Report di fine anno: Power, Prog, Hard Rock, AOR
Come già per la metà dell’anno appena terminato, lo staff di Truemetal, con questi report, decide di riassumere in breve qulle che per ogni recensore sono state le uscite più significative: ovviamente non si pretende di racchiudere qui dentro l’intera produzione del 2003, ma solo quelli, tra i dischi trattati da Truemetal stesso, risultati più importanti e che nel bene, ma anche a volte nel male, hanno lasciato il proprio segno. Ed iniziamo con le uscite Power, Prog, Hard Rock e AOR:
Adagio – Underworld
NTS – Prog
Secondo platter per i francesi Adagio autori di un power prog raffinatissimo e dai toni sinfonici, in questa sede il gruppo si spinge in composizioni articolate e complesse. La tecnica emerge da ogni passaggio della band e credo che se siete tra gli amanti del prog dobbiate assolutamente fare vostro questo platter bellissimo.
Eugenio Giordano
Balance of Power – Heathen machine
Massacre – Prog
Il prog metal inglese ha trovato finalmente i suoi dominatori, con questo splendido quinto platter i Balance of Power mettono a segno una prova impressionante, drammatica e tecnica. La preparazione del gruppo, il suo gusto per gli arrangiamenti e la grande verve sono alla base dell’ennesimo ottimo lotto di composizioni. Mi stupisco sempre di quanti ancora non conoscano questi ragazzi.
Eugenio Giordano
Blind Guardian – Live
Virgin – Power
I Blind Guardian propongono un nuovo album live, questa volta si tratta di un doppio cd che farà contenti tutti i fan della band. Più che un disco live è un vero e proprio “best of” che presenta più di 20 tra le canzoni più belle di sempre della band tedesca. Produzione ottima e qualche ritoccatina in post-produzione fanno si che ogni canzone si senta in maniera perfetta ma che faranno storcere un po’ il naso ai puristi
Alex “Engash-Krul” Calvi
Brazen Abbot – Guilty As Sin
SPV – Hard Rock
Seppure non pomposo e magniloquente come era stato il suo predecessore “Nostradamus”, la nuova creatura di Nikolo Kotzev non nasconde la chiara matrice Rainbow/Deep Purple che da sempre ispira il leader dei Brazen Abbot. L’album perde un po’ la ricercatezza negli arrangiamenti e l’istrionismo sonoro che avevano caratterizzato l’ambiziosa opera rock, ma non delude le aspettative di chi si immaginava un platter curato, coinvolgente e, in poche parole, di classe come solo un maestro dell’hard rock melodico come Nikolo Kotzev avrebbe saputo concepire.
Mauro “Windeseeker” Gelsomini
Domain – The Sixth Dimension
Point Music – Power
Sesto studio album per i Domain, rinvigoriti dalla nuova linfa compositiva arrivata con l’ingresso di Stefan Köllner (ex Symphorce) alla batteria e Sandro Lo Giucide (ex Circle Of Pain) al basso. Il genere proposto è un melodic power metal con tantissimi spunti AOR e progressive: al di là dei granitici riff di chiaro stampo hard rock e agli up tempo cari al power metal teutonico, infatti, il disco è disseminato di arrangiamenti extra, che ne arricchiscono i contenuti altrimenti troppo legati alla tradizione.
Mauro “Windeseeker” Gelsomini
Gary Hughes – Once And Future King
Frontiers Records – Hard Rock
La monumentale opera pensata, composta e prodotta dal mastermind dei Ten, Gary Hughes, è un concept epico sulla leggenda di Re Artu che non si lascia andare a facili “hollywoodianismi”. Il cast è stellare: DC Cooper, Lana Lane, Doogie White, Irene Jansen, Bob Catley, Sabine Edelsbacher, Sean Harris, Harry Hess, Damian Wilson e Danny Vaughn. 2 CD per 22 brani arrangiati con grande classe. Da avere.
Mauro “Windeseeker” Gelsomini
Jag Panzer – Decade of the Nail-Spiked Bat
Century Media/Self – Power
I JP ritornano a farsi sentire e regalano ai loro fans un doppio cd da favola, contenente ri-registrazioni di materiale pressocchè difficile da reperire per una larga fetta di pubblico. Bella idea, buoni i risultati. I “vecchi fans” non ne rimarranno folgorati, ma neanche troppo annoiati.
Leopoldo “Leatherknight” Puzielli
Ken Tamplin And Friends – Wake The Nations
Now&Then Records – Hard Rock
All star project per il veterano Ken Tamplin, che si circonda di una serie strabiliante di ospiti (Marty Friedman, Doug Aldridge, Reb Beach, Kee Marcello, Richie Kotzen, Jeff Watson, Mattias “IA” Eklundh, Pete Lesperance, Scott Van Zen, Howie Simon, Stevie Salas) per una sfrontata esibizione del più pomposo hard rock/AOR, con le dovute divagazioni sul tema.
Mauro “Windeseeker” Gelsomini
Labyrinth – Labyrinth
Century Media – Power
Ottimo ritorno per la storica band italiana, dopo grossi problemi di line up i Labyrinth trovano un nuovo equilibrio e una nuova verve compositiva. In questo disco omonimo la band aggiunge nuovi elementi al suo sound, ritrova gli spunti progressivi degli esordi, e ritorna all’approccio elegante e raffinato che ha contraddistinto sempre il trade mark dei Labyrinth. Roberto Tiranti è il migliore in Italia.
Eugenio Giordano
Life Of Agony – River Runs Again live
SPV – Hard Rock
Live di una delle bands americane più sottovalutate in Europa. Un gruppo che è riuscito a dire la sua, nel periodo in cui il grunge imperava, senza mai cambiare rotta nella speranza di diventare più famoso. Un live perfetto sia nell’esecuzione sia per cio’ che concerne il pathos, ma anche nella produzione. Si vocifera che i Life Of Agony stiano per tornare in pista dopo uno scioglimento precoce…se questi sono gli standar a cui ci abitueranno, beh auspichiamoci che la reunion avvenga il più presto possibile.
Alessandro “g0d” Di Clemente
Masterplan – Masterplan
AFM – Power
La nuova creatura degli ex Helloween Uli Kusch e Roland Grapow vede finalmente la luce, e brilla anche per la presenza dell’eclettico Jorn Lande, per me uno dei migliori singer della scena.
Il disco è clamoroso, e inanella una serie di 11 hit assolute, in grado di rinnovare completamente il vecchio concetto di power metal. La migliore uscita del 2003.
Mauro “Windeseeker” Gelsomini
Newman – Sign Of The Modern Times
Escape Music – AOR
Giunti al quarto album quasi nell’anonimato, i Newman non hanno nulla da invidiare alle band – tante, tantissime – che suonano come loro un AOR che mescola alle melodie accattivanti e a volte melense ad un riffing assolutamente metallico quanto ad aggressività.
Song travolgenti per uno dei migliori album AOR del 2003.
Mauro “Windeseeker” Gelsomini
Paragon – The dark prophecy
Remedy Records – Power
Un colosso del metal tedesco ritorna sulle scene per la quinta volta e non lascia prigionieri, potenza sprigionata in ogni frangente, un sound inarrestabile e devastante. I Paragon sanno scrivere pezzi inconfondibili, belli e convincenti senza cercare soluzioni alternative, evoluzioni particolari, solo metal e nulla di più. In questo caso direi che il disco in questione è a dir poco essenziale.
Eugenio Giordano
Seven Seraphim – Believe in Angels
Scarlet Records – Prog
Una buona prova per i Seven Seraphim che, grazie alla grinta e all’energia del giovane chitarrista Andrew Szucs, riescono a proporre un album adatto agli amanti del prog al limite del cervellotico. Un mix di diversi generi amalgamato da tanta tecnica e da una voce tagliente. Con qualche pecca qua e la, ma non abbastanza per lasciarlo indietro nel dimenticatoio dei dischi del 2003.
Paola Bonizzato
Shadows of Steel – Second floor
Underground Symphony – Power
Grande ritorno per la storica band di Wild Steel, gli Shadows of Steel sfornano il loro disco migliore senza ombra di dubbio, melodia, potenza e tecnica sono alla base di un lavoro maturo, elegante e potente. Il gruppo mantiene inalterata la sua leadership nell’ambito italiano ma a mio avviso aggiunge e sperimenta nuove possibilità sonore con coerenza e coraggio, ottimi.
Eugenio Giordano
The Armada – Rage of the armada
Lmp Music – Power
Nati dalla collaborazione di membri degli Stormwitch i The Armada esordiscono nella migliore delle maniere, un power metal dale tinte epiche e velato da spunti neoclassici è alla base del lavoro in questione. Anche se non essenziale questo platter merita di sicuro un attento ascolto, è indiscutibile un lavoro di songwriting davvero molto ricercato e ambizioso.
Eugenio Giordano
The Darkness – Permission To Land
Atlantic – Hard Rock
Il glam è tornato, e i The Darkness esplodono con la sfrontatezza delle vere rockstar, sfrontatezza che il leader Justin Hawkins ha da vendere, a giudicare dal suo spiccato istrionismo. Pare di risentire le provocazioni – in chiave soft, ma neanche troppo – degli W.A.S.P. d’annata, o le scelleratezze musicali dei migliori AC/DC, cui i nostri devono molto anche per quanto riguarda il sound.
Può darsi che molti di voi abbiano già deciso di odiare dal profondo i The Darkness, avendoli visti su qualche grande network al fianco di band già “vendute” al music business, ma vi chiedo soltanto di pensare a quante altre volte negli ultimi dieci anni vi sia capitato di imbattervi in una band che pare uscita direttamente dal Castle Donington del 1980…
Mauro “Windseeker” Gelsomini
Zero Hour – Metamorphosis
Sensory Records – Prog
Più che metal direi che gli Zero Hour esprimono un concetto, la band americana è autrice di un prog complesso, eccentrico, raffinato e drammatico che si rivolge esclusivamente a un pubblico preparato e esigente. Il disco in questione non lascia dubbi in merito al valore della band americana, semplicemente da ascoltare e da comprendere.
Eugenio Giordano