Report Finale Rock Match al Sitting Bull – Defender
Il Rock Match, il primo concorso musicale organizzato dall’ex-Sitting Bull ora rinominato Defender di Certosa di Pavia è infine giunto alla sua fase finale. Dopo varie serate e varie eliminazioni, i gruppi finalisti sono quattro: Amphitrium, Lunae, No More Silence e Egart.
Quattro gruppi ognuno portavoce di un diverso stile musicale, per questa prima edizione infatti gli organizzatori hanno deciso di aprire l’iscrizione a tutti i generi. Così troviamo gli Amphitrium che fanno un black-death metal sinfonico, i Lunae che suonano Gothic, i No More Silente con un nu-metal/crossover molto personale e lo stranissimo chaos-metal degli Egart, mistura di heavy classico, black, death e power di sicuro impatto.
Per la finale l’organizzazione è riuscita ad aggiudicarsi una giuria d’eccezione con giornalisti dei principali magazine e portali metal italici: per Flash – Ulisse Carminati, per Metal Hammer – Sandro Buti, per Metallus – Andrea Evolti e Andrea Sacchi, e last but not least per TrueMetal.it il sottoscritto Alex “Engash-Krul” Calvi.
L’ordine con cui le band si sarebbero esibite sul palco è già stato deciso e si basa sull’ordine in cui le band si sono qualificate per la finale. Inoltre ognuno dei gruppi secondo il regolamento ha un tempo prefissato per la propria esibizione che non può assolutamente sforare. Ultima regola è quella di presentare esclusivamente brani propri, nel caso la band lo desiderasse è accettata solo una cover a loro scelta.
I primi ad esibirsi sono gli Amphitrium, band dedita a un convincente e interessante black-death con venature sinfoniche. Come nelle precedenti occasioni in cui ho avuto occasione di sentirli suonare, dimostrano di tenere bene il palco e di avere anche una buona tecnica, comincia quindi all’insegna del vero e proprio assalto sonoro frontale questa finale del Rock-Match. Gli Amphytrium iniziano con una intro strumentale per poi proseguire con Remember e la canzone che dà il nome al gruppo, No Remorse è invece la cover dei Metallica che hanno scelto, una cover ben suonata e decisamente più violenta dell’originale, chiudono l’esibizione The Point e Silence.
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Di ben altra tenuta sul palco sono invece i Lunae, il loro sound è molto convincente e devo dire che ne hanno fatti di passi avanti da quando recensimmo il loro primo demo oltre un anno fa. Dal vivo però sono un po’ impacciati, sentono molto l’emozione per essere arrivati in finale, anche perché probabilmente non sono abituati a suonare di fronte a un pubblico di oltre 200 persone, tale è infatti la platea record di questa occasione all’ex-Sitting Bull, ora chiamato Defender. A onor del vero bisogna dire che di errori qualcuno lo hanno fatto, ma come non perdonarglieli se erano così emozionati da aver quasi difficoltà a guardare il pubblico negli occhi? In particolare la bellissima flautista ogni volta che suonava un pezzo, subito dopo quasi si vergognava di averlo fatto e dava l’impressione di volersi seppellire. La loro esibizione inizia subito con i tre brani del demo recensito da me qui su TrueMetal.it: Angel’s Call, Spirit in a Flower e Branches, troviamo poi un nuovo brano intitolato Luna Piena e una cover davvero gustosa e originale, cioè The Neverending Story, canzone colonna sonora dell’omonimo film conosciuto in Italia come La Storia Infinita.
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Cambiamo ancora genere e dal Gothic dei Lunae passiamo al Nu-Metal/Crossover dei No More Silence, inutile dire che non è certo il mio genere preferito, nonostante questo ho cercato di fare del mio meglio per giudicare in maniera obiettiva il loro modo di suonare. Ho cercato per tutta la durata della loro esibizione cosa ci fosse di buono nel loro modo di suonare… ma inutilmente. Non mi riferisco al genere che proponevano, quanto piuttosto alla loro prova come gruppo. Ognuno dei membri della band seguiva un tempo che aveva in mente solamente lui, con esiti che definire cacofonici e quasi riduttivo, naturalmente da questo derivava anche il fatto che cercando di utilizzare soluzioni e passaggi al di là delle proprie capacità venivano fuori cose a dir poco aberranti. Durante la loro esibizione eseguono Way Not, Burzum Within, Techno Shit e altri due brani di cui non si sono degnati di dirci il titolo. Nonostante ogni gruppo avesse a disposizione più di 40 minuti di tempo, il loro concerto è durato neanche 20 minuti.
Per ultimi toccava esibirsi agli Egart, gruppo con il quale avevo già avuto a che fare avendo recensito il loro demo in tempi abbastanza recenti e che avevo già ascoltato durante le semifinali. La prima cosa che colpisce della loro esibizione è la potenza e la pienezza di suono che hanno dal vivo, tutto il contrario di quello che avviene sul loro demo, sicuramente per colpa di una produzione e una registrazione non ottimale. Dal vivo gli Egart dimostrano di essere davvero una macchina da guerra: oltre al sound veramente impressionante anche la loro tenuta del palco è straordinaria e non sembrano davvero un gruppo underground. Davvero eccezionali, dopo averli ascoltati solo un paio di volte sinceramente sono qui a chiedermi come sia possibile che un gruppo così non abbia ancora un contratto. La loro esibizione è stata caratterizzata tutta da brani presi dal loro brano, così abbiamo Lord of Ch’ange, The Call, War Lord, Ethereal Melody e Dark Age che nel finale si è poi andata a incastonare nella cover potentissima di Heavy Metal Breakdown dei Grave Digger.
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Alla fine del concerto la giuria ha provveduto a dare i voti ai gruppi che si sono esibiti nella serata, senza stare ad ammorbarvi con cifre varie, vi dirò che a vincere la serata per il giudizio della critica sarebbero stati gli Egart, a seguire Lunae, Amphitrium e No More Silence, i quali si sono beccati il minimo sindacale solo perché per regolamento non eravamo autorizzati a dare voti negativi. Sapevamo però, come già era successo nelle precedenti tornate ad eliminazione, che spesso il voto della giuria poteva essere letteralmente ribaltato da quello del pubblico. Anche in questa occasione è accaduto qualcosa di simile, di fatto dopo il conteggio delle schede abbiamo stilato e annunciato la seguente classifica: quarto posto agli Amphitrium, purtroppo penalizzati dal poco pubblico a proprio favore; terzo posto agli Egart, stesso discorso anche per loro, pur avendo ricevuto il massimo dalla giuria si sono dovuti accontentare della terza piazza; secondo posto ai No More Silence, trascinati da un pubblico immenso, si sono portati dietro anche nonni, zii e parenti più o meno lontani per cercare di vincere; e per finire il primo posto ai Lunae, grazie sia al voto della giuria che a un buon numero di amici si sono piazzati sul gradino più alto del podio.
Vittoria meritata direi, per questi ragazzi autori di un gothic melodico con voce femminile molto convincente, vincitori anche del premio speciale della giuria per il sound più originale, un po’ penalizzati in questa occasione nell’esibizione dal vivo dall’emozione, ma secondo me capaci di crescere ancora. Sinceramente sarei anche ansioso di ascoltare presto un loro nuovo lavoro.
Per questa prima edizione del Rock Match, dall’ex-Sitting Bull, ora Defender, è tutto, a risentirci presto!
Alex “Engash-Krul” Calvi