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Procer Veneficus (Night)

Di - 27 Aprile 2006 - 21:25
Procer Veneficus (Night)

Dalle note di Of Starfire And Blackshadows Crawling (qui la recensione) si poteva intuire che Night, mente del solo project black/ambient Procer Veneficus, fosse un musicista introspettivo e riflessivo. Di contro, le tinte tetre o fosche della sua musica non preludevano ad un personaggio tanto svincolato dalle logiche di un genere musicale come il black metal, dal quale prende le distanze.

BENVENUTO SU TRUEMETAL.IT NIGHT. LA PRIMA DOMANDA È MOLTO SEMPLICE O FORSE COMPLESSA: CHI È NIGHT? 

Night” è il nome che ho scelto per me stesso. E’ indicativo di una grande varietà di cose e non è l’unico che uso per me stesso. Molte persone mi chiamano con il mio nome di battesimo che è (fino a un certo punto) riservato per un differente aspetto della mia personalità. Sebbene io abbia molti appellativi, Night è quello che si avvicina più degli altri alle atmosfere che sono presenti nella mia arte e nelle mie creazioni come Procer Veneficus. Non si tratta di uno pseudonimo, perché è tanto reale e legittimo quanto il mio nome di battesimo e non va inteso come un modo per nascondere la mia identità; piuttosto, è pensato per esprimere con chiarezza un particolare aspetto della mia identità. Una parte della ragione per la quale ho scelto il nome Night è che mi identifico abbastanza bene con il confortevole e sicuro manto dell’oscurità completa, che mi permette di sentirmi, ancora una volta, come fossi dentro una sorta di grembo astrale. E’ anche il riflesso delle strane immagini nella mia mente; la quintessenza della surrealtà è l’immensità dell’ignoto, e Night può essere interpretato come una manifestazione fisica di questo profondo, incommensurabile mondo surreale. Quando i tuoi occhi sono aperti, vedi cos’hai di fronte a te, quando però i tuoi occhi sono chiusi, Night discende e le tue palpebre diventano schermi senza luce in un bizzarro, fosco teatro dove alle profondità della tua mente è permesso di determinare il contenuto dello spettacolo che si sta svolgendo di fronte a te.

OF STARFIRE AND BLACKSHADOWS CRAWLING HA UN ARTWORK COMPLETAMENTE NERO, COMPRESA UNA TUA “FOTO” CHE IN REALTÀ È UNA CORNICE BIANCA AD UN RIQUADRO NERO. C’È MOTIVO PARTICOLARE DIETRO QUESTA SORTA DI NEGARTI?

C’è una storia divertente dietro questo fatto. La foto non era stata originariamente pensata per essere così scura, ma a causa di qualcosa avvenuto nel processo di stampa, è diventata prossima al nero pece. Riguardandola ora, credo che funzioni piacevolmente con l’artwork dell’album. Suppongo che potreste leggerci qualche tipo di messaggio in questo, in realtà non era questo il vero intento originario. Comunque, le tematiche di Of Starfire And Blackshadows Crawling hanno molto a che vedere con la dissoluzione dell’identità in scala cosmica, e quella “foto” potrebbe servire come una onesta rappresentazione grafica del concetto appena espresso. Oppure ancora, forse è più simile ad uno specchio. Chi lo sa? 

COME HO SCRITTO NELLA RECENSIONE, CI SONO DELLE FRASI ALL’INTERNO DEL BOOKLET CHE BEN RIASSUMONO LE SENSAZIONI DEL DISCO. IO NE HO RIPORTATA UNA PARTE, VUOI PARLARCI DEL LORO SIGNIFICATO COMPLETO?

Ho incorporato il testo nel booklet su suggerimento di Reece, che conduce la Basilisk Productions. Credo che abbia ritenuto importante che io rendessi chiara la mia posizione nel campo del black metal – la mia musica non ha la benché minima attinenza con Satana, l’odio, il caos, il male, i caproni o qualsiasi altro soggetto senza senso che uno potrebbe tipicamente associare a questo genere. Invece, questo album in particolare, è un un’esplorazione surrealistica (nel quale è capitato di utilizzare chitarre fortemente distorte e una batteria ricreata elettronicamente) della bellezza che scopro nella mia stessa mente e nella natura. Ogni similitudine tra la mia musica e la più vasta categoria del black metal è essenzialmente non pertinente. In effetti, faccio fatica a pensare questa musica come “metal” di qualsivoglia tipo; certamente non è “heavy” o “hard” in nessuna maniera – è solamente un arrangiamento degli strumenti tradizionali a corde (leggasi: chitarre) passati attraverso vari tipi differenti di pesanti manipolazioni elettroniche, al fine di raggiungere un’atmosfera gelida e totalmente inumana. Il narrato nel booklet è presente essenzialmente per spiegare da dove proviene la musica: la costellazione che noi chiamiamo Orione. Per questo album in particolare, credo di essermi comportato più da entità canalizzante o da medium, piuttosto che da compositore. Le parole sono soltanto una naturale descrizione che io potrei fornire per indicare nel dettagli lo scopo dell’album che è: “Dai ascolto a queste parole e la stanza delle stelle nel tuo cuore si aprirà”.

SEMBRI ESSERE UN ARTISTA MOLTO PROLIFICO, OF STARFIRE… PRIMA, GHOSTVOICES NEL 2006 ED A BREVE SARÀ EDITO UN MCD INTITOLATO ASTRAL BIRTH. DOVE NASCE TUTTA QUESTA ENERGIA PER COMPORRE?

Beh, Astral Birth consiste in materiale più datato di Ghostvoices. Di fatto, lo registrati quasi direttamente dopo aver finito Of Starfire… circa un anno fà. Credo che il suo scopo sia l’esplorazione conclusiva dei temi di quell’album, suppongo rappresenti lo stadio finale nell’evoluzione del concetto di stanza delle stelle. Registrare molto materiale per me è normale ; mi serve come metodo con il quale posso verificare me stesso e la mia crescita. E’ anche un parte naturale dell’esplorazione continua della mia mente subconscia. Ho una quantità più che sufficiente di registrazioni di campo e letture di poesie sparse, oltre a del materiale musicale ma molto di questo non confluirà mai in nessuna tipo di registrazione coesa. E’ vero che ho registrato o pubblicato molto lo scorso anno, ma ultimamente credo di aver rallentato un po’ tutto il processo, allo scopo di rifinire con più attenzione la mia musica. Ho un po’ di materiale “black metal” sul quale sto lavorando e ri-lavorando dall’inizio della scorsa estate, oltre a vari “svolgimenti” ambient che stanno fermentando, decadendo e trasformando sé stessi profondamente finchè, un qualche giorno, quando saranno maturati, li metterò in un disco dandovi dei nomi. In questa maniera, quel che c’è di buono ha più tempo per maturare, ed il materiale “non così buono” può essere estirpato. Fino a quando la mia ispirazione sarà sollecitata, proverrà da ogni sorta di strano punto dentro e fuori il mio cranio. Se guardi il mare e le tempeste, troverai un’oscurità che può essere respirata, e che ti osserva; se guardi alle stelle, vi troverai ugualmente le cose più strane. Più profondamente scavi, più opulento e strano sarà il premio.

LA TUA MUSICA È SICURAMENTE MOLTO PERSONALE, NEL SENSO CHE DESCRIVE UN MONDO STRETTAMENTE LEGATO A TE. POTRÀ ESSERCI SPAZIO PER ALTRI MEMBRI NEI PROCER VENEFICUS IN UN FUTURO?

Procer Veneficus ha solo me stesso come suo nucleo naturale, infatti, è per definizione un’esplorazione vivente della mia stessa mente subconscia catturata nell’arte. Tuttavia, ho sicuramente lavorato con amici nel passato e continuerò a farlo nel futuro. Dato che non si tratta veramente di una “band” nel senso convenzionale della parola, non ci sono realmente altri membri eccetto me. Peraltro, in molte delle mie registrazioni ci sono stati evidenti contributi e collage da parte dei miei vari amici inclini alla musica, e questo contribuire continuerà ad esistere nel futuro e a vari livelli. Teoreticamente, potrei entrare in studio domani mattina con gli stessi che hanno suonato con me in Through Ash And Mountains e registrare un album profondamente malinconico e spesso. Comunque, se avessi intenzione di realizzare qualcosa di questa natura, non potrebbe vedere la luce sotto il nome Procer Veneficus, perché c’è la possibilità che possa trattarsi di qualcosa di completamente non pertinente con le atmosfere che questo progetto personifica e intende veicolare.

    

 

TI HO CONTATTATO PER QUESTA INTERVISTA COLLEGANDOMI ALL’ALBUM CHE HO RECENSITO (OF STARFIRE….), MA HO ASCOLTATO ANCHE IL SEGUENTE GHOSTVOICES. I DUE SONO ABBASTANZA DIFFERENTI, VUOI FARCI UN PARALLELO?

(Ghostvoices è un disco completamente acustico, quasi silenzioso nella sua oscura leggerezza, perfetta trasposizione musicale delle parole a seguire; disco piacevole, tutt’altro che geniale ma ottimamente focalizzato – ndA)

Of Starfire... e Ghostvoices provengono da regni musicali differenti all’interno dello spettro complessivo che Procer Veneficus abbraccia. Questo è immediatamente ovvio in termini di genere, ma è anche altrettanto vero in termini di atmosfera. Laddove Of Starfire… è completamente focalizzato sulle stelle, l’allineamento cosmico e l’interiorità del corpo umano, Ghostvoices risuona da un qualche posto nelle profondità della terra, dell’acqua e della nebbia. Parte dell’ispirazione per Ghostvoices proviene dall’essere andato in canoa con un mio amico nella baia vicino alla mia vecchia casa. Può essere incredibilmente bello quando la nebbia diventa più fitta e l’acqua si appropria di questo tono opaco, torbido e verdastro che suggerisce ogni sorta di bizzarro movimento attorno a te, in un punto qualunque sopra la superficie. Credo che la semplicità della strumentazione di Ghostvoices sia anch’essa molto importante; di proposito non ho usato nessun tipo di attrezzatura sintetica perché ho voluto che l’album avesse un feeling molto organico, naturale, “acquoso”. Tutte le ambientazioni per quell’album sono state create utilizzando la mia chitarra acustica o la mia voce. Se avessi usato tastiere o una distorsione pesante sarebbe diventato qualcosa di totalmente differente – qualcosa di più vicino al feeling freddo ed alieno che si può ascoltare in Of Starfire… o Argo Navis.

C’È UN LEGAME TRA I VELVET CACOON E PROCER VENEFICUS? SBAGLIO SE ACCOMUNO IN QUALCHE MANIERA LA TUA MUSICA ALLA LORO?

No, non c’è nessun collegamento diretto tra me e i Velvet Cacoon ad esclusione del fatto che gusto accuratamente tutta la musica e l’arte che hanno creato, oltre ad aver debitamente influenzato sotto un certo grado, la mia estetica. Sono sicuro che qualche persona trova le atmosfere di alcune mie registrazioni simili a quelle di qualche produzione dei Velvet Cacoon (eccone uno – ndA); ciò deriva dal fatto che il terreno estetico che generalmente favorisco sembra essere strettamente collegato al loro.

DI RECENTE HO LETTO FENRIZ DEI DARKTHRONE DIRE CHE ODIA I FORUM E I “RECREATIONAL JUDGEMENTS” (GIUDIZI AMATORIALI) DELLE PERSONE. TU COSA NE PENSI?

Ultimamente, trovo internet sempre più riconducibile a nulla che non sia una perdita di tempo e di energie. Vi si trovano poche tasche di discussione interessanti  per le quali valga la pena, ma in generale – e sembra specialmente nei forum metal – c’è una ammontare senza precedenti di stupidaggini. Tuttavia, voglio essere certo di rimarcare che ai margini di quel nonsenso generale che spesso ha luogo, ci sono piccoli canali di scambio intelligente che possono essere trovati se si cerca con il dovuto impegno. Probabilmente, è triste che questi piccoli e spesso sorvolati canali, non siano grandi quanto essi sono, o forse, è inevitabile prendere atto che l’agire delle persone e la nostra società sono così costituiti. In entrambi i casi, il risultato è che generalmente evito Internet preferendolo come mezzo di scambio ponderato. Personalmente, trovo che l’interazione diretta sia più utile e piena di soddisfazioni che ogni sorta di metodo di interfacciasi elettronico.

BENE NIGHT, E’ STATO UN PIACERE CONOSCERE IL TUO PENSIERO. SE VUOI, CHIUDI QUESTA INTERVISTA COME PREFERISCI.

Ti ringrazio. 
“Sono qui, su un pendio erboso, dove ogni cosa è bella, verdeggiante e sto fissando il mare laggiù. La mia pelle è bianca, il sangue è riscaldato dal sole e fantastico ad occhi aperti. Ricorda: ovunque tu sia, sei sotto le stelle. Dolci sogni”.