuovissimo ed interessante “Pandemonium”, disco che riallaccia in qualche modo il discorso con un passato fatto di grande musica ed eccellenti risultati artistici.
Ne abbiamo parlato con Ronnie Atkins, voce storica e leader del gruppo, in un veloce ma significativo scambio di battute tra vecchi amanti del rock anni ottanta.
Buona lettura!
Ciao Ronnie! È un piacere ritrovare te e i Pretty Maids dopo qualche anno di silenzio! Vi sentite galvanizzati da questo ritorno?
Oh beh, è sempre così! Uscire con un disco nuovo è sempre eccitante ed adrenalinico. Nel momento in cui dovessimo accorgerci che il pubblicare cd non ci da più la solita inconfondibile energia, sapremmo che è arrivato il momento di smettere!
Siete stati fermi per quattro anni comunque…
Insomma, qualcosa lo abbiamo combinato. Suonato in qualche festival, sostenuto un po’ di date qua e la ed un piccolo tour europeo nel corso del 2008…
Il nostro silenzio non è stato causato da nessun motivo particolare, ne guai, ne progetti paralleli o cose simili. Semplicemente, siamo arrivati ad un punto, dopo tanti di carriera, in cui registriamo un disco nuovo solo quando siamo coscienti di avere lo spirito giusto per farlo. Ma soprattutto, quando abbiamo le canzoni migliori!
Ed ecco quindi arrivare “Pandemonium”. Dimmi solo una cosa: dato il titolo, si tratta per caso di un concept album?
Assolutamente no! La title track è stata composta durante il COP 15 (la quindicesima conferenza delle nazioni unite sui cambiamenti climatici NdA), tenutasi nel novembre del 2009 qui a Copenhagen. Il titolo del disco è dovuto a questo brano, riferito ai gravosi mutamenti cui è sottoposto il nostro pianeta e le prospettive tutt’altro che rosee cui stiamo andando incontro.
Certo, è piuttosto metaforico in ogni caso: un solo mondo, una sola verità. Non ci possono essere molti altri modi di interpretare alcuni argomenti, credo.
Non mi pare ad ogni modo azzardato, sostenere che come stile, avete fatto un bel salto temporale, andando a ricollegarvi musicalmente con alcuni vostri grandi dischi del passato come “Future World” e “Jump The Gun”. Dico bene?
Sono molto d’accordo, In effetti il nostro nuovo disco ha un tocco “eighties” in alcune parti molto ben marcato ed evidente. Ma credimi, si tratta di una pura coincidenza che non era stata programmata per nulla. Sai, cerchiamo sempre di incidere il meglio che abbiamo a disposizione: un equilibrio mirato tra riff heavy e buone melodie, ovvero, ciò che riteniamo sia la miscela migliore per costruire ottime canzoni. Equilibrio, questa è la parola chiave in questo gruppo.
Mi pare di capire che il momento per i Pretty Maids sia di quelli buoni…
Stiamo affrontando un buon periodo in effetti: anche dal punto di vista della realizzazione vera e propria di “Pandemonium”, è filato tutto liscio. Sia come songwriting, sia come recording session. C’è un buonissimo feeling e la band è animata da uno spirito decisamente positivo.
Pensi che il nuovo disco piacerà di più ai vostri vecchi fan o ad un audience di vostri nuovi sostenitori?
Spero proprio che un giovane appassionato di musica rock, ascoltando il nostro nuovo disco, possa apprezzarlo al pari di un nostro fan di vecchia data! Non so se possa esistere un pubblico particolare a cui direzionare la nostra proposta, In fin dei conti, per me, se una canzone è valida, lo è per chiunque. Speriamo insomma, di far breccia in ambedue le fasce di fruitori. Se riuscissimo ad unire le nuove generazioni con le vecchie, sarebbe davvero un bel successo.
Senza dubbio uno dei pezzi più riusciti del nuovo album sembra essere “Little Drops of Heaven”, canzone che, a giudicare dal testo – una sorta di parabola che narra di cadute e risalite – parrebbe anche parecchio significativa. Pensi sarà la vostra hit migliore da “Pandemonium”?
Chi può dirlo! Se avrà tanto successo da divenire una hit non possiamo assicurarlo. Quel che è certo, è che si tratta di una canzone con una linea melodica molto cacthy ed accattivante, motivo per cui l’abbiamo scelta per farla divenire il nostro primo singolo. Abbiamo anche realizzato un video per essa, lo puoi trovare comodamente in rete se lo desideri.
A livello di testo e significati, in effetti hai ragione, si tratta di un pezzo piuttosto importante. Non ha nulla d’autobiografico per quanto mi riguarda, per me è pura finzione, ma nelle parole che descrivono una storia di disagio, caduta e rinascita dalle ceneri, credo potranno ritrovarsi in molti.
Del resto, a partire dall’artwork, l’atmosfera di “Pandemonium” non sembra proprio essere delle più festose e divertite. Invecchiando siete diventati un po’ più pessimisti o semplicemente vi siete accorti che il mondo, rispetto a qualche anno fa, è diventato un posto meno piacevole in cui vivere?
Effetto 2012 e fine del mondo? (ok, sto scherzando ora, eh eh).
Insomma, che sia uno scherzo purtroppo, non possiamo esserne sicuri. Con questo non intendo sostenere che la fine del mondo sia vicina, o confermare teorie sul 2012. Quello che mi preme rendere noto è che mi piacerebbe davvero che noi tutti provassimo a costruire un pianeta migliore, o meglio ancora, più sano, da consegnare alle generazioni future. È la cosa che credo al momento, sia più importante di tutte.
Le previsioni non sono affatto buone se non combiniamo qualcosa. Perciò, se penso a questioni di tale rilevanza connesse al futuro, non riesco a non sentirmi un pochino pessimista in generale.
Al di la di questo però attenzione, io sono una persona assolutamente positiva eh!
Tornando al disco. Come possiamo considerare “Pandemonium”? Un punto d’arrivo per la carriera dei Pretty Maids, o qualcosa di più affine ad un nuovo inizio?
Beh, credo si tratti di una sorta di via di mezzo tra i due. Ma più di tutto, credo sia in assoluto una delle cose migliori che abbiamo prodotto nella nostra storia. Forse, al punto tale da poter divenire una specie di nuovo inizio, o una rinascita se preferisci. Lo spirito del gruppo è veramente al massimo, il morale è alle stelle è credo che il futuro dei Pretty Maids sia destinato ad essere ancora luminoso e pieno di soddisfazioni. Crisi o non crisi.
Certo è, che l’ambiente non è più paragonabile all’epoca dei vostri primi successi, i gloriosi anni ottanta. Pensi che una combinazione come quella verificatisi allora, sia ancora possibile in futuro?
Ho principalmente ricordi sbiaditi di quel periodo. Certo, c’era una maggiore attenzione sulla musica heavy, un genere divenuto mainstream, e qualche volta, vorrei aver avuto la maturità adeguata per godermi i successi che abbiamo ottenuto all’epoca. Ma eravamo molto giovani ed ingenui e le cose hanno iniziato a procedere vorticosamente e troppo in fretta.
Non potremo mai sapere se ci sarà nuovamente un altro momento come quello. Tutto sommato, la storia viaggia in circolo, con ricorsi continui, e chi lo sa…
Sarebbe comunque, molto bello e divertente. Anzi, lo desidererei davvero!
Per finire consentimi una piccola digressione personale. Parecchi anni fa, era durante il tour di “Anything Worth Doing, is Worth Overdoing”, eravate in procinto di venire in Italia per una serie di date nel nostro paese. Avevo acquistato il biglietto per uno dei vostri show, ma proprio quello fu annullato a causa di tuoi problemi di salute…
Da allora, vedervi da queste parti è stata un’impresa. Che dici, riesco a rifarmi dopo tutto questo tempo? Ci sarà la possibilità di apprezzarvi dal vivo finalmente?
Ah ah ah…beh, spero proprio di sì, giacché non suoniamo in Italia da tantissimo!
Proprio in questi giorni stiamo organizzando le date del tour europeo e mi auguro ci sia spazio anche per qualche show dalle tue parti. Sarebbe decisamente bello venire a fare un po’ di casino laggiù.
Dipende anche da come andrà il disco, ad ogni modo…
Speriamo insomma. Bene! Dopo questa breve chiacchierata, il copione pretende un tuo pensiero a chiusura. Saluta i tuoi fan in Italia come meglio preferisci!
Beh, hell yeah, certamente! Spero i nostri ascoltatori italiani apprezzino il nostro disco. Almeno, tanto quanto ci siamo divertiti noi a realizzarlo. E speriamo soprattutto, di rivedere di nuovo il pubblico italiano al più presto!
Ottimo Ronnie. Auguro il meglio a te ed a tutti i Pretty Maids. A presto!
Tante cose buone Fabio, stai bene e arrivederci!
Fabio Vellata
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Discografia:
* 1984 – Red, Hot and Heavy
* 1987 – Future World
* 1990 – Jump the Gun
* 1992 – Sin-Decade
* 1993 – Stripped
* 1994 – Scream
* 1997 – Spooked
* 1999 – Anything Worth Doing, Is Worth Overdoing
* 2000 – Carpe Diem
* 2002 – Planet Panic
* 2006 – Wake up to the Real World
* 2010 – Pandemonium
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Sito Ufficiale Pretty Maids