Recensione libro: I 100 migliori dischi AOR
I 100 MIGLIORI DISCHI AOR
Journey, Toto, Survivor e i campioni del rock melodico
che ha caratterizzato gli anni ‘80
di Cristiano Canali e
Gennaro Dileo
Collana “I Tifoni”
216 pagine
Tsunami Edizioni
http://www.tsunamiedizioni.com/
“Le struggenti ballate di Toto, Journey, Foreigner e Survivor. Gli inni Hollywoodiani intrisi di melodia e tastiere che hanno reso immortali blockbuster come Top Gun, la saga di Rocky, Flashdance e altre centinaia di pellicole cult di intere generazioni.
Il rock melodico al limite del pop di tendenza e le sferzate del mitico hard rock al testosterone degli anni ottanta, con i suoi ritornelli indimenticabili, gli assoli immortali e il sapore ingenuamente romantico ed ottimista dei testi.
Tutto questo, e altro ancora, è il magico mondo dell’AOR.”
Non avremmo saputo offrire una panoramica migliore per definire compiutamente un genere ricco di sfumature e non proprio facile da identificare come “l’Adult Oriented Rock”, quello stile straordinario di far musica che ha solcato come una stella cometa i cieli degli anni ottanta, regalando sogni, sensazioni positive e tante immagini cinematografiche a milioni di appassionati.
“I 100 migliori dischi AOR” è un’opera che porta con se inevitabilmente un alone di malinconica nostalgia per uno scenario – sociale, culturale e musicale – che ormai non esiste più e rimane ancorato alla visione ottimistica del classico “american dream”, annegato ormai da decenni di dissesti, crisi economiche e brutture di ogni tipo.
Un viaggio a ritroso nel tempo che è un balsamo per il cuore – merito di una schedatura dei singoli album proposti, che trasuda passione – una gioia per le orecchie ed una sinfonia per i ricordi, indissolubilmente legati a molte delle copertine e degli album proposti in questa sorta di “guida all’AOR”.
Rifuggendo da un proposito di mero stampo manualistico, il saggio realizzato da Cristiano Canali e Gennaro Dileo – giornalisti di notevole competenza, da anni attivi nel settore – si propone piuttosto come spunto per la scoperta o “riscoperta” di alcune gemme di un’epoca in cui, ad ogni giro d’orologio, nasceva un classico.
Un proposito davvero encomiabile che non si prospetta mai con la supposta “sicumera” di chi presume di saperne più degli altri, ma anzi, mette già in preventivo ogni possibile forma di critica derivante da una scommessa che è pressoché impossibile vincere.
Soprattutto nel tentativo di mettere d’accordo tutti quanti di fronte ad un mare infinito di possibilità.
Tanti i titoli che abbiamo ”rivisto” con piacere e che, sullo spunto offerto dalle recensioni dei due autori, è stato bello rimettere sotto la proverbiale “puntina” per un ascolto a distanza di anni.
Un buon numero quelli che avremmo lasciato “a casa” (sorprendente la scelta di inserire A.S.A.P. e Dominoe, ad esempio).
Altrettanti quelli che avremmo aggiunto, compilando una personale lista delle 100 perle. Un numero che, a dirla tutta, non potrebbe mai essere sufficiente a contenere ogni delizia prodotta in campo AOR…Mastedon, Mark Free, Fortune, Michael Thompson Band, Diving For Pearls, The Storm, Red Dawn, Nelson, Hurricane, Saraya, 707, Loverboy, Treat, Styx, Alias, White Heart ed un sacco di altri, inevitabilmente non hanno trovato posto, rimanendo ai confini di un’opera emblematica – nel bene e nel male – della vastità di proposte che il genere ha saputo e ancora sa offrire.
Un buon viatico insomma, da cui poi poter procedere in modo autonomo per approfondire la scoperta dell’universo, cromato, scintillante e carico di “good vibrations” tipico del rock adulto.
“I 100 migliori dischi AOR” è un bel regalo per chi, come il sottoscritto, ha avuto la possibilità ed il privilegio di vivere una parte di quegli anni in prima persona, aiutato dalla fortuna di avere amici e parenti appassionati di musica al punto da stimolarne la ricerca.
Ma è parimenti, una buona fucina – ancorché imperfetta, discutibile in alcune scelte ed inevitabilmente incompleta – di spunti idee e suggerimenti per chi a questo tipo di suono si è accostato da poco, magari leggendo qualche recensione di uno dei tanti gruppi attivi al giorno d’oggi che, più o meno velatamente, si rifanno alla mitica epopea dell’AOR ottantiano. La scoperta delle radici, renderà più saporito anche l’ascolto delle tante ed ottime cose nuove che, pure in ambito nazionale, mostrano i chiari segni di un’imperiosa rinascita.
E così, come suggerito da Canali, magari potrà accadere ancora una volta di sedervi a bordo della vostra auto, e come in un sogno hollywoodiano, perdervi in “uno scenario senza confini, dove avventurarsi per fumose strade animate da luci al neon, sfiorando grattacieli che pullulano di vita e brucianti desideri, nell’ennesima notte squarciata da milioni di luci intermittenti”…
Fabio Vellata