Report Concerto Mortician (20/01/2002)
Domenica 20 gennaio 2002 all’Indian Saloon cinque gruppi, tra cui Mortician e Carnal Forge, si sono esibiti in uno show massacrante. Qui per voi il report di Truemetal.it…Serata di massacro, questa del 20 gennaio; un susseguirsi di gruppi uno più cattivo dell’altro, per circa quattro ore di concerto. Peccato per la scarsa affluenza di pubblico, unico elemento penalizzante della serata; d’altronde avevano luogo contemporaneamente altri 2 concerti nelle vicinanze, quindi è probabile che una parte degli ipotetici spettatori non fosse presente per questo motivo.
Il concerto inizia in orario (l’apertura era stata posticipata alle 20.45 previo avviso a causa del blocco del traffico) e l’arduo compito di opener spetta ai milanesi Node: non avevo mai avuto modo di sentirli e le mie impressioni sono sufficientemente buone. Nonostante la solita freddezza del pubblico di inizio concerto, la band ha comunque suonato in maniera grintosa, esibendo un discreto Thrash, con alcune puntatine più Hardcore. Qualche sbavatura nell’esecuzione c’è stata, ma la causa andava ricercata anche nei suoni, sicuramente non ancora a punto. Seguire per la prima volta dal vivo un gruppo simile non è sicuramente facile, tantomeno darne un giudizio sulla musica: tuttavia ho trovato parecchio interessanti alcuni passaggi, soprattutto quelli più cadenzati.
E’ stata quindi la volta degli Arkhon Infaustus, provenienti dal Belgio, e che non avevo mai avuto modo di ascoltare sino a ieri. Non ho dubbi al riguardo: sono stati per me la rivelazione della serata. E’ stato incredibile osservare la metamorfosi di questi 4 pazzi da quando erano sul palco a fare il sound-check a quando si sono ripresentati per l’esibizione vera e propria. Al posto degli sguardi preoccupati e, se devo dirla tutta, anche un po’ timidi, si sono presentati quattro pazzi deviati (musicalmente, si intende…). Iniziano con una sorta di intro, molto doomeggiante, la quale non lascia dubbi sull’imminente olocausto sonoro. Le mie aspettative si rivelano subito fondate, quando attaccano con il primo vero e proprio pezzo.
La loro musica è veramente indefinibile: se su disco si ascolta un agguerrito miscuglio di Black e Death, dal vivo è la seconda componente a far da padrona. Due voci (growl e screaming come nella migliore tradizione) accompagnano la furia dei pezzi. Spettacolare nel vero senso della parola il batterista: non particolarmente tecnico, molto veloce, ma soprattutto incazzato nero! Vederlo suonare è incredibile, perchè incarna quello che secondo me deve essere un musicista che si da a questo genere: ci mette grinta e ferocia, e il risultato è esaltante. Peccato per il suono che dalle prime file risultava piuttosto impastato; questi Arkhon Infaustus avrebbero meritato di suonare più in alto nella scaletta, e conto di rivederli il più presto possibile.
Non essendoci gli Yattering per motivi legati alle registrazioni del loro nuovo album (questo è quanto ho capito), è toccato ai Darkside prendere il loro posto. Questo gruppo è sulla scena da parecchi anni, ma devo dire che nel contesto della serata erano un tantino fuori luogo. La loro proposta è un Death metal ricco di parti tastieristiche, che rendono il tutto molto particolare. Peccato solo che queste fossero affidate ad un sequencer invece che ad un vero tastierista: peccato soprattutto perchè in tale modo la loro esecuzione è sembrata estremamente professionale ma poco spontanea. Tutti e quattro i membri del gruppo, chitarrista in primis, hanno dimostrato di avere una grande padronanza dei loro strumenti, e l’esibizione è stata sotto questo aspetto impeccabile. Sono venuti meno però in quanto ad impatto, e il pubblico applaudiva più per educazione che per sentito interesse.
Se è vero che la maggior parte delle persone erano lì per gli head-liner, ho comunque constatato come molti fossero sinceramente interessati nei riguardi dei Carnal Forge. D’altronde credo che questi ultimi siano tutt’oggi i portabandiera di quel movimento Thrash-Death proveniente dalla Svezia che sta invadendo il mercato. Anche questi cinque ragazzoni di grinta ne hanno da vendere, in particolar modo l’agguerrito cantante. Ho avuto modo di constatare, come mi era già stato detto, la loro evidente attitudine ad eseguire i pezzi molto più veloci che su Cd; cosa che in alcuni pezzi, tipo “I Smell Like Death (Son Of A Bastard)”, non può che essere positiva.
Anche in questo caso devo dirmi pienamente soddisfatto, perchè il gruppo ha soddisfatto tutte le mie aspettative nei loro confronti. Potenza: è questa la parola d’ordine dei Carnal Forge. E vi assicuro che durante l’intero spettacolo ne hanno tirata fuori più che a sufficienza. Hanno dimostrato tra le altre cose di essere in ottimi rapporti con il pubblico, e di divertirsi mentre suonano, senza fare inutili pose da cattivoni che in certi casi sono unicamente ridicole.
E alla fine loro, i tanto attesi Mortician: questo gruppo new-yorkese è sicuramente tra i più discussi in campo metal, sul quale il parere di critica e pubblico si divide immancabilmente in due. Vederli dal vivo è sicuramente curioso, anche perchè le impossibili ritmiche di batteria sono suonate da Roger, che su album registra le parti di chitarra. E’ incredibile notare come pur essendo solo in 3 questi malati riescano a scatenare un putiferio sonoro simile. Non sono mancati neanche i classici intermezzi di film horror, e chi ha prestato attenzione a Roger ha di sicuro osservato come quest’ultimo o li recitasse a memoria o ridesse divertito.
Non sono tra i fan scatenati di questa band, tuttavia ho trovato la loro prova impeccabile. Verso la fine dell’esibizione la maggior parte del pubblico era visibilmente annoiata, ma è arrivata l’immancabile richiesta di un bis (che ovviamente è stato concesso). Diciamo che i Mortician si sono dimostrati nè più nè meno di quello che mi aspettavo: un trio devastante che propone con freddezza (Will, cantante/bassista, è noto per la sua impassibilità) un grind-gore cattivissimo e spietato.
Tirando le somme, la serata è andata bene, e il pubblico, seppur poco numeroso e anche poco partecipe, mi sembra che fosse molto soddisfatto. Ribadisco il mio stupore per quei pazzi chiamati Arkhon Infaustus; se tutti i gruppi suonassero dal vivo come loro non mi perderei mai più un concerto per nessun motivo al mondo! Peccato per la dipartita degli Yattering, che non ho mai avuto occasione di vedere dal vivo ma che su album sembrano promettere molto bene. Le date che l’Hard Staff ha organizzato da settembre fino ad ora sono state tutte meritevoli: aspetto quindi fiducioso il “No Mercy Festival”.