Recensione libro: Swedish Death Metal

Di Alberto Fittarelli - 30 Maggio 2009 - 12:00
Recensione libro: Swedish Death Metal

La copertina dell’edizione americana del libro, disegnata da Nicke Andersson

Recensione Swedish Death Metal – CD Compilation

Personalmente, ho sempre considerato i libri sul metal (heavy, death, black, quello che preferite) delle gran perdite di tempo. Più per chi li legge che per chi li scrive, si intende: i secondi possono sempre contare su una fetta di pubblico abbastanza inesperta o (specie in alcune nazioni) musicalmente ingenua da sorbirsi a bocca spalancata “reportage” più o meno veritieri e scandalistici sulle gesta dei metallari celebri. C’è solo un problema: al fan del metal interessa solo secondariamente il contesto: quello di cui vuol sentire parlare è la musica.

Ecco quindi che le decine di opere sul death floridiano, ovviamente incentrate su Glen Benton che spara agli scoiattoli, o sul black norvegese, i suoi omicidi e le sue chiese bruciate, diventano improvvisamente il focus centrale di libri di cui, alla fine della lettura, non rimane nulla. Ma Swedish Death Metal è diverso. Scritto da un musicista, sempre avvolto dall’oscurità di band rimaste sostanzialmente underground (Dellamorte, Insision…), da quel Daniel Ekeroth che ha sempre vissuto in prima persona il movimento swedish, sin dai suoi primi passi, questo libro è un vero e proprio racconto in prima persona: la testimonianza diretta di uno dei protagonisti, aiutato dalla quasi totalità dei rimanenti.

L’autore, Daniel Ekeroth

Ekeroth ha saputo infatti costruire il libro su base cronologica e con una precisione invidiabile, partendo addirittura da ben prima che l’idea di “swedish death” balenasse nel cervello di quel pugno di teenagers; sin da quando il thrash e l’hardcore sembravano le uniche forme di estremismo sonoro possibili, almeno finché un certo Tomas ‘Quorthon’ Forsberg rivoluzionò la scena con un quattro album tanto primigenii quanto importanti. “Swedish Death Metal”, alla fine, è il racconto fedele di questi tempi.

I Nihilist, pre-Entombed e Unleashed e inventori del “suono swedish”

Tempi purtroppo brevissimi, come tutte le fiammate creative, durati nello specifico non più di 4/5 anni, tra 1988 e 1993 al massimo, ma a quel punto la scena stava già scemando, lasciando solo i nomi grossi a far mostra di sé sulle copertine dei magazines, e non solo musicali. Un pugno di teenagers, non più di 40 in tutto, che spesso suonavano in più band; nomi oggi storici come Nihilist (poi Entombed), Unleashed, Treblinka (poi Tiamat), Nirvana 2002, Morbid, Dismember, Corpse (poi Grave), Therion (sì, QUEI Therion!), Carnage, Grotesque (poi At The Gates e Liers In Wait)… Il meglio del death europeo originario, la créme dell’estremismo sonoro in un continente che ancora non era pronto a tanto. Almeno finché non capì che questi gruppi erano il futuro del metal.

I Treblinka: si riconosce un giovanissimo Johan Edlund, poi leader dei Tiamat

Ekeroth rende interessante ogni pagina di questo libro, per gli appassionati: infarcisce il testo di foto anche inedite e persino curiose (fa sorridere, oggi, vedere dei Nihilist/Entombed quattordicenni posare da cattivi in un autosilo, probabilmente appena usciti da scuola…); in più, sono innumerevoli le copertine di fanzines (quelle vere, ciclostilate e fotocopiate!) e demo del tempo, oggi oggetti di culto venduti a prezzi appena più alti di quelli delle anime su eBay. Non solo: dopo il racconto vero e proprio, che come detto si sviluppa cronologicamente e contiene commenti “in diretta” dei protagonisti, tutti (o quasi, lo vedremo tra poco), nell’edizione americana sono presenti ben 140 pagine di enciclopedia dello swedish death, con i commenti di Ekeroth, utilissima per scoprire gruppi di cui in Italia non sono mai arrivate tracce.

I Morbid di Dead, poi storico cantante dei Mayhem

Unico neo? Manca un’intervista a Tomas Skogsberg, che coi suoi Sunlight Studio fu protagonista indiscusso del suono swedish, di cui sviluppò l’idea originaria di Leif “Leffe” Cuzner dei Nihilist. Ma è cosa di poco conto, davanti all’impressionante mole di informazioni contenuta in questo vero e proprio testo sacro del death svedese: purtroppo per ora edito solo in inglese (e svedese, ovviamente) tramite un editore americano, ma facilmente reperibile in rete. Il prezzo non è esattamente economico, specie se sommato alla splendida compilation associata, ma fidatevi, ne vale davvero la pena.

Libro edito in versione inglese da Bazillion Points
Pagina MySpace ufficiale: http://www.myspace.com/tamarapress

456 pagine

Alberto Fittarelli