Recensione libro (I 100 migliori dischi Glam Metal)
I 100 migliori dischi Glam Metal
The Sunset [d]generation
di
Federico Martinelli – Moreno Lissoni – Gaetano Fezza
I Tifoni 5
216 pagine
15×21
ISBN 978-88-96131-46-6
17 Euro
Tsunami Edizioni
Tsunami Edizioni giunge alla quarta release sui “100 migliori dischi” dopo aver licenziato precedentemente quelle riguardanti la NWOBHM, il Thrash e il Death Metal. Ora è la volta del Glam, anche se la definizione in realtà sta molto stretta al libro oggetto della recensione, perché, per citare le parole degli stessi autori “si è deciso di non fossilizzarsi su un solo genere (il titolo del libro fa riferimento al Glam ma solo perché qualcosa dovevamo pur scrivere)”. Scorrere infatti le recensioni di Whitesnake – 1987, L.A. Guns con il disco omonimo e Trash di Alice Cooper, solo per fermarsi a tre di numero, dopo gli obbligatori Motley Crue, Poison, Pretty Boy Floyd, Ratt, Cinderella, Hanoi Rocks, Tigertailz, Warrant e compagnia cangiante fa capire come il lavoro abbracci in realtà uno scibile della musica dura che ingloba Sleaze, Street, Hair Metal, Class, tutti accomunati dalla stessa voglia di fare rock’n’roll (cit.) senza dimenticare l’hard rock in senso puro, ovviamente.
Come scritto da Federico Martinelli, che insieme con Moreno Lissoni e Gaetano Fezza ha confezionato l’opera, la scelta è stata quella di abbracciare un decennio di uscite, precisamente quello fondamentale che intercorse fra il 1984 e il 1994, lasciando così fuori, giocoforza, band estremamente attinenti ma successive del calibro di Hardcore Superstar, Gotthard e Hellacopters.
Inevitabilmente, in questi casi, a seconda del metro di giudizio e dei gusti personali di ciascuno, si rischia che faccia più rumore l’esclusione eccellente piuttosto che il valore globale della realizzazione, ferita che spesso nemmeno l’inserimento oculato di un disco basilare dimenticato riesce a lenire, ma fa parte assolutamente del gioco. Restando in ambito tricolore, ad esempio, non si può non notare la mancata presenza di coloratissmi e tamarrissimi act quali Halloween, Axton e Gow, che a prima vista avrebbero potuto rappresentare il cacio sui maccheroni nei confronti di un libro con scritto Glam in copertina e concepito da tre autori italiani, ma va riconosciuta ai Nostri la perizia nell’inserire i The Boohoos, accanto a Shabby Trick e Miss Daisy.
Grande l’intuizione da parte di Tsunami di riportare le copertine dei cento album a colori, cosa non accaduta ad esempio per i precedenti NWOBHM e Thrash, particolare non da poco e molto importante soprattutto in questo caso, ove fra note sparate a pieni watt si trovano mescolati mascara, paillettes, nylon, rossetti, eyeliner e capelli cotonati. Può quindi tranquillamente brillare di luce propria all’interno del club del cattivo gusto la cover di Heaven or Hollywood degli Uncle Sam, così come risaltano nello loro sfrontatezza i McQueen Streets e viene resa giustizia a disegni di valore quale quello utilizzato dai Salty Dog in Every Dog Has Its Day. Le recensioni operate da Martinelli, Lissoni e Fezza sono ben fatte, competenti, contestualizzate all’interno della carriera del gruppo esaminato e con un alto grado di oggettività, talvolta fornendo aneddoti interessanti anche per i più scafati, peculiarità che appartiene solo a chi è cresciuto a pane e Glam come Loro. Qualche ripetizione di troppo non inficia di certo il maniacale lavoro di correzione bozze atto a ridurre al minimo la possibilità di refuso, cosa fondamentale e da tenere ben presente per operazioni come questa, non accostabili a romanzi ma opere enciclopediche a tutti gli effetti, valide tanto per i neofiti quanto per i completisti. Se alla fine, dopo essersi sparati con entusiasmo le più di duecento pagine de I Cento Migliori Dischi Glam Metal ci si accorge che mancano all’appello TNT, Autograph e Concrete Jungle, non è poi la fine del mondo…
Stefano “Steven Rich” Ricetti