Reapers (Luca Calegaro)
Andiamo a conoscere una band davvero molto promettente dell’underground italiano, i Reapers hanno appena concluso il loro nuovo “Metalness” un disco potentissimo che mi ha riportato alle radici della scena italiana, ne parliamo con la band.
Ciao ragazzi sono Eugenio Giordano di www.truemetal.it il vostro nuovo “Metalness” è un disco spettacolare, devo farvi i miei più sinceri complimenti. Credo che i nostri lettori non conoscano ancora la vostra band, possiamo iniziare parlando delle origini dei Reapers, come siete attivati alla attuale line up? Avete avuto delle esperienze precedenti in altre band?
Ciao Eugenio, sono Luca e, a nome di tutta la band, ti ringrazio per i complimenti. Tanto per cominciare, ti spiegherò brevemente la storia del gruppo. Io e Francesco, il bassista, ci conoscevamo già da tempo quando abbiamo cominciato a suonare insieme ad un altro nostro amico. Di lì a poco si è unito Dario, l’unica persona che ha risposto all’annuncio per il batterista: era il maggio del 2002 e la band si è formata ufficialmente in quei giorni. Il quarto componente venne allontanato poco tempo dopo per gli scarsi risultati e così rimanemmo in tre per diversi mesi. Per trovare Stefano, proveniente da una cover band di Steve Vai, abbiamo aspettato sino a gennaio del 2003; anche lui è stato l’unico a rispondere al nostro annuncio. Io personalmente suonavo in precedenza con una cover band dei Metallica, ma mi cacciarono perché non sapevo cantare, a quanto pare. Francesco e Dario, invece, sono alla loro prima esperienza.
Vorrei sapere come sono nate le canzoni di “Metalness”, trovo che i vostri brani possiedano un mood classico che appartiene in pieno ai canoni più tradizionli dell’heavy metal ma le composizioni sono molto personali e ispirate, condividete queste mie affermazioni? Come avete lavorato ai pezzi? Siete soddisfatti del risultato finale?
Dario ed io abbiamo composto le 5 canzoni della demo nell’estate del 2002. Come hai giustamente notato, presentiamo un forte richiamo alle tradizioni dell’heavy metal, ma abbiamo comunque cercato di combinare diverse influenze nei brani. Quando abbiamo incontrato Stefano, avevamo già alcuni pezzi nuovi in cantiere e abbiamo subito cominciato a rivedere l’intero repertorio negli assoli e in alcuni arrangiamenti. Ora siamo molto soddisfatti del risultato finale e il duro lavoro è stato finalmente premiato.
Le chitarre hanno un suono tegliente e aggressivo, trovo che questa sia una delle armi migliori che esalta il vostro suono, come avete lavorato sulle chitarre ritmiche? Credete che questo strumento rappresenti la colonna portante della vostra musica? Cosa pensate del trend attuale che favorisce l’impiego di tastiere melodiche oppure tende a diminuire l’impatto delle chitarre?
Sinceramente non abbiamo dedicato tanto tempo al suono delle chitarre; abbiamo usato un’equalizzazione abbastanza mediosa perché ci sembrava la migliore per il nostro stile. Una distorsione troppo satura non sarebbe stata adatta per ciò che consideriamo come la colonna portante dei nostri pezzi, (vedi Copernical che è un brano interamente basato sulle chitarre). Per le tastiere, riteniamo che nell’heavy metal debbano essere usate in modo limitato e non come molte band attuali che con il loro uso troppo frequente, tendono a soffocare il suono delle chitarre che dovrebbero essere l’anima di questa musica. Noi, nel cd, le abbiamo usate limitatamente, e solo come accompagnamento.
Un altro aspetto importante della vostra musica sono le linee vocali, il vostro cantante Luca ha una timbrica potentissima e acida che ricorda i cantanti della scena degli anni ottanta. Credete che questa caratteristica possa fare la differenza tra voi e il resto delle band metal attive in Italia oggi? Come giudicate il risultato ottenuto su “Metalness” sotto il profilo vocale?
Ti ringrazio per gli apprezzamenti e ti dirò che gli anni ottanta sono proprio la mia ispirazione. Il lavoro vocale del cd mi ha molto soddisfatto perché ho potuto assumere diversi timbri vocali. Mi sono spostato da un pulito di “Crying soul” ad uno più aggressivo di “Metalness”, sino a quello più spinto di “Pain war”, che in realtà è anche la voce che più mi viene naturale. Speriamo davvero che possa fare una differenza con gli altri gruppi. Io ho cercato di dare il più forte impatto possibile, senza mezzi termini e già dalle prime note, in modo da catturare subito l’attenzione dell’ascoltatore.
Mi è piaciuta molto la vostra sezione ritmica perchè appare sempre potente e dinamica senza eccedere in parti troppo elaborate che distoglierebbero dal tiro dei brani. Credete che questa soluzione sia vincente in chiave live? Credete che i brani di “Metalness” possiedano un’attitudine live che li farà risaltare maggiormente sul palco?
In effetti la nostra sezione ritmica è abbastanza semplice, un po’ perché Dario non è ancora il Dave Lombardo della situazione, ma anche per mantenere una maggiore fluidità di esecuzione, senza correre il rischio che venga tolta attenzione alla voce o alle chitarre. Sul piano “live”, normalmente “Metalness” e “Angels” sono i brani che risvegliano di più la gente perché partono subito con un riff accattivante che il pubblico apprezza già dalle prime note.
La produzione del disco è veramente potente e vibrante, siete riusciti ad ottenere un sound classico che comunque appare competitivo e frontale anche in base ai parametri attuali. Siete soddisfatti del livello tecnico delle registrazioni? Dove avete registrato il disco? Credete di continuare su questa falsa riga anche nel prossimo futuro?
La registrazione l’abbiamo effettuata ai “No Brain Studios” a Venezia nel maggio del 2003. Abbiamo avuto a disposizione 9 giorni veramente pieni, (restavamo in studio fino a notte inoltrata), e disponevamo di una strumentazione molto buona che ci ha sicuramente soddisfatti, sia in registrazione che nel missaggio. Per il futuro, se sarà possibile, ci rivolgeremo ancora a loro, perché è un ambiente con cui ci piace lavorare, e riguardo al sound…, vedremo su che riga continuare.
Cosa potete dirmi delle liriche? Quali sono le principali tematiche del nuovo disco? Chi si occupa della stesura dei testi? Quali sono state le principali fonti di ispirazione che vi hanno spinto alla composizione di queste liriche?
I testi li ho scritti tutti io. Ho cercato di esprimere la volontà di reagire, di cambiare vita e di combattere per qualcosa. Ci sono canzoni come “Hate” dove il messaggio è pura rabbia, desiderio di affrontare i problemi, di non arrendersi mai, dimostrando di aver superato ciò che si ha subito e che si subirà. Ma ce ne sono altri, come “Crying”, che ricalcano motivi esistenziali, sulla vita e sulla morte, carichi di una speranza davvero incazzata che vuole avere voce. Rabbia, speranza e volontà: questi sono i temi che ho cercato di racchiudere nei testi.
Il vostro nuovo disco esce par la francese Deadsun Records, come siete entrati in cantatto con loro? Come giudicate il lavoro di promozione che stanno facendo nei confronti dei Reapers? Come mai non avete trovato casa presso una label nostrana?
Appena terminata la demo, ho cercato su internet alcuni indirizzi di Case discografiche e ho spedito il lavoro alle più disponibili. Le italiane non ci hanno dato attenzione e presto abbiamo ricevuto un’offerta dalla Casa francese, che già conoscevamo perché era la produttrice anche di un altro gruppo di Padova. La promozione deve ancora cominciare perché il cd sarà in distribuzione a giorni e, quindi non possiamo giudicarne il lavoro. Ci ha promesso un tour europeo entro settembre; speriamo ne tenga fede.
Credo che i Reapers abbiano una attitudine live davvero innegabile, vorrei sapere come vi state muovendo sul versante concerti, ci sono delle date imminenti che volete sopportare tramite le nostre pagine? Quali sono le vostre sensazioni quando suonate di fronte a un pubblico nuovo i pezzi di “Metalness”? Come vengono accolti dai presenti?
La prossima data sarà alla “Cantinota” a Vicenza il 6 marzo dove suoneremo con altri due gruppi e quindi vi aspettiamo numerosi. Poi avremo occasione di muoverci fuori da Padova; abbiamo delle date da programmare a Milano, mentre ad Aprile, anche se ancora non è stata confermata, avremo una data a Belfast, in Irlanda. Vi invito a visitare il nostro sito internet per avere altre informazioni al riguardo.
Come definireste la vostra musica? Credo che spesso molte band vengano forzate all’interno di un particolare sottogenere che limita molto il respiro artistico dei musicisti. Voi suonate heavy metal, credete che sia sufficiente a spiegare la vostra musica a chi ancora non vi conosce? Quali sono le differenze salienti tra i Reapers e il resto della scena italiana?
Noi la definiremmo hard rock/heavy/thrash metal, ma diventerebbe un po’ complicato! Penso che il termine heavy metal sia comunque il più adatto per il nostro stile. E’ proprio questa differenza di generi che può farci fare la differenza con il resto della scena italiana; sono sicuro che saremmo in grado di richiamare un pubblico più vasto proprio per le varie influenze che si mescolano nella nostra musica. Comunque, penso che sia un po’ difficile spiegare con queste poche parole che cosa suoniamo; consiglio, quindi, di ascoltare direttamente il cd per rendersene conto, o di scaricare gli mp3 dal nostro sito.
Quale rapporto avete con la tecnologia di internet, avete un sito ufficiale che volete promuovre su queste pagine? Credete che per una band underground come la vostra sia utile sfruttare questo mezzo per promuovere la proria musica?
Internet è fondamentale per farsi conoscere. Quasi tutti i contatti che ho avuto, esteri e italiani, li ho ricavati con questo strumento. I nostri mp3 vengono scaricati moltissimo da utenti di tutto il mondo e questo non può che giovare alla crescita del gruppo. Una band underground, se si vuole far notare velocemente, deve farlo soprattutto tramite internet. Noi lo studio l’abbiamo trovato tramite internet; la Casa è stata contattata tramite internet; la promozione la effettuiamo tramite internet. Basiamo molto del nostro lavoro su questa possibilità. Abbiamo anche un sito ufficiale all’indirizzo www.reapers.net, dove si possono scaricare mp3 e avere tutte le informazioni sui nostri passi futuri.
Quali sono stati i vostri principali maestri artistici? Ci sono band che vi hanno influenzato durante la stesura del materiale presente su “Metalness”? Ci sono gruppi che vorreste consigliare ai nostri lettori e che magari non sono molto noti alle cronache?
Una grande influenza l’abbiamo avuta dai Metallica, quelli del primo album, ma io personalmente ho trovato tanta ispirazione anche da band come i Manowar e Children of Bodom. Stefano, invece, non è un amante del metal… e si sente! I suoi maggiori ispiratori sono Vai e Satriani; ad un attento ascolto, gli assoli di “Metalness” richiamano molto a tecniche loro. Un gruppo che consigliamo sono i Rusty Angel, impegnati sulla scena thrash, ma ancora senza un contatto discografico. Vi ricordo il loro sito all’indirizzo www.rustyangel.too.it
Quali sono i piani futuri dei Reapers? Continuerete a lavorare in sede live oppure comporrete materiale nuovo da inseririe nel nuovo disco? Quali sono le novità che ci riserverete nel futuro?
Attualmente stiamo registrando la demo per il secondo album. 5 canzoni che già presentiamo ai concerti e che riscuotono un buon successo. Qui si sentirà proprio che ci stiamo creando un nostro stile, senza troppe ispirazioni da gruppi esterni. Uscirà entro la fine del 2004, possibilmente con una Casa più grande dell’attuale. Poi ci stiamo impegnando molto sulla promozione, soprattutto in territorio americano. Ho trovato dei buoni contatti e sembra che ci stiamo movendo nella giusta direzione. Sicuramente continueremo anche in sede live cercando sempre nuove date.
Vi ringrazio di cuore e vi lascio questo spazio per rivolgervi direttamente ai nostri lettori, a presto
Noi vi salutiamo tutti, soprattutto te, Eugenio, sperando che il nostro cd vi possa piacere e che ci possiate dare un sostegno per il futuro. Stay tuned for more… and follow the reapers!!!
Eugenio Giordano metalgenio@libero.it