Primal Fear (Ralph Scheepers e Tom Naumann)
Mi accingo ad intervistare il possente Ralph Scheepers e l’istrionico Tom Naumann, rispettivamente cantante e chitarrista dei teutonici Primal Fear che sono tornati nei negozi con il loro sesto lavoro che si intitola “Devil’s ground” che prevede anche un’edizione europea limitata contenente un mix tra “Metal is forever” e “The healer” e una sorpresa rappresentata dalla cover di un brano metal classico.
(FALLEN ANGEL): Ciao Tom, ciao Ralph, ho ascoltato con attenzione il vostro ultimo lavoro “Devil’s ground” e lo trovo veramente valido. È un insieme di brani potenti e molto coinvolgenti e altri più melodici e riflessivi. Come mai questa scelta di eterogeneità?
(TOM NAUMANN): Hai perfettamente ragione, all’interno del gruppo tutti danno il loro apporto compositivo, io, Mat, Randy, Ralph e Stefan, l’altro chitarrista ed ognuno compone dei brani che verranno messi tutti assieme per poi scegliere quali mettere nel prossimo album. Vogliamo che il nostro lavoro sia il più completo possibile sotto tutti i punti di vista e dimostrare la nostra apertura musicale.
(F.A.): La canzone che preferisco tra tutte quelle di “Devil’s Ground” è l’opener “Metal is Forever” un mix perfetto di potenza e melodia, mi potresti dire di cosa parla il testo?
(RALPH SCHEEPERS): “Metal is Forever” parla di come il metal non sia solo un genere musicale ma anche uno stile di vita, del fatto che il Metal non morirà mai dal momento che non si tratta di semplice musica ma di qualcosa che rimane nell’anima e nel cuore dal momento che provoca emozioni impareggiabili.
(F.A.): Di cosa trattano invece i testi degli altri brani presenti nel cd ?
(R.S.): Prima di tutto devo dire che io sono appassionato di fantascienza e questo si può notare anche dalle copertine dei nostri cd; per quanto riguarda i testi, alcuni trattano di storie realmente accadute, altri di vicende completamente fantastiche e altri ancora, come nel caso di “Suicide and Mania”, sono l’insieme di storie reali con altre fantastiche. Diciamo che vogliamo parlare a modo nostro di storie reali ai nostri fan mischiandole talvolta con elementi tipicamente fantastici.
(F.A.): Io lavoro per il sito www.truemetal.it, cosa significa per te il termine “True Metal” ?
(T.N.): Per me è “True Metal” tutto quel metal che arriva diretto al cuore; chiaro esempio di questo genere è il movimento NWOBHM nato in Europa negli ani ottanta con band come Iron Maiden, Judas Priest e via dicendo, questa è musica fatta con il cuore e non solo con gli strumenti, questo per me è True Metal.
(R.S.): Io credo che il metal non sia etichettabile, ritengo che tutte le suddivisioni presenti nel metal siano abbastanza inutili; noi possiamo parlare di power metal, melodic metal o di thrash metal, ma true metal è solo quella musica che viene direttamente dal cuore di chi la compone ed è capace di far provare vere emozioni a chi la ascolta; solo in questo caso tutti i generi di metal possono essere definiti come “True Metal”.
(F.A.): Il sound dei Primal Fear è mutato nel corso degli anni dal vostro primo lavoro a quest’ultimo? Se sì, come esso è cambiato ?
(R.S.): Noi abbiamo cercato di comporre album sempre diversi uno dall’altro evitando inutili copie; siamo decisamente migliorati sia dal punto di vista musicale che di testi e tutto questo lo vedrei senza dubbio come una maturazione artistica della band soprattutto per quanto riguarda la tecnica. Con ogni nostro album cerchiamo di migliorare sempre più il nostro stile e di dare emozioni migliori grazie ad uno studio più approfondito dei pezzi.
(F.A.): Che emozioni volete comunicare ai fan con le vostre canzoni e quanta importanza date alla possibilità di suonare dal vivo e all’aspetto scenografico di un vostro live show ?
(R.S.): Ovviamente riusciamo a comunicare meglio le emozioni durante i concerti in cui, prima di tutto, il nostro scopo è di far passare ai presenti dei momenti piacevoli grazie alla nostra musica; l’idea che una persona ascoltando le nostre canzoni possa, anche solo per un breve periodo di tempo, dimenticare i problemi che l’affliggono nella vita di tutti i giorni mi fa estremamente felice; posso dire che io sono contento nel vedere felici i miei fan. Per me è essenziale suonare dal vivo i nostri brani, potrei addirittura dire che conta quasi per il 100% l’esecuzione live nella vita di un gruppo dal momento che solo così possiamo avere un riscontro diretto da parte del pubblico e un contatto reale con i nostri fan e questo è la cosa migliore che un artista può chiedere. Non credo che l’aspetto scenografico sia essenziale in un concerto, la cosa più importante è riuscire a trasmettere le emozioni al pubblico in modo che partecipi attivamente allo show battendo le mani cantando o saltando, questa è la cosa più importante.
(F.A.): A tuo parere, qual è stato il pubblico che vi ha accolto più calorosamente durante la tua esperienza con i Primal Fear ?
(R.S.): Il pubblico più caldo l’abbiamo incontrato i Spagna, Italia e Grecia dove la gente continua a muoversi, scuotere la testa e pogare per tutta la durata del concerto; mentre nell’Europa del nord c’è una concezione più calma di concerto e il pubblico si agita di meno, nel sud dell’Europa siete veramente dei pazzi scatenati e per un musicista questa è una cosa stupenda.
(F.A.): Avete già programmato il tour di “Devil’s Ground” ?
(R.S.): Si, saremo in tour con gli Iced Earth in tutta l’Europa a cominciare da Marzo e faremo un concerto a Milano il 28 dello stesso mese (il concerto è poi saltato, verrà recuperato più avanti, n.d.r.); probabilmente poi ci recheremo per alcuni festival negli Stati Uniti, in Brasile e in Giappone ma questo non è ancora certo del tutto.
(F.A.): C’è un posto dove avete sempre sognato di fare un concerto ma che non avete mai visitato con la vostra band ?
(R.S.): Senza dubbio mi piacerebbe suonare a Copa Cabana; abbiamo già suonato a Rio De Janeiro ma a Copa Cabana no e sarebbe veramente stupendo.
(T.N.): A me piacerebbe molto suonare dal vivo al Madison Square Garden di New York e al Maracana di Rio che credo sia il sogno di ogni musicista anche se sinceramente ho sempre preferito suonare in luoghi chiusi si per quanto riguarda l’acustica sia per il fatto che in un concerto indoor sono sicuro che tutto il pubblico è venuto per vedere me mentre nei festival all’aperto non sai mai quante persone effettivamente siano venute a guardare il tuo concerto.
(F.A.): Quando vi trovate in tour, qual è la cosa per voi più difficile ?
(R.S.): Tenermi in buona forma fisica e poter fare esercizi con la voce; per un cantante avere anche solo un leggero raffreddore vuol dire la possibilità di avere una data cancellata con tutti i risvolti negativi che questo comporta.
(T.N.): La cosa più difficile è riuscire a riposarsi veramente tra un concerto e l’altro per poter essere in forma perfetta sul palco e poter dare ai propri fan il meglio di se stessi; dormi tre o quattro ore a notte per tutta la durata del tour rende poi difficile riuscire a rendere al 100% sul palco soprattutto verso la fine della tournee.
(F.A.): Cosa ne pensate della nuova “corrente” musicale denominata “Nu Metal” ?
(R.S.): Cos’è? Una nuova casa discografica ? (risata fragorosa n.d.r.) Ah no, è un genere musicale!!
(T.N.): Nonostante io penso che i musicisti che suonano questo genere musicale siano dei professionisti , credo che si tratti solo di un fenomeno di moda passeggera; infatti mentre canzoni come “Denim and Leather” dei Saxon o “Breaking the Law” dei Judas Priest sono brani eterni che continueranno ad essere suonati e cantati anche a distanza di decenni, il successo della musica di gruppi come Limp Biskitz o Korn a mio parere è destinata a morire entro breve tempo e a non lasciare particolari tracce nel mondo del metal; in parole povere il nu metal non mi piace per niente.
(F.A.): In Germania esiste un scena metal underground molto fiorente sia per quanto riguarda il numero che per qualità delle band, cosa mi dici a proposito ?
(T.N.): Ti posso dire che in Germania ci sono forse troppi gruppi che suonano metal ed emergere è veramente difficile; questo è dovuto anche al fatto che il prezzo dei cd al pubblico limita notevolmente le possibilità di successo da parte di gruppi di nuova formazione dal momento che l’acquirente se deve spendere una determinata cifra preferisce comprare qualcosa che già conosce onde evitare di spendere soldi in qualcosa di nuovo che potrebbe non essere di suo gusto. Se un ragazzo si trova in mano un cd o un dvd di una band famosa o di una sconosciuta comprerà quasi sicuramente quello che sa già che gli può piacere e questo problema è una limitazione notevole per i numerosi gruppi giovani e validi presenti su tutto il territorio tedesco.
(F.A.): Quanta importanza viene data alla melodia e quanta alla potenza nelle canzoni dei Primal Fear ?
(R.S.): Ritengo che la melodia in una canzone sia essenziale affinché il brano entri nella mente e nelle orecchie dell’ascoltatore che può così ricordarla e cantarla il più possibile; ovviamente la melodia deve essere sapientemente mischiata con l’aggressività delle chitarre che danno vita e ritmo alla canzone
(F.A.): Qual è stato l’album dei Primal Fear che ha riscosso maggior successo ?
(R.S.): Tra tutti i nostri lavori senza dubbio quello che ha avuto un miglior riscontro da parte del pubblico è stato “Nuclear Fire”. Per quanto riguarda “Devil’s Ground”, un critico giapponese lo ha definito come il ritorno del metal anni 80 con alcune sonorità thrash e lo ha paragonato a lavori di Iron Maiden e Judas Priest e la cosa mi ha fatto notevolmente piacere.
(F.A.): Per concludere, dite tutto quello che volete ai vostri fan italiani.
(R.S.): Vorrei ringraziarvi tutti per l’eccezionale supporto che ci avete dato durante tutti questi anni ed è anche grazie a voi che “Devil’s Ground” è stato reso possibile.
(T.N.): Supportate sempre il metal, statemi bene e continuate ad ascoltare ciò che vi fa provare emozioni.
Aspettiamo quindi con ansia il ritorno dei Primal Fear il 28 Marzo a Milano e intanto gustiamoci questo “Devil’s Ground” che è senza dubbio un ottimo cd di metal in tipico stile Primal Fear senza compromessi con un mix ben studiato e perfettamente riuscito di melodia e aggressività che non potrà lasciare indifferente nessuno.
Claudio “Fallen Angel” Casero