Report Heavy Metal Nights del 22-11-02 Kenòs e Necroart
Serata all’insegna del black-death metal con i Kenòs e quelli che ormai sono un po’ considerati i beniamini del pubblico locale e che non mancano mai ai concerti al Sitting Bull, i Necroart.
Entrambi i gruppi presentano nella maggior parte pezzi scritti da loro e che almeno per quanto riguarda i Necroart ormai sono conosciuti a memoria da quasi tutti gli intervenuti. Si parte a suonare dai Kenòs, gruppo di solido black estremamente tecnico, ognuno degli strumentisti è a dir poco perfetto nell’esecuzione e diversi passaggi delle loro canzoni mi lasciano senza fiato per la precisione e l’apparente semplicità con cui viene eseguito. La band presenta tutti pezzi propri estratti anche dal demo pubblicato circa un anno fa e già recensito a suo tempo da TrueMetal.it.I Kenòs iniziano con The Last, uno dei loro brani e subito emerge prepotentemente la tecnica del gruppo. Il concerto continua con Blood of Saints ed Eldinar Ruins, poi la volta dell’unica cover proposta dalla band, una cover che però a giudicarla solo dal titolo mal si adeguerebbe al genere da loro proposto perchè si tratta dell’inossidabile Be Quick or Be Dead dei mitici Iron Maiden. Ovviamente però il pezzo viene eseguito in stile black e nonostante quella canzone sia una delle mie preferite in assoluto del gruppo inglese devo dire che sono rimasto piacevolmente meravigliato dalla versione proposta dai Kenòs. A seguire ancora due loro canzoni, Intersection e la conclusiva Kenòs. In questi due brani ancora di più fanno mostra di se gli strumentisti del gruppo che cimentatisi con duetti, accellerate, fermate e ripartenze, non sbagliano nulla e fanno sembrare tutto fin troppo facile. Un’ottima prova quella dei Kenòs ma un discorso a parte merita il cantante del gruppo presentatosi in precarie condizioni di equilibrio sul palco con ogni probabilità dovute a più di qualche birra consumata oltre il dovuto. Esibizione decisamente al di sotto della media del gruppo che per il resto è stato veramente grandioso.
Terminati i Kenòs è la volta dei beniamini del pubblico nostrano, i Necroart che questa volta ci regalano una esibizione più lunga e se possibile più convincente dell’ultima volta. Si comincia con due brani dal loro secondo demo: Suicidal Karma e Dead Roses Parade per poi fare un passo indietro al primo con Where Your God Dies. E’ poi la volta di una mostruosa cover di uno dei gruppi considerati capisaldi del vero black-metal, trattasi di Deathcrush dei Mayhem.
Tocca poi a Black Bleeding Light e alla nuova Lullabye eseguita in anteprima, a seguire Mutilated e il pezzo che un po’ tutti i fan dei Necroart aspettano in ogni loro concerto, il loro cavallo di battaglia Vaginal Mephisto. Il pubblico conosce tutte le canzoni e ovviamente si lascia trascinare dall’esecuzione dei brani, ma Max, il cantante dei Necroart, sembra non essere ancora contento e in un impeto, forse per non sembrare da meno del cantante dei Kenòs che strisciava sul pavimento per seguire la canzone, balza in piedi su uno dei tavoli incitando il pubblico.
La presa sul pubblico rimane alta fino alla fine e alla conclusiva cover di Raining Blood degli Slayer, come sempre eseguita benissimo e forse ancora più potente e distruttiva dell’originale.
Per concludere una gran bella serata con due gruppi notevoli soprattutto sul piano della tecnica per quanto riguarda i Kenòs che mi hanno veramente strabiliato come musicisti non avendoli mai ascoltati e sul piano del coinvolgimento emotivo per quanto riguarda i Necroart che si confermano uno dei gruppi più interessanti della zona con un seguito più che meritato.