Report: Disasterhate, Memories of a Lost Soul e Dark Opera a Scordia (CT)
27 Aprile 2007 – Krossower – Scordia (CT)
Il ritorno del metal estremo al Krossower dopo circa un anno e la ripresa dei concerti nel catanese dopo un certo periodo di stasi (dovuta ai frequenti boicottaggi dei gestori dei locali, ma anche ad una notevole apatia negli animi ed a rivalità settoriali che sarebbe meglio abbandonare) non sono, evidentemente, motivi sufficienti a creare una buona affluenza. Neanche la presenza dei Memories of a Lost Soul come headliner della serata riesce a scalfire la tranquillità degli assenti che poi, però, sono i primi a lamentarsi del fatto che l’heavy metal abbia seri problemi. Probabilmente il passato non ha insegnato niente ad alcuni di noi o, piuttosto, sono loro a non avere imparato nulla dai grandi insegnamenti forniti dal passato che, riflettendoci meglio, va assolto con formula piena.
Aprono il concerto i catanesi Disasterhate, death metal serrato, ma inficiato da parecchi problemi audio: quest’ultimo è migliore rispetto all’esibizione tenuta al Ciak di Riposto (CT), ma è ancora lontano dall’essere ottimale. Audio a parte, si inizia intorno alle 23.30, con una intro cattiva e malsana, seguita da un brano a tratti darkeggiante, spazioso grazie anche all’uso delle clean vocals. Si continua con “Sacrifice to Eclipse”, molto più d’impatto, mentre il terzo pezzo è dominato dalla seconda voce, letteralmente infernale; seguono “Domina Mundi” e “God Is Dead”, quest’ultima parecchio gradita e travolgente. Si conclude con un brano aggressivo (ancora con due voci) e con una canzone più lenta, di stampo doom, dopo una quarantina di minuti, dove poco spazio è stato lasciato alla tecnica e molto alla violenza, comunque il gruppo abbandona il palco tra gli applausi e con la soddisfazione di avere aperto nel modo migliore la serata.
Verso mezzanotte e trenta, contrariamente alle nostre previsioni, appaiono i reggini Memories of a Lost Soul, che dimostrano di non voler essere i divi della situazione, bensì una band come le altre: questa si chiama professionalità! Si inizia con “The Soul’s Incubator”, impreziosita dagli assolo di chitarra; seguono l’apocalittica “The Art of Never” e la devastante “Nekroantimateria”. Si passa alla nuova “The Darkest Aenima”, che figurerà sul prossimo CD: un brano notevole, con dei buoni inserimenti di tastiere, che fino a questo punto erano rimaste un po’ in ombra, con frequenti cambi di tempo ed a tratti deflagrante. Un atmosferico arpeggio di chitarra apre “Seeds of Chaos”, seguita da “The Curse of Eternity” e dal lungo, nuovo lavoro “The Sign of the Eye of the Dead”, molto vario, ma, nello stesso tempo, diretto, tagliente. La conclusione, dopo cinquanta minuti, è affidata a “Sleeping Bad Consciousness”, che si interrompe bruscamente per un problema all’amplificatore: davvero una sfortuna per il gruppo, che comunque non è stato penalizzato più di tanto, dato che l’audio è stato nettamente migliore rispetto a quello di cui avevano usufruito i Disasterhate. Rispetto al passato, i Memories of a Lost Soul hanno mostrato un death metal più diretto e martellante, con tastiere meno invadenti, ma comunque in grado di far figura ed una sezione ritmica che non ha perso un colpo, pur avendo fatto della velocità la loro macchina da guerra, probabilmente per via dei recenti cambi di formazione. In ogni caso, la tecnica fa sempre il suo ingresso trionfale in quei momenti in cui occorre, senza scalfire minimamente la brutalità del nuovo corso del gruppo che, a nostro parere, sta scalando a grandi passi la dura salita dell’underground.
Si chiude con i Dark Opera, black metal sinfonico da Siracusa, a notte fonda, quando i presenti sono ormai davvero pochi: si apre con una tipica intro black metal, dominata da tastiere e chitarre. Tra i brani ricordiamo “Lady Carmilla”, con un eccellente lavoro di basso, seguita da “Winterframes”, dal nuovo CD, con un discreto uso delle clean vocals ed un apprezzabile assolo, particolarmente virtuoso per i tipici canoni black metal, dove spesso la tecnica scarseggia. Altri pezzi sono “Light in a Darkside”, con vari cambi di tempo ed intermezzi di tastiere, la nuova “Cut Limb”, più tirata e “Peace Will Never Come”, molto applaudita. Nelle canzoni di chiusura registriamo una notevole prestazione del cantante: se anche il frontman dei Memories of a Lost Soul si lascia scappare un entusiasmato commento sul loro miglioramento degli ultimi tempi, i Dark Opera non possono che restare soddisfatti, visto che i complimenti giungono da un buongustaio. Ci uniamo al parere, constatando che, rispetto all’Extreme Evil Metal Festival, svoltosi a Siracusa appena tre giorni prima, i ragazzi hanno dato qualcosa in più, come trascinati dal fatto di suonare lontano dal pubblico amico o come posseduti da una forza interiore di sconosciuta provenienza.
Concludiamo con un ringraziamento al Krossower per l’ospitalità, con la speranza di una ripresa dei concerti nel locale, che è di certo il più adatto per suonare nella Sicilia orientale, ma soprattutto con un appunto agli organizzatori ed ai musicisti: è normale iniziare a suonare alle 23.30 e concludere alle 2.30? Anche lasciando da parte i problemi personali di chi scrive, che li supera, quando possibile, in nome dell’unità del metallo, è corretta la convinzione dominante che occorra iniziare tardi perché prima di un certo orario c’è poca gente? Siccome la grande affluenza non s’è raggiunta neanche a tarda ora (piuttosto c’era chi cominciava ad andare via), non sarebbe più corretto cominciare ad educare il pubblico, scardinando le abitudini scorrette, anziché farsi condizionare da esse?
Giuliano Latina